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Autore: morganea    10/08/2017    5 recensioni
«Ero ancora cosciente, sentivo, pensavo, ero dolorante eppure non riuscivo a muovere un dito per far capire a quella ragazzina che stessi bene, sentivo le sue lacrime bagnarmi l’addome, erano salate e contro la mia ferita bruciavano da morire, avrei voluto sibilare un verso di dolore ma non riuscivo a fare neanche quello.»
Avete mai pensato a cosa esattamente Soul pensasse nel momento in cui salvò la vita della sua "Meister" lasciando il lusso a Crona di lacerare e squarciare il suo petto? Che fosse stato l'esclusivo rapporto fra Arma e Maestro a spingerlo in quel vortice di sangue, o c'era dell'altro sotto, che nessuno mai ha mostrato?
Racconto introspettivo ed allo stesso tempo romantico dal punto di vista della nostra falce.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crona, Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quel maledetto ragazzino dai capelli rosei che potevano quasi ricordare un qualcosa di tenero e leggero, aveva un’espressione sadica, sanguinaria e completamente degenerata sul suo volto; era in quel modo che ricordavo gli occhi di Crona.
Le sue mani impugnavano fermamente l’arma che dal suo stesso corpo era fuoriuscita con una tale violenza da far provare dolore solo a chi aveva assistito alla scena di pochi minuti prima, poi, portò indietro le braccia, avvicinò la lama della spada al proprio viso ed infine fece per scaraventarla contro il petto della mia maestra.
Non era la prima volta che io e la mia convivente, amica, compagna, ed insegnante ci trovavamo in una situazione di pericolo, più volte ero stato disposto a salvarle la vita, parandomi volentieri davanti a lei e subendo un forte colpo.
Quella notte però, in Italia, con ancora il gusto degli spaghetti che mandavano in estasi le mie papille gustative, in quella terribile e lugubre chiesa, il nostro avversario aveva scagliato un colpo diverso, con quel colpo sarei morto, o peggio, sarebbe morta 
‘’Lei’’.
Nonostante sapessi il mio futuro, riassunsi nuovamente la mia forma umana, e mi parai all’ultimo istante davanti al corpo innocente inerme ed allo stesso tempo dannatamente bello ed attraente per me di Maka .
L’ultima cosa che ricordo di aver visto, fu il mio sangue uscir fuori come un grande zampillo di una fontana, successivamente, caddi a terra.
Ero ancora cosciente, sentivo, pensavo, ero dolorante eppure non riuscivo a muovere un dito per far capire a quella ragazzina che stessi bene, sentivo le sue lacrime bagnarmi l’addome, erano salate e contro la mia ferita bruciavano da morire, avrei voluto sibilare un verso di dolore ma non riuscivo a fare neanche quello.
Sentirla singhiozzare, sentirla urlare disperatamente il mio nome, come nel cercare un qualche segno di vita da parte mia che ero impossibilitato a darle, era più doloroso di avere il petto totalmente tranciato.
Non riuscivo a capire se fossero i miei ultimi respiri, o se semplicemente me la sarei cavata, ma semmai fossi morto, avrei lasciato questo mondo senza dirle il motivo del mio gesto, senza dirle il perché mi ostinavo a difenderla in tali occasioni di pericolo, senza spiegarle il perché la facevo sempre sentire inferiore alle altre ragazze chiamandola ‘’Senza tette’’.
In realtà non avevo rischiato la vita solo per l’intesa che lega Maestro ad Arma, non lo avevo fatto per essere considerato un eroe da tutta la Shibusen, non lo avevo fatto per essere la star o un dio, come avrebbe probabilmente dedotto il mio amico Black Star.
In verità amavo farla arrabbiare, amavo vedere il suo volto corrugato ed accigliato da quelle tenerissime rughe che si creavano sul suo volto, amavo quando mi preparava la colazione, quando mi invogliava disperatamente a studiare, amavo quando mi parlava di suo padre, amavo quando sentivo le nostre anime in perfetta sintonia e quando combattevamo insieme senza mai deluderci l’un l’altro.  lo avevo fatto perché l’amavo, e l’amore mi aveva reso decisamente uno smidollato.

«Tutto ciò era molto poco figo.»
   
 
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