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Autore: Darkwriterita    10/08/2017    1 recensioni
Tanto tempo fa, in una Romagna lontana lontana, dove ogni bel figaccione super sexy era gay e ogni gnocca sudamericana irremidiabilmente lesbica, io, Giovanna, giovane ed avvenente ragazza, con l'ego e la perversione molto maggiori dell'altezza, mi ritrovai a dovermi trasferire, insieme a mia sorella in una nuova casa.
La cosa che non mi aspettavo però era che mi sarei ritrovata circondata da due coinquilini non proprio sprizzanti di eterosessualità e una sorella lesbica repressa alla scoperta per la prima volta del mondo del sesso.
Insomma sono circondata da gay e lesbodrammi e questa cosa mi piace un casino!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, Slash, FemSlash
Note: Lime, Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando Roby finì di raccontarmi la sua mirabolante avventura scolastica dovetti trattenermi dal riderle in faccia, tanto assurda sembrava.
-Quindi, vorresti dirmi che ti sei ritrovata una Mary Sue in classe che ti ha immediatamente classificata come il male assoluto?- Le domandai mentre dalla mia bocca uscivano delle risate soffocate.
Vidi mia sorella annuire sommessamente e rassegnata, ogni volta che iniziava una scuola diversa era la stessa storia, alle elementari era stata la volta dell'accusa di essere un alieno, alle medie un compagno la rinominò come “presidente” e da allora tutti facevano complotti governativi contro di lei. Infine in prima superiore la sua bellezza era sbocciata, rendondola aspirata da tutti i ragazzi della classe e non solo, il problema stava nel fatto che era troppo lesbica per quella situazione.
-Cavolo, dovrò portarti da un'esorcista prima o poi, è impossibile che la sfiga ti perseguiti in questo modo- Scoppiai a ridere, fallendo miseramente il mio ruolo di sorella maggiore responsabile.
-Vorrei solo una vita tranquilla, mi basta stare sul mio modesto banco in un angolo e non farmi notare da nessuno, sarebbe perfetto per me- Pronunciò sconfortata Roby.
Le diedi un paio di pacche sulla spalla come conforto, doveva essere dura essere diventata il nuovo villain di un gdr nella vita reale.
La vidi buttarsi di peso sul letto, affondando la testa nel cuscino, non doveva essere proprio entusiasta di aver scoperto che perfino il suo ultimo anno sarebbe stato caotico, il bello era che non faceva neppure nulla per trovarsi in certe situazioni.
Sentì il campanello, così mi diressi in salotto per vedere chi fosse, non prima di aver dato un'ultima pacca di sostegno morale sorelloso alla mia sorellina.
Al mio arrivo vidi Rolando che stava allegramente parlando con una signora sulla sessantina. Aveva una leggera gobba, appena visibile sotto l'elegante scialle di lana viola che indossava, era abbastanza bassa, sulla punta del naso arcuato indossava un paio di occhiali da sole specchiati ed in testa aveva un cappello da cawboy a coprirle i lunghi capelli bianchi.
Doveva essere la proprietaria dell'appartamento.
Subito mi avvicinai per eseguire la mia gloriosa presentazione, dovevo ancora ringraziarla per aver permesso anche a mia sorella di trasferirsi dopotutto.
Appena fui dinanzi a lei feci un lungo e profondo inchino di estrema gratitudine verso quella santa donna.
-Buongiorno, mi presento! Sono giovanna e sono onorata di poter dimorare in questa incredibile dimora!- Esclamai, cercando di mostrare tutta la mia gratitudine.
-Oh ma tu devi essere la tipa che m'ha chiesto di trasferirsi qualche settimana fa, piacere io sono Clotilde. Non aver paura, sono venuta oggi perchè mi è avanzata la terza torta alla carota che avevo cucinato, quindi ho pensato di usarvi come bidoni biologici e lasciarvela- Disse con un meraviglioso sorriso in volto la signora.
Improvvisamente due piccoli esseri entrarono dalla porta, incominciando a correre in giro per caso ed urlando come delle bestie assatanate.
-Scusateli, i nipoti di mio marito sono sempre così scalmanati- Sorrise rammaricata Clotilde.
-Ma no signora, non si preoccupi, i suoi nipoti sono sempre i benvenuti!- Esclamai allegra, cercando d'ingraziarmi la signora.
-Oh cara, giusto tu non puoi saperlo essendo appena arrivata, quei due non sono imparentati con me, infatti sono i nipoti di mio marito come ho detto. Sono i figli della figlia che il mio amoruccio ebbe con la sua prima moglie, ma poi lei è tragicamente scomparsa nel nulla. Io ho consolato il mio tesoro e dopo poco tempo ci siamo sposati- Mi raccontò con aria tranquilla.
-Sembra una storia degna di un romanzo- Risposi io, cercando di compiacerla in modo da ottenere una diminuzione dell'affitto.
-Già, poi io sono una donna che si è fatta da sola, fin dalla mia prima macelleria, mi chiamavano Clotilde la squartatrice da quanto i miei tagli erano perfetti!- Continuò allegramente la signora.
-Wow, è proprio un portento!- La incoraggiai, anche se dovevo ammettere che stava diventando un po' inquietante come racconto, ma per l'affito diminuito questo ed altro.
Il discorso fra me e Clotilde venne interrotto da un grugnito animale proveniente dal divano, uno dei due bambini, il maschio, era saltato addosso a Rose ed ora la stava scuotendo per svegliarla.
-Rose! Rose! Eddai voglio giocare! Fammi giocare Rose!- Disse con tono lamentoso il piccolo, ad occhio e croce aveva circa sui cinque anni.
La ragazza sul divano, ancora mezza assopita, allora lo prese e lo ributtò giù.
Ma il bimbo non demorse e in pochi secondi le risaltò addosso, diventando ancora più insistente di prima.
Rose, ormai esasperata, prese quel bambino in braccio, facendogli un pizziccotto sulla guancia.
-Marco ti ho detto un sacco di volte di non svegliarmi- Sbadigliò la ragazza, con gli occhi a malapena aperti.
-Si però mica possiamo giocare se tu dormi!- Si lamentò il piccolo.
Intanto aveva raggiunto la ragazza cilena anche la bambina, che fino a quel momento si era messa a chiedere a Rolando se tutti i maschi una volta cresciuti diventavano fisicati come lui.
-Rose perdona Marco, lo sai che è stupido- Disse con leggerezza la bambina, che al mio attento occhio indagatore doveva avere circa sugli otto o nove anni.
-Lo sai Emily che non è così facile farsi perdonare, gliel'ho detto tremila volte di non svegliarmi- Sospirò seccata Rose.
Il bambino allora tirò fuori delle merendine dalla piccola borsa che portava al collo e, col sorriso più approfittatore che io abbia mai visto, le porse a quella che fino a poco prima stava infastidendo.
Appena le vide la cilena assottigliò lo sguardo, alternando la vista da quei meravigliosi spuntini al sorrisetto del bimbo.
Alla fine cedette.
-Ok, ok ti perdono, ora dammele-
Marco gli diede le merendine facendo pat pat sulla testa della ragazza, che era troppo presa da mangiarsi quelle delizie per prendersela per quel gesto.
Quella visuale mi lasciò sconvolta, l'arrogante e volgare Rose che si faceva comprare in quel modo da un bambino di appena cinque anni.
Incominciai seriamente a chiedermi chi dei due fosse il più maturo.
Ma sicuramente quel bambino batteva Rose sulla furbizia, si era pure preparato in anticipo riempiendo la sua borsa di snack! Stavo forse assistendo alla crescita di un futuro genio del male?
I miei pensieri su una probabile sottomissione del mondo da parte di quel bambino, vennero improvvisamente interrotti dalla visione di Roby, affacciata dalla nostra camera, che guardava la scena con gli occhi sbrilluccicosi e le guancie rosse.
Il problema fù che non fui l'unica a notarla.
-Ehi Rose, quella ragazza bionda non è che è la tua nuova fidanzata? E' da prima che ti guarda con gli occhi luminosi e tutta rossa! Ho imparato da sailor moon che questo significa che ti ama, ehi Rose allora?- Chiese Emily, con la faccia di una che stava già iniziando a shippare pesantemente.
Il futuro governatore mondiale ed una futura fangirl erano quei bambini.
-Eh?- La cilena si girò, beccando sul fatto la mia povera sorella, che non sapendo cosa fare si presentò.
-S-sono Gianroberta, chiamatemi pure Roby- Parlò con un filo di voce.
Marcò la scrutò per qualche secondo con sguardo inquisitore, mentre Emily probabilmente stava già pensando alla prima fanfiction sulla sua neonata ship. Rose continuava a mangiare, stando attenta a non farsi andare nulla di traverso, visto che stava quasi per scoppiare a ridere vedendo la reazione di mia sorella.
-In effetti stareste bene insieme!- Esclamò Marco, dando supporto alla sorella.
Vidi Roby abbassare lo sguardo imbarazzata, ma con un sorriso timido sulle labbra, si vedeva lontan tre miglia che le piaceva il commento del piccolo.
-Io e quella la? Marco non è che hai messo qualche sostanza strana nella colazione stamattina vero?- Domandò sarcasticamente Rose.
-Ho preso lo sciroppo per la tosse stamattina perchè?- Chiese innocentemente il bambino.
-Meglio che lasci stare, altrimenti ti prendo e ti assicuro che non passerai dei momenti tanto piacevoli peste- Minacciò sottilmente la cilena.
-Tanto non mi prendi! Le tue tette sono troppo pesanti per permetterti di raggiungermi!- Esclamò Marco, sicuro di se.
-E come fai a saperlo sentiamo?- Chiese sentendosi offesa Rose.
-Mia mamma ha le tette come le tue e si lamenta sempre del mal di schiena! Quindi non è possibile che tu corra veloce con quelle!- Affermò il bimbo.
-Che razza di mamma hai che t'insegna ste parole alla tua età?-
-In realtà è stato mio padre, dice che saranno una cosa molto importante nel mio futuro- Rispose innocentemente Marco.
Perfino Rose sentendo quella risposta fece una faccia sconvolta, non immaginava che il plagio eteronormativo iniziasse fin da quella giovane età, povero bambino.
-Rose cara, potresti badare a Marco ed Emily per qualche ora? Devo andare dall'arrotino ad affilare i coltelli per la macelleria- Domandò gentilmente la signora.
La cilena rivolse lo sguardo verso Clotilde, i suoi occhi si fecero subito seri.
-La paga?- Chiese Rose a bruciapelo.
-Ho casualmente fatto una crostata di pesche in più, la tua preferita, non dovresti dividerla con nessuno, come invece i tuoi coinquilini faranno con la torta alle carote, solo e soltanto tua sarebbe- Rispose la signora, ricambiando il contatto visivo della ragazza.
-Ottimo, torni pure quando ha finito- Sorrise la cilena, lasciandomi praticamente sconvolta alla visione di un sorriso sincero sul suo volto.
Le due si strinsero la mano, in seguito Clotilde tirò fuori un'altra torta da chissà dove, la famosa “paga”.
Ma la cosa che più mi lasciò allibita quel giorno fù che lasciò i bambini a Rose, proprio la ragazza che in quei giorni avevo imparato essere la più antipatica ed egoista che avessi incontrato nella mia breve esistenza.
Così come era venuta la padrona di casa se ne andò, lasciando i due bambini a girare per casa.
Poco dopo Clotilde anche Rolando uscì, dicendo di dover andare a fare un colloquio di lavoro. Ed io pensai che i suoi addominali erano sprecati sotto quella camicia che indossava, li faceva appena intravedere!
-Ragazzi, io ora mi vado a preparare, dove volete andare dopo?- Sbadigliò Rose, che probabilmente stava uscire dal suo letargo definitivamente solo in quel momento.
-Parco!- Risposero in coro i due bambini.
-D'accordo, non fate casino mentre sono di là- Sospirò la cilena.
I due bambini annuirono distrattamente mentre Rose si dirigeva in camera sua, appena uscì definitivamente dalla stanza vidi Emily correre verso Roby e Marco incominciare a saltare sul divano.
-Senti Roby, te sei innamorata di Rose vero? Tipo il principe azzurro e Biancaneve?- Domandò la piccola fangirl a mia sorella, assediandola con il suo sguardo pieno di aspettative.
Roby doveva proprio imparare ad essere meno palese, altrimenti pure Salvini sarebbe venuto a conoscenza della sua cotta adolescenziale, e questo avrebbe scatenato una guerra certa.
Trattori contro completi eleganti, chi avrebbe vinto quell'epica battaglia?
Scossi leggermente la testa per riuscire a tornare a pensieri più razionali, era meglio per la mia salute mentale a lungo termine, tutto quel disagio avrebbe potuto farmi male prima o poi.
-Si... credo- Rispose insicura Roby alla piccola.
Emily si destreggiò in un perfetto esempio di sorriso sclerotico da fangirl, prima di continuare il discorso.
-Devi conquistarla! Vi voglio canon entro la fine della stagione!- Esclamò la bambina, con un po' troppa enfasi.
-Ma, ma, io non so se...- Cercò di dire mia sorella, timidamente.
-Sssshhhh...- La zittì la piccola.
-Ma veramente... non so se potrei riuscirci, insomma io lo vorrei, ma non credo di essere il tipo di ragazza che piace a Rose, mi basta farla sorridere... Oddio ma che dico- Arrossì, fino a diventare bordeaux Roby.
-Se diventerai la sua fidanzata allora la farai sorridera tantissime volte! E' perfetto! Quindi io esigo che tu la conquisti!- Affermò con tono autoritario la bambina.
Fù una scena molto divertente vedere mia sorella, dal suo metro e ottanta d'altezza, venir schiacciata dall'autorità di una bambinetta che le arrivava alla pancia.
Decisi di distogliere la mia attenzione da quel divertente siparietto quando il piccolo genio del male mi rivolse la parola.
-Scommetto che una vecchietta come te non riesce a saltare più in alto di me- Mi sfidò con sorrisetto sbeffardo.
A quell'affermazione persi la mia lucidità di ventunenne, maturata in molti anni d'intense esperienze adolescenziali... in teoria.
-Scommetti male piccoletto! Ti mostrerò la mia sottile tecnica di salto affinata in anni ed anni d'esperienza!- Esclamai, iniziando anche io a saltare sopra il divano.
Sono sempre stata una persona molto matura e responsabile, lo so.
Mentre saltavamo ci guardavamo intensamente negli occhi, era chiaro che nessuno dei due voleva lasciarsi battere dall'altro. Era una battaglia silenziosa e serrata, ogni salto era calcolato al millimetro in modo da ottenere la maggior forza di spinta possibile.
-Non sei male piccoletto- Sorrisi, entusiasta per la sfida.
-Nemmeno tu vecchietta- Mi rispose, con lo stesso sorriso soddisfatto in volto.
Improvvisamente i miei sensi di romagnola si attivarono, avvertendomi di un pericolo emminente alle mie spalle.
-CHE DIAVOLO STATE FACENDO AL MIO DIVANO?!- Urlò una Rose imbestialita ed avvolta da aura omicida.
Ma non potevo lasciarla vinta al bambino, tutto il mio onore di saltatrice di divani molesta se ne sarebbe andato in un solo momento. Ero una leggenda, imbattuta in questa nobile arte da decenni, non mi sarei arresa solo perchè rischiavo qualche gamba rotta.
Così presi una scelta.
-Se non posso vincere io, allora nessuno dei due lo farà!- Urlai a pieni polmoni, prendendo in braccio Marco e buttandomi dal divano tenendolo stretto a me.
Caddi di schiena, non ricordo esattamente tutti i punti in cui mi feci male, ma furono abbastanza per impedirmi di muovermi per un paio di minuti, mentre agonizzavo dal dolore.
Ma almeno non avevo perso.
-Voi due luridi pezzi di... pancake ripieni di marmellata scaduta... non immaginate nemmeno cosa desidererei farvi in questo momento, ma visto che Marco non posso squartarlo... Giovanna... ora esco, penso alla peggiore cosa che mi potrebbe venire in mente e quando torno ti obbligherò a farla- Disse Rose, mentre il suo sopracciglio sembrava in preda alle convulsioni da quanto la ragazza tratteneva la rabbia.
Sentì un brivido gelido scendere per la mia dolorante schiena, era piuttosto convincente a minacciare le persone, fidatevi.
-Rose ora andiamo al parco?- Chiese Emily, ignorando totalmente il trambusto appena accaduto.
-Si, si, e tu Marco non pensare di scampare alla punizione, niente merenda per te oggi- Pronunciò autoritaria la ragazza più dotata della stanza.
-Ma, ma...- Cercò di lamentarsi il bambino.
-Niente ma, me la mangio io la tua fetta di torta- Sorrise malignamente Rose.
-Rose, Rose! Può venire anche Roby al parco con noi? E' davvero una ragazza simpatica- Chiese la bambina, facendo un molto poco sospettabile occhiolino.
La cilena sospirò, guardando alternativamente la bambina, che la guardava con occhi sbrilluccicosi e sguardo speranzoso. E la mia sorellina che, al contrario, distoglieva in continuazione gli occhi imbarazzata.
-Vuoi venire?- Domandò Rose rivolgendosi a Roby.
Vidi mia sorella fermare il proprio sguardo sulla ragazza che le aveva appena porso quella domando, senza però riuscire a desaturare la tonalità di rosso che aveva sulle guance.
-S-si, p-per favore- Rispose con un filo di voce.
-Va bene, cavolo dovrò badare a tre bambini oggi anziché due- Sbuffò Rose, voltandosi e dirigendosi verso la porta d'ingresso.
I quattro uscirono, lasciandomi per terra ed indolenzita, vidi Roby guardarmi con sguardo rammaricato, visto che la sua crush non le avrebbe di certo permesso di aiutare colei che aveva rischiato di sfondarle il divano.
Appena uscirono io mi rialzai, non le avrei certo lasciate andare con quei due bambini da sole, ero troppo curiosa di quello che sarebbe successo.
Insomma era già successo che accadessero cose interessanti in mia asssenza, non mi sarei persa altre mirabolandi avventure per nulla al mondo.
Così mi rialzai, anche se sentivo ancora male a molti dei miei poveri muscoli, ero sicura che sarei stata piena di lividi l'indomani. Preparai il mio cellulare, in caso ci fossero state delle situazioni “particolari”, da dover assolutamente tener segno nella storia.
Desclaimer: Il tenere il proprio cellulare pronto a fare foto, video o registrazioni, mentre stai seguendo due persone che hanno anche una minima tensione sessuale fra di loro e non, viene comunemente considerato stalking. Cosa per cui si può essere denunciati, avvisiamo quindi tutti i gentili lettori di non provare a commettere gesti simili, a meno che non vi piacciano le meravigliose carceri tetris italiane.
Grazie per l'attenzione.
Uscii quindi di casa ed iniziai a seguire l'allegra combricola.
Mi tenni constantemente a una distanza abbastanza considerevole per potermi nascondere facilmente, ma abbastanza breve per poter sentire i loro discorsi.
-B-badi spesso i-i nipoti della signora?- Chiese Roby per rompere il ghiaccio.
-Ogni volta che lei o suo marito ne hanno bisogno, le sue torte sono un buon pretesto- Rispose fin troppo calma l'altra.
-C-capisco-
Potete facilmente immaginare che razza di faccia feci quando vidi il loro discorso arenarsi in così poco tempo.
-T-ti piacciono i-i b-bambini?- Incominciò ancora una volta mia sorella.
-Vuoi per caso mettermi in cinta biondina?- Ribattè con voce sbeffarda Rose, causando inevitabilmente la vergogna più totale di Roby.
Non mi fù difficile capire a cosa stesse pensando la mia adorata sorellina con le parole “vuoi mettermi incinta”, insomma stava addirittura sudando freddo.
Anche se era biologicamente impossibile per due ragazze avere un figlio, Roby aveva sempre avuto un'immaginazione troppo fervida per tenerne conto, ache se solo nei suoi sogni.
-Oddio ci stai pensando davvero, siamo con due bambini trattieni i tuoi ormoni- Ridacchiò colei che l'aveva provocata.
-S-scusa...- Pronunciò, abbassando la testa mia sorella.
-Sei proprio una piccola grande palla d'imbarazzo eh tu?-
-S-sono solo molto i-insicura ecco-
Vidi Rose quello che poteva assomigliare, molto vagamente, ad un piccolo sorriso sincero, ma probabilmente era solo uno scherzo della luce. Per poi vederla aprire la bocca come per dire qualcosa, ma richiuderla subito dopo, certo che era proprio strana come ragazza.
Quelle due non si dissero più nulla lungo il tragitto, arrivando al parco con solo il rumore delle voci strepitanti dei bambini.
Marco ed Emily andarono a giocare su i giocattoli per bambini in mezzo al verde, mentre le due ragazze si sedettero su una panchina per tenerli sott'occhio.
-Sai, certe volte mi chiedo come tu abbia fatto ad innamorarmi di me, in fondo sono solo una stronza che parla in modo volgare e che lavora in un night club, non sono proprio lo stereotipo di ragazza perfetta di cui chiunque potrebbe innamorarsi- Disse Rose, sembrando quasi sovrappensiero.
Roby rimase sorpresa da questa sua affermazione, ed anche io ebbi la stessa reazione.
Insomma quella sembrava tanto la classica frase con cui un momento iper romanticoso iniziava, con tutti i suoi clichè.
-I-io...- Cercò di spiegarsi mia sorella, ma rimanendo in silenzio.
-Cosa? Vuoi dirmi che non lo sai e che questo è tutto frutto del potere dell'amore o di un qualsivoglia destino del cazzo che ci vedrebbe romanticamente insieme finchè morte non ci separi? Non spariamo minchiate da sobrie ti prego- Pronunciò particolarmente irritata Rose.
-N-no, io non... v-volevo insinuare n-nulla di simile-
-Ed allora rispondimi-
Roby deglutì, per poi prendere un respiro profondo, vidi nel suo sguardo determinazione, ma anche tanta insicurezza, ed io potevo solamente sostenerla da dietro un cespuglio.
-I-io... Io, quando ti ho vista la prima cosa che ho pensato è stata che tu fossi bellissima, poi ti ho guardata meglio e ho visto la tristezza nei tuoi occhi, in quel momento però, ho anche avuto la forte sensazione che ci fosse qualcosa di meraviglioso in te che fosse oscurato da tutta quella melanconia, tu stai nascondendo volontariamente la parte migliore di te non è vero?- Domandò Roby, con la voce che le tremava.
Rimasi sconvolta, lei non era mai stata il tipo da fare domande tanto dirette, non ne aveva mai avuto il coraggio, sempre bloccata dalla sua eccessiva timidezza e dalla paura di ferire gli altri con le sue parole.
Glielo avevo sempre detto, prima o poi avrebbe dovuto tirare fuori il suo egoismo per non rimanere completamente schiacciata da questo mondo.
Per la prima volta nella mia vita vidi mia sorella esigere una risposta ad una domanda, era chiaro questo intento nel suo sguardo.
Credo che in quel momento mi cadde una piccola lacrima di orgoglio.
-E' meglio se ti dimentichi in fretta di me- Fù la risposta che diede Rose.
-Ecco che lo fai un'altra volta- Non avevo mai visto mia sorella così amareggiara, era come se tutto il suo imbarazzo di essere insieme all'altra ragazza fosse scomparso, sostituito da angoscia.
-Cosa farei un'altra volta?-
Roby si alzò, per poi voltarsi in silenzio ed iniziare a camminare nella direzione da cui erano venute.
-Cazzo, come faccio a capire che c'è che non capisco se non me lo dici? Aspetta diamine! Roby!- Esclamò Rose, tentando di fermarla.
Ci riuscì, udendo il proprio nome Roby si fermò.
-Ti sto dando la mia attenzione, spiegami- Pronunciò Rose, con un tono che sembrava tra l'irritato ed il preoccupato.
Quella situazione stava sempre di più sfociando in una puntata di beautifull, lo adoravo.
Roby si girò verso Rose, mostrandole le lacrime che avevano iniziato a solcarle il viso.
-Prova a r-ripensare a tutte le volte che ci s-siamo parlate, m'insultavi per poi dirmi di dimenticarmi di t-te, sei una cazzo di deficente Rose!- Esclamò tra i singhiozzi.
Sia io che Rose rimanemmo attonite, Roby doveva essere proprio sentimentalmente instabile per riuscire a dire tutte quelle cose.
-Ho ventitrè anni eppure mi faccio dare della deficente da una che è appena maggiorenne, il problema è che ha ragione- Sospirò la ragazza con rassegnazione.
-Aspetta, ventitrè anni?!- Domandò sconvolta mia sorella.
-Si- Distolse lo sguardo colpevole Rose.
-Ma al night m-mi avevi detto che ne avevi diciannove!- Continuò sempre più sconvolta Roby.
Aspetta... al night?
Non ci misi molto a fare due più due e capire che la spogliarellista che mia sorella aveva incontrato era proprio Rose.
“Ma in che diamine di commedia da due soldi siamo finiti?” Domandai mentalmente alla grande volontà del grande universo.
-Dico sempre che ho diciannove anni al night, è l'età perfetta, tutti i vecchiacci hanno la fantasia di vedere un'adolescente spogliarsi per loro, e facendo finta di avere diciannove anni accontento quei pervertiti rimbambiti che hanno l'erezione facile, ma senza farli sentire i pedofili che sono. Se dovessi perdere dei clienti sarebbe terribile- Spiegò la spogliarellista.
-Ok, ok, ma non è questo il punto, hai appena a-ammesso di essere una deficente. Io non ho mai preteso che tu mi r-ricambiassi, vorrei soltanto che tu accettassi i miei sentimenti, più mi d-dici di dimenticarmi di te, più io soffro, allora se proprio non vuoi accettarli, spezzami il c-cuore! Dimmi che non saremo mai niente, che per te sono troppo infantile, che non ti piacciono le ragazze come me, qualsiasi c-cosa, ma almeno questa cosa avrebbe una fine. Invece con i tuoi “dimenticati di me”, mi viene s-solo una speranza in più che forse a te qualcosa importa di m-me.- Roby era disperata, la stava letteralmente implorando di dare un taglio a quella storia.
-Ti vuoi arrendere così? Allora sei davvero la codarda che mi aveva fatto ridere all'inizio... Ed io che quasi stavo iniziando a sperare che tu riuscissi nel tuo intento, come al solito tutte le mie cazzo di speranze sono vane...- Rose era...triste?
-Se vuoi dare un taglio a sta storia devi essere tu a volerlo, io posso... , riesco a dirti solamente di dimenticarti di me. In fondo dev'essere facile, l'hanno già fatto molte persone, compresi i miei genitori. Se vuoi non avere nulla più a che fare con me ti basta andartene, tanto non ti rincorrerei, ho smesso di farlo dopo che nessuno è tornato indietro- Sia io che Roby ci sorprendemmo a vedere che ora era Rose sull'orlo della rottura.
-Rose...-
-Cosa? Vuoi dire una di quelle frasi da circostanza come mi dispiace o non lo sapevo? Certe cazzate mi fanno sanguinare le orecchie davvero, sei solo una stupida ragazzina, che non è nemmeno ancora riuscita a capire che devi essere tu la prima ad abbandonare qualcuno se non vuoi soffrire. Sei così immatura da non capire una cosa così sempl-
Roby interruppe il suo discorso tirandole un forte pugno dritto in faccia, confesso che feci una piccola smorfia di dolore vedendo come Rose cadde malamente a terra.
Per poi fare un sorrisetto compiaciuto vedendo un rivolo di sangue iniziare a scendere dal naso di quella cilena maledetta, ok ammetto che potrebbe sembrare razzista come affermazione, ma non posso chiamare Rose sempre Rose, troppe ripetizioni!
Comunque ero ancore sbalordita per via del coraggio che mia sorella stava dimostrando, anche se in quel momento aveva iniziato a piangere e tremare come un bambino.
-I-io... snif... s-sarò una c-codarda, m-ma la s-stupida qui s-sei t-tu! S-se n-non r-riesci a-a capire c-che snif, per q-quanto io lo d-desideri, n-non r-riuscirò a d-dimenticarmi di t-te, per q-questo ho b-bisogno snif... che t-tu mi s-spezzi i-il cuore!- Esclamò, singhiozzando sonoramente Roby.
Mi si spezzava il cuore a vederla così, ma non potevo uscire dal mio nascondiglio per proteggerla come al solito, era riuscita a trovare il coraggio perchè sapeva che se non avesse fatto qualcosa da sola, quella volta non ci sarei stata io ad aiutarla.
Rose si alzò, senza guardare mia sorella e continuando a tenere distolto lo sguardo tornò a parlare.
-Vattene- Pronunciò freddamente, mentre si dirigeva verso i bambini.
Roby non la seguì, probabilmente per via del petto ancora troppo irregolabilmente tremante per via del pianto, forse perchè le si bloccarono le gambe sul posto, ma più probabilmente fù per entrambe.
-Aspetta... volevo dirti che mi dispiace...- Disse con un filo di voce, ma ormai Rose era troppo lontana per sentirla, quella frase la udimmo solo Roby ed io.
Rimase qualche minuto immobile, con lo sguardo rivolto verso la ragazza a cui aveva appena tirato un pugno, ma essa non ricambiò nemmeno per un istante quel gesto.
Così alla fine mia sorella se ne andò, tornando verso casa, io feci una piccola corsa e la precedetti, per farle trovare thè e bisbotti pronti quando sarebbe tornata.




 
   
 
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