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Autore: MonAnge    10/08/2017    3 recensioni
Kristine Adams era una ragazza diciassettenne come tutte le altre. Viveva in una famiglia ricca a Los Angeles. Ma non aveva idea che stava per avvenire un fatto che le avrebbe completamente sconvolto la vita.
I suoi genitori - Marie e Albert- erano sul punto di perdere tutti i soldi investiti. Per questo motivo Kristine accetta di sposarsi con un milionario che neanche conosceva.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sposata con un diavolo

Capitolo 18 - Verità.

 

~~<>~~

 

Il bussare continuava e mi fece diventare sobria. Capii finalmente cosa stessi facendo e con orrore e paura mi allontanai dalle labbra di Jace.

Entrambi respiravamo difficilmente, tanto che mi sembrava che avessimo corso per tutto il giorno. Il biondo continuò a tenermi stretta a lui. Poi attaccò la sua fronte alla mia e mi guardò negli occhi.

Che cosa ho combinato? - chiusi gli occhi maledicendomi per la follia che feci.

Mi aveva baciato...e io avevo fatto lo stesso. Lui mi aveva stregata.. o ipnotizzata! Si, ne ero sicura. Altrimenti non sarei riuscita a capire il mio comportamento irragionevole. Non potevo non ammettere, però, che mi era piaciuto. Molto. Ancora adesso avevo la pelle d’oca. Ma...Dio… lo conoscevo da massimo una settimana!

Avevo appena chiuso con il ragazzo che amavo e subito dopo ero in bagno ad impazzire per i baci di un altro?!

Mi accorsi che mi stava ancora tenendo così fortemente che sentivo i suoi addominali scolpiti attraverso la mia pancia. Avevo bisogno di aria. Sentivo il suo desiderio e notavo i suoi sguardi.

Tolsi la mia mano dal suo collo. La misi tra di noi, sul suo petto. Cercai di allontanarlo, come sempre senza successo. Respirai profondamente.

-Hai intenzione di lasciarmi?- chiesi continuando a tenere la mia mano contro di lui.

-No.- rispose e sulla sua faccia nacque un malizioso sorriso.

Sospirai percependo ancora il suo desiderio e il rigonfiamento nei pantaloni.

-Kristine?- sentii una voce preoccupante di mia madre fuori dalla porta.

Cavolo...mia madre. Eravamo fritti. Anzi, ero fritta.

Lanciai uno sguardo alla porta, poi di nuovo a Jace. Ero sicura che i miei occhi dicevano solo una cosa: CHE FACCIAMO? PERCHÉ È ARRIVATA PROPRIO ADESSO? SIAMO MORTI!

Jace mi guardò severamente e scosse la testa. Che significava? Non ero una veggente, non potevo capirlo così!

Aprii la bocca per urlare a mia madre che sarei arrivata subito ma Jace mise la sua mano su di essa, chiudendola in questo modo.

Ma che?

Alzai le sopracciglia e guardai il biondo.

-Shhh- mi fece tenendo ancora la mano.

-Mm-mm-m- cercai di liberarmi ma lui non me lo lasciò fare.

Presa della rabbia, gli morsi la mano. Lui gemette ma sicuramente più perché non se l’aspettava che dal dolore.

Io sorrisi - Mamma, vengo subito! - urlai con un una voce ancora piena di passione.

-Ehm..si si okay. State tranquilli. - disse sospettosamente e si sentirono dei passi allontanarsi.

Jace si staccò da me facendomi sedere sul bordo del lavandino.

-Ti fa male? - sorrisi guardando la mano da me morsa. Lui mi guardò senza rispondere. - Così impari!

-Ora mi hai trasmesso la tua pazzia?

Wow questo tipo sapeva anche scherzare.

-Hahaha…- feci finta di ridere.

Alzai lo sguardo. Vidi davanti a me un bel ragazzo che sorrideva osservandomi.

Si avvicinò al mio viso. - Sei così bella quando ti arrabbi. Sembri un gattino al quale hanno rubato cibo.

Gli diedi un colpo sulla spalla e lui fece una smorfia.

-Cavolo..- esclamai - non abbiamo fatto quello per cui siamo venuti qui.-

-Fa’ nulla...ci siamo divertiti lo stesso.- disse malizioso.

-Sì che fa’ cosa. Mamma ti vedrà e chiederà cosa stavamo facendo tutto questo tempo.

-Le dirai la verità...se non l’aveva ancora capita prima. - disse continuando con quel sorriso.

-Sei scemo?

-Forse. - mi rispose. - tanto sarai mia moglie tra 3 giorni e ti avrò a disposizione come e quando voglio.

-Tra 3 giorni? - chiesi meravigliata lasciando perdere l’ultima parte della frase.

Jace di nuovo mi bloccò tra il lavandino e il suo corpo. Nel frattempo cominciai a togliergli il sangue dalla faccia.

-Ahi.- esclamò lui quando gli toccai la ferita sul sopracciglio.

-Un po’ di pazienza. - sussurrai - Allora?

-Ah si.. ho spostato il matrimonio dopo che quel tipo stava per…- cominciò a spiegarmi senza riuscire a completare la frase.

-Per violentarmi? - aggiunsi io.

-Si.. sto pensando di denunciarlo. - mormorò.

-Non serve.

-Perché lo stai proteggendo? Ti ha picchiata! Per te lo ammazzerei..

-Io lo amavo… e non voglio che distruggi la sua vita per un suo errore. Certo, io non riuscirò mai a perdonarlo ma ti prego, dagli una possibilità.

Passai alla mano continuando a togliere sangue anche da lì.

-Tutto bene, sta’ tranquillo. - dissi dopo che vidi un’altra smorfia.

Dopo una decina di minuti finii.

-Ora tocca a te. - sussurrò Jace guardandomi le labbra ferite.

Quando appoggiò un po’ di cotone umido su di esse, la mia pelle divenne di nuovo d’oca.

Gemetti dal dolore che mi provocava. Mi bruciava.

Jace notò l’espressione del mio viso e cominciò a soffiare avvicinando le sue labbra alle mie. Mi faceva impazzire e, per non perdere il controllo un’altra volta, chiusi gli occhi. Dopo dieci secondi li aprii vedendo delle dita messe sul mio mento e lui che mi osservava attentamente.

-Che c'è? - gli chiesi.

-Hai paura di me?

-No. Perché? -

-Sicura?- si accertò lui e improvvisamente avvicinò il suo viso al mio e mi guardò negli occhi. - Anche se faccio così?

Inchinò la sua testa sul mio collo e ci passò con la bocca. Io gemetti e un’altra scossa elettrica mi ricoprì il corpo facendomi sobbalzare e allontanarlo.

-Pensi che sia un idiota? Pensi che non sento come batte il tuo cuore quando mi avvicino? Pensi che non ci ho fatto caso alle tue mani che mi stringevano il collo quando ti baciavo? Oppure come mi rispondevi ai baci? So cosa provi quando ti tocco. Non mentire a te stessa Kristine. Se lo amassi veramente, adesso non ti comporteresti in questo modo. Hai paura di ammetterlo. Ma mancano 3 giorni e diventerai mia. E in quel momento ti costringerò a capire cosa vuoi veramente.

Lui mi lasciò, si girò e uscì dal bagno chiudendo la porta.
   
 
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