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Autore: Mei91    10/08/2017    7 recensioni
per la casata reale demoniaca è un giorno di festa. il principe dei demoni Sesshomaru è tornato a casa per succedere al trono al posto del padre concedendo, così, al genitore e alla sua neo consorte Izayoi e il figlio Inuyasha, un pò di meritato riposo, ma per far ciò le leggi obbligano Sesshomaru a prendere moglie demone per poter diventare Re.
La principessa degli umani Rin Setsuna è la figlia del re degli umani Takemaru Setsuna fratello della principessa Izayoi. Rin odia i demoni, ma per liberare l'amata zia è disposta a sacrificare se stessa per recarsi al castello demoniaco e vendicarsi di Inu No Taisho, Sesshomaru e i loro demoni seguaci così da trarre in salvo la propria zia e riportarla a casa.
Riuscirà Rin a sedurre Sesshomaru senza innamorarsi del glaciale principe demoniaco.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Giunto al castello e ricevuto l’inchino da parte delle guardie reali, Jinenji fece scendere dalla propria schiena una Rin sconvolta e in lacrime. La ragazza teneva le mani strette al petto e aveva come la sensazione che la testa, ma soprattutto il cuore, le stessero per scoppiare. Aveva un disperato bisogno di vedere suo marito, di assicurarsi che stesse bene.

Lentamente scese dalla schiena di Jinenji e non appena le due guardie davanti l’ ingresso la videro le corsero incontro.

“Maestà, che è successo?” Chiese il primo demone bloccandole il passo

“Qualcuno l’ha attaccata, maestà?” Chiese l'altro.
“Sembrate sofferente mia regina!” 

Rin socchiuse gli occhi, si portò una mano al petto e strinse le proprie vesti convulsamente, mentre cercando di non crollare a terra si poggiò alla spalla di Jinenji.

“Maestà!”

“Cedete il passo! Non lo vedete che la vostra regina ha bisogno di tornare nelle sue stanze a riporsi? La state rallentando!” Fece Jinenji alterandosi non poco: oltre ad essere preoccupato per Rin, temeva anche per se stesso, considerato come, a causa del suo incantesimo, fosse ridotto la regina.

Le due guardie s’irrigidirono quando Jinenji sospinse Rin su per le scale d’ingresso del palazzo. La ragazza si voltò verso di loro e con voce dolce sussurrò: “Vogliate perdonarmi, non volevo farvi preoccupare. Sto bene, un po’ di riposo e sarò come nuova. Perdonate l’irruenza di Jinenji!”

Le due guardie si guardarono sorprese, come a chiedersi chi era quella donna che si era rivolta a loro così cordialmente, dato che la regina non aveva mai dimostrato tanta comprensione per la razza demoniaca.

Jinenji sorrise.

“Che c’è?” Chiese Rin titubante mentre le grandi porte del castello venivano richiuse.

“State tornando: la vecchia voi, il vostro vero carattere, quello non plagiato da vostro padre, sta tornando a galla. Ne sono lieto.”

Lei gli sorrise.

“Rin!” Esclamò una voce profonda, e lentamente Rin si voltò verso il suo nuovo interlocutore, con la mano sempre stretta al petto e non appena lo vide sorrise e si prodigò in un inchino.

“Maestà, vogliate perdonare il comportamento che ho avuto in questi giorni. Sono stata davvero scortese con voi, me ne dispiaccio!” Sussurrò la giovane tenendo china la testa.

Inu No Taisho sgranò gli occhi e poi li puntò su Jinenji, ma non fece in tempo a chiedere spiegazioni che Rin riprese parola.

“Vorrei… sarei lieta a tempo debito di scambiare due chiacchiere con voi, magari mi racconterete, la vostra storia con mia zia nei particolari, ora se permettete mi congedo. Vorrei raggiungere il mio sposo!” Esclamò chinandosi nuovamente davanti al precedente Re, che la guardava allibito. Un dolore al petto la fece gemere e si affrettò a raggiungere le stanze di suo marito, ma prima si voltò verso Jinenji.

“Ciao amico mio, grazie davvero di tutto. Vi devo la vita!”

“Mio signore…” Salutò poi Inu No Taisho.

Ma prima che potesse allontanarsi vide Izayoi affiancare il suo compagno.

“Cara zia…” Disse avvicinandosi a lei e abbracciandola “Quanto ti voglio bene! Grazie di tutto!” 
“Che intendi?” Chiese la donna allibita.

“Ricordo tutto! Zia, hai protetto mio marito, vero?”

Izayoi arrossì e abbassò il viso in imbarazzo. Rin ridacchiò.

“Grazie zia." Esclamò prima di stamparle un bacio sulla guancia, per poi fuggire via.

“Che diavolo è successo?” Chiese incredulo Inu No Taisho.

“Ricorda tutto.” Sussurrò Izayoi, poi gridò di gioia: "Ricorda tutto! Oh Kami! La mia Rin! La mia piccola Ruby Red! È tornata! La mia nipotina non è plagiata più da Takemaru! Non ci credo!” Era euforica e con le lacrime agli occhi per l'emozione.

“Izayoi…” La chiamò il marito.

“E’ Tornata Inu No Taisho! Da oggi potrai conoscere la vera Rin. Oddio… è tornata!”

“Non so che significhi, ma sono contento!”

“Lo scoprirai amore mio. Scoprirai perché tuo figlio si è perdutamente innamorato della mia bambina!” Sussurrò dolcemente Izayoi.

Mentre camminava lungo i corridoi del castello, Rin fu costretta più volte a fermarsi per poggiarsi al muro e respirare profondamente per placare il dolore al petto che sentiva. Il bisogno di vedere Sesshomaru aumentava ogni secondo di più, ma non poteva correre da lui ignorando i sovrani del castello, era suo preciso dovere porgere i propri saluti e congedarsi come il galateo di una regina esigeva, ma adesso aveva la fronte imperlata di sudore, il respiro ansante, difficoltà motorie, la sola cosa che desiderava in quel momento era raggiungere le stanze di Sesshomaru.

“Rin!” Esclamò una voce fredda ma in qualche modo anche sollevata.
La ragazza restò interdetta nel vedere Sesshomaru davanti a lei, vestito con la sua armatura da guerra. Era bello come il sole.

“Amore mio…” Ansimò Rin cadendo in ginocchio. Le forze l’avevano abbandonata ora che si trovava davanti il suo sposo, infatti un mancamento la fece oscillare in avanti.

Sesshomaru agì d’istinto e prima che Rin sbattesse la faccia per terra, il suo braccio frenò la caduta.

“Rin? Ricordi?” Esclamò quasi allarmato Sesshomaru stringendo la moglie tra le sue braccia, ma Rin era svenuta.

Lentamente se la caricò in braccio, tranquillizzato dal fatto di riaverla di nuovo a casa. Si diresse nuovamente nelle sue stanze e non appena fu dentro, depositò la giovane sull’enorme letto, poi si avvicinò alla finestra osservando la luna. Quella notte era luna piena. Rin amava la luna. Si girò verso il proprio letto notando che lei aveva un sonno terribilmente agitato. Con passo lento e controllato si avvicinò al letto e le mise una mano sulla fronte sudata, tanto che parve placarsi all’istante.

Poi si alzò dal letto e le dette le spalle cominciando a sganciarsi la pesante armatura e poggiarla a lato della stanza. Tolse prima le spade, poi gli stivaletti, infine sciolse il nodo della parte superiore del suo Kimono fatto con il pelo dell’Inezumi, rimanendo così a petto nudo. Il demone fece per sciogliere anche la cintura dei pantaloni, ma il grido di sua moglie lo costrinse a girarsi di scatto.

“Sesshomaru!” Urlò la ragazza con le lacrime agli occhi.

“Rin!” Il demone corse da lei, si sedette sul letto e le mise una mano sulla spalla. Lei si voltò a guardarlo intensamente.

“Oh mie Kami. Sei qui!” Esclamò tuffandosi su di lui e stringerlo in un abbraccio, seppellendo il viso nel suo petto nudo, singhiozzando.

Sesshomaru rimase fermo, con gli occhi leggermente sgranati, poi chinò il viso osservando le spalle della moglie che si muovevano spasmodicamente. Sollevò una mano e la poggiò sulla testa di lei, prendendo ad accarezzarla come fosse un cucciolo, per cercare di calmare il suo pianto disperato.

Il battito del cuore di Rin gli perforava i timpani. Era terrorizzata e al contempo incredula e felice di poterlo stringere a sé.

“Donna, staccati un momento. Spiegami che diavolo è questo pianto disperato?” Chiese Sesshomaru.

La ragazza allontanò leggermente il viso dal petto di lui per poterlo così guardare negli occhi.

Lo guardò a lungo, come a imprimersi il suo viso nella mente, vogliosa di non dimenticarlo mai più, poi con un filo di voce timido, sussurrò.

“Ricordo tutto”

Sesshomaru sgranò gli occhi, poi li richiuse lasciando che quelle parole gli riempissero l’anima.

“Ricordi tutto” Ripeté guardandola di nuovo in viso, e quando la vide annuire per poi tirare su col naso, provò una specie di moto di tenerezza. Sorrise grato ai Kami, poi sussurrò di nuovo.

“Ricordi tutto. Anche il nostro passato?” Chiese quasi timoroso. Rin accennò un sorriso.

“Soprattutto quello!" Disse. Poi divenne seria "Come ricordo anche il fatto di averti ucciso” fece mentre un'altra lacrime le uscì dagli occhi. Sesshomaru sospirò.

“Sono qui Rin, vivo e vegeto, quindi non mi hai ucciso.”

“Ma il fuoco…”

“Mi ha salvato la vita. Se ricordi, allora sai che prima mi hai avvolto con il ghiaccio e poi con il fuoco, la fusione di questi due elementi…”

“Ha fatto evaporare il veleno delle frecce. Jinenji me lo aveva detto, ma non sapevo se crederci e…”

“Sei stata da Jinenji? Perciò non hai ricordato da sola...”

“Oh sì che l’ho fatto! Jinenji mi ha detto che le sue erbe mi avrebbero aiutato solo se la mia mente era pronta a ricordare, e come vedi la mia mente era pronta anche se…”

“Ti ha fatto male?”

“Non l’infuso, non i ricordi, ma scoprire chi è stato il colpevole della mia infelicità, quello sì. Ha fatto male!”

Sesshomaru sospirò sollevando una mano per poggiarla sulla guancia di lei e con il pollice sfiorarle le labbra.

“Tuo padre”

“Già. Non capisco perché odi così tanto noi elementari e i demoni. Il nonno era amico di tuo padre…”

Sesshomaru sgranò gli occhi.

“Com’è che sai questa cosa? Io non l’ho mai detta a nessuno, nemmeno a te in passato!”

“Jinenji!”

“Quel demone parla troppo!” Esclamò gelido

“Sesshomaru!"

Il demone cane la guardò.

“Ho un favore da chiederti!”

“Dimmi!”

“Baciami, ti prego!”

Sesshomaru la guardò a lungo come a cercare una sorta di dubbio nei suoi occhi, e quando non trovò nulla, accennò un sorriso mite, per poi chinarsi piano su di lei. Rin abbassò un attimo gli occhi sulle proprie mani e quando si accorse di averle poggiate sul petto nudo di lui arrossì e le staccò di scatto. Il demone si frenò e osservò dubbioso l’atteggiamento della ragazza.

“Che hai?”

“Ehm… ecco… io… Ti stavo toccando!” Sussurrò in imbarazzo Rin.

“E allora?”

“E' indecente per una donna toccare un uomo!”

“Rin, guardami!” Esclamò Sesshomaru prendendole un polso. Quando Rin alzò gli occhi, l’espressione del suo sposo era quasi un ghigno soddisfatto.

“Io però sono un demone!” Le disse portando la sua mano di nuovo sul petto “E tu sei mia moglie!”

Rin batté più volte le palpebre, poi sorrise annuendo e Sesshomaru unì le sue labbra a quelle di lei. 
La giovane gemette euforica e sollevò l’altra mano che era rimasta sulla sua gamba per poi poggiarla sulla guancia del marito e successivamente infilarla tra i suoi lunghi e lisci capelli argentati.

La ragazza si divincolò dalla presa di Sesshomaru, poggiando il palmo sulla spalla di lui. Fece un po’ di pressione, dopodiché lo tirò sul letto costringendolo a stendersi su di lei.

Sesshomaru staccò le labbra dalle sue.

“Rin…”

“Shh”

La ragazza gli poggiò delicatamente la bocca sul collo, inspirò il suo odore poi prese piano a slacciargli i pantaloni.

“Rin!” La frenò Sesshomaru.

Ma lei scosse la testa in segno di negazione, poi lo guardò con occhi lucidi.

“Non privarmi di te Sesshomaru. Non so bene che cosa mi è successo, perché ti ho dimenticato, ma da ciò che ricordo, io e te avremmo dovuto essere sposati ormai da anni. Ti amo e non ho paura di dirlo. Sapendo che ti ho al mio fianco, niente può farmi paura, né i miei poteri nascosti, né mio padre, né il regno umano. Tu sei la mia forza e in qualche modo io voglio essere la tua. Voglio donarti tutto di me e vorrei che tu facessi lo stesso con me. Sento una fiducia incondizionata nei tuoi confronti, sono sicura che mi aiuterai ad essere la vera me, a non avere paura dei miei poteri, come in passato mi avevi promesso. Ricordi?”

Sesshomaru annuì e la giovane gli sorrise grata.

“ Per favore Sesshomaru, non allontanarti da me, amami!” Disse con impeto Rin, sicura di sé, e quando lui s’impadronì all’istante delle sue labbra, lei non poté far altro che gemere estasiata per poi riportare le mani all'altezza della cintura e slacciargli i pantaloni. Lei annaspò, sgranando gli occhi per la sorpresa.

Sesshomaru sorrise beffardo.

“Avevo cercato di avvertiti mia regina!”

“Oh…Kami” Balbettò Rin staccando gli occhi dal membro del marito e guardandolo di nuovo in viso.

“Che devo fare?” Chiese totalmente in imbarazzo.

“Lasciare fare a tuo marito!” Le rispose Sesshomaru prima di circondarle la vita con un braccio e sollevarla per poi farla sedere a cavalcioni sulle sue cosce e iniziare lentamente a toglierle le vesti.

Non appena l’intimità di Rin entrò in contatto con quella del marito, istintivamente circondò le sue spalle con le braccia e seppellì il viso nell’incavo del collo di lui ansimando violentemente.

“Calma…” sussurrò Sesshomaru portando la mano libera dietro la schiena di lei e cominciando a carezzarla.

Rin era stretta al corpo scolpito del marito e con una mano gli scompigliava i lunghi capelli. Non sapeva decifrare la sensazione che provava al basso ventre, ma si sentiva terribilmente bagnata e con il respiro ansante. Quando le dita di lui corsero a sfiorarle l’intimità, il gemito di Rin lo fece sorridere. L’aveva appena sfiorata e lei era già pronta per lui.

Dopo diversi minuti di preliminari la fece venire già due volte, Sesshomaru staccò le mani dalla sua femminilità per metterle dietro la sua schiena e costringere Rin a stendersi su di esse, poi spinse il bacino verso di lei e la giovane gemette ancora.

“Sei pronta?”

“Penso di si!” Sussurrò docilmente la ragazza tenendosi stretta a lui e quando Sesshomaru sorrise, Rin si sentì sull’ orlo di un altro orgasmo.

Il Re Dei Demoni strinse i denti, sapeva che avrebbe dovuto farle male e sperava solo che per Rin quello fosse un dolore sopportabile. Si staccò leggermente da lei e si sedette nuovamente sul letto, poi prese di nuovo tra le braccia una Rin che pareva non avere più forze, e le aprì le gambe, chinandola piano e dolcemente sulla sua asta.

Al contatto con il membro di Sesshomaru, Rin sussultò e s’irrigidì

“No, no, Rin, rilassata!” Disse con tono serio. 

La vide ansimare forte e stringere nel pugno una ciocca dei suoi capelli argentei, mentre nascondeva il viso nel suo collo.

Sentendola leggermente più distesa, cominciò a entrarle dentro. La ragazza urlò per il dolore, e questo gli lacerò l’anima. Si fermò per darle il tempo di abituarsi e non appena la sentì pronta, ricominciò a farsi strada in lei. Fu un susseguirsi di emozioni e sensazioni potenti, oltre che di un grande piacere crescente, e quando le venne dentro, Rin gemette di piacere, esausta ma felice.

Quella notte, per la prima volta in vita sua, Rin divenne completamente di Sesshomaru. Mentalmente, emotivamente e fisicamente adesso era sua, come Sesshomaru era suo.

 

 

to be continued

eccoci qua gente, ci avviciniamo inesorabilmente alla fine della storia, mancano su per giù due o tre capitoletti. Ringrazio chiunque abbia messo questa storia nelle preferite, nelle ricordate e nelle seguite, e ringrazio di vero cuore chi spende un minutino di tempo per lasciarmi una recenzione

per ultimo ma non per questo meno importante ringrazio infinitamente SuperSara con la collaborazione di  Ameliasvk (alias bob) per il grandissimo aiuto che mi date. Grazie ancora di cuore.

alla prossima Mei

   
 
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