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Autore: Kuro_chan_neko    10/08/2017    0 recensioni
[Anita Blake ]
[Anita Blake ]Samantha Jackson è una ragazza di 25 anni che si è trasferita a Saint Louis dalla cugina.
lavora in una testata giornalistica e nello stesso momento in una casa editrice come autrice.
nel mentre lavora in un pub della città "Blue Moon".
Ma lei nasconde un segreto, è un licantropo, una lupa.
La sua "bestia" è una lupa bianca dagli occhi color ciano.
invece nella sua forma umana ha lunghi capelli rossi e occhi azzurri.
Ma cosa succede quando la cugina le presenta una persona? un ragazzo che sembra capire cose lei si tiene dentro? nascerà qualcosa? e come fare per evitare che la polizia scopra il suo segreto?
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Nonostante tutte le mie richieste, Richard non mi volle dire dove stavamo andando, e quindi mi godetti il viaggio, passandolo tutto a guardare il ragazzo accanto a me concentrato sulla strada.
Dopo mezz'ora arrivammo davanti ad un ristorante con un grande parco dietro.
Stavo per uscire quando Richard apparve al mio fianco aiutandomi a scendere.
< Spero che il posto sia di tuo gradimento > io sorrisi e gli risposi mi guardò con profondo affetto e mi guidò all'interno del ristorante.
La serata passò veloce tra le diverse chiacchiere e le portate che avevamo ordinato, era giunto il momento di pagare quando qualcuno entrò nell'edificio, solamente sentire il suo odore mi fece bloccare sul posto è sgranare gli occhi.
Richard mi guardava in modo preoccupato, io ero così tesa che gli dissi solamente < Jordan > lui si mise subito all'erta e quando vidi che si era fissato su un punto capii che lo aveva visto. E quando vidi che strinse gli occhi capii che lui ci aveva visto e che si stava avvicinando a noi.
Richard mi prese la mano e la strinse leggermente < Non preoccuparti > mi sussurrò quando vide che ero sul punto di avere un attacco di panico.
< Ma tu guarda che fortuna, ho trovato proprio la donna che cercavo > una voce roca e piena di rabbia giunse alle mie orecchie quando Jordan si mise proprio di fianco al nostro tavolo. < sei già in cerca di un altro Alfa da far uccidere? > disse con falsa innocenza, io chiusi gli occhi, stavo per rispondere quando Richard lo fece al posto mio < hai davvero molto coraggio per rivolgerti così all'Ulfric di questo territorio e alla sua compagna > disse con un tono che non accettava repliche. < pensi che io abbia paura di te? Non puoi attaccarmi va contro la legge del master della città > disse Jordan sicuro di sé.
Richard continuava a tenermi la mano < si vede proprio che sei nuovo di qui, io sono l'animale che risponde al richiamo di Jean Claude, ho dei benefici che non puoi immaginare > disse con uno strano sorriso.
A quel punto la sicurezza di Jordan incominciò a vacillare, però non voleva andarsene, mi aveva trovato ed avrebbe fatto di tutto pur di uccidermi o di farmi molto male, e lo stava per fare, lo vidi nel suo sguardo e nel modo in cui stava allungando il suo braccio verso di me, ma venne fermato dall'improvvisa comparsa di un uomo che gli afferrò il braccio.
< credo proprio che il mio Ulfric ti abbia intimato di andartene > disse con sguardo serio e con la presa che stringeva sempre di più il braccio, vedendo che non si stava muovendo e che il suo sguardo era ancora fissato su di me, l'uomo lo tirò in piedi e lo trascinò fuori dal locale.
Solo in quel momento riuscii a calmarmi, ma non del tutto. Vidi Richard che mi guardava con apprensione. Poi si alzò aiutandomi a fare lo stesso e tenendomi per mano si diresse verso la cassa per pagare il conto, dopodiché ce ne andammo e ci dirigemmo verso un luogo che non riconoscevo, come per rispondere al mio pensiero Richard sorrise e mi disse < per essere sicuri sto andando verso casa mia, penso che sarebbe più sicuro se tu rimanessi da me questa notte, non vorrei che Jordan riuscisse ad entrare in casa tua > io annuii e quando lui si fermò davanti ad una sottospecie di villetta immersa nella natura mi venne in mente una cosa importantissima.
< Richard.. ecco io... Non ho niente con cui dormire > dissi imbarazzata, lui stette in silenzio per pochi attimi per poi dire < potrei darti una mia maglia > io non volendo far vedere quanto fossi agitata annuii e basta, e quando Richard scese lo feci anch'io. Senza che me ne accorgessi mi ritrovai di nuovo con la mia mano stretta nella sua, e a differenza di quello che credevo, questo contatto non mi dava nessun fastidio.
Lui riuscì non so come ad aprire la porta con una mano sola, sembrava non avesse nessuna intenzione di lasciarmi, ed io a mia volta non avevo nessuna voglia di lasciarlo. Appena dentro lanciò le chiavi su un mobile e lasciando la mia mano si diresse verso quello che credevo fosse il salotto, io lo seguii, anche perché non sapevo cosa altro fare.
Lui si girò verso di me, con aria seria < eri terrorizzata prima al ristorante > disse avvicinandosi rapidamente a me e tenendomi per le spalle, senza impormi la sua forza < ti prego, dimmi perché hai così paura di lui > mi disse avvicinando il suo corpo al mio.
Io sospirai e poi gli dissi guardandolo negli occhi < possiamo sederci? > lui annuì e senza che potessi fare nulla per impedirlo mi prese in collo e mi depositò sul divano nero che teneva al centro della stanza e lui si sedette accanto a me, così vicino che il suo ginocchio sfiorava il mio e prese la mia mano tra le sue.
< Jordan... é... era il figlio di Sebastian, odia il fatto che suo padre abbia scelto me come Lupa e non lui, per questo lui è impazzito... ha ucciso sua madre, Lisette... lei aspettava un bambino, non era un licantropo ma avevo imparato ad amarla come una madre... uccise tutti i membri del clan e questa fine doveva essere anche la mia, ci sono andata molto vicina... sarei potuta morire se Sebastian non si fosse messo in mezzo all'ultimo minuto, venendo trafitto lui dalla lama di argento che Jordan stava utilizzando contro di me... le uniche parole che mi disse prima di accasciarsi al suolo privo di vita furono "corri e vivi", ed è ciò che ho fatto... Ma ogni volta che chiudo gli occhi rivivo quella scena migliaia di volte... ed adesso che lui è qui.. sono così terrorizzata > finii il racconto togliendo la mano da quella di Richard per poggiarle entrambe sul mio viso per non farmi vedere mentre piangevo.
Lui gentilmente le tolse e mi guardò teneramente negli occhi, con gentilezza mi asciugò le lacrime con le sue dita e poi mi lasciò un bacio sulla fronte. < Non preoccuparti, non permetterò a nessuno di farti alcun male, soprattutto a lui. > dopodiché rimanemmo sul divano per alcuni istanti, e non sapendo come, mi ritrovai seduta sulle sue gambe con la testa poggiata sul suo petto e con lui che mi coccolava.
Nessuno dei due se ne lamentava.
Dopo poco Richard mi sussurrò all'orecchio, < si sta facendo tardi, sarà meglio andare a dormire >, io annuii soltanto, lui senza fare nessuno sforzo si alzò con me ancora in collo e mi sosteneva come nulla, e in pochissimo tempo mi ritrovai in camera sua. Mi fece poggiare i piedi per terra e velocemente si girò e andò verso un dei cassetti di un mobile e prese una maglia nera e me la porse. Mi indicò una porta < lì c'è il bagno se devi cambiarti > io lo ringraziai ed andai a cambiarmi, quando mi fui tolta il vestito mi accarezzai inconsciamente le cicatrici sul petto e sullo stomaco, ovviamente ricordino da parte di Jordan. Mi misi la maglia che mi copriva a malapena le mutande, ma dovevo accontentarmi. Quando uscii dal bagno vidi che Richard era rimasto seduto sul letto e appena mi vide dovette deglutire più volte prima di poter parlare.
< ecco.. vieni pure a letto, vado un attimo in bagno > e velocemente mi superò, senza prima avermi sfiorato con il dorso della mano il fianco. Io mi avviai lentamente verso il letto e con altrettanta lentezza mi misi sotto le coperte stendendomi su un fianco e mentre aspettavo Richard mi ritrovai a pensare a tutto ciò che mi era capitato da quando ero diventata un licantropo. Senza che me ne accorgessi Richard si era infilato sotto le coperte dietro di me, e quando fece aderire il suo petto alla mia schiena capii che indossava solo dei pantaloni. Con le sue possenti braccia mi strinse e mi sussurrò all'orecchio < buonanotte > gli diedi anch'io la buona notte, e con il suo respiro sul mio collo riuscii ad addormentarmi.

Il mattino seguente venni svegliata da un raggio di sole che filtrava dalla finestra e che mi colpiva direttamente sul viso. < Buongiorno > sentii dire da una voce sopra di me, aprii gli occhi ed alzai lo sguardo, davanti a me c'era il ragazzo di ieri sera, era abbastanza alto, carnagione molto abbronzata ed aveva i capelli raccolti in diverse treccine.
Felice di avere ancora il lenzuolo a coprirmi guardai con curiosità l'uomo di fronte a me.
< Samantha > gli dissi a mo di presentazione sorridendo, lui ricambiò il mio sorriso e disse < Jamil > lo guardai con curiosità < non per essere... scortese... ma.. > lui mi precedette < cosa faccio qua? > io annuii < Richard sta intrattenendo  tua cugina al piano di sotto, si è presentata qualche minuto fa, ti sta proteggendo > dopo aver sentito queste parole mi stampai sul viso un sorriso dolce < tu sei qua per impedire che succeda un casino vero? > lui annuii ed io rimasi stesa sotto le coperte, lui come avesse capito il mio disagio, si girò fino ad arrivare ad una poltrona con una busta sopra, < Abbiamo mandato Jason da te per prenderti alcuni vestiti > e me li porse mentre lui usciva dalla camera per darmi un pò di privacy (cosa che apprezzai moltissimo).
Conoscendo Jason ero preoccupata per i vestiti che aveva scelto per me, ed infatti avevo ragione, mi aveva preso un top nero che lasciava leggermente la pancia scoperta, dei jeans neri molto attilati e i miei fedeli sandali neri con il tacco alto, legai i capelli in una coda abbastanza alta, presi la maglia che mi aveva dato Richard e la misi sopra il letto, con un tono di voce abbastanza alto ma non troppo richiamai Jamil dicendogli che ero pronta.
Quando rientrò nella stanza io mi trovavo di fronte alla grande finestra e guardavo fuori. < è successo qualcosa? > gli chiesi girandomi per guardarlo, lui sussurrò  < le cose si stanno complicando, Anita sta urlando contro Richard dicendo che sente il tuo odore per tutta la casa > io sospirai  < Credo che andrò da Anita per salvarlo > si poteva percepire perfettamente nel mio tono di voce la paura che avevo nell'affrontare mia cugina.
< ne sei sicura? > mi chiese lui mentre mi seguiva fino alla porta < si... sono scappata troppe volte > dissi mettendo la mano sulla maniglia e scendendo con coraggio le scale fino a raggiungere la cucina.
< te lo chiederò un'ultima volta Richard! Dove cazzo è mia cugina! > vedevo Anita che stava per saltare addosso a Richard, quindi intervenni prima che le cose peggiorassero  < sono qui cugina > Anita mi fissò incazzata, soprattutto il suo sguardo si fissò su Jamil, mentre Richard mi fissava preoccupato, io sorrisi ed annuii per fargli capire che stavo per dire ad Anita la verità.
< cugina devo dirti una cosa che ti ho nascosto per molto tempo > appena pronunciai queste parole Richard lasciò la stanza senza prima lasciarmi una carezza dalla spalla fino alla mano, per poi essere seguito da Jamil.
< ti ascolto > disse lei sedendosi su una sedia.
Presi un grosso respiro e poi piano piano le raccontai tutto ciò che era successo da quando avevo 12 quando fui infettata fino ad allora, le parlai anche di Jordan e di come mi abbia rovinato la vita anche all'interno del branco, e dopo due orette finii di parlare.
Lei rimase in silenzio,  io avevo la testa abbassata, stavo aspettando una sua reazione.
Dopo venti minuti nel silenzio, lei si alzò e si avvicinò  disse  < non ti odio, ti voglio bene, ormai non sei mia cugina ma la mia piccola sorellina, non potrei mai trovarti orribile e mostruosa, vorrei rimanere ancora con te per farti capire che non sto scappando, ma ho appena ricevuto una chiamata con il cercapersone dalla polizia, ne parliamo dopo? > mi disse con un sorriso.
Io mi feci scappare un singhiozzo e finalmente le lacrime che tenevo dentro scesero libere sul mio viso < davvero non mi odi? > le chiesi in preda ai singhiozzi  < Certo che no > mi lasciò un bacio sulla fronte ed uscii dalla stanza con un sorriso rassicurante.

Subito dopo entrò con foga Richard e si inginocchiò difronte a me, < visto che è andata bene? > mi disse dolce asciugandomi le lacrime con le sue dita.
Io annuii dolce e di comune accordo decidemmo di andare a fare colazione, quando mi alzai dalla sedia, vidi Richard trattenere il respiro e vidi che i suoi occhi non lasciavano il mio corpo.
< oddio.. vestiti sempre così perfavore > disse in un sussurro, io sorrisi e mi avvicinai a lui e gli sussurrai in punta di piedi < ringrazia Jason, ha scelto lui i miei vestiti > Richard mi mise una mano sul fianco e chiuse gli occhi come per trattenersi < sarà meglio andare > disse dopo aver ritrovato la calma. È molto normale perdere concentrazione in questo periodo, tra qualche settimana ci sarebbe stata la luna nera, e le nostre bestie sono più inquiete in questo periodo.
Soprattutto se i licantropi in questione non hanno la propria compagna o compagno.
Ci scrutammo ancora per qualche minuto poi Richard mi prese la mano e fece intrecciare le nostre dita, poi si diresse fuori verso la sua macchina,  dove ci stavano aspettando Jamil e un altro ragazzo, aveva corti capelli neri e si capiva che era orientale per via del taglio degli occhiali e per i tratti del suo viso. Richard vide il mio sguardo puntato sul ragazzo che non conoscevo < Samantha ti presento il mio Hati, Shang Da > io gli sorrisi mentre lui mi scrutava in silenzio e serio. Richard che voleva fare le cose per bene continuò < Shang Da, ti presento Samantha Jackson, lupa delle Zanne Bianche nonché unica superstite > il ragazzo sgranò gli occhi mentre io distolsi  lo sguardo, non volevo che nessuno vedesse il mio dolore. Richard staccò la sua mano dalla mia, l'appoggiò sul mio fianco e mi strinse a sé  < ora sei al sicuro > annuii e poggiai la testa sul suo petto, ero così sopraffatta dall'avvicinarsi della luna che desideravo solo il contatto fisico con l'unica persona che riusciva a darmi pace.
Richard mi accarezzò la testa per poi sussurarmi < andiamo a fare colazione, siamo troppo deboli in questo momento > io annuii ed entrammo in macchina, con mia sorpresa andammo nei sedili posteriori, alla guida andò Jamil e accanto a lui si sedette Shang Da, io misi la testa sulla spalla di Richard e lasciai che mi accarezzasse il fianco, abbandonandomi ad un sospiro felice.
< sei sempre così tenera e disponibile al contatto fisico? > mi chiese lui genuinamente curioso < no.. di solito sono restia a fidarmi degli sconosciuti... Ma tu hai un odore che mi fa sentire al sicuro... sa di casa > dissi molto in imbarazzo  < anche tu profumi di casa > mi disse lui baciandomi sulla fronte.
-Magari mi baciasse in un altro punto-  pensai improvvisamente arrossendo all'istante.
Richard mi stava fissando con un sorriso che non prometteva bene < sei arrossita Sam? > mi disse con la sua bocca molto vicina al mio orecchio, causandomi molti brividi di cui lui si accorse, e lo dimostrò liberandosi in una meravigliosa risata maschile.
< credi nel legame? > gli chiesi una volta recuperato il mio colorito pallido, lui mi fissò negli occhi < si > io mi accoccolai meglio sul suo petto  < Sebastian e Lisette avevano una specie di legame, lei era umana, ma il concetto è molto simile, le due persone che vengono unite dal legame provano una forte attrazione non solo fisica per l'altro, e non esiste cosa che li possa separare se non la morte > dissi ricordando i momenti passati a guardare Sebastian e Lisette a scambiarsi effusioni dolci, la felicità nei loro occhi quando hanno scoperto che Lisette aspettava una bambina.
Richard richiamò la mia attenzione con un buffetto sul naso < tu che ne pensi di questo legame? > alzai li sguardo per fissarlo < non è qualcosa di fasullo, il legame funziona solo se il sentimento esiste già nelle due persone > poi continuai < Se fossi marchiata dal legame con qualcuno è perché io lo amo già da me, non è una costrinzione > lui mi accarezzò la guancia < la penso esattamente come te > in quel momento la macchina si fermò, ma ne io ne Richard staccammo lo sguardo dall'altro  < tu pensi che ciò che proviamo in questo momento sia il legame? > gli chiesi innocentemente  < c'è solo un modo per scoprirlo > mi disse lui alzandomi il viso con due dita sotto il mento mentre lui abbassava il suo e le nostre labbra si incontrarono in un bacio dolce e semplice. In quel momento sentii la mia lupa che metapsicamente andava incontro al suo lupo, era una specie di scossa elettrica piacevole.
Capii all'istante che il legame ci aveva marchiati, dopo il bacio Richard mi guardava con amore  < sembra che abbiamo la nostra risposta > e mi baciò la fronte.
< Già > scendendo felici dalla macchina notammo che Jamil e Shang Da erano già nel bar, salimmo che non avevano assistito alla scena, e sorridemmo cercando di immaginarci le loro espressioni.

  
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