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Autore: AlnyFMillen    11/08/2017    1 recensioni
| ∞ Makorra ∞ | Post Book Four |
Con quanta più delicatezza aveva in corpo, chiuse le mani attorno a quelle di lei - così piccole e fragili in confronto alle sue, eppure così simili. Le sollevò poi, assieme, in modo tale che potessero trovarsi più o meno all'altezza delle spalle, e fece combaciare i palmi fra loro. Due metà di uno stesso cuore. Non perfette, forse fin troppo uguali, combacianti nei punti sbagliati, ma unite.
"Siamo fatti l’uno per l’altro."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Korra, Mako
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lo sapeva, Mako, lo aveva sempre saputo: Asami non avrebbe mai potuto competere con Korra. Non perchè Korra fosse la fidanzata perfetta, tutt'altro – quella donna aveva spesso rischiato di farlo seriamente impazzire con i suoi sbalzi d'umore, la sua dannata impulsività e l'adorabile testardaggine che la contraddistingueva. Non era qualcosa di definibile a renderla, per lui, in qualche modo incomparabile a chiunque, nulla che avesse a che fare con lo status sociale, i domini o il modo di relazionarsi agli altri. Era solo un qualcosa , un qualcosa di estremamente diverso.
Gli risultava difficile spiegarlo ed era strano per uno come lui, che sembrava saper sempre cosa dire.
Forse, riflettè Mako, il punto era proprio quello. Mentre in compagnia d'Asami anche la più complicata delle situazioni appariva, se non semplice, quantomeno risolvibile, con Korra accadeva puntualmente il contrario. Asami aveva sempre saputo come risolvere i problemi, Korra non faceva altro che crearne. L’avatar era, in una sola parola, complicata. Covava stretta nei suoi occhi una scintilla, pronta ad abbagliare e travolgere chiunque la osservasse senza dovute precauzioni.
Era la stessa luce che Mako si sentiva dentro. Un lampo chiaro, appena visibile nel mezzo dell’oscurità da cui era sempre stato circondato, che aveva reso anche lui un po' più distante, un po' più complicato.
Due come loro non avrebbero mai dovuto incontrarsi; due come loro, sontrandosi, sarebbero entrati inevitabilmente in collisione, provocando più scompiglio di quanto mai avessero causato da soli.
Si amavano, eppure l’aveva capito perfino lui: non potevano appartenersi. Troppo uguali, troppo orgogliosi, troppo tutto. Quanto più uno risplendeva, tanto più l’altro s’affievoliva. Non era forse stato quello il motivo della loro rottura improvvisa?
Forse, se si fossero incontrati qualche anno dopo, avrebbero potuto costruire davvero qualcosa di più, qualcosa di solido. Mako si era arrovellato tanto intensamente su quel dubbio, una remota quanto splendida possibilità, da finire per esserne consumato. E quando la luce aveva cominciato a scemare, affievolita dai demoni di un passato troppo persistente, il destino l'aveva finalmente voluti insieme.
Era sempre stato diverso dagli altri dominatori del fuoco, Mako. Troppo controllato, troppo riflessivo, troppo tutto. Eppure, in quella notte estiva, a metà tra dormiveglia e sonno, mentre Korra stringeva le gambe al petto in un disperato tentativo di tener assieme i pezzi, non sentiva proprio nessuno di quegli aggettivi che da sempre l’avevano contraddistinto.
Non controllato, ma irrazionale; non riflessivo, ma avventato. Soprattutto, impaurito, terrorizzato all’idea che lei potesse svanire sotto i suoi stessi occhi.
“Oddio, Korra, vieni qui.”
Senza attendere risposta, percorse a grandi passi l’inutile distanza che li separava. Portò un braccio a circondare la vita snella, l’altro le spalle.
Lei affondò il volto nel suo petto, arpionando, come meglio poteva, il compagno.
Shh, va tutto bene. Ci sono qui io.” cercò di calmarla, senza tuttavia ottenere risultati.
Con il palmo, prese a disegnare piccoli cerchi sulla schiena della ragazza, scossa da violenti singulti.
Erano riusciti a superare, dopo mesi e mesi, i loro incubi. Lui si era ripreso relativamente in fretta; Korra, al contrario, ne aveva risentito profondamente. Combattendo, c’erano riusciti: i brutti sogni si facevano ormai sentire di rado, ricacciati con forza sul fondo dell’animo. Quando però tornavano allo scoperto, approfittando subdolamente di una o l’altra debolezza, ogni passo avanti pareva essere stato vano.
Già per la seconda volta, in quella settimana, Mako si ritrovava a dover calmare le urla strazianti della giovane. Da principio ne era rimasto sconvolto, e, anche allora, pareva completamente smarrito. Si sentiva in colpa. Se non avessero litigato, la sera prima, magari lei sarebbe stata più tranquilla. Le aveva fatto del male, ancora una volta.
Korra tentò di parlare, ma un singhiozzo fin troppo violento glielo impedì. Tornò quindi a passare i polsi sulle gote arrossate, frustrata per i goccioloni che continuavano, senza sosta, a scendere.
Voleva aiutarla, doveva, eppure non sapeva come fare. Aveva provato ad abbracciarla, stringerla, rassicurarla, senza successo. Non c’era modo di proteggerla da se stessa, questo gli aveva detto Tenzin, ma lui non si sarebbe arreso, avrebbe continuato a tentare.
Così, dopo l’ennesimo grido di dolore soffocato tra le pieghe della sua maglia, decise di agire. Possibile che, ad ogni lacrima di lei, il cuore venisse percosso?
“Tu mi piaci davvero.”
Mako pronunciò quella frase stessa frase che, tempo addietro, lei gli aveva rivolto. Lo fece con lentezza, quasi accorto, scegliendo con cura le parole, accarezzando gentilmente ogni singola lettera. Attese qualche attimo, tempo che il significato si radicasse per bene nella mente della ragazza, poi continuò.
“E penso di essere stato creato appositamente per te, Korra. A volte è... frustrante. Più che frustrante. Sei così testarda, impulsiva e assolutamente priva di un qualche spirito di conservazione. Dovrebbe essere comune tra gli avatar, o almeno così ho sempre creduto, eppure tu sembri superare ogni limite inimmaginabile. Ti innervosisci per nulla, pretendi che io conosca perfettamente ogni tuo singolo pensiero nei momenti più strani. Non sopporti che ti si dica cosa fare, ma nemmeno chi sta troppo dalla tua parte e non ho mai incontrato nessuno così assurdamente incapace di nascondere anche solo un minimo le proprie emozioni.”
Una pausa, un sorriso appena accennato. Delicatamente, carezzò il capo di lei, sentendo i sussulti scemare pian piano.
“Discutiamo in continuazione per le ragioni più futili, passiamo la maggior parte del nostro tempo a gridarci contro. E sai cosa ti dico? Sin dal primo istante, i tuoi occhi sono stati marchiati a fuoco nella mia mente. Puoi anche continuare a distruggere l’appartamento con qualunque oggetto capiti a tiro, dal piano cottura alla scrivania. Perché, ormai da quando hai posato le tue labbra sulle mie quel giorno di quattro anni fa, io non sono più riuscito a togliermiti dalla testa.”
Con quanta più delicatezza aveva in corpo, chiuse le mani attorno a quelle di lei - così piccole e fragili in confronto alle sue, eppure così simili. Le sollevò poi, assieme, in modo tale che potessero trovarsi più o meno all’altezza delle spalle, e fece combaciare i palmi fra loro. Due metà di uno stesso cuore. Non perfette, forse fin troppo uguali, combacianti nei punti sbagliati, ma unite.
“Siamo fatti l’uno per l’altro.”
Chinò appena lo sguardo, allontanandolo dalle loro dita che, impazienti, chiedevano di ritrovarsi. Korra lo guardava, questa volta apertamente, senza più timore, i singhiozzi sopiti sul fondo del petto. Attendeva.
Mako era consapevole del fatto che lei sapesse: quel che lui aveva intenzione di rivelarle, quel che le aveva sempre detto senza bisogno di parole, premeva ora per uscire dalle labbra.
“Ciò che succede a te” con le nocche, sfiorò il suo viso, appena visibile sotto la luce lunare, “Succede a me. Non ti lascerò sola.”
Basta col passato, finalmente potevano guardare in avanti. Era stato bene, tempo prima, insieme ad Asami, ma da quando Korra aveva fatto irruzione nella sua vita, non riusciva ad immaginare più un singolo attimo senza lei.
Si chiese come avesse fatto anche solo a sopravvivere lontano da quella stramba ragazza: non ricordava come fosse svegliarsi la mattina senza qualcuno al proprio fianco, nessun cane gigante a leccargli la faccia; pranzare in silenzio, non discutere sul turno di chi fosse per decidere cosa cucinare. Desiderava ardentemente passare il resto del tempo che gli restava ad impazzire per la preoccupazione quando, dalla radio della centrale, la fidanzata dichiarava di aver catturato due pericolosi criminali; voleva dirle di stare più attenta e baciarla fin a toglierle il respiro se avesse tentato di prendersi gioco di lui.
La prese tra le braccia, dirigendosi verso la camera da letto mentre lei mugugnava qualcosa riguardo al fatto che avrebbe potuto benissimo utilizzare le gambe per camminare.
L’avatar incrociò le braccia al petto, quasi a darsi un contegno e mostrarsi forte, le iridi blu ancora arrossate.
“Sono ancora in grado di percorrere qualche metro, Signor Frustrato.” borbottò, sporgendosi sin a percepire il respiro del compagno infrangersi sul volto.
“Di tutto ciò che ho detto, questo sei andata a ripescare?” Mako rise, sollevato, prima di sfiorare le labbra di lei con le proprie.
Il tempo avrebbe aiutato a guarire le ferite e le occhiaie sarebbero sparite, così come la paura. Possedevano già tutto ciò cui avevano bisogno: l’amore.
“Beh, alcuni pensano che mi innervosisca per nulla, dovresti stare più attento a quel che dici.” lo provocò ancora Korra.
Poi, facendo leva sugli avambracci, accorciò definitivamente le distanze fra i loro visi. Ed, in quell’istante, entrambi seppero che la luce sarebbe tornata presto a brillare.



 

 
 
 
 
Amo questa coppia dall'età di dodici anni, quando ancora Avatar veniva trasmesso in tv e io ne ero una fan accanita. Qualche giorno fa mi sono ritrovata fra le mani un'immy niente male e, in memoria dei vecchi tempi, ho deciso di postare qualcosina. Makorra nel cuore, me ne frego di tutto il resto u.u
Ringrazio le anime pie giunte fin qui, thank u so much per aver letto il mio piccolo sclero!
Salutoni,
AlnyFMillen

 
   
 
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