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Autore: DanieldervUniverse    11/08/2017    1 recensioni
Una famiglia di tre fratelli cerca di vivere la sua vita mandando avanti un attività lasciatagli in eredità dai genitori e da un loro socio, il simpatico Makarov Dreyar, che dispensa consigli e aiuti in giornate terribilmente difficili come quella in cui un nuovo vento ha cominciato a soffiare...
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elfman, Lisanna, Mirajane
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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A\N: Mh… mh…, devo ringraziare chi mi segue?
DII\N: Autore, chi sono io per dirtelo?

A\N: … Chiedo scusa?
DII\N: Mi hai sentito gallina: FAI. COME. CAZZO. TI. PARE. IO. NON. TI. AIUTERÒ. MAI.
A\N: Ma perché non ti scambio con Nolum? Almeno lui non mi rompe tutte le volte...


-Non ho la minima idea si come funzioni questo coso- disse Lisanna, riflettendo ad altra voce

-Lisy shhhh- le sussurrò Mira, delicatamente.

La sorella più giovane arrossì, realizzando di aver parlato ad alta voce.

Ma facciamo un passo indietro.

Dopo la fuga, il gruppo aveva trovato Levy e Gaijel mentre scappavano da un paio di guardie, e ovviamente Gramps li aveva felicemente accolti dentro la sua navetta, portandoli via di lì.

Sembrava che le guardie li avessero incolpati di aver ferito l'uomo che avevano portato in ospedale: i soliti idioti.

Dato che la casa degli Strauss era bruciata assieme alla locanda, il gruppo si era rifugiato nella casa che Cana e Levy condividevano, ammassandosi nelle poche camere e sui pochi mobili rimasti (spostando ovviamente tonnellate di riviste di scienza, bottiglie e lattine di birra per sedersi).

E poi, quando le sirene d’allarme si erano allontanate e la crisi era finita, il gruppo era caduto in un deprimente silenzio, soprattutto la famiglia di locandieri.

Levy aveva pulito il camino (tenendo Gaijel lontano per evitare che cominciasse a tirare pugni alla canna per far cadere la polvere), e messo il tè a bollire.

L'unico gesto che Gramps fece fu prendere in mano la tazza che gli fu offerta

e portarla ogni tanto alle labbra.

Rispetto al fiero campione della locanda, l’anziano signore ora sembrava piccolo, miserabile, e anche pallido.

Mira gli aveva messo una coperta sulle spalle perché aveva paura che avesse freddo, e a quel punto il suo sguardo aveva incrociato quello di Lisy, appoggiata al muro mentre rimuginava sui due strani semicerchi.

-Coraggio signor Makarov. Siamo tutti abbattuti, ma almeno finché siamo vivi nessuno può impedirci di ricominciare- intervenne Levy, avvicinandosi all’anziano uomo con un’altra tazza calda, prendendo in consegna quella vuota e fredda.

-Quello che mi sorprende è che stessero cercando quelle due mezze sfere- aggiunse poi, incapace di trattenersi dal riflette sugli strani fatti del giorno.

-Evidentemente hanno qualcosa di molto speciale- le fece eco Cana, seduta a terra con una bottiglia di birra già mezza vuota al fianco.

-A chi importa? La mia locanda è stata rasa al suolo, e la mia vita con essa. Non mi è rimasto niente- replicò Makarov; era talmente scosso che la sua voce sembrava un flebile sussurro.

Durante quello scambio di battute, Mira prese una delle due semisfere dalla mano della sorella, osservandola metodicamente come faceva l’altra, più che altro per impegnare il tempo e distrarsi da quella misera condizione di impotenza.

-Gramps, tu sei un vero uomo! Non cedere alla disperazione così dirompentemente!- esclamò Elfman, mettendosi dal nulla a urlare, probabilmente pensando che i suoi modi rozzi e rudi fossero capaci di rimettere in sesto il morale della compagnia.

-E COSA SPERI CHE FACCIA!? CHE MI METTA A DARE LA CACCIA A QUEI PIRATI E FARMI RIPAGARE I DANNI!?- strillò in risposta Makarov, scattando in piedi sulla poltrona con il suo tipico vigore, tornando ad essere un’irascibile individuo alto un tappo e mezzo.

-È SEMPRE MEGLIO CHE RESTARE SEDUTI A PIANGERE!- replicò il ragazzone, chinandosi così tanto da poter toccare con la fronte il vecchio mentore.

-Vi prego non urlate cosi- intervenne con poca convinzione Cana, accennando un sorriso ubriaco e divertito.

Probabilmente si stava godendo la scena.

Mira si limitò a lanciare un paio di occhiate nella loro direzione, tenendo sempre la sua attenzione sulla semi-sfera che teneva in mano.

-Tu ci hai capito qualcosa?- chiese a Lisanna, mentre i due uomini continuavano a battibeccare come al solito.

La sorella minore si avvicinò e con poca convinzione provò ad unire le due metà, stavolta cercando di torcerle assieme, finché con somma sorpresa di entrambe le ragazze un meccanismo s’incastrò e le due metà di unirono in una simmetria perfetta.

A quel punto si aprirono delle fessure sulla superficie, come dei pulsanti e delle linee.

-È un rompicapo- osservò Lisy, con gli occhi che brillavano dall’eccitazione di aver appena scoperto un gioco molto interessante.

-Come fai a saperlo?- chiese Mira, spostando lo sguardo dalla sfera alla sorella, confusa da tutti quegli intricati costrutti.

-Guarda- spiegò la minore, prendendo in mano l’oggetto: iniziò a rigirarlo tra le dita per qualche attimo, e poi si azzardò a premere uno dei pulsanti, apparentemente a caso.

In risposta al click alcuni pulsanti si abbassarono; Lisanna premette un altro pulsante, e alcuni dei pulsanti abbassati si rialzarono, mentre altri si abbassarono a loro volta.

-Credo che dovremo trovare il modo per far scendere tutti i pulsanti- spiegò, concentrata su quel piccolo rompicapo come mai niente prima di allora.

Mira era apertamente sbalordita, non tanto dalla scoperta quanto dall’acume deduttivo della sorella (normalmente lei era quella furba in famiglia).

-Io direi di berci sopra- osservò intanto Cana, probabilmente agitando una bottiglia per accompagnare il gesto.

-Cana ti prego non peggiorare le cose- la zittì Levy.

Mira scosse il capo, ignorando il resto dei co-abitanti per dedicarsi a quello che vedeva: le mani di Lisanna scorrevano sicure sulla superficie, muovendosi quasi come le dita di un pianista sulla tastiera.

Con un crescendo particolarmente attraente, finalmente tutti i pulsanti si abbassarono, lasciando evidenti sulla superficie diverse venature oblique, come se la sfera fosse divisa in tante piccole sottosfere.

-E adesso?- chiese Mira, prima di lanciare un’occhiata nervosa alla scena che le si svolgeva affianco.

-Magari ci fossi stato io. Quei pirati sarebbero scappati con la coda tra le gambe!- proclamò altezzosamente Gaijel, salendo in piedi su una delle poche sedie dell’appartamento.

-Ma se tu eri già scappato quando la nave dei pirati era spuntata dalle nubi- lo rimbeccò Cana, con un ghigno maligno.

-Ehi non DOVEVI DIRLO!

-Ah sì?

-Vi prego non anche voi- implorò Levy, nascosta dietro all’amica.

Mira sbuffò, lasciando Lisanna a risolvere rompicapo (suo malgrado) per fare la donna di casa e mettere un po’ di sale in zucca a quei maschi attaccabrighe e boriosi: afferrò saldamente le orecchie di Makarov e del fratello e tirò finché quelli non piegarono la testa in dolore.

-Non fatemi arrabbiare, ragazzi- minacciò, sorridendo in modo inquietante e intimidatorio, come una mamma che rimette in riga i bambini di tutto il quartiere.

- NON È DA VERI UOMINI LOTT...EHI!

D’improvviso tutte le luci nella sala si spensero, facendo calare un’estrema penombra sull’intero appartamento.

Un flusso luminoso si sollevò dalla sfera nelle mani di Lisanna e si riverso in tutto l'ambiente, cominciando a formare una misteriosa costruzione di luce tridimensionale.

-Che mi caschi la barba sedutastante! Questa è una mappa della galassia!- esclamò Makarov, ancora saldamente tenuto prigioniero dalle dita di Mira.

-È un vero uomo!- gli fece eco Elfman, con tono molto convinto.

“Mi chiedo perché lo dica riferendosi a un oggetto” pensò Mira, fissando sbalordita le immagini che si erano formate attorno a loro.

-Ehi guardate: questo è il nostro pianeta! È la Terra!- gridò d’improvviso Levy, indicando una piccola sferetta colorata in mezzo alla sala.

-E qui c'è Edolas, e Namek, e lì c'èeehi perché ci stiamo muovendo?

Mentre Levy dava sfogo alla sua conoscenza accademica, Gaijel le si era avvicinato di soppiatto, e non aveva resistito a toccare il pianeta che lei aveva indicato come la Terra: a quel punto l'intera mappa aveva iniziato a scorrere velocemente da parte, mentre quella che sembrava l’intera galassia passava davanti agli occhi sbalorditi del gruppo.

Tutti i membri nella sala iniziarono a guardarsi intorno sempre più animatamente, mentre Levy sviscerava nomi a raffica riconoscendo persino i sistemi solari.

Poi una forma planetaria iniziò ad ingrandirsi nel loro campo visivo, finché non splendette gigantesco davanti a loro cancellando tutti gli altri pianeti con la sua mole.

-Cosa... MA QUESTO… QUESTO… QUESTO… QUESTO…- balbettò la ragazza con i capelli blu.

-La pianti di tenerci in sospeso e ci dici cos'è?- chiese Lisanna acidamente, dopo un minuto intero di loop.

-Non credo che serva: è svenuta- le fece notare Cana, facendo seguire un ruttino soddisfatto alla dichiarazione.

Mira abbassò gli occhi dall’immenso ologramma e notò la povera ragazza riversa a terra, con il viso ancora contorto dalla sorpresa.

-Non serve che qualcuno vi illumini, andiamo. Lo conosciamo tutti questo pianeta. È folklore- intervenne Gaijel, tirandosela senza alcun motivo.

-Cheee?- chiese Cana, battendo gli occhi come una forsennata.

-Ma non avete mai letto niente nella nostra vita?- replicò l’altro, ghignando con superiorità.

-Falla semplice, ti dispiace?- intervenne Makarov, lanciando al giovane una di quelle occhiate che esprimevano tutta la sua impazienza.

-Quello è il pianeta del tesoro!- disse improvvisamente Mira con gli occhi sbarrati.

Dal nulla era tornata a riaffiorare quella flebile memoria di quando era bambina: sui libri di fiabe che leggeva da piccola con Elfman e Lisanna, si narrava la storia del tesoro segreto del capitano Zeref, ammassato in anni ed anni di scorrerie ai danni delle più disparate navi e nazioni.

-Nohhhh…- mormorò Elfman, incredulo, a sua volta.

-Siiihhhh- gli fece eco Lisanna, che sembrava sul punto di mettersi ad urlare per la gioia.

Mira spostò lo sguardo sconcertato dalla sorella all’immagine del pianeta, cercando di rimettere assieme i pezzi.

-Il Magico Bottino dei Mille Mondi- ammise ad alta voce Makarov, interrompendo il corso dei pensieri della ragazza -Era una storia vecchia quando ero bambino io. Non posso credere che si stia avverando sotto i miei occhi. Questo è un momento storico. Ci è stato mostrato che le leggende sono vere. Questo tesoro è la chiave per l'immortalità. Colui che riuscirà a…

WUP

La mappa e il pianeta scomparvero di nuovo dentro la sfera, mentre tutte le luci della sala tornavano ad accendersi.

-...uh, che cosa è successo?- balbettò Makarov, mentre anche Mira si metteva a guardarsi attorno, disorientata dall’improvviso crollo dell’atmosfera onirica.

-Basta ciurlare nel manico gente, è la nostra grande occasione- disse imperiosa Lisy.

La sorella maggiore si volse subito verso l’altra, notando che reggeva saldamente la sfera, di nuovo divisa in due, e sembrava essere pervasa da una smania tipica di chi sta per infilarsi nei guai fino al collo

“E questo adesso che vuol dire?” pensò Mirajane, battendo gli occhi, poco convinta dell’espressione fantasiosa della sorella.

-Abbiamo la possibilità di trovare il più grande tesoro di tutti i tempi, proprio ora che la nostra fortuna cade a pezzi! E volete stare qui a fare monologhi?- continuò la più giovane degli Strauss, imperterrita.

-Se non ti piacciono le mie arti oratorie potevi dirmelo quando eri bambina- replicò risentito il vecchietto, incrociando le braccia e mettendo il broncio.

-Non è questo punto Gramps: noi ora possiamo trovare il tesoro, e lo faremo insieme!- esclamò Lisanna, saltando sul tavolo al centro della stanza ed allargando le braccia mentre parlava.

-Siiihhh- le fece eco Levy, barcollando con difficoltà: era ancora sotto shock per la scoperta.

-YHEA!- rispose con energia Cana, afferrando l’amica per il braccio e raggiungendo Lisy sul tavolo -VAI SQUADRA “STRADE DI TERRORE”!

-FERMI TUTTI UN ATTIMO!- scattò Mira, bloccando sul nascere Lisy, Cana, Levy e Gaijel nell’atto di imitare una posa alla Magnolia’s Angels.

-Mira, che c’è? Che succede?- chiese la sorella minore, spalancando i suoi dolci occhioni da casinista.

-Lisanna Strauss, tu non vai da nessuna parte- replicò con voce decisa la maggiore.

Mai e poi mai avrebbe permesso alla sorella di combinarne una delle sue, nello spazio poi figurarsi.

-EEEEEEEEEEEEEEEHHHHHHHHH?!- risposero in coro i quattro amici, sbarrando gli occhi.

-Mi hai capito. Tu non partirai su una nave a cercare un assurdo tesoro e un pianeta sconosciuto incontrando chissàcosa…- iniziò Mira, afferrando la sorella per un braccio e tirandola da parte, lontano dagli altri, con fare protettivo.

-Scusa se ti interrompo…- la fermò Lisy, districandosi con uno strattone violento -Ma PERCHÉ CREDI DI AVERE IL CONTROLLO DELLA MIA VITA?!

-Sono tua sorella maggiore!- rispose di getto Mira, facendo per avvicinarsi ma Lisy indietreggiò.

-E quindi?- replicò lei, mettendo il broncio e fulminando la maggiore con un’occhiata che prometteva sangue e morte.

Mira alzò brevemente gli occhi al soffitto, trattenendosi dallo sbuffare sonoramente: odiava quando sua sorella si impuntava su qualcosa.

Era uno degli esseri viventi più cocciuti che le era capitato di incontrare, e se voleva smuoverla da qualcosa avrebbe dovuto sforzarsi al punto di dover sputare sangue per i dieci giorni successivi.

-E allora tu farai quello che ti dirò- rispose con imposizione, battendo il tacco del piede a terra per sottolineare che la decisione era definitiva.

-Neanche per sogno!- ribadì l’altra, restia a cedere terreno (come al solito).

-E invece sì!

-No!

-MIRAJANE è un vero uomo! Ascoltala sorellina!- intervenne Elfman.

-CHIUDI QUEL BECCO VERO UOMO!- gli risposero in coro loro, prima di tornare a fissarsi con determinazione.

-SÌ, SONO UN VERO UOMO!- fece quello, come se la voce delle sorelle lo avesse dotato di chissà quale frenesia.

-Qualcuno fermi quest'escalation di stupidita!- gridò Levy, ma Mira non l’ascoltò.

Ne tanto meno l’ascoltò Lisanna, che insisteva a guardarla fissa negli occhi.

-Tieni duro Levy, arrivo! PUGNO D'ACCIAO! AUGH!- Gaijel aveva provato a fare qualcosa, ma il suo tentativo era andato a vuoto per azione di qualcun altro, ma ancora le due sorelle lo ignorarono.

D'improvviso Mira sentì una scarica elettrica scuoterla lungo la spina dorsale, facendola rabbrividire, finché lei si voltò verso Makarov.

L’anziano ometto fissava intensamente lei e i suoi fratelli (e, per quello che valeva, anche Levy che cercava di liberare Gaijel da Cana, che gli sedeva allegramente sulla schiena piegata mentre si trangugiava un barile intero di birra), e continuò a farlo finché non regno il pieno silenzio.

-Ritengo che effettivamente sia del tutto ridicolo stupido e inutile che andiate voi quattro ragazzi da soli- disse infine il vecchio, assumendo un espressione rassegnata ma ineluttabile.

-Gramps andiamo- provò a convincerlo Lisanna, avvicinandosi a lui.

-No.

-Ti prego.

-No.

-Solo un pochettino.

-No, neanche un quarto del tuo tempo.

-Gramps…- provò a insistere, inginocchiandosi di fronte a lui, ma a quel punto Mira sapeva di averla vinta.

-Finalmente un discorso sensato- disse, annuendo decisa, pensando di aver chiuso la questione con poco.

Lisanna si voltò a lanciarle un’occhiata d’odio, ma Mira si limitò a scuotere un poco le spalle, dato che ormai non importava più quanto risentimento provasse.

-Trovi ragazza?- le chiese Makarov, spostando l’attenzione su di lei.

-Condivido pienamente- rispose, annuendo con convinzione.

-Quindi non ti dispiacerà andare con i tuoi fratelli in questa follia.

-Gramps!

Ma ormai era troppo tardi, l’anziano locandiere era già scattato oltre di lei, andando a rovistare in giro.

-Ho ancora un paio di amici nella sezione di trasporto. Sono sicuro che troveranno il modo di allestire una spedizione con capitano e equipaggio di tutto punto. Voi ragazzi sarete in una botte di ferro- iniziò a dire, del tutto fuori controllo.

-Spero che tu stia scherzando- disse Mirajane a mezza voce, seguendolo con sguardo terrorizzato mentre metteva sotto-sopra scaffali e ripiani della casa di Levy e Cana.

-Quanto mi piace l'idea del ferro- mormorò Gaijel, e un attimo dopo la ragazza ubriacona gli fece eco con un rutto che aveva del leggendario.

-Gramps, sei GRANDIOSO! Cavoli graziegraziegrazie! Non ti deluderò, promesso!- esclamò Lisanna, sfrecciando oltre la sorella e andando ad afferrare e sollevare per le minute spalle il tanto allegro nonnetto, mettendosi a ballare dalla letizia della concessione.

Mira balbettò qualcosa, prima di passarsi una mano sugli occhi, come se fosse stata appena travolta da una vertigine.

-Lisanna, posso parlarti un secondo?- chiese ad alta voce.

La sorella si fermò a guardarla per qualche istante, prima annuire senza malizia, e rimise a terra Gramps, il quale schizzò subito via a fare le valigie, ignorandole.

Mira attese con pazienza che la sorella la raggiungesse, prima di stringerla in un abbraccio disarmante.

Lisanna rimase spiazzata, almeno finché la sorella non cominciò a parlare.

-Lisy, ho paura. Non voglio che tu ti imbarchi in questo viaggio. Abbiamo già perso due anni della nostra vita lontane per via di quella… quella stupida storia della prigione… e se questa storia dovesse finire male...

La ragazza si rintanò sulla spalla della sorella minore, singhiozzando.

Lisy rimase immobile, prima di allontanare Mirajane con un sorriso.

-Non posso perderti neanche io, ma stammi vicino e avremo molte più possibilità di restare assieme- la rassicurò, dandole una pacca sulla spalla.

-Questo è parlare.

-AHAHHH! Cana non sbucare a caso quando nessuno ti vede!- esclamò Lisanna, facendo un balzo indietro assieme a Mira a seguito dell’intromissione di Cana, così repentina e inaspettata da sembrare uscita da un cartone animato.

-Vedo che siete tutti pronti. Bene. Entro poco tempo avrete modo di partire per la vostra missione in pompa magna. Preparatevi a vedere l'immensità dello spazioporto di Magnolia- disse Makarov rincentrando l'attenzione su di sé, in piedi sopra una pila di valigie e borse varie, uscite da chissà dove.

-Cosa!? Ma è lo spazioporto più importante del sistema. Come facciamo a trovare qualcosa li?- rispose Elfman ficcandosi le mani nei capelli.

-Mi conosci ragazzo. Ho sempre un modo...


A\N: Questo era un po’ più lungo, ma quando scrissi questa… eh, non avevo fatto la divisione per capitoli, quindi dividerla pezzo per pezzo adesso è un po’ complicato.
DII\N: Per favore, non cominciare a riempire queste note con le tue scuse da ragazzino delle elementari.
A\N: Alla prossima. Ciao

  
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