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Autore: Nini1996    11/08/2017    0 recensioni
"Il pomeriggio del 30 ottobre 1895 Londra era immersa in una nebbia più fitta del solito.
Le carrozze e gli omnibus attraversavano le strade della città con molta fatica.
Anche i treni viaggiavano a una velocità sostenuta per evitare incidenti.
Inoltre in giro c'era molta meno gente del solito a causa del freddo pungente degli ultimi giorni.
I londinesi preferivano stare al calduccio nelle loro case ed evitare di uscire, se non strettamente necessario.
Ad ogni modo la stazione dei treni era gremita lo stesso a causa di diversi convogli che per colpa della nebbia erano arrivati insieme.
Da uno di questi, proveniente dalla città portuale di Southampton, scese una giovane donna assieme a una bambina che doveva avere al massimo quattro anni..."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Lestrade, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il parco distava circa 300 metri dall'hotel Rosemary.
Non era molto grande ma sembrava grazioso e a Catherine questo importava.
Queenie era felicissima di passare un po' di tempo all'aperto dopo tanti giorni trascorsi nell'albergo.
Catherine notò due sorelline ospitate nell'albergo che giocavano con dal laghetto assieme alla loro tata.
< Posso andare a giocare con le altre bambine? > domandò Queenie.
Catherine diede il suo consenso e la bambina felice corse via.
Catherine posò il suo sguardo su Holmes:< L'articolo dice che l'ex detective Davidson è morto a causa di un infarto, ma è stato assassinato. Non ho dubbi. >
< Temo proprio di sì. > sospirò il detective facendo accomodare la ragazza su una panchina.
< Il signor Davidson era un uomo anziano. La sua salute non era ottima, anzi! Tuttavia la sua morte mi è sembrata sospetta, soprattutto alla luce di quanto mi raccontato tempo fa. > spiegò Sherlock.
< Signor Holmes ne sono certa, quell'uomo è stato ucciso perché sapeva troppo. Forse era arrivato a una svolta, forse aveva risolto il caso prima di me e lo hanno eliminato. >
< Senza prove sono solo parole campate in aria. Inoltre soffriva di cuore, sarà piuttosto difficile provare un possibile omicidio. La moglie poi non ha avuto dubbi, per lei si è trattato di un semplice infarto. >

< Ho visto anch'io l'articolo e credo sia stato ucciso con un metodo diverso, non con il veleno come mio padre e mio fratello. Forse il mandante stesso era diverso, anzi ne sono sicura. > replicò la ragazza:< Spero abbiano disposto l'autopsia. >
< Non credo proprio e comunque non mi hanno permesso di vedere il corpo quando sono andato in obitorio. Quindi niente prove. > continuò Holmes:< Chiunque abbia fatto fuori Davidson molto probabilmente non si farà scrupoli a eliminare anche lei Catherine. >
Catherine abbassò lo sguardo e gli sorrise.
< Dicono che lei deduca molte cose solo osservando una persona signor Holmes. Ma dubito che abbia dedotto il mio nome semplicemente osservandomi. >
< No, infatti. Ho fatto qualche ricerca. Ho ritrovato un vecchio articolo in cui si parlava dell'imminente matrimonio di vostro padre e della festa di addio che aveva organizzato Scotland Yard in suo onore. > rispose il detective mostrandole il ritaglio di giornale che aveva in tasca.
< E cosa ha scoperto su di me grazie a questo articolo? >
< Non molto a dire il vero. So che vostra madre, Paolina Reggini, era italiana. È morta nel 1882. La vostra matrigna era americana e si chiamava Helen Cody.
So anche che vostro fratello era un poco di buono e tutti i casi che gli vengono attribuiti in realtà sono stati risolti da lei. >
Catherine sorrise ammirata:< È così. Ma... >
< Come ho fatto a capirlo? Queenie mi ha confermato che suo padre, vostro fratello, era un buono a nulla ed è stato licenziato e riassunto ben due volte alla Pinkerton. Era chiaro che tutti i meriti che gli si attribuivano fossero falsi, la gloria doveva essere di qualcun altro.
Voi Catherine, ovviamente. Eravate voi quella che aveva ricevuto le stesse doti di vostro padre. Un altro agente Andrews messo in ombra perché donna.
A dirla tutta non sapevo dell'esistenza di un altro agente Andrews finché lei non è piombata nel mio salotto. >
Catherine si mise a ridere.
< Vediamo cos'altro è riuscito a intuire. >
< So che non è più un agente della Pinkerton. >
Catherine lo fissò sbalordita:< È stata Queenie a dirvelo? >
< No. So che le è stato impedito di investigare sul caso ed è stata licenziata. Non avrebbe richiesto il mio aiuto se avesse avuto l'agenzia dalla sua. >
< Quasi esatto. Mi sono licenziata di mia spontanea volontà, non sono stati loro a cacciarmi. Il mio capo si è rifiutato di credere a quello che avevo scoperto. Così ho preso una decisione, ho deciso che avrei risolto il caso da sola.
Tuttavia era difficile senza l'appoggio dell'agenzia. Anche se avessi risolto il caso nessuno mi avrebbe creduta. Così le ho scritto una lettera nella speranza che mi desse una mano. So che mio padre vi teneva molto in considerazione, vi riteneva il più grande detective vivente e lui non sbagliava mai. >
Holmes era rimasto ad ascoltarla praticamente immobile.
< Se solo il mondo fosse diverso lei diventerebbe una grande detective. >
< Parla lei che è un misogino! > sbottò Catherine.
Sherlock rimase colpito dalle dure parole della ragazza.
< Sono rimasto molto impressionato da lei, mi creda signorina Catherine. La ritengo a tutti gli effetti la donna più straordinaria che abbia mai conosciuto. >
< E perché mai? >
< Perché sono certo che da buona detective abbia scoperto molto sul caso dei magazzini Turkson. >
Sulle labbra di Catherine spuntò un timido sorriso.
< In effetti è così. >
< Sono molto curioso di scoprire cosa ha portato alla luce. >
La ragazza prese fiato ed iniziò il suo resoconto:< I magazzini sono tre e sono stati acquistati da tre uomini diversi. Roberto Sabina, Torquato Schivione e Mariano Rocchi. Tutti e tre italiani. Da qui si deduce che probabilmente anche colui che si fa chiamare Thomas Young è in realtà un immigrato italiano, non spagnolo come credevo in precedenza.
Mi sono chiesta allora quale fosse il nome dell'organizzazione. I casi sono due: mafia o carboneria. >
< Carboneria senza dubbio. >
< Perché ne è così sicuro Holmes? >
< I carbonari sono particolarmente vendicativi. Ne conosco due o tre di fama. >
< Sono andata in quei magazzini. >
< Diamine, è stata tremendamente imprudente! >
< Lo so, ma è servito. Ho scoperto il vero nome di Thomas Young e del suo sicario. >
< E come ha fatto? >
< Mi sono finta ceca e ho aspettato che qualcuno rivelasse qualche informazione utile. Ad ogni modo il vero nome di Young credo sia Bogliano o Gragiano. Il sicario che ha ucciso mio padre, ne sono più che certa, si chiama Edmund Collins. >
Sherlock ci pensò su.
< Devo scoprire se è lo stesso che ha ucciso Davidson. >
< Devo? Sono certa di poter collaborare con lei signor Holmes. >
< Ma non vorrà mettere a repentaglio la propria vita, spero. >
< Signor Holmes anche se mi sono licenziata sono pur sempre un investigatore. E sono venuta a chiederle una mano come collega, non come cliente. So badare a me stessa. >
< Questo è poco ma sicuro. >
Mentre i due discutevano sul da farsi iniziò a piovere e dovettero rientrare alla svelta all'hotel.

Queenie, bagnata fradicia, giocava con la bambola davanti al camino del salotto.

Sherlock e Catherine invece stavano sul divano ad asciugarsi avvolti in una coperta di lana e discutevano ancora del caso.
< Mi dica ancora una cosa signor Holmes. Cosa ha capito di me al primo sguardo, senza fare ricerche? >
< Lei è una donna forte, determinata, dal carattere spiccato. Estremamente intelligente ma anche dolce e affettuosa. Dipinge quadri come dimostrano le macchioline sulla manica. Le piace cavalcare e non è una frivola. È coraggiosa e si mette nei guai, è terribilmente curiosa ed è molto attenta ai dettagli. Ed è vedova. >
Catherine ne rimase colpita, poi scoppiò a ridere.
< Cosa ho sbagliato? >
< Non sono vedova, non mi sono mai sposata, ne tanto meno fidanzata. La pelle più chiara che vede sull'anulare è il segno dell'anello che portava mia madre. E a volte fingo di essere una donna sposata per ottenere informazioni utili. >
< Dovevo immaginarlo. La foto nella borsetta è di suo fratello, non del suo defunto marito. >
< Già. Ma capita di fare qualche errore signor Holmes, siamo esseri umani. >
Sherlock le sorrise ancora.
< E lei? Cosa aveva intuito Catherine? >
< È ambidestro e le piace la cucina italiana. Tiene l'appartamento più in ordine di quanto pensassi. E non è il Sherlock Holmes di cui parla il dottor Watson, almeno in parte. Non è una macchina calcolatrice senza un cuore. >
< Solo questo? >
< E le sembra poco?> replicò Catherine senza smettere di sorridere:< È ora di pranzo, gradirei che si unisca a noi. Spero apprezzi gli spaghetti di Luciano, è un ottimo cuoco italiano che ha un ristorante a pochi passi da qui. >
Sherlock accettò senza esitazioni.

   
 
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