Capitolo
2
-
I miei appunti! –
Nihal
richiuse il baule con uno schianto, voltandosi verso il
cugino con un’espressione assassina dipinta sul volto
solitamente calmo e
amichevole.
C’era
da dire una cosa su Leonys: non importava quanto fosse
schiacciante l’evidenza della sua colpevolezza, lui avrebbe
continuato a negare
fino alla fine dei suoi giorni. Era quasi ammirevole nella sua
spudoratezza.
O
almeno lo sarebbe stato se non fosse stato il responsabile
della scomparsa dei suoi appunti.
Infatti
il suo biondissimo cugino era stravaccato sul letto a
baldacchino, le braccia incrociate sotto la testa e l’aria di
chi era appena
caduto dalle nuvole.
-
Quali appunti? –
-
Lo sai benissimo di cosa sto parlando, non provarci nemmeno
a fare l’innocentino. –
-
Mi ferisci, Nihal. Credi seriamente che ti ruberei mai gli
appunti? –
-
Ovviamente – replicò.
Leonys
gli rivolse un sorrisetto lieve, mettendosi a sedere
con un colpo di reni.
-
Interessanti insinuazioni, ma puoi provarle? –
-
Me lo hai appena confermato tu -, sbuffò, - mi dici dove li
hai messi? –
Rovistò
nella borsa ai piedi del letto, porgendogli il
malloppo di pergamena.
-
Questi sono quelli di Storia della Magia, gli altri? –
Accigliato,
Leonys appariva davvero credibile mentre lo
guardava come se gli avesse dato di volta il cervello.
-
Gli altri? Io ho preso solo questi. –
Sospettoso,
esaminò il volto del ragazzo alla ricerca di
qualche indizio di colpevolezza.
Sembrava
davvero sincero.
Allora
chi era stato a sottrarglieli?
-
Sono spariti anche quelli di Trasfigurazione. Idee su chi
possa essere stato? –
-
Nemmeno mezza, ma se sento qualcosa te lo dico –
assicurò,
dirigendosi verso l’uscita della loro stanza.
Certo,
come no.
Con
la soglia d’attenzione di Leonys era alquanto credibile
che si sarebbe dimenticato di tutta la storia degli appunti non appena
avesse
messo piede fuori dalla porta.
-
Dove stai andando? –
-
Vado da Castiel, dobbiamo metterci d’accordo per come
dividerci il campo per gli allenamenti. –
-
Cerca di non fare tardi a cena, non puoi permetterti una
punizione solo il secondo giorno. –
-
Sì, papà.
–
Gli
strizzò l’occhio, chiudendosi dietro la porta.
Oh,
ma che parlava a fare con quell’irresponsabile?
*
Seduto
sulla poltrona della Sala Comune, Castiel stava sfogliando
pigramente un libro dall’aria antica e molto costosa quando
Rastaban fece il
suo ingresso.
Lo
vide alzare le iridi smeraldine dalle pagine, soffermandosi
leggermente sul suo volto prima di riprendere a scorrere le righe.
-
Cosa leggi? –
Alzò
la copertina a mostrargli il titolo.
L’arte
della guerra di Sun Tzu.
Un
trattato di strategia militare attribuito, a seguito di una
tradizione orale lunga almeno due secoli, al generale Sun Tzu vissuto
in Cina
probabilmente tra il VI e il V secolo avanti Cristo.
Era
probabilmente il testo più antico di arte militare
esistente ed era un compendio di consigli applicabili agevolmente tanto
alla
vita militare quanto a quella quotidiana.
-
Bel libro, hai in programma di dichiarare guerra a qualcuno?
–
Scrollò
le spalle. – Non è escluso, potrei cominciare da
Godric e dal tema che ci ha assegnato. –
Rise,
lasciandoglisi cadere accanto.
-
Melodrammatico come sempre. È una fortuna che io abbia la
soluzione a tutti i tuoi problemi. –
Scettico,
Castiel inarcò un sopracciglio.
-
Ma davvero? E quanto mi verrebbe a costare questo aiuto così
disinteressato? –
-
Poco anzi diciamo nulla. –
-
Ti sto ascoltando. –
-
Ho gli appunti di Trasfigurazione di Nihal, dovrebbero aiutarti
a prendere almeno un Oltre Ogni Previsione. Te li darò in
nome dello spirito di
solidarietà che dovrebbe albergare tra compagni di Casa
– concluse, con quel
suo sorriso sornione da gatto che non prometteva nulla di buono.
-
Dovrei credere che un giorno non ti sveglierai e mi
chiederai di ripagare il favore con qualcosa di assurdo? –
-
Esattamente. –
-
E tu cosa ci guadagni? –
Rastaban
si strinse nelle spalle. – Nulla, ricorda solo che ti
ho aiutato quando ti serviva una mano, mi basta questo. –
Con
la netta sensazione di starsi infilando nel fosso da solo,
Castiel tese una mano e afferrò le pergamene che il ragazzo
gli porgeva con
fare invitante.
*
Arhelle
diede una gomitata all’amico non appena scorse Lilith
e Nihal che si dirigevano al tavolo di Grifondoro.
Incassando
il colpo, Etamin emise un gemito di dolore.
-
Ahia, Elle, sei completamente impazzita? –
-
Nascondi quella roba, stanno arrivando i nostri amati
Caposcuola – sussurrò, sorridendo poi
all’indirizzo dei nuovi arrivati, - Salve
ragazzi, come andiamo? –
Lilith
sorrise lievemente davanti a quel forzato tentativo di
distogliere la loro attenzione e impedire loro di notare Etamin che
faceva
scivolare dei fogli all’interno della tracolla.
Sarebbe
bastato solo quella furtività a destare sospetti, ma
se si aggiungeva la loro reputazione allora guai in vista era
praticamente un
messaggio urlato ai quattro venti.
-
Tutto bene, non è stato troppo duro come primo giorno. Il
vostro? –
-
Alla grande, è stato molto istruttivo … e non
abbiamo
combinato guai – replicò Etamin, alzando le mani
come a volersi mostrare
disarmato.
Non
l’aveva detto ma il tono era quello di chi avrebbe voluto
aggiungere un “non ancora” alla fine della frase.
Nihal
lo guardò dall’alto in basso, poco convinto.
-
Quindi quella roba che hai fatto sparire erano appunti delle
lezioni giusto? –
-
Quale roba? –
Ah,
tra lui e Leonys quella non era proprio giornata.
-
Et, ho già avuto a che fare con il “Leo
show” questo
pomeriggio quindi non cominciare anche tu. Fammi vedere quella roba
– ordinò,
tendendo una mano.
Con
lo sguardo da cucciolo bastonato, Etamin tentò
l’ultima
carta.
-
Se prometto che non accadrà nulla di male me li lasci
tenere? –
-
Non se ne parla proprio. –
-
Per favoooore – insistè, con un sorrisone gigante.
-
Et … -
-
D’accordo d’accordo -, sbuffò
rassegnato, - tieni razza di
dittatore. –
Arhelle
tuttavia era di altro avviso perché si sporse verso la
ragazza seduta a qualche posto di distanza e intenta a chiacchierare
con Kenna
per attirarne l’attenzione.
Coralie
le rivolse un’occhiata perplessa.
-
Che succede, Elle? –
-
Il tuo amichetto del cuore vuole rovinarci giorni di
progetti. Convincilo a sciogliersi un po’ –
replicò, ammiccando con una malizia
che fece arrossire leggermente la ragazza.
Tuttavia
si riprese in fretta e si sporse verso Nihal,
posandogli una mano sull’avambraccio e sorridendo solare.
-
Ni, non ti sembra di esagerare? Non hanno ancora fatto nulla
di male e poi potrebbero escogitare qualcosa ai danni dei Serpeverde
… sarebbe
divertente – concluse.
Sapeva
di stare giocando la carta vincente perché quella
piccola diatriba tra Case rivali sarebbe ricaduta sui Caposcuola verde
argento
e non certo su lui e Lilith.
-
D’accordo, hai ragione, sarebbe veramente divertente.
–
-
Specialmente se lo scherzo dovesse coinvolgere la Lestrange –
intervenne Lilith, facendoli scoppiare a ridere all’idea di
Beatrix Lestrange
coinvolta in qualche situazione imbarazzante che avrebbe guastato
quell’aria di
supponenza e presunzione di cui si circondava.
-
Mi avete convinto, non ostacolerò oltre il vostro genio
–
stabilì Nihal, riconsegnando loro le pergamene.
-
Bene, visto che ho fatto la mia magia, è il momento che vada
– asserì Coralie, alzandosi dalla tavolata sotto
lo sguardo sorpreso dell’amico.
-
Vai già via? –
-
Sì, ho promesso a Brandon che avrei passato un po’
di tempo
con lui prima del coprifuoco. –
-
Va bene, allora a domani – replicò Nihal,
l’espressione
vagamente delusa negli occhi azzurro cielo.
Il
ragazzo sentì su di sé lo sguardo inquisitore di
Kenna, ma
decise di far finta di nulla.
Non
sapeva neanche lui perché la cosa gli desse tanto
fastidio, figurarsi se poteva spiegare le sue motivazioni a qualcun
altro.
*
-
Mi sembri molto concentrata – considerò Genevieve
mentre
percorrevano la strada che le avrebbe portate alla torre di Grifondoro.
Kenna
allontanò una ciocca dal volto, portandola dietro
all’orecchio.
-
Stavo solo pensando a una cosa che è successa in Sala
Grande. –
-
E sarebbe? –
-
La reazione di Nihal quando Coralie ha detto che sarebbe
andata da Brandon. Non so … sembrava strano. –
-
È il suo migliore amico -, osservò la rossa, -
magari voleva
solo passare un po’ più di tempo con lei visto che
non si sono visti per tutta
l’estate. –
Kenna
annuì in silenzio.
Poteva
essere una motivazione sensata, ma la cosa la
insospettiva comunque e lei molto difficilmente sbagliava quando si
trattava di
giudicare le reazioni delle persone che la circondavano.
Tuttavia
le sue riflessioni vennero interrotte dalla sagoma di
un ragazzo che si aggirava per il loro piano.
-
Non sei un po’ lontano dai sotterranei, Jenkins? –
-
Sono stato costretto ad avventurarmi fin qui sopra, a quanto
pare la tua amica si è dimenticata del nostro turno di
ronda. –
Genevieve
imprecò sottovoce.
-
Hai ragione, mi era completamente passato di mente. –
Kenna
allungò una mano verso la borsa in pelle di drago,
togliendogliela dalla spalla, - Ci penso io a portarla dentro, non
preoccuparti. –
Venne
ricompensata da un sorriso solare dell’amica.
-
Sono pronta, possiamo andare – constatò Genevieve,
avvicinandosi al ragazzo.
Tuttavia
il Serpeverde continuava a fissare Kenna con uno
sguardo indecifrabile sul volto.
Non
che fosse una novità; Mordred Jenkins se ne stava spesso
sulle sue e capire cosa gli passasse per la testa non era affatto
facile.
-
Ce l’hai già un compagno per Pozioni? –
Sorpresa,
Kenna scosse la testa. – No, non ancora, perché?
–
-
Sei una delle migliori pozioniste del nostro anno, insieme
lavoreremmo bene. –
Era
una considerazione e non una richiesta, ma la ragazza
recepì in pieno il messaggio.
Mordred
era interessato a dimostrare di poter dare sempre il
meglio e Pozioni era una delle sue materie preferite, era
più che logico che le
chiedesse di collaborare.
-
Credo che si possa fare -, convenne, - ci vediamo domani a
lezione. –
Mordred
annuì, voltandosi poi verso il corridoio e riprendendo
a camminare, incurante di avere Genevieve al suo fianco.
La
rossa alzò gli occhi al cielo, sbuffando mentre incrociava
lo sguardo dell’amica.
Non
riusciva proprio a capire come facessero quei due a
intrattenere rapporti civili; Mordred Jenkins a lei dava il nervoso.
*
-
Ehi, Lu … cifer – aggiunse in fretta Beatrix,
ricordando all’ultimo
secondo l’odio incondizionato che il compagno di Casa provava
nei confronti di
diminutivi, vezzeggiativi e qualsiasi altra storpiatura del suo nome.
-
Sì? –
-
Sai già quando ci sarà la prima riunione del Club
dei
Pozionisti? –
Scosse
il capo, continuando a osservare le fiamme che
ondeggiavano nel caminetto.
-
Non ne ho idea, ma immagino che sarà entro la fine della
settimana. –
Annuì
in silenzio, attendendo finchè non fu chiaro che Lucifer
non avrebbe detto nient’altro.
Così
gli si avvicinò, arrischiandosi a domandare: - Sembri
preoccupato, c’è qualcosa che non va? –
Le
iridi color carbone incrociarono le sue castane con una
violenza e impeto che la fece trasalire.
La
furia lampeggiava in quegli occhi in modo tanto palese che
in quel momento non c’era il minimo dubbio sul fatto che lui
e Salazar fosse
zio e nipote.
-
Torni ancora su quella questione? Ti ho già detto che non ti
riguarda. –
Incrociando
le braccia al petto, gli rivolse uno sguardo
piccato.
-
Scusa tanto se mi preoccupo per un mio amico, non commetterò
più l’errore di preoccuparmi per te –
concluse, voltandogli le spalle e
raggiungendo la porta che conduceva al dormitorio femminile.
La
sbattè dietro di sé con impeto, facendo tremare
lo stipite.
Castiel,
appena rientrato dalla cena, fece capolino dal
passaggio segreto proprio in quel momento.
Il
rapporto che lo legava a Beatrix e Lucifer era nato al
primo anno e da allora non si erano più separati; per un
po’ di tempo lui e
Trix avevano anche intrattenuto una sorta di relazione ma avevano
infine capito
che tra di loro non poteva esserci altro se non amicizia.
-
Cosa le hai detto per farla infuriare in quel modo? –
-
Sono stato insopportabile -, ammise, - ma non voglio
coinvolgerla così come non voglio coinvolgere te. La mia
famiglia è già
abbastanza complicata e confusionaria senza che costringa qualcun altro
a fare
i conti con le nostre situazioni. –
-
Effettivamente non avete un carattere che può essere
definito propriamente “amabile”, ma dovresti sapere
che puoi fare affidamento
su me e Trix. –
Lucifer
annuì, l’espressione seria sul bel volto.
-
Lo so, mi fido di voi due. –
-
E noi ci fidiamo di te, è a questo che servono gli amici.
–
-
Credo che domani mattina le chiederò scusa –
annunciò.
Castiel
annuì. – Mi pare un’ottima scelta. E
adesso fanne una
ancora migliore e tira fuori quella bottiglia di vino elfico che
abbiamo
sgraffignato a tuo zio, ho voglia di farmi un goccio. –
Spazio
autrice:
Salve!
Come
promesso eccoci qui con il nuovo capitolo che presenta anche il resto
degli OC.
Ho dedicato un po’ più di spazio a coloro che
nello scorso capitolo non sono
comparsi per darvi modo di comprendere meglio le dinamiche che li
legano, ma
riequilibreremo il tutto nel prossimo capitolo.
Nel
prossimo capitolo troveremo tutti e 18 i personaggi della storia.
Nel
frattempo vi faccio due piccole domande:
-
Il
vostro OC fa parte del Club dei Pozionisti?
-
Il
vostro OC fa parte del Club dei Duellanti?
Per
ora è
tutto.
Al
prossimo aggiornamento.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary