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Autore: morganea    12/08/2017    7 recensioni
La Flash prende ispirazione da una frase che Black Star dice alla propria arma, che verrà ovviamente utilizzata in un contesto ed in un'occasione totalmente diversa e successivamente modificata e appunto adattata a mio gusto e fantasia!
«Se questo cielo oscuro sono io, allora le stelle scintillanti sono Tsubaki.»
Essendo in tema di stelle negli ultimi giorni, vista la ricorrenza di San Lorenzo, adorata personalmente da me, ho deciso di fondere le due cose.
I due si troveranno a guardare le stelle per un volere espresso chiaramente dalla ragazza. Quell'atmosfera piena di speranza, di magia, di verità e sintonia fra i due, porterà il nostro fantomatico Dio a fare un gesto che da tempo aspettava di compiere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Tsubaki, onestamente, cosa siamo venuti a fare qui?» Feci quella domanda curioso e volgendo gli occhi verso il viso etereo e terribilmente delicato della donna stesa di fianco a me, poi, misi le braccia dietro la testa, in modo da mantenerla rialzata.
«Sai, Black Star, semmai stanotte dovessi vedere una stella cadente un mio desiderio si avvererebbe, ed io devo assolutamente fare in modo che succeda!» Mi guardò come non mi aveva mai guardato, quello sguardo riuscì ad imbarazzarmi, tanto che fui costretto, io, il più veloce e forte della Shibusen a mollare la presa e volgere gli occhi per terra. Arrossii per la guardata che la mia arma ombra mi aveva riservato; uno sguardo fiducioso, pieno di speranza, orgoglioso di quello che sarebbe potuto succedere, che solo una donna vera ti porge in dono.
Mi ero ripromesso che mi sarei dichiarato al momento giusto, ma insomma, quale diavolo era il momento giusto?! Un Dio non dovrebbe di certo avere problemi con le ragazze no?!
«Cos’è che desideri Tsubaki?» lei riservò una risata, flebile, dolce, silenziosa, elegante, un ridere che mi sarei sognato ogni notte e che solo io avevo avuto l’onore di far riecheggiare nei miei timpani e nella mia anima.
«Black Star! Non si può dire a nessuno altrimenti non si avvererà mai!» Mi limitai ad annuire, e cercai di concentrarmi sul cielo, nonostante il volto ed il corpo armonioso della femmina che avevo accanto erano sicuramente uno spettacolo migliore da guardare.
Poi, continuò a parlare.
«Insomma, so che tu magari non hai nulla da fare qui, so benissimo che la stella sei tu, non… Non vorrei offenderti o annoiarti, ecco.»
Quelle parole mi fecero sorridere, poi, mi avvicinai di più a lei, e con il braccio rivolto verso il cielo, con l’indice sollevato, disegnai un grande cerchio, come a racchiudere tutto l’universo.
«L’universo è infinito, ed è un alternarsi di nero e di bianco. Il nero è il mistero, l’imprevedibilità, la grandezza. Il bianco è ciò che brilla, la parte più ridotta, ma che rende il nero così affascinante e bellissimo… Se io sono quel cielo nero, tu sei le stelle luminose Tsubaki
In quell’esatto momento vidi una specie di linea velocissima tagliare come in due il cielo, era quella, la stella cadente.
Mi aspettavo che urlasse di gioia o che quantomeno sorridesse, battesse le mani, invece, quando mi voltai verso di lei, mi stava fissando, i suoi occhi erano lucidi, le sue labbra tremanti, era quasi sul punto di piangere.
Quello era il momento giusto. Ero l’ultimo superstite del Clan della stella, ero un assassino, non avevo paura di nulla, tranne di un rifiuto dalla persona che amavo.
Socchiusi le labbra e lentamente, mi avvicinai a quei due petali di camelia, e li accarezzai con tutta la sicurezza che celavo nella mia anima.
Con le lacrime salate che solcavano le sue guance, e che di conseguenza, si intrufolavano spesso e volentieri all’interno del nostro intimo e casto bacio, mi mise le braccia al collo.
«Il mio desiderio è diventato realtà, Black Star.»
«Tsubaki, che ti aspettavi? Del resto, io sono un Dio.»

 
   
 
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