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Autore: hinata93    12/08/2017    6 recensioni
Questa non è la solita ff. è una ruolata.
Cos'è una ruolata? Vienilo a scoprire leggendo questa strana storia.
Un sunto veloce. Cosa sarebbe successo se Krypton non fosse esploso e se Lena fosse la principessa di Daxam?
Come reagirà Kara? Come si intersecheranno i loro destini?
Angst? Fluff? Erotico? Questo lo potrete vedere solo se continuerete a seguire con noi questa fantastica avventura.
Genere: Angst, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor, Mon-El, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Buon giorno popolo di Efp. Oggi vi posto qualcosa di diverso. Fondamentalmente questa non è una semplice fan fiction. E' una ruolata. Cosa è una ruolata? Semplice, io e una mia amica, DarkJessy94 abbiamo creato, un po' per gioco Kara e Lena e, sempre per gioco, abbiamo iniziato a scrivere una storia in botta e risposta.
Io in particolare scrivo le parti di Lena mentre lei scrive Kara.
Ovviamente vi sono delle differenze tra una ff normale ed una ruolata perché fonamentalmente io ho potere su Lena (e qualche altro personaggio che vedrete più avanti) e quindi ciò genera una serie di scelte diverse. Per farvi capire in alcuni casi io avrei risposto diversamente con Kara rispetto alla mia collega ma, proprio la sua risposta, ha generato delle svolte inaspettate nella storia. Diciamo che è più dinamica la cosa.
Ora che vi ho spiegato per sommi capi che cosa è questa storia vi lascio alla lettura. Sarei onorata se decideste di darci dei pareri.
Grazie. Hinata93.

Kara: *Insieme al gruppo di ricognizione kryptoniano, Kara si trovava molto vicina alla capitale di Daxam. La missione era semplice: contare da lontano in modo approssimativo quanti uomini e astronavi possedeva Daxam. Erano in periodo di guerra e la tensione insieme all'ansia divoravano Kara. Dovevano giocare di astuzia, perché non possedevano purtroppo le stesse risorse del loro nemico. Avvolta in una stoffa color sabbia per riparare il viso dalle piccole tempeste desertiche che avevano incontrato, teneva nascosto il resto della divisa kryptoniana da combattimento degli El per non farsi riconoscere.* 
Ma guarda un po' qui chi c'è *la voce di un uomo sconosciuto interruppe la riflessione di Kara, che si girò per vedere chi fosse l'estraneo. Purtroppo non era da solo. Era insieme ad altri cinque uomini e puntarono già i fucili laser nella loro direzione. Erano finiti in un'imboscata. Non poterono che alzare le mani per arrendersi.

Sul tardi Kara aveva scoperto che erano finiti nelle mani di un gruppo di schiavisti e mercenari diretti alla capitale per vendere la loro merce. Quando il capo di quella spedizione si premurò di denudarli per capire a quanto potesse venderli, si fermò di colpo appena vide il simbolo degli El sul petto di Kara. Aveva capito che avrebbe potuto diventare ricco vendendola non al mercato, ma bensì ai reali di Daxam. Era un prigioniero di guerra legato alla famiglia al comando di Krypton, avrebbe fatto una fortuna. 

L'uomo dopo vari ordini gridati ai suoi uomini, prese Kara e la trascinò con sé per andare al luogo prestabilito, ovvero il palazzo reale.*

Lena: *Quando le giunse la notizia Lena non poté che ghignare soddisfatta.

Che giornata fortunata, i mercenari erano riusciti a catturare Kara della famiglia reale degli El. * Portatela nelle prigioni* Disse al capo delle guardie.* E assicuratevi di dare una lauta ricompensa ai venditori, hanno fatto un ottimo lavoro* disse.

Decisa a far attendere la ragazza un po', giusto per farla innervosire, Lena si diresse verso la sala reale. Ci vide Rhea, la sua madrina, e suo figlio Mon El, il legittimo erede al trono.

Si inchinò leggermente a Rhea mostrandole il suo rispetto, prima di sedersi nel trono accanto a lei.* Mia signora, mi è arrivata la voce che i mercenari abbiano catturato una piccola combriccola Kryptoniana venuta a spiarci. E insieme a loro è stata presa l'erede di Zor-El, Kara Zor-El. Ho già predisposto che venisse portata nelle carceri e più tardi andrò a farle una piccola visita per mostrare loro com'è l'ospitalità Daxamita.*

Le due donne sorrisero malignamente prima di continuare a prendersi cura del loro regno.

Lena ne era consapevole, non era l'erede del trono di Daxam, ma sapeva anche che Rhea (e con essa tutto il regno) pensava che fosse lei colei che avrebbe riportato allo splendore il regno. Mon-El era solo un fantoccio da raggirare.

Qualche ora dopo Lena decise di aver fatto aspettare abbastanza la ragazza Kryptoniana* Portatemi alle prigioni* Disse alle sue guardie.

Una volta giunta nelle prigioni non poté che storcere il naso alla puzza di muffa che sentiva. Non era il luogo ideale per una reale ma dovette ammettere che era perfetto per un Kryptoniano.* I vermi alla terra* Ridacchiò prima di varcare la porta con aria superiore.*

Spero che tu ti sia trovata bene, Kara Zor-El di Krypton, spero che le mie guardie non ti abbiano fatto mancare nulla.* Ghignò soddisfatta nel vedere la ragazza.

Incrociò le braccia al petto prima di far segno ad una delle sue guardie che costrinsero la ragazza ad inchinarsi in segno di rispetto.*

Dev'essere difficile inginocchiarsi con quella gonna così corta, kryptoniana.*

Rise malignamente godendosi la faccia della ragazza.

Sollevò un sopracciglio soddisfatta quando fu messa ai suoi piedi.*

Kara Kara Kara... cosa dovrei fare con te? Potrei usarti come merce di scambio oppure... non saprei, potrei ucciderti ora.* Si morse il labbro.*

Voi Kryptoniani vi credete così intelligenti e mandate una reale in avanscoperta? Che ci facevi sul mio pianeta?
*Si avvicinò prendendo in mano una ciocca dei capelli di Kara e giocandoci.*

Che cosa cerchi dal mio popolo? *Fece scorrere il dito indice lungo la guancia di Kara costringendola ad alzare il mento e a guardarla negli occhi.

Lena ghignò soddisfatta nel vedere lo sguardo della ragazza.

Rimase leggermente sopraffatta dal celeste puro dei suoi occhi ma decise di non pensarci.* Sai, sto pensando di prenderti come mia schiava, sarà divertente togliere l'arroganza da quegli occhi* Ghignò nel suo orecchio*

Kara: *La paura percorse Kara quando si rese conto di dove l'uomo la stava trascinando. Quante possibilità avrebbe avuto adesso di scappare? Pari a zero. Tutto sembrava un incubo quando si ritrovò a contemplare i muri delle segrete dove l'avevano portata, spintonandola come se fosse un animale da soma. La puzza di stantio e muffa le riempiva le narici, costringendola a respirare lentamente, anche se il cuore le galoppava in petto. Le guardie daxamiti non l'avevano neanche legata e sogghignavano soddisfatti, considerandola non un pericolo, anche se erano armate. Nessuna di loro proferì parola, quando dopo una mezz'ora Kara iniziò a fare domande a causa del nervoso* Allora?! Stiamo qui a fare cosa? *sbottò irata, ma in cambio una delle guardie invece di rispondere, alzò il fucile che aveva in mano, puntandola. Kara agitò le mani in segno di resa e serrò la mascella spaventata. Si mise in un angolo della stanza, ormai rassegnata, e aspettò ignara di chi sarebbe venuto a "trovarla".

Passarono delle ore e le gambe iniziarono a dolerle, ma ogni volta che provava a chinarsi per riposare, una guardia la intimava di alzarsi.

"per Rao... sono appena finita in un incubo" pensò, cercando di trovare conforto almeno appoggiandosi al muro, sporcando ovviamente il mantello rosso del suo bellissimo costume kryptoniano.

Le parve di sentire dei passi e né fu certa quando udì chiaramente la voce di una donna. Non capì cosa disse, ma percepì la risata fare eco. Si ritrovò davanti una ragazza vestita di rosso, la pelle pallida che si scontrava con la vivacità di quel colore e le labbra dipinte dello stesso. Quando una delle guardie le ordinò di inginocchiarsi, era stranamente quello che più desiderava in quel momento per via della stanchezza, ma allo stesso tempo scosse la testa, indignata da se stessa e da ciò che stava facendo davanti a quella donna. Alla frase proferita, un rossore colorò fortemente le guance di Kara, mentre la rabbia si impadronì di nuovo di lei, divorandola dall'interno. Tenne la bocca chiusa, ascoltando le sue parole senza rispondo alle sue domande. Non voleva darle nessuna soddisfazione. La daxamita non sapeva neanche che su Krypton non vigeva più la monarchia già da parecchio tempo. Erano davvero considerati reali solo perché faceva parte della famiglia che governava? Quanta ignoranza... L'ambiguità delle carezze che la donna in rosso le stava lasciando, diedero vita ad una certa perplessità nella mente di Kara. Stava decidendo per quale sorte? Poteva avere ancora un futuro? L'unica risposta che aleggiava nella sua testa era un secco no.

Quando fu costretta ad alzare il viso, corrucciò la fronte, perdendosi in quel profondo verde che per la prima volta.

All'ultima frase non riuscì più a resistere e il gesto fu dettato dall'istinto, probabilmente fu come condannarsi da sola. Appena la donna si allontanò dal suo orecchio, non poté che espellere con forza dalla bocca un getto di saliva che la prese in piena faccia. Fu il momento più soddisfacente della sua vita, ma le sarebbe costato a caro prezzo, anche se il sorriso non lasciò il suo volto. *

Lena: *Il volto le si aprì in una smorfia di disgusto. Lena si asciugò la saliva dal volto* Hai carattere. *Disse prima di darle uno schiaffo sul volto* Ma questo carattere ti porterà a morte certa.* Le prese il volto ponendolo vicinissimo al suo* Fallo ancora una volta e mi assicurerò di ucciderti io stessa. Ci siamo capite, Kryptoniana?.* Lasciò il volto della bionda spingendola e facendola cadere all'indietro. La fissò con aria da superiore.* Vedremo se sopo una notte di digiuno avrai ancora questa arroganza in faccia.* Le disse sollevando il sopracciglio.* GUARDIE! *Urlò. Non appena la porta si aprì Lena osservò per l'ultima volta la ragazza ancora stesa a terra e si morse il labbo.* Ci vediamo domani, Kryptoniana. Ho bisogno di cenare, penso che oggi mangerò per due persone, peccato che tu non possa raggiungermi.* Rise alla sua stessa frase prima di uscire dalla stanza.

Poco fuori la cella si rivolse verso le guardie* Assicuratevi che oggi non mangi. La voglio trovare domani pulita nelle mie stanze alle nove in punto, sono stata chiara?* Disse e si ritenette soddisfatta solo quando le guardie annuirono.

Quella sera cenò con Rhea e suo figlio.* Sai, madrina, penso che prenderò la Kryptoniana come mia schiava. Voglio vederla inginocchiarsi per me e toglierle quello sguardo arrogante dal volto. Penso che sarà divertente.*

Rise insieme a Rhea mentre fissò Mon-El che mangiava la sua cena senza interessarsi molto della conversazione. Ribollì di rabbia al pensiero che lui era l'erede al trono legittimo mentre lei sarebbe rimasta sempre in secondo piano.

Non potendo uccidere l'erede, ancora, Lena si fece da parte e continuò a mangiare la sua cena contenta.

Una volta nelle sue stanze, pronta per il sonno, Lena si rivolse verso la sua ancella, una ragazza proveniente da Verrun.* Da domani non mi serviranno più i tuoi servigi. Ho predisposto che tu vada a lavorare nelle cucine.* Disse cacciandola con la mano.

Una volta a letto sorrise a se stessa pensando ai modi per torturare la bionda che aveva osato sfidarla. La guerra tra Krypton e Daxam era ancora aperta e lei l'avrebbe fatta finire. Avrebbe fatto inginocchiare Kara davanti a tutti. Tutti avrebbero visto la supremazia di Daxam.*

Kara: *il calore provocatole dallo schiaffo, si diffuse sulla guancia, arrossandola. Era stato talmente forte che Kara sentiva un incessante pulsare anche alla tempia. Cadde a terra, tenendosi la parte colpita con la mano, mentre la donna si vantava della cena che avrebbe avuto quella sera. La donna in rosso sarebbe stata nei giorni successivi il suo incubo peggiore e Kara aveva semplicemente alimentato quella fiamma d'odio che già provavano incondizionatamente essendo nemiche per "natura". L'unico sollievo fu la chiusura della cella e Kara rimase da sola, rannicchiata in un angolo polveroso e sporco di essa. Aveva cercato di dormire, ma il suo stomaco continuava a brontolare, accompagnato dalla bocca secca e arida come quelle lande di sabbia del deserto che aveva attraversato per giorni, fino ad arrivare ai pressi della capitale e fallire miseramente la missione.

"sei solo una stupida inesperta e inutile ragazzina" pensò fra sé e sé e continuò a insultarsi da sola, finché le prime luci rosse dell'alba non illuminarono la cella da una fessura vicino al soffitto. Non era riuscita a riposare e le occhiaie cerchiavano i suoi occhi. Aveva bisogno almeno di bere se voleva sopravvivere, perché anche nei giorni precedenti la scorta d'acqua del gruppo di ricognizione stava finendo e dovettero razionare la rimanente. Sentì aprire la porta della cella e Kara alzò la testa debolmente, osservando una delle guardie del giorno prima. Aveva una caraffa d'acqua in una mano e un sorriso sadico accompagnava il suo viso* Vuoi bere vero? *chiese con voce perversa e Kara deglutì, spaventata. Le tese la caraffa, ma quando Kara allungò la mano per prenderla la tirò indietro* Ah... dimenticavo questo *si portò il contenitore al viso e sputò al suo interno. Kara storse il naso, schifata dal gesto dell'uomo* Questo è per la mia signora. *disse prima di uscire, posando la caraffa sul pavimento al fianco di Kara. Imprecò, non poté che imprecare. Era nei guai fino al collo e chissà quanto sarebbe riuscita a sopravvivere in quelle condizioni. Avrebbe dovuto bere quell'acqua? E se non l'avesse fatto, quando le sarebbe capitata di nuovo l'occasione di ricevere qualcosa?

Non lo fece. Era passata mezz'ora e sentì di nuovo il rumore delle chiavi aprire la porta della cella. Questa volta era un'altra guardia che non aveva mai visto prima. Era abbastanza giovane, ma lo sguardo serio vigeva sul suo viso. La prese di peso alzandola in piedi e la scortò rudemente nell'alloggio della servitù, dove fu affidata ad una donna poco più grande di lei.* E così tu sei la nuova arrivata. Kryptoniana... *constatò* Non so se considerarti fortunata. La principessina ha messo gli occhi su di te *continuò il suo dialogo, portandola in una stanza con una vasca già pronta dove l'avrebbe aiutata a darsi una ripulita.* Vuole che il suo nuovo giocattolino sia ben pulito e profumato. Anche io sono stata per un periodo di tempo uno dei suoi tanti giocattoli. Quando si è stancata, sono stata assegnata alla sartoria del palazzo. Ma per te che sei kryptoniana non saprei... potrebbe ucciderti appena si stancherà di te, quindi ti toccherà mantenere vivo il suo interesse *Kara stava cercando di seguire il discorso che la donna le stava facendo, ma quando la vide riempire un secchio d'acqua, glielo strappò letteralmente dalle mani e trangugiò completamente il contenuto del secchio. Un sospiro di sollievo lasciò la sua bocca e guardò la donna questa volta con tutta l'attenzione del mondo. Aveva dei capelli neri ondulati fino alle spalle, la pelle imbrunita dal sole e gli occhi grigi ad accompagnare il tutto, in completo contrasto con la carnagione. Le raccontò per sommi capi cosa era accaduto nella sua cella il giorno prima e la mora scoppiò a ridere, dicendole che se l'era cercata. Per quanto avrebbe voluto darle torto, era vero. Era colpa sua se si trovava in quella situazione. Il bagno procedette velocemente e le lavò i capelli, spazzolandoli minuziosamente e asciugandoli. Ondulati, caddero sulle sue spalle, di un biondo splendente quasi di luce propria. Essendo la daxamita una sarta, le fece indossare un vestito semplice. Era bianco, la stoffa leggera e fresca per le temperature abbastanza alte del pianeta durante il giorno. Alcune parti del vestito erano come se fosse un velo che lasciava trasparire la pelle al di sotto, creando fantasie lungo la parte alta del petto. Alla vita il vestito si stringeva in una fascia estetica dorata e non aveva altro a caratterizzare la particolarità di quel capo. Non sembrava neanche molto daxamita, visto che rispecchiava i canoni di moda kryptoniani alla perfezione. Fu una cosa che la lasciò abbastanza stupita. La ragazza si premurò di sistemarle anche il viso, applicando qualcosa per sistemare un po' le occhiaie della nottata precedente e quando fu pronta, le augurò buona fortuna. Fuori dalla stanza, la guardia aspettava la sua uscita. Si sentì come se fosse accompagnata al patibolo per essere processata. Più salivano le scale e più lusso si percepiva. Le aree del palazzo erano estese in enormi spazi che Kara non poteva avere su Krypton. Si rese conto di quanto erano differenti sia a livello tecnologico che socialmente culturale. Argo city, la città dove viveva, era strutturata in enormi edifici fatti di appartamenti che tendevano ad essere identici gli uni agli altri, ottimizzando gli spazi per contenerli tutti in un ambiente urbano e tecnologicamente avanzato, il tutto chiuso in una bolla di difesa che proteggeva la città fatta. Invece quel palazzo era... antico? Non sapeva come definirlo, se non di un'era antecedente a quella kryptoniana. La guardia si fermò davanti a una porta, bussando ad essa, e aspettò la risposta che non tardò ad arrivare.*

Lena: *Posò il libro sul comodino più vicino. Si voltò verso la porta ordinando alla guardia di entrare.

Quando furono dentro Lena cacciò velocemente la guardia fissando la nuova ragazza* Non male.* Disse girandole attorno e squadrandola.

Era bella, veramente bella. La sua pelle bianca e liscia sembrava risplendere a contatto con l'abito. Gli occhi, azzurrissimi, vagavano per la stanza irrequieti forse in cerca di un modo per fuggire. Inspirò un po' dell'odore rimanendone subito sopraffatta. Le piaceva questa ragazza, era bella. Rise internamente al pensiero di costringerla a seguire i suoi ordini da brava schiava. Una Kryptoniana, della famiglia reale per di più era la sua schiava. Toccò un lembo del vestito e si morse il labbro sogghignando al tatto. Era liscio e morbido, probabilmente seta. Prese una ciocca di capelli di Kara raggirandola tra le dita. Li fece scorrere lungo la spalla sinistra di Kara e tracciò con il dito la giugulare destra. Sorrise nel sentire la pelle d'oca della ragazza.

I suoi occhi si posarono su un piatto di frutta che si era fatta portare appositamente per la giovane e si diresse verso di questa* Immagino tu abbia fame, Kryptoniana. Tieni, mangia. Avrai bisogno di forze per adempiere ai miei ordini.* Le passò il piatto contenente la frutta. Sollevò il sopracciglio nel vederla avere a che fare con il cibo.* Sai come mangiare la frutta stupida Kryptoniana?* Le chiese esasperata. Non era possibile che facessero così tanto i superiori per poi perdersi in sciocchezze come queste*

Kara: *Entrò timidamente nella stanza e fu catturata dalla vista che le si parò davanti. Era una stanza lussureggiante illuminata dalle ampie finestre che davano su tutta la città. L'agitazione iniziò a divorarla quando incrociò quegli occhi tanto odiati che analizzarono la sua figura senza esitazione. Mentre la principessa di Daxam le girava intorno come un predatore, cercò di cogliere i dettagli che potevano esserle utili per un possibile piano di fuga. Sì, avrebbe voluto scappare, ma pensandoci non sarebbe andata lontano non conoscendo il palazzo. C'era un'altra porta oltre quella dove era entrata e uno scaffale pieno di libri. Quest'ultima cosa la incuriosì particolarmente, i daxamiti scrivevano che tipo di storie? Tremò visibilmente quando la donna sfiorò la sua pelle e deglutì, cercando di tenere lo sguardo alto.

Quando la vide allontanarsi da lei per andare verso il piatto di frutta, un certo languore provenne dal suo stomaco. Prese il piatto che le diede, aveva veramente moltissima fame, ma si ritrovò a bloccarsi. Erano frutti che non aveva mai visto prima, considerando il fatto che non ne mangiavano e non ne coltivavano. Si ritrovò per la prima volta veramente a disagio nel non conoscere qualcosa che per loro doveva essere semplice. Aprì la bocca e poi la richiuse, cercando di trovare le parole giuste* Noi... i nostri pasti sono prodotti sinteticamente nei laboratori kryptoniani per soddisfare solo il fabbisogno energetico quotidiano. Non abbiamo una terra adatta per coltivare frutta e cose di questo genere, quindi produciamo pasti adatti a soddisfare solo il bisogno primario per sopravvivere. Io non l'avevo mai vista prima d'ora *prese una bacca rotonda violacea e la osservò, tastandola lievemente per sentire la consistenza. Altri frutti invece erano ruvidi e dovevano essere probabilmente sbucciati* oh questo l'ho visto nel deserto *disse la kryptoniana, indicando un frutto molto allungato color verde. Alzò lo sguardo osservando la reazione della mora e si corrucciò lievemente, sperando piuttosto che la aiutasse, anche se sembrava stesse pensando. Probabilmente pensava a quanto fosse inutile la bionda che aveva deciso di prendere come schiava. Portò poi la bacca alla bocca e la assaggiò. Gli occhi della bionda si spalancarono di meraviglia, mentre le papille gustative stavano impazzendo. Era la prima volta che assaggiava qualcosa che avesse un sapore e la dolcezza di quella bacca dal retrogusto lievemente aspro la lasciò scossa. Era come se avesse iniziato a vivere la sua vita per la prima volta e gli occhi si illuminarono di un blu acceso vivace, mugugnando un verso di approvazione*

Lena: *Alla reazione della bionda Lena rise. Non rideva così da bambina forse. La ragazza, così tanto arrogante e saccente, sembrava una bambina catturata a mangiare la sua prima caramella. Vide i suoi occhi illuminarsi di gioia e non poté che sorridere alla visione.La studiò con curiosità mentre la vide gustarsi la bacca e riprese subito il suo sguardo austero. Non poteva lasciarsi intenerire da una stupida Kryptoniana.* Dammi qua. * Le disse prendendo il piatto. Lo sistemò sul tavolino da caffè e prese un coltello. Iniziò a sbucciare il frutto rosso. Lo tagliò in piccoli tocchetti che mise al bordo del piatto. Prese poi il frutto giallo e le insegnò come tagliare anche questo. Fece delle piccole rondelle e mise anche quest'ultimo a bordo del piatto. Quando finì di tagliare tutti i frutti, passò il piatto alla ragazza.* Ora sai come si tagliano. E ricorda, sei tu che devi servire me, non il contrario. *Disse austera. Riprese il libro e si sedette sulla scrivania ma, senza farsi scoprire, osservò le reazioni della bionda ad ogni nuovo frutto. La vide fare uno sguardo di assoluta meraviglia ogni volta che assaggiava qualcosa di diverso. Si morse il labbro per trattenere un sorriso quando la vide arricciare il naso all'asprezza dell'agrume giallo e sorridere mentre assaggiava la bacca verde. Voleva dirle i nomi, ma pensò fosse più divertente farglieli scoprire. Non riuscì più a trattenersi e poggiò il libro sulla scrivania. Si sistemò in maniera tale da poggiare il viso sulla mano destra e guardò la ragazza.* Ok devo chiedertelo, di che cosa sa il vostro cibo? E dove sono i terreni per coltivarlo? Rhea mi ha sempre detto che siete degli arroganti e saccenti tuttologi e che vi credete di essere superiori a tutti ma tu mi sembri più una bambina in questo momento. Non riesco a vedere nessun tipo di arroganza in te quindi devo chiedertelo. Parlami di Krypton. *Le chiese incuriosita. Non riusciva a capire come questa ragazza provenisse da quel mondo così diverso dal suo e sembrasse così diversa dagli standard che le erano stati proposti.

Voleva conoscere tutto di quel mondo così diverso.

Rhea glielo diceva sempre che era troppo curiosa ma lei ne era contenta. Voleva conoscere, voleva sapere, odiava vivere nell'ignoranza come suo cugino Mon-El che era felice se si svegliava con cibo e donne ogni giorno.*

Per i tuoi compiti ne parliamo più tardi. Ora siediti e parlami di Krypton.* Le disse facendole segno di sedersi sulla sedia che aveva di fronte a se.*

Kara: *Sentì la risata della principessa e alzò i suoi gli occhi blu per un attimo e dopo li riabbassò, riosservando la bacca che aveva appena morso. Ne studiò i colori e le striature, poi finì di mangiarla. La sua attenzione andò di nuovo alla principessa che le tolse il piatto dalle mani e Kara non poté che sorridere, mentre le tagliava la frutta. La principessa daxamita che continuava a vivere dando ordini ai suoi schiavi, si stava mostrando clemente nei suoi confronti? 

Quando finì di tagliare la frutta, Kara dovette trattenere la soddisfazione di averla vista in quel modo, anche perché come aveva detto la principessa, non poteva dimenticare chi era la schiava in quel regno. Serrò le labbra, mordendosi infine il labbro inferiore e studiò i vari pezzettini di frutta, non sapendo da dove iniziare. Assaggiò tutto con estrema calma e quando arrivò all'agrume, lo avvicinò al viso. Era come se la polpa forse formata da piccole cellette e si accigliò. Quando lo mangiò, arricciò il naso e rivolse uno sguardo alla nobile, osservando la sua reazione divertita dietro il libro. Le rivolse un'espressione buffa e poi mangiò la bacca verde, sperando fosse migliore. Era dolce come aveva sperato e sospirò di beatitudine. Forse aveva trovato il suo frutto preferito.

La richiesta improvvisa della mora, le fece inclinare la testa sorpresa. Non pensava di essere riuscita a suscitarle abbastanza curiosità da farle perdere il suo tempo. Andò a sedersi dove le aveva indicato la principessa, posando il piattino con la frutta sulle proprie cosce e per la prima volta si ritrovò a guardarla, provando una certa tranquillità per l'ambiente che si era creato tra loro in quel momento. Si inumidì le labbra e schioccò la lingua sotto il palato prima di iniziare a parlare del suo pianeta valutando per bene cosa dirle e cosa non dirle* Come già ti ho detto, noi kryptoniani creiamo il nostri pasti in laboratorio. La consistenza a volte cambia, ma il gusto... *scosse la testa* è come mangiare qualcosa che relativamente non sa di niente. Per esempio pensa se questa bacca non avesse sapore. Sai che è formata da acqua per la maggior parte e quando andrai a morderla sentirai la lingua bagnata, ma senza cogliere altro. Non abbiamo terreni su cui coltivare, la nostra terra non è più fertile da molto tempo. Raramente si trovano alcuni frutti selvatici che di solito non mangiamo. E alcune piante per noi velenose, vengono mangiate dalle creature che vivono fuori dalla nostra città. Dove vivevo... Argo City, non so se te ne hanno parlato, è la seconda città più grande dopo Kandor che è la capitale. Essa è completamente avvolta da una cupola protettiva. Per quanto vasta, mi sono sempre sentita come in una gabbia e di solito andavo alla "libreria" di Argo City per perdermi nelle informazioni e racconti sull'universo e sulle altre culture, sulle cose al di fuori dalla società di Krypton. In realtà non è propriamente giusto chiamarla libreria, ma è un database di informazioni. Tu puoi dire all'intelligenza robotica cosa stai cercando. Tramite la parola cercata, escono tutte le informazioni che il database kryptoniano contiene su di essa e ogni volta che qualcuno di noi scopre qualcosa di nuovo, aggiorniamo il database, condividendo la nostra conoscenza con tutta la società.

Comunque tutta questa... autonomia robotica... Ci ha reso deboli. I daxamiti invece cercano di sopravvivere ogni giorno perché c'è disparità con i ruoli sociali. I kryptoniani tendono invece a trattare tutti in modo uguale. Se mancano dei ruoli lavorativi, allora vengono clonati bambini con dei parametri specifici, in modo che in società dovranno adempiere a quel ruolo. Io per esempio secondo mia madre, ero nata per diventare una scienziata. Ma detto tra noi, non penso di esserne stata mai all'altezza. *concluse con tono scherzoso, mangiando un'altra bacca dal piattino e guardando gli occhi della ragazza che aveva di fronte, poi la sua curiosità la portò ad osservare il libro che stava leggendo* E voi Daxamiti invece? Come è basata la vostra cultura e la vostra conoscenza. Non pensavo che vi basavate ancora sull'uso della carta, lo trovo stranamente... *gli occhi della kryptoniana si posarono sulla figura della principessa, prima di concludere la frase* ...affascinante. *schiuse le labbra, rivolgendole un sorriso timido* s-spero di non aver divagato troppo mentre parlavo. E' che c'è tanto da raccontare *trovò a giustificarsi perché si era trovata a parlare molto, senza tener conto della sua interlocutrice*

Lena: *Lena la fissò sconcertata* 
Parli... molto.* Disse quasi sorpresa.* Sapevo che i Kryptoniani fossero loquaci ma non mi aspettavo così tanto.*

Si sollevò in piedi andando verso la libreria. Ripose il suo libro prima di decidere cosa dirle. Non poteva lasciarsi sfuggire più del necessario, doveva evitare di darle informazioni importanti. I loro popoli erano in guerra e presto qualcuno sarebbe venuto a reclamarla.

Pensierosamente si sedette sulla sedia davanti la bionda.* Il nostro popolo?* Si chiese stranita, non sapeva proprio che dirle* Beh, prima di tutto abbiamo il cibo... come cibo vero* Sollevò il sopracciglio ridacchiando* Cibo con sapore. Come carne, verdure, dolci.* Pensò ai dolci e sorrise, non vedeva l'ora di fargliene provare uno. Sbatté gli occhi sorpresa al suo stesso pensiero. Perché voleva far provare qualcosa alla sua schiava? Le cose non dovevano andare così, Lena non doveva affezionarsi ad una stupida Kryptoniana.* Ma non penso di doverti spiegare io le cose. Le scoprirai con il tempo. Ora piuttosto, devi imparare quali sono i tuoi compiti.

*Si alzò dalla sedia ed iniziò ad andare su e giù per la stanza. *

Prima di tutto ti voglio nella mia stanza ogni giorno all'alba. E voglio che tu mi porti la colazione e il cambio di abiti del giorno. Dovrai anche pettinarmi i capelli, lavare le mie robe, occuparti dei miei Wlok, ripulire la stanza e fare tante altre cose. * Andò dietro di lei sogghignando.* Inoltre pretendo di vederti nei tuoi abiti Kryptoniani quando sei al mio servizio.* Prese i capelli e se li fece scivolare tra le dita.* E i capelli devono essere sciolti.* Si abbassò verso di lei portando le sue labbra al livello dell'orecchio della ragazza.* Hai capito tutto?* Le sussurrò mordicchiando leggermente il lobo per vedere la reazione della ragazza. Si stava divertendo troppo a sfotterla. Era la sua schiava e poteva farle tutto quello che voleva.

E in questo momento voleva solo farla pregare di farla sua. Strinse gli occhi e ghignò alla nuova idea che le stava venendo in mente prima di allontanarsi da lei.*

Kara: *La bionda si morse le labbra, cercando di stare in silenzio. Si chiedeva se la principessa avrebbe risposto a qualche domanda da lei fatta in modo soddisfacente o l'avrebbe considerato futile. La osservò posare il libro e chiuse appena gli occhi, scrutandone il gesto con non indifferenza. Non voleva parlare di cosa leggeva, suppose. Kara appuntò mentalmente questa informazione. Quando ritornò a sedersi di fronte a lei, le rivolse tutta l'attenzione e inclinò la testa alla parola "dolci". Cos'erano? Fece per aprire bocca e chiederglielo, ma la richiuse perché la daxamita la precedette. Ed ecco che aveva riportato la kryptoniana alla realtà. Schiava della principessa daxamita, avrebbe dovuto cercare di resistere e sopravvivere ai compiti ordinati arrogantemente dalla bocca di quella donna. Avrebbe dovuto fare cose che non aveva mai fatto in vita sua e doveva imparare a farle il prima possibile. La richiesta in abiti kryptoniani... Fremette alla vicinanza improvvisa e il respiro caldo colpì il suo orecchio. Cos'era l'altra sensazione che provò al suo insolito gesto? Fastidio... Kara sentiva ribollire il sangue caldamente, imbarazzandosi e arrabbiandosi per il gesto della principessa. Serrò la mascella e chiuse le mani a pugno, sbiancando le nocche per la pressione esercitata.* Bene *disse. Il tono neutrale accompagnò la sua risposta* Non vedo l'ora di servirvi principessa. Non vedo l'ora di sporcare il nome della mia famiglia, indossando l'abito della mia casata. Non vedo l'ora di strisciare ai vostri piedi come un verme, principessa. Se è questa la definizione della vostra felicità, la soddisfazione di una donna che non conosce neanche il popolo di cui è al comando. Sarà un piacere essere al servizio di una donna come voi, principessa Gand. *Kara non era riuscita a trattenere le insinuazioni, dopo che aveva parlato molti minuti di Krypton. L'insoddisfazione delle risposte e il comportamento della daxamita, accompagnarono le sue parole dettate dall'irrazionalità. Dalla voglia di non essere del tutto pienamente prostrata e di volerla continuare a rendere consapevole di ciò che pensava.*

Lena: *Sussultò alle parole della ragazza. Sembrava più austera della giovane che aveva visto pochi minuti prima.

Infastidita dalle sue parole e dalle insinuazioni si allontanò da lei quasi scottata. Camminò su e giù per la stanza selezionando il modo migliore per rispondere.* Lena. Il mio nome è Lena. Non sono la principessa Gand. Il re e la regina non sono i miei veri genitori.* Disse tagliente prima di posizionarsi davanti a lei. Le prese il mento costringendola a guardarla intensamente* E non osare più di rivolgerti con quella voce a me. Sei la mia schiava. Non ti è permesso oppure ti ucciderò con le mie stesse mani.* Lasciò il mento della ragazza prima di volgersi verso l'enorme finestra che dava sul cortile.

Vide Mon-El che si stava allenando con la spada deridendo il giovane servo che correva da una parte all'altra mentre lui lo attaccava. Che cosa stava facendo? Lei non era come lui. Lei non era arrogante e spocchiosa come il ragazzo.

Perché la sola presenza della giovane riusciva a farla impazzire e diventare ciò che non era mai stata?*

Mi dispiace.

*Sussurrò in silenzio, conscia che la ragazza l'avrebbe sentita anche se il tono era basso.*

Non volevo scattare su di te. E' che...* Si fermò non sapendo come continuare il discorso. Non poteva darle alcuno spiraglio.

Non poteva stringere alcun tipo di rapporto con lei. Era una Kryptoniana, per l'amor del cielo! Doveva usarla, rovinarla e ucciderla.

Doveva... ma perché non vi riusciva?

Si sentiva stranamente legata alla giovane di Krypton. Una sua rivale, eppure una ragazza sola come lei. Ripensò alle sue parole mentre descriveva la sua città natale definendola una gabbia. Le era capitata spesso di sentire la stessa sensazione.

Si voltò verso di lei, dando così le spalle all'uomo che più odiava nel mondo e accennò ad un sorriso triste.* Hai detto che per te l'uso della carta è affascinante. * Le disse andando verso la scrivania e prendendo il libro di poesie Daxamite. Lo pose direttamente in grembo alla ragazza prima di sedersi.

Sbuffò di frustrazione prima di accennare ad un timido sorriso* è tuo, te lo regalo. *Le disse.* Narra degli eroi Daxamiti e delle loro avventure.* Le spiegò.* Non avrei dovuto scattare su di te.* Ripeté frustrata.* Ma mi è stato insegnato ad odiare voi Kryptoniani con la vostra arroganza. Siete il male. Avete causato la guerra con tutta la vostra tecnologia e la vostra sete di sapere.* Sbuffò infastidita.*

Dici che io non conosco il mio popolo, Kara. Ma almeno so che noi siamo felici, che ci sposiamo per amore, che costruiamo una famiglia su di esso. So che noi siamo passionali, dolci, violenti, iracondi. Voi cosa siete? Non provate sentimenti, non amate, vi unite solo perché uno stupido computer l'ha detto per voi.

Siamo noi quelli sbagliati? Non mi pare proprio. *La schernì con disapprovazione.*

Magari potresti insegnarmi qualcosa del tuo popolo ed io potrei insegnarti qualcosa del mio.* Le disse interessata alla possibilità di conoscere il suo pianeta rivale.*

Kara: *La donna le sembrava come un felino pronto a scattare. Continuava ad andare avanti e indietro per la stanza pensierosa sulle prossime parole da rivolgerle. Kara non si aspettò di certo la rivelazione del suo nome, insieme al fatto che non fosse l'erede al trono di sangue. Era come se le sue parole avessero fatto scattare qualcosa in Lena. Assottigliò lo sguardo alla minaccia e posò il piatto della frutta sulla scrivania, seguendo la figura della mora. Ormai era diventato un fiume in piena, finalmente la sentiva parlare senza soppesare le parole. Lasciò semplicemente che Lena facesse scivolare tutto dalla sua bocca, che dicesse tutto quello che aveva da dire perché a Kara risultò la reazione sperata, perché finalmente diceva quello che veramente pensava, non dettato da altri fattori. Lo sguardo di Kara si addolcì alle sue scuse e appena arrivò il gesto inaspettato, non poté che sorriderle con la sua solita sincerità. Toccò la copertina del libro con premura, mentre Lena le parlava di quella differenza tra i daxamiti e i kryptoniani. Una differenza assai rilevante che Kara non aveva mai veramente preso in considerazione. Non era arrabbiata per le sue parole, non lo era per niente perché le stava parlando in modo pacifico. Alzò lo sguardo, guardandola con i suoi occhioni blu e un'espressione compiaciuta* Finalmente ti vedo. *Le disse e annuì alla richiesta della donna che aveva di fronte* Mi piacerebbe capire il tuo punto di vista e quello del tuo popolo e sarei lieta di raccontarti altro. E poi guardami. Mi fai arrabbiare, mi fai sorridere, mi fai irritare... La mia società è vincolata, ma non siamo diversi. Provo anche io emozioni *Si sporse in avanti dove aveva posato il piatto di frutta. C'era rimasta l'ultima bacca verde tanto agognata e questo la portò ad avvicinarsi terribilmente a Lena. Prese il frutto e si risedette sulla sua sedia ritornando alla distanza iniziale* La mia natura egoistica mi direbbe di mangiarlo, ma è l'unica cosa che posso regalarti ora oltre alle mie parole. E dimenticavo. Il mio nome è Kara... Kara Zor-El. *Le offrì il dolce frutto, porgendoglielo con la mano, suggellando quello che sembrava un trattato di pace informale. Aveva tante altre cose da dirle, ma avrebbe imparato a conoscerla meglio con calma. Quello che Kara era riuscita ad ottenere quel giorno, le sembrava un ottimo risultato per iniziare un rapporto pacifico con la sua... padrona*

Lena: *Rimase sorpresa nel sentire il calore del corpo di Kara così vicino al suo. 
Si voltò alle sue parole osservando il frutto che la ragazza le porgeva come segno di pace.

Storse la bocca reprimendo una risata e lo prese* uh... Grazie? *rispose, quasi più una domanda che una vera risposta.

Lo accettò ma glielo porse indietro.* è tuo, Kara. Accetto il gesto e ti ringrazio ma sono convinta che te lo gusterai meglio di me. *le disse ridacchiando. Voleva rivedere lo sguardo di pura gioia negli occhi della ragazza mentre mangiava il frutto. *

Forse hai ragione, non siamo così diverse ma il tuo popolo arrogante ha rovinato il mio. Eravamo pacifici prima che il tuo popolo decidesse di iniziare questa stupida guerra senza senso.

Voi... *sbuffò esasperata nel ricordare la storia. *il vostro egoismo ha rovinato il mio popolo. * Lena fissò Kara negli occhi pronta a continuare quando sentì bussare alla sua porta.* mangia il frutto o nascondilo e alzati da li. *le comandò andando ad aprire la porta.

Vide una guardia del castello reale che era venuta ad accompagnarla per la prima colazione. Annuì e chiuse la porta.

Si girò verso Kara.* dobbiamo andare. Tieni a bada la lingua e la tua curiosità, Zor-El o neanche io potrò salvarti dalla morte. La mia madrina non è magnanima come me nei confronti dei kryptoniani. *

Si diresse poi verso il tavolo della toelettatura accomodandosi. Guardò Kara dallo specchio sollevando il sopracciglio* vieni qui e fammi una treccia alta. *le disse. * ne sei capace, vero? *chiese ridacchiando. Non poteva smettere di sfotterla sulle cose più semplici. *

Kara: *Kara riprese la bacca e stava per rispondere alle accuse di Lena questa volta, ma furono interrotte dal bussare della porta. La kryptoniana si alzò posando il libro sulla scrivania di Lena e cercò di assumere una posa adatta a quella di una schiava senza più un briciolo speranza, ovvero capo basso e schiena lievemente china. Le mani portate dietro la schiena a nascondere la piccola bacca. Appena richiuse la porta, infilò la bacca in bocca e Lena si girò a guardarla. Diede un morso e cercò di contenersi dall'entusiasmo del sapore, mugugnando qualcosa alla richiesta della principessa dopo averla seguita. La kryptoniana stranamente era ossessionata dai suoi capelli e le piaceva moltissimo sistemarli in acconciature particolari, quindi per la prima volta si ritrovò a saper fare quello che Lena le aveva richiesto. Il sorriso soddisfatto di chi aveva appena finito di fare qualcosa di fatto bene, accompagnava le labbra di Kara, sentendosi stranamente utile. Osservò Lena dallo specchio, sistemando la treccia al lato della sua spalla destra* Allora? *le chiese incuriosita* Dillo che ti ho sorpresa. *prese uno specchio piccolo a portata di mano per mostrarle la parte dietro al capo della treccia.*

Lena:

Lena: *Rise nel vedere la faccia di Kara mentre cercava di mangiare sottilmente il frutto. Le sembrava quasi uno scoiattolo con le guance piene.

Attese che Kara finisse di sistemarle i capelli e si guardò allo specchio soddisfatta. Le piaceva l'acconciatura della ragazza* Si è... bello.* Le disse. Decise di stuzzicare la ragazza* Allora qualcosa la sanno fare i Kryptoniani* Sollevò il sopracciglio alla faccia che fece la ragazza ridacchiando. Non la conosceva da molto ma si divertiva troppo a prenderla in giro per la provenienza.* Seguimi e ricorda. Capo basso e non parlare se non interpellata* Le ricordò prima di avviarsi verso le sale comuni.

Una volta giunte li, Lena fece un piccolo inchino a Rhea, la regina e a suo figlio Mon-El che risposero con altrettanto entusiasmo.

Si sedette davanti alla donna con Kara alle sue spalle.* Tu, schiava. Versami l'acqua* Le disse aprendo gli occhi e cercando di dirle con lo sguardo di fare come le era stato detto. Le piaceva la ragazza e, cosa più importante, le piaceva la diversità che vigeva tra loro e la possibilità di imparare qualcosa sul nuovo mondo. Si rivolse verso la sua madrina con un sorriso di scherno portando il bicchiere alle labbra* Mi scuso madre, ma la schiava Kryptoniana deve essere ancora ammaestrata. E' divertente farla strisciare ai miei piedi così come le spetta.* Rise accompagnata dalla donna.

Vide lo sguardo che Mon-El rivolgeva alla sua schiava e subito strinse gli occhi accigliata*

Sapete, madre mia, penso che la terrò molto con me. Infondo è la mia*Sottolineò mia tagliente* schiava preferita. Quando mi stancherò di lei penso che la manderò a lavorare nelle stalle, ma fino ad allora mi occuperò personalmente di farle capire qual è il suo ruolo in questo mondo.* Ghignò verso il ragazzo portandosi alle labbra un biscotto.* Tu!* Si rivolse a Kara.* Prendi questi biscotti e mettili in un panno, esigo che mi vengano portati in stanza dopo colazione* Le disse con fare austero ed autoritario.

Guardò Rhea e si accorse di aver fatto un passo falso. Non aveva mai portato del cibo in camera e sembrava sospetto che avesse iniziato giusto ora.

Con un sorriso falso accennò alla prima scusa che le venne in mente. Disse alla regina che stava studiando un nuovo modo per facilitare l'irrigazione dei campi e che le avrebbe fatto bene uno spuntino.

Segretamente pregò che la donna si facesse andare bene la scusa.*

Kara: *Kara fece una smorfia alla battuta di Lena, ma sapeva che stava scherzando, infatti accennò un sorriso.

Era arrivato il momento tanto temuto e l'ansia le formò un groppo in gola. Avrebbe dovuto recitare bene e sperava veramente che tutto andasse liscio. Fu tenuta a inchinarsi in silenzio alla presenza dei reali, così come sua madre aveva cercato di insegnarle a fare quando la famiglia reale era venuta in visita su Krypton in passato per il rinnovo dei trattati di pace. Eseguì la richiesta di Lena e da quanto aveva capito, avrebbe dovuto farlo ogni volta in automatico ad ogni pasto. Riempito il bicchiere d'acqua, sopportò i discorsi futili che Lena cercava di portare avanti con Rhea. Non passò inosservato il tono che usò la principessa, mentre guardava il principe con astio, sicuramente Kara non era passata inosservata allo sguardo di Mon-El. Kara di sicuro non aveva intenzione di alzare lo sguardo e guardare in viso i due reali, perché sfortunatamente li conosceva abbastanza bene. Sobbalzò quando Lena la richiamò e inclinò lievemente la testa di lato alla richiesta. Gli occhi blu vagarono per la tavola imbandita alla ricerca di un panno che trovò all'estremità del tavolo, lontano dai commentasi. Vi mise dentro alcuni biscotti e fece un nodo in modo da trasformarlo in un piccolo sacchetto. La scusa di Lena la lasciò abbastanza perplessa. Un reale daxamita che studiava qualcosa di utile? Rhea guardò Lena con soddisfazione* Sei destinata a grandi cose. Ricorda sempre che la curiosità è sinonimo di intelligenza, ma non dimenticare che bisogna avere anche buon senso e sapere quando tenerla a bada. *A kara parve come se Rhea avesse colto qualcosa e voleva ricordare a Lena di tenere le dovute distanze. Gli occhi della donna più anziana si posarono sulla kryptoniana, rivolgendole un piccolo ghigno* Kara Zor-El *pronunciò con un falso tono quasi cortese, lo stesso tono che le aveva rivolto anni addietro* sei cresciuta. Ti ricordavo più rumorosa. *Kara rialzò lo sguardo e annuì, aprendo la bocca per parlare* Ero ineducata, maestà. Sono passati parecchi anni. *le disse la giovane kryptoniana* E lo sei ancora. Non ti ho dato il permesso di rivolgermi la parola. *Kara la richiuse e deglutì, riabbassando lo sguardo. Non sapeva se scusarsi o meno. Decise semplicemente per paura di tacere, così la donna si rivolse a Lena* Spero che riuscirai a darle il dovuto addestramento. Il solo trovarmela davanti, già mi irrita. Figuriamoci sentirla parlare. *Mon-el sorrise al discorso della madre, soddisfatto. Era la prima volta che sentiva sua madre rivolgere quel tono alla sua "preferita". Per quanto Lena non fosse sua figlia, la trattava come tale e l'aveva educata a sua immagine e somiglianza, cercando di riprodurre una donna con il suo stesso pensiero e i suoi stessi ideali.*

Lena: *Lena lanciò uni sguardo irritato al principe e lo vide gongolarsi al suo errore.*

Non preoccuparti madre. Mi occuperò personalmente di addestrarla in questi giorni.*

Si portò una brioches alla bocca gustandola felicemente.* non preoccuparti, so quando usare la curiosità e l'intelligenza per il mio popolo. Sai bene madre che dopo di te, a questo tavolo, sono quella con più buon senso seduta a questo tavolo. *Lena lanciò un sorrisino di scherno al principe.

Lo odiava, lo odiava con tutto il suo cuore.

Finito di mangiare la sua colazione la ragazza si congedò. Rivolse uno sguardo a Kara dicendole di seguirla e tornò nella sua stanza senza dire una parola.

Una volta al sicuro nelle sue mura si girò verso la Kryptoniana. *ti avevo detto di tacere. Io sono curiosa sul vostro popolo, Rhea vi odia. Avrebbe potuto ucciderti. * la guardò con uno sguardo di apprensione. *dammi il sacchetto* le disse. Una volta preso il sacco le ordinò di accendere il fuoco del camino.* sto per insegnarti una cosa che sicuramente non conosci. Fa attenzione. *le disse dirigendosi verso il mobile posto vicino la finestra. Lo aprì e vi prese una teiera.* dentro questa, si chiama chayera comunque, devi mettere l'acqua e queste foglie. *gliele indicò* si chiamano foglie di chay. Si mettono circa due cucchiai a tazza. *disse mettendone quattrouna volta fatto posizioni la chayera sul fuoco grazie a questo gancio. Capito? *attese la risposta della ragazza e quando la vide annuire continuò la spiegazione. * una volta che la senti fischiare la togli dal fuoco e versi il contenuto nelle tazze in questa maniera. * le fece vedere come non bruciarsi.*ovviamente attenta a non bruciarti. Ora assaggia* le disse passandole la tazza e studiando le sue espressioni. Prima che la ragazza potesse portarsi alla bocca la tazza la fermò. *aspetta, fai attenzione. È bollente. Forse dovresti iniziare con loro. *le disse accennando ai biscotti con un pizzico di vergogna nel sentirsi così interessata al parere della ragazza.*

Kara: *La kryptoniana seguì Lena, sperando di non incontrare altri estranei. Arrivarono alla camera della principessa e poté di nuovo respirare e liberarsi in parte della tensione. Ovviamente Lena la sgridò e Kara colse la sua preoccupazione, sentendosi molto piccola. Guardò il camino. La sua fortuna era che la legna fosse già preparata per essere accesa e vide della carta sotto la legna secca. Chiese a Lena se ci fosse qualcosa per far prendere fuoco alla carte e le indicò un oggetto. Sembrava una specie di accendino daxamita. Fu facile questa volta e Kara trasse un sospiro di sollievo, mentre Lena richiamava la sua attenzione. Osservò tutti i passaggi che la mora stava cercando di insegnarle e aspettarono in silenzio che la chayera fischiasse, gettando vapore dal piccolo foro.* oh, ho capito come funziona. Quindi l'acqua dovrebbe calda dovrebbe prendere il sapore dell'erba e l'aroma *provò ad odorare la tisana che Lena le aveva dato e passò la tazza da una mano all'altra, posandola poi su una superficie piana di un mobile lì vicino. Si guardò le mani un po' arrossate e poi scoppiò a ridere* ok, mi sono resa conto che è bollente, ma non rimarrà il segno non preoccuparti. In questo momento mi sento una neonata *ammise, l'ultima cosa con un tono imbarazzato, abbassando lo sguardo e prese un biscotto. Ne studiò la forma, passandoci il polpastrello dell'indice. Era un po' ruvido, ma non fece ulteriore pressione per non sbriciolarlo. Lo portò alla bocca e diede un morso. Il biscotto si frantumò nella bocca della kryptoniana che sorrise, mangiandolo con gioia. Era come se fosse aromatizzato a qualche spezia daxamita. Non era solo dolce e odorava ancora come se fosse stato fatto quella mattina stessa. Kara sorrise a Lena grata* Grazie Lena *pronunciò con tenerezza, ringraziandola. Poi riprese la tazza un po' raffreddata e con cautela, bevve un sorso di tisana, voltata verso il fuoco del camino. Il clima di Daxam era strano. L'aveva studiato un po' quando era su Krypton. Alternava, c'era un periodo in cui faceva terribilmente freddo, accompagnato da incessanti piogge. Un altro periodo in cui il caldo soffocava terribilmente. La notte il clima calava in modo drastico, mentre di giorno la temperatura si alzava terribilmente. Quella mattina una brezza fredda entrava dalle tende della finestra della stanza di Lena, quindi Kara fu grata della sua idea, essendo il suo vestito bianco troppo fine.* Lena, ti confesso... Rhea non mi è mai piaciuta. *disse improvvisamente Kara sovrappensiero* So che ti ha cresciuta. Ma ci sono cose che dovresti sapere *continuò cautamente* E non penso che resterò per molto tua schiava, se solo sapesse che ho aperto bocca. Anzi non so neanche perché ti abbia permesso di tenermi con te. *la voce di Kara tremò lievemente di preoccupazione. Si era resa conto che Lena non sapeva veramente nulla di quello che era accaduto per come ne parlava. Chissà, forse neanche Mon-El lo sapeva. Era una situazione troppo complicata e le parole di una kryptoniana appena conosciuta non valevano per Lena quanto quelle di una donna che conosceva da una vita*

Lena: *Sorseggiò il chay gustando il suo sapore speziato. Un leggero sorriso di aprì sul suo volto quando vide lo sguardo estasiato di Kara mentre gustava il biscotto.

Rise alla battuta, effettivamente la ragazza sembrava una bambina appena nata che scopriva le cose buone del mondo. Bevve un secondo sorso di chay sussultando quando sentì la lingua scottare. Non si era resa conto che fosse ancora bollente. Sollevò il sopracciglio incuriosita quando sentì le parole della ragazza tentando di capire cosa volesse dire.

L'avrebbe uccisa? Che cosa sapeva di così tanto segreto su Rhea? *allora dimmi* le disse accavallando la gamba sinistra su quella destra dandole la possibilità di chiarire le sue precedenti affermazioni. Voleva vedere cosa avrebbe detto questa volta la kryptoniana. Lo sapeva, i kryptoniani erano buoni solo a sparare sentenze. Socchiudendo gli occhi osservò ogni movimento della ragazza. Pronta a farla tacere e a rimetterle la testa apposto*

Kara: *Bevve un sorso di chay per sciogliere il nodo che aveva in gola e poter parlare. Si voltò di nuovo verso di Lena e cercò i suoi occhi. Lo sguardo che vide non fu dei migliori e ne era consapevole. Era lo sguardo di chi non l'avrebbe creduta.* Allora, le mie sono solo supposizioni. Quello che mi hai detto fino ad ora, mi suona come se Rhea non ti avesse detto molte cose. Per esempio, su Krypton c'è una Repubblica e non la Monarchia. Perché dovrei credere che ti abbia tenuta informata sulla politica esterna al vostro pianeta, se non ti ha detto neanche questo? Mon-el ha sempre accompagnato Lar Gand e Rhea come loro figlio legittimo anche nell'ultima trattativa. Ma tu dov'eri? Sai di cosa si trattava? Era Rhea a tenerti lontana da lui oppure fra te e Lar non scorreva buon sangue? *Kara era abbastanza confusa sulla situazione. Non capiva Lena che ruolo aveva avuto fino ad ora in quella famiglia. Di certo se le avesse detto la verità in quel momento, sarebbe risultata sgradevole da digerire, se non da credere. Ma l'ingenuità di quelle domande, portarono a cambiare argomento in una zona ancora più minata.*

Lena: *Lena socchiuse gli occhi e ascoltò attentamente le parole di Kara. Le sue domande erano accurate e un senso di fastidio si impossessò di lei.* Non credo siano affari tuoi. *Disse sottilmente. Non voleva dirle di essere la figlia del generale Luthor, fratello di Rhea, generale ucciso durante il suo tentativo di rivoluzione.

La sua famiglia, quella vera, si era macchiata di un crimine gravissimo, suo padre Lionel e sua madre Lilian avevano guidato il colpo di stato contro i regnanti.

Il colpo di stato, poi fallito, aveva segnato la fine della vita dei suoi genitori. Poco tempo dopo anche suo fratello Alexander fu catturato mentre cospirava per un secondo attacco. Egli fu incarcerato mentre lei, ancora troppo piccola per capire, fu presa in ostaggio dalla famiglia reale. Volevano avere una garanzia nel caso Alexander, o Lex come ormai si faceva chiamare, fosse riuscito a mettere su un nuovo esercito.

Si vergognava tremendamente della sua famiglia, a volte si svegliava e immaginava di essere solo un'altra Gand.

Non che la regina le avesse fatto mancare qualcosa, ma Lena sentiva le voci che i suoi sudditi borbottavano al suo passaggio. Sentiva come i nobili attaccassero la regina Rhea e giudicassero la sua scelta avventata ed errata.

Amava la sua regina, l'aveva salvata da morte certa e le aveva dato un tetto sotto cui vivere e una posizione di prestigio. Le doveva la vita e si sarebbe sacrificata per lei.

Certo, non era stata la migliore delle madri, a volte un po' fredda ed esigente ma, Lena ne era sicura, non poteva volere di meglio.

Si riscosse dai suoi pensieri e si alzò dalla sedia.*

Credi di sapere tutto non è vero? Credi di conoscere noi Daxamiti perché ci avete studiati nei vostri laboratori super tecnologici vero? Credi di conoscere le cose che si celano nelle nostre politiche? Pensi di poter venire qui, nella mia stanza, nella mia casa* Sibilò la parola casa* E lanciare una delle vostre solite sentenze sulla MIA regina vero? Sei una schiava qui, Kara Zor-El. Sei una schiava e non dimenticarlo. Non hai più il diritto di pensare o di parlare male della donna che mi ha dato un futuro. Ora esci di qui.* Le fece segno con la mano voltandosi verso la finestra* Esci di qui prima che ordini alle mie guardie di rinchiuderti nelle segrete per il resto della tua miserabile vita. VAI!* Urlò l'ultima frase rossa in volto per la rabbia.*

Kara: *La kryptoniana per quanto avesse esposto le sue domande con tutta la calma possibile, non potevano che suonare come accuse alle orecchie di Lena. Aveva fatto domande troppo specifiche, senza avere tatto. In effetti non conosceva la situazione di Lena. Kara nella sua "innocenza" si rese conto di aver fatto una stupidaggine solo dopo la reazione della principessa. Si irrigidì alle sue parole, mettendosi in moto solo quando Lena non le urlò contro. Lasciò tutta superficie del mobile più vicino a lei, affrettandosi per uscire dalla stanza e lasciarla da sola. - Colpita e affondata, brava Kara. Complimenti - pensò tra se e se. Fuori dalla stanza poco distante, c'era una guardia che guardò la kryptoniana con odio. Molto probabilmente aveva sentito la sua principessa inveire contro di lei, ma non poteva farle del male essendo la schiava di Lena. Avrebbe deciso quest'ultima per lei. Un senso di smarrimento la invase e fece l'unica cosa che le venne in mente, visto che non poteva gironzolare liberamente per il palazzo. Si avvicinò alla guardia e gli chiese di poter andare dalla sarta che conobbe la mattina stessa perché aveva bisogno di essere "addestrata". Fu l'unica scusa che le venne in mente. Gli disse che si chiamava Lys e la guardia la scortò velocemente nello stesso luogo dove era già stata. Come al solito Lys ironicamente applaudì alla sua astuzia, dopo aver ascoltato il riassunto di quello che aveva combinato.* Non è neanche passato un giorno e mi chiedo perché tu sia ancora viva. *commentò con un gran sorriso sulle labbra* Sei riuscita a fare le domande più infime che avresti potuto farle. *Kara gonfiò le guance, assumendo il viso di una bambina colpevole. Il resto della giornata passò con Lys che le raccontò parte delle voci che giravano sull'origine di Lena e più andava avanti con il racconto, più Kara si sentiva in colpa, offendendo se stessa per non aver tenuto la bocca chiusa. Il resto del giorno Lys occupò il suo tempo nell'insegnarle le abitudini di Lena e il modo in cui avrebbe dovuto comportarsi da quel giorno in poi. Fece anche più del dovuto perché in effetti nessuno aveva chiesto a Lys di farlo, ma non se la sentiva di lasciarla da sola. Essendo kryptoniana, non avrebbe fatto sicuramente amicizia con le altre schiave. Arrivata la sera, a Kara fu dato un piccolo letto (se era possibile definirlo tale) posto in un angolo della stanza da notte della servitù del palazzo. Lena non aveva mandato nessuna guardia a cercarla. Questo fece rattristare terribilmente la kryptoniana. Il giorno dopo l'avrebbe voluta ancora come sua schiava? Quale sarebbe stato il suo destino? Di questo passo, sarebbe morta molto prima di quanto sperasse. Kara promise a se stessa che, da quel giorno in poi, avrebbe fatto semplicemente quello che le era stato detto di fare in modo da non creare altri problemi alla giovane.*

Lena: *Decisa a sbollire la rabbia Lena fece ciò che sapeva fare meglio. Si sedette alla scrivania pronta ad immergersi nelle leggi della fisica. Ideò l'idea di una pala meccanica che spingesse la pressione contro gravità. Sarebbero bastati quattro schiavi per farla girare e l'acqua sarebbe arrivata anche sulle dune più alte.

Non si accorse che era giunta l'ora di pranzo finché non venne richiamata dalla guardia che la avvisava che era tutto pronto.

Lasciando i suoi progetti ancora sulla scrivania si diresse verso la sala da pranzo.

Si inchinò al cospetto di Rhea e dovette farlo, anche se con enorme odio, anche a Mon El.

Il ragazzo fece un inchino sarcastico e Lena lo guardò con astio.*

Perdonate il ritardo, madre* Disse Lena alla donna accomodandosi alla sua destra.

Cominciarono a mangiare parlando del più e del meno finché la regina non le chiese dove fosse la sua schiava.

Assumendo la sua migliore faccia neutrale Lena sorrise* L'ho mandata via, ha ancora bisogno di capire qual è il suo posto e devo ancora insegnarle alcune cose. Non pensavo fosse abbastanza idonea da restare al tavolo al nostro cospetto, madre.* Bevve un sorso del suo vino speziato.*

Una volta che si sarà piegata completamente a me potrò ricominciare a portarla in giro. Adesso sta facendo i compiti più ardui del castello, così come conviene ad una Kryptoniana* Rise con la madre.

Una volta che la cena fu conclusa Lena si alzò e fece un leggero inchino alla madre prima di avvisarla che avrebbe cenato in camera per non deconcentrarsi dagli studi.

Ricevette uno sguardo orgoglioso dalla donna e, dopo averle dato un leggero bacio sulla guancia, si congedò da lei.

Le ore passarono e Lena era intenta a studiare metodi alternativi alla pala meccanica ma non le veniva nulla in mente.

Sentì bussare alla sua porta e diede il permesso di entrare.

Non alzò neanche gli occhi dal progetto aspettandosi Kara ma, quando udì la voce di Mon-El si sollevò.* Mon-El.* Disse già con astio.*

Lena* Rispose lui con il solito sguardo arrogante.*

Cosa ti porta nelle mie stanze, principe?* Domandò allora lei. Non che odiasse il ragazzo ma lo reputava inutile e viziato. Era il legittimo erede al trono solo per diritto di nascita mentre lei, che si affacendava per rendere il regno un posto migliore, non avrebbe potuto mai aspirare a tale ruolo.*

Sono venuto per la Kryptoniana* Mon-El iniziò a gironzolare per la stanza afferrando di tanto in tanto qualcosa.

Lena gli lanciò uno sguardo tagliente* Cosa cerchi dalla mia schiava?*

Mon-El sorrise e Lena seppe che la sua risposta le avrebbe dato la nausea.*

Oh*Finse una voce innocente* Voglio solo controllare se le voci sui Kryptoniani sono esatte* Il ragazzo si fissò le unghie curate.*

Quali voci?* Domandò allora Lena.*

Le voci che dicono che i Kryptoniani non sanno essere partner sessuali discreti* Rise lui.

Lena sollevò un sopracciglio provando ancora più ribrezzo per il ragazzo. Decisa a non dargliela vinta ghignò soddisfatta* Mi dispiace dirtelo, mio caro principe, ma Kara non appartiene a quella linea di Kryptoniani.* Accennò ad un sorriso falso.

Mon El sgranò gli occhi* Vuoi dire che l'hai provata?*

Lena annuì soddisfatta nel vedere la faccia del ragazzo* Ovviamente, è stata la prima cosa che ho fatto quando è arrivata qui.* Disse saccentemente, godendosi il suo sguardo sbigottito* Doveva capire a chi appartiene e Mon-El...* ghignò maleficamente* Lei mi appartiene. È il mio giocattolo, la mia schiava e non sono disposta a dividerla con te.* Si avvicinò a lui tanto da farlo arretrare* Potrei non essere l'erede al trono ma ho molti amici nel palazzo e un cervello che lavora, non ti conviene metterti contro di me.*

Il ragazzo la guardò leggermente impaurito prima di riprendere la sua postura* Mi stai minacciando Lena?* Chiese infatti.

Lena gli rivolse il suo miglior sorriso falso* Non mi permetterei mai! Mio caro fratellino, volevo solo darti un consiglio.* Si rivolse verso la scrivania risedendosi* Ora, se non ti dispiace vorrei continuare a studiare. Sai, in questa stanza qualcuno si occupa veramente del suo popolo. Non passiamo tutti il nostro tempo a giocherellare con la spada e a saltellare da un letto ad un altro quindi, a meno che non decidi di darmi una mano, preferirei essere lasciata sola.*

Mon-El la guardò sconcertato prima di annuire ed andarsene.

Quando la porta fu chiusa Lena rilasciò un respiro che non sapeva di star trattenendo.*

Cosa mi è saltato in mente?* Si chiese* Minacciare il principe per una schiava? Che mi sta succedendo?* Si domandò confusa.

Decisa a non perdere altro tempo chinò il capo sui libri e ricominciò a studiare.*




  
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