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Autore: Grimilde Deveraux    12/08/2017    1 recensioni
I matrimoni sono il posto migliore dove rimorchiare o trovare comunque un po' di compagnia; è una regola d'oro che tutti conoscono e che molti cercano di applicare, ma cosa succede quando il matrimonio è quello del tuo storico ex fidanzato? E se colui che doveva essere solo una piacevole distrazione diventa all'improvviso qualcosa di più?
Potranno mai conciliarsi due mondi tanto diversi come una pasticceria nel cuore di New Orleans e una base militare in Virginia?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Clan Cullen, James, Jasper Hale, Peter | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, James/Victoria
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 5

La musica in quel posto era davvero troppo alta, non che non gli piacessero le discoteche o cose del genere, ma prese sempre a piccole dosi: un locale di sei metri per sei stracolmo di gente mascherata per Halloween e con la musica ad un volume che definire alto era un eufemismo era troppo anche per lui!

Si guardò intorno alla ricerca di Victoria e James che erano spariti poco dopo essere arrivati, cercò Pete e Riley: come si aspettava erano appoggiati al bancone del bar a flirtare con qualsiasi donna girasse nei paraggi, ma possibile che non la finissero mai quei due?

Erano come due falene con la luce, non riuscivano a stare lontano da una donna nemmeno volendo…e lui? Lui quando aveva pensato di riprendere ad uscire con il gentil sesso? Quando aveva avuto l’ultimo rapporto…si disgustò da solo per ciò che stava pensando, dio stare con quei due gli faceva davvero venire strani pensieri.

Deciso a non morire soffocato in quella calca Jasper individuò una porta finestra che dava sul giardino sul retro del locale, non era esattamente vuoto ma per lo meno avrebbe respirato aria pulita; facendosi largo tra le gente quasi si trovasse in uno dei percorsi ad ostacoli dell’accademia, riuscì a raggiungere la sua meta.

 

Appoggiata alla balconata di legno del portico Alice stava cercando di calmare i nervi: non si aspettava di vedere James e Victoria alla festa di Jacob…non che provasse ancora qualcosa per quell’imbecille, assolutamente no, le dava solo fastidio vederlo perché le tornava in mente quanto fosse stata sciocca a quel tempo a fidarsi così ciecamente di lui e delle sue false promesse.

Em e Eddy avevano ragione: era troppo buona e non riusciva mai ad imporsi con niente e nessuno, persa nell’illusione del suo amore per James e convinta che lui la ricambiasse con lo stesso ardore, aveva passato buona parte della sua adolescenza e delle scuola di cucina dietro a quel provetto marine che era partito per l’accademia militare prima e per svariate missioni poi lasciandola sempre sola a New Orleans nell’assurda speranza che un giorno i suoi sogni sarebbero diventati realtà.

Alla fine poi James si era davvero sistemato, il problema era che non l’aveva fatto con lei!

Certo Alice capiva che cosa avesse spinto il biondo verso una affascinante, rossa, provocante e sensuale giornalista come Victoria, tuttavia lei non poteva fare a meno di chiedersi che cos’avesse di sbagliato per non riuscire a trovare un uomo adatto a lei…

<< Vino? >> si voltò sentendo una voce alle proprie spalle:<< Come? >> domandò poi guardando l’uomo che aveva davanti e che era mascherato come una specie di lupo mannaro, o almeno era quello che sembrava visto le orecchie che aveva in testa e la finta coda pelosa che usciva da un buco nel didietro dei suoi pantaloni:<< No, grazie >> commentò poi cercando di allontanarsi, non aveva voglia di cascamorti per quella sera:<< Oh andiamo, siamo ad una festa e tu sembri aver bisogno di scioglierti un po’, io sono Vladimir, io e mio fratello Stefan siamo qui in vacanza >> la ragazza alzò gli occhi al cielo dietro la maschera, ci mancava il vacanziero con la voglia di spassarsela!

<< Grazie ma no grazie, non sono interessata >> il lupo parve restarci un po’ male, sotto tutto quel trucco scuro e quel finto pelo non sembrava così male, probabilmente non era abituato a sentirsi rifiutato:<< Sicura tesorino? Non sai cosa ti stai perdendo, il vecchio Vlad è molto ricercato >> dio parlava di lui anche in terza persona!

Ma chi si credeva di essere?

Davvero, per caso era finita in un brutto film di serie B?

<< Sì, probabilmente mi perderò qualcosa di epico ma passo >> poi facendo per girarsi aggiunse:<< Ora scusami ma devo andare a cercare… >> tuttavia non fece in tempo a finire la frase perché nel girarsi urtò qualcuno a pochi passi da lei.

 

Jasper alzò gli occhi al cielo e si trattenne dall’imprecare: se pensava che quella festa non potesse andare peggio si sbagliava di grosso!

Stava per uscire in giardino quando una piccola fata in abito bianco si era girata urtandolo e facendogli rovesciare addosso il bicchiere di birra che aveva in mano, fortuna che indossava il costume che gli aveva prestato suo zio perché ora doveva assolutamente andare a cambiarsi o avrebbe puzzato di birra per tutta la sera!

Bastò il ricordo di quell’odore penetrante per farlo rabbrividire.

Era così concentrato che quasi non si accorse delle proprie parole:<< Stai attenta! Maledizione! >> vide gli occhi di lei spalancarsi attraverso la maschera di pizzo e oro:<< Scusi io non…non volevo… >> si sentì misero all’istante vedendo quelle guance d’avorio arrossire, lui non era il genere di uomo che perdeva la calma, non lo era mai stato e non voleva certo cominciare adesso.

<< Non fa niente >> commentò poi piatto:<< Le ho rovinato il costume, lasci che faccia qualcosa per rimediare >> quella voce aveva qualcosa di familiare, come se l’avesse già sentita:<< Non credo possa fare molto a meno che non abbia un costume di ricambio nascosto da qualche parte >> stava cercando di alleggerire l’atmosfera e di trovare il modo di lasciare quella festa:<< No, però abito qui di fronte, se vuole posso mettere a lavare la camicia e in un’ora sarà a posto, ho paura che la macchia non se ne andrà più altrimenti >> ok, forse non era la cosa più sensata che poteva fare ma d’altronde stava cercando una scusa per lasciare quell’assurda festa quindi perché no?

<< Qui di fronte ha detto? >> lei annuì con un piccolo sorriso:<< Dall’altra parte della strada >> poggiando il bicchiere ormai vuoto su uno dei davanzali delle finestre Jasper le fece segno di precederlo:<< Prego, faccia strada >> poi la seguì attraverso la folla che ballava e festeggiava senza perderla di vista un solo istante.

 

Sentiva il suo sguardo addosso.

Nonostante la maschera da scheletro che lo sconosciuto portava sul viso Alice poteva sentire quei due occhi scuri che non la perdevano di vista anche in mezzo a quella ressa.

Quasi avessero una loro volontà le sue gambe si mossero lungo il ristorante e poi in strada fino alla porta rossa della pasticceria; si fermò solamente quando poggiò la mano sulla maniglia e cercò le chiavi di casa nella piccola pochette di perline che si era portata dietro: ma che stava facendo? Stava portando un perfetto sconosciuto a casa sua? Era forse impazzita?

Certo gli aveva rovesciato addosso una birra e gli aveva rovinato il costume ma poteva semplicemente offrirsi di pagare la tintoria l’indomani, invece l’aveva invitato a casa sua e ora era lì davanti alla porta di casa, senza sapere esattamente cosa fare e con la possibilità di passare per una pazza o per lo meno per stupida.

<< Non mordo >> si girò a guardarlo sorpresa:<< Come? >> lui fece un passo avvicinandosi:<< Non sono un criminale o cose del genere, sono innocuo e, a dirla tutta, stavo cercando una scusa valida per lasciare quella festa >> inaspettatamente a quelle parole ad Alice scappò una risata:<< Ho detto qualcosa di divertente? >> lei scosse piano la testa:<< No, ma anche io cercavo una scusa per svignarmela senza sembrare maleducata >> lui fece spallucce:<< Non credo che se ne sarebbe accorto qualcuno >> oh sicuramente i suoi fratelli e quei due pettegoli di Jacob e Seth se ne erano di sicuro già accorti, ma era un problema a cui avrebbe pensato l’indomani.

<< Venga prima che quella macchia diventi davvero irrecuperabile >> e presa da un inaspettato moto di follia mista a coraggio girò la chiave nella serratura aprendo la porta.

 

Jasper si guardò intorno per un attimo: il locale era immerso nella penombra ma si vedeva chiaramente che era una caffetteria o roba del genere: aveva uno stile molto semplice a giudicare dalle ombre e dalle stampe alle pareti, tuttavia non riusciva a vederle bene a causa del buio:<< Da questa parte >> e girando verso una piccola scala laterale la sua fata lo precedette su per le scale.

<< Beh…benvenuto a casa mia >> commentò lei entrando nel piccolo soggiorno e accendendo una piantana accanto al divano che diffondeva una luce soffusa illuminando il piccolo salotto arredato con i caldi colori dell’autunno:<< Si accomodi, vado a cercarle qualcosa da mettere mentre preparo la lavatrice >> continuò lei avvicinandosi a quello che Jasper pensò fosse il bagno:<< Faccio in un attimo >> la sentì dire mentre trafficava e così lui si sedette sul divano color amaranto allungando una mano dietro la testa per slegarsi la maschera che cominciava a dargli fastidio.

Stava per togliersi anche la giacca del costume quando lei tornò da lui:<< Sono decisamente maleducata: vuole qualcosa da bere? >> << Tutto purché non sia birra >> commentò mentre alzava gli occhi sulla sua ospite restando poi paralizzato.

Anche lei si era tolta la maschera e, ora che le vedeva il volto, si sentiva di nuovo come la prima volta in cui si erano scontrati per la strada, quello che lo consolò fu vedere la stessa confusione anche negli occhi di lei:<< Oh mio dio…non può…due volte in… >> lui sorrise a sua volta passandosi le mani nei capelli:<< Dovremmo smetterla di incontrarci così >> scoppiarono entrambi a ridere poi lei attraversò il soggiorno allungandogli una mano:<< Alice >> << Jaz >> le rispose stringendole la mano:<< E direi che ormai ci siamo scontrati abbastanza volte per lasciar perdere le formalità e darci del tu >> lei annuì:<< Sì, direi di sì >> poi indicandogli la porta in fondo al corridoio aggiunse:<< Il bagno è lì, ti ho lasciato un cambio sulla lavatrice >> lui annuì alzandosi:<< Hai qualcosa della mia taglia? >> poi guardandola con finta aria preoccupata aggiunse:<< Qualche fidanzato che può arrivare all’improvviso di cui dovrei preoccuparmi? >> lei cercò di restare seria e scosse il capo:<< No, è roba di mio fratello, l’ha lasciata qui un sacco di tempo fa >> << Capito >> poi guardandola mentre accostava la porta aggiunse:<< E per rispondere alla tua domanda di prima: un bicchiere di vino andrebbe benissimo >> Alice annuì e mentre lui andava a cambiarsi si recò in camera per mettersi qualcosa di più comodo.

 

Qualche minuto dopo, con addosso dei jeans e una vecchia maglietta della squadra di football del liceo, Alice uscì dalla camera per andare a stappare il vino; passando davanti al bagno non riuscì a trattenersi dal girare lo sguardo, era più forte di lei ma quel Jaz era davvero una bellezza per gli occhi e in fondo non faceva niente di male no?

Un secondo dopo dovette tapparsi la bocca con le mani vedendo quella specie di statua greca a petto nudo che si stava infilando la vecchia maglietta di Emmett; dio allora i suoi muscoli erano davvero così scolpiti come li aveva immaginati…sembrava uno di quegli attori dei film d’azione che guardava suo fratello: addominali a tartaruga, bicipiti gonfi e spalle larghe…doveva allenarsi un sacco per mantenersi in quello stato e forse faceva anche un lavoro pericoloso a giudicare da alcune cicatrici che lei riusciva ad intravedere sparse qua e là.

Si spostò di lato poco prima di venire scoperta arrossendo come una bambina e scappando in cucina per non fare la figura della guardona!

<< Bianco o rosso? >> domandò poi quando sentì i suoi passi dietro di sé:<< Rosso >> rispose lui entrando nella stanza:<< Ottima scelta >> poi facendo saltare il tappo versò una generosa dose di liquido in due bicchieri porgendone uno al suo ospite notturno.

<< Brindiamo? >> lo guardò spaesata:<< A cosa? >> Jas fece tintinnare i loro bicchieri:<< Ai nuovi incontri >> << Ai nuovi incontri >> ripeté lei bevendo ma non staccando gli occhi da lui.

 

 

<< Dimmi qualcosa di te >> non sapeva nemmeno lui da dove gli usciva quella curiosità morbosa, sapeva solo che doveva conoscere più cose possibile di quella piccola meravigliosa bambola dagli occhi scuri e i capelli neri:<< Qualcosa di me? Non c’è molto da dire >> rispose Alice nascondendo un’espressione delusa dietro un sorso di vino:<< Oh andiamo non ci credo…tutti hanno una storia, tutti hanno qualcosa da dire di sé >> lei scosse il capo:<< Io no, sono una persona normale e noiosa, con una vita normale e noiosa >> Jasper scosse la testa sorridendo e poggiando il bicchiere sul tavolo davanti a loro:<< Beh dobbiamo pur ingannare il tempo mentre è in funzione la lavatrice o vuoi passare il tempo in silenzio? >> poggiando a sua volta il bicchiere sul tavolo Alice si alzò di scatto:<< Mi stavo dimenticando di accendere la lavatrice! Scusami! >> e mentre lei correva in bagno Jasper notò che era a piedi nudi e che la tuta larga che indossava non riusciva a nascondere del tutto le delicate forme di quel piccolo corpo perfetto.

Si passò una mano sul viso cercando di calmarsi, ma che cosa andava a pensare? Se gli bastava una ragazza qualsiasi per fare certi pensieri allora Pete e Riley avevano ragione e gli serviva una donna.

No! Non era per una ragazza, non era per una qualsiasi…era lei. Alice.

Già la sera prima quando si erano scontrati era rimasto folgorato da lei e ora si erano incontrati di nuovo, ad una festa…quante probabilità c’erano?

Non era il tipo da credere alle coincidenze ma stavolta anche lui era stato messo a dura prova.

 

<< Fatto, un paio d’ore e sarà tutto a posto >> commentò lei rientrando in cucina:<< Non ho fretta >> le rispose studiandola di sottecchi e Alice cercò di sedersi di nuovo al suo posto mascherando l’ansia che le serrava lo stomaco:<< Sto ancora aspettando una risposta >> << A cosa? >> immaginava cosa lui volesse sapere ma davvero non sapeva che dirgli:<< Davvero non c’è niente di interessante da sapere su di me >> spostando il proprio bicchiere di qualche centimetro da sé Jasper la guardò sorridendo e dannatamente sicuro di sé: dio quanto era affascinante quel sorriso:<< Ok, allora facciamo un patto >> << Cioè? >> temeva le sue parole ma era un’inguaribile curiosa:<< Più uno scambio a dire il vero: un’informazione per un’informazione >> poi appoggiando i gomiti sul tavolo di formica e intrecciando le lunghe dita delle mani aggiunse:<< Tu dici una cosa a me e io ne dirò una a te >> << Sembra un gioco di spie >> commentò sovrappensiero e, Jasper non era ancora pronto per rivelarglielo, ma era proprio da una vecchia spia, il suo istruttore all’accademia, che lo aveva imparato.

<< Bene allora cominciamo >> continuò lui poi alzando gli occhi per incatenarli a quelli di Alice aggiunse:<< Quanti anni hai? >> << 24 >> rispose lei timidamente:<< Tu? >> << 27 >> aveva la stessa età di Eddy, accidenti sembrava più grande, era così diverso da suo fratello e da tutti quelli che lei conosceva…era così…:<< Nome completo? >> << Alice Mary Cullen >> stavolta lui rispose prima che lei glielo domandasse:<< Jasper Ronald Whitlock >> poi scuotendo la testa continuò:<< Lo so, Ronald è un nome terribile >> << No, no è bello… >> poi arrossendo vistosamente Alice aggiunse:<< Cioè ti sta bene >> << I miei nonni materni erano di origine inglese, da lì il nome >> << Capisco >> poi iniziando a disegnare immaginari ghirigori sul pian0 del tavolo aggiunse:<< I miei sono di New Orleans da generazioni, per quanto ricordi siamo sempre vissuti qui, i miei genitori vivono ancora nel terreno del mio trisnonno, anche se la nostra casa è molto più grande di com’era allora >> << Figlia unica? >> lei scosse il capo:<< Ho due fratelli maggiori, Emmett è un insegnante, Edward un avvocato >> << Figlio unico >> commentò lui e non avrebbe aggiunto altro sulla sua famiglia, per quanto morisse dalla voglia di raccontare a qualcuno tutta la sua vita per togliersi quel peso dal cuore almeno per un po’:<< Che lavoro fai? >> eccoci arrivati alla domanda cruciale, che risposta poteva darle? Non era una cosa che gli piaceva sbandierare in giro e per certi versi non poteva nemmeno farlo così liberamente:<< Sono nell’esercito >> gli occhi di Alice si sbarrarono a quelle parole: dio non era possibile, non di nuovo!

<< Sei un marine? >> la risata di Jasper la lasciò di stucco:<< Per amor di dio no! Sono in marina >> la bocca di Alice si aprì in una piccola O stupita e per un attimo lui desiderò di coprirla con la propria e di stringere a sé quella deliziosa visione ma si trattenne, lei non lo conosceva nemmeno e di sicuro l’avrebbe preso per pazzo se ci avesse solo provato!

<< Parliamo di cose più piacevoli: film preferito? >> doveva cercare di concentrarsi su altro e voleva restare seduto al suo posto e, soprattutto, lucido:<< Altra domanda? >> la guardò spaesato:<< Come? Andiamo non può essere così terribile >> << Credimi può esserlo >> << Se ti dicessi che posso batterti >> Alice scosse la testa facendo ondeggiare i corti boccoli neri che si era arricciata per la festa:<< Non penso, ma se vuoi provarci >> Jasper sorrise accettando la sfida:<< Star Trek II l’ira di Khan >> Alice restò in silenzio a guardarlo:<< Visto…ti ho detto che potevo batterti >> << Onestamente preferisco Alla ricerca di Spok, ma anche l’ira di Khan non era male >> a quell’affermazione anche lui restò basito: quante probabilità c’erano di trovare qualcuno che condividesse la sua assurda passione per Star Trek? E che quel qualcuno fosse la ragazza più bella ed affascinante che avesse mai conosciuto in vita sua poi?

 

Fu il suono persistente del suo cellulare a farle aprire gli occhi mentre si stirava le braccia, ma chi era che la chiamava a quell’ora del mattino?

Allungando la mano per afferrare il proprio cellulare che di solito riponeva sul comodino Alice toccò qualcosa di caldo e morbido, spaventata spalancò gli occhi incrociando la sagoma di Jasper che, sdraiato con lei sul divano, si stava svegliando:<< Ma che ore… >> borbottò lui a sua volta stropicciandosi gli occhi:<< Ciao >> lui sbatté le palpebre mettendo a fuoco Alice:<< Ciao >> poi guardando il tv con l’effetto neve sullo schermo aggiunse:<< Ci siamo addormentati >> lei annuì:<< Probabilmente è stato il vino >> lui sorrise e spostandosi si mise seduto:<< Il vino e una maratona di Star Trek vorrai dire >> si sorrisero entrambi ricordando come si era conclusa la sera precedente: alla fine per ingannare il tempo mentre aspettavano che il costume fosse pronto avevano iniziato a guardare alcuni episodi della famosa saga finendo poi per guardarne almeno una stagione intera addormentandosi quasi abbracciati sul divano.

<< È il tuo cellulare che suona? >> domandò Jasper quando il telefono riprese a suonare:<< Oh sì! Accidenti! >> e Alice si alzò andando alla ricerca della borsetta dove lo aveva lasciato la sera prima.

Si bloccò un attimo quando lo trovò vedendo il nome di Rosalie sullo schermo:<< Ciao Rose >> rispose poi cercando di sembrare rilassata, cosa che non era con quell’adone di marinaio sul divano:<< Alice! Ma dove sei finita ieri sera? Ti abbiamo cercata dappertutto >> lei si girò a guardare Jasper con la coda dell’occhio:<< Sì, mi è venuto mal di testa e sono venuta a casa, non volevo disturbarvi, vi avrei chiamato stamattina >> << Ok, lo dirò ad Em, ha dato di matto quando non ti ha trovato ieri, credeva che qualcuno di quegli idioti che erano alla festa ti avesse sedotta e portata chissà dove, senza contare che quando ha visto James alla festa Jacob ed Edward hanno dovuto trattenerlo o lo avrebbe ucciso >> Alice scoppiò in una risata nervosa:<< Io sedotta? Andiamo Rose! >> già, una serata finita a guardare Star Trek non si poteva certo definire seduzione, anche se il suo compagno di cinema non era per niente male…salutando poi velocemente l’amica riagganciò, aveva troppe cose da fare quel giorno e una distrazione bastava e avanzava.

 

<< Sarà meglio che vada, la camicia è asciutta e i miei amici si staranno chiedendo che fine ho fatto >> la voce di Jasper la riportò alla realtà:<< Sì, vado a prendertela >> commentò poi senza quasi guardarlo:<< Alice >> lei lo fissò da sopra la spalla:<< Sì? >> << Mi fermerò ancora qualche giorno, potremmo vederci e prendere un caffè insieme >> << Sarò abbastanza impegnata in questi giorni ma sì, si potrebbe fare >> lui allungò una mano prendendo il telefono di lei e inserendoci il proprio numero di telefono:<< Chiamami quando avrai un attimo libero >> lei annuì distrattamente per poi andare a prendergli la camicia.

Quando lo vide uscire da casa sua mezz’ora dopo la piccola Cullen cercò di non farsi troppe strane idee: aveva passato una serata più che piacevole con un ragazzo bello come un dio che aveva la sua stessa passione per Star Trek e un sorriso da sciogliere la calotta polare, era quasi troppo bello per essere vero!

Prima di lasciarsi andare a stupide fantasticherie ripensò ad una delle cose più importanti: Jasper era in marina…poco cambiava se non era un marine come James, la sostanza restava la stessa e lei aveva già perso molti anni della sua vita dietro ad un uomo che spariva per mesi e mesi in missioni a rischio della vita dall’altra parte del mondo, non voleva ricaderci di nuovo perché stavolta probabilmente non ne sarebbe uscita indenne!

 

Due giorni dopo il tanto atteso matrimonio era arrivato.
Aiutata da Bree e da Seth, Alice aveva portato la mastodontica torta-Barbie, soprannominata così da Rose e Bella, alla villa fuori città dove si sarebbe tenuto il ricevimento.

<< Salve, solo Alice Cullen, devo consegnare la torta per il matrimonio >> un uomo della sicurezza scorse velocemente la lista che aveva in mano:<< Sì, la stavamo aspettando, la torta va nella sala in fondo, gli sposi arriveranno a momenti per il pranzo, dovete andarvene prima del loro arrivo >> Alice annuì con un piccolo sorriso:<< Sì, non si preoccupi faremo in un lampo >> l’uomo tornò immobile indicando con la testa la direzione che dovevano prendere.

<< Sei davvero una maestra Alice lo sai >> << Come? >> domandò girandosi verso Bree:<< Beh questa torta è splendida, nonostante i colori e gli abbinamenti siano discutibili sei riuscita a creare qualcosa di molto elegante e delicato, quella Barbie non se lo merita >> l’altra scosse il capo mentre controllava che i fiori di pasta di zucchero fossero ben fissati alla torta:<< Oh non mi interessa molto che cosa si meriti o meno Victoria Bree, voglio solo fare il mio lavoro e andarmene da qui il prima possibile, senza contare che James mi ha già pagato e dopo il matrimonio si trasferiranno a Washington, quindi non dovrò vederlo mai più >> << Mi sembra un ottimo piano, la prima cosa sensata che fa quell’imbecille >> commentò Seth che aveva assistito di persona al fatidico momento in cui James si era presentato nel locale di Alice con Victoria al fianco baciandola davanti alla sua ex ragazza e rischiando di prendersi un pugno da Emmett ed Edward:<< È storia vecchia Seth, abbiamo finito, ora andiamo prima che arrivino >> e concludendo il discorso Alice si avvicinò alla porta con la sua tracolla sulla spalla.

Avevano percorso quasi tutto il corridoio quando la guardia di prima si avvicinò:<< Dovete aspettare un attimo signori, la cerimonia è finita prima e stanno arrivando gli sposi, il tempo di far entrare tutti al ricevimento e potrete andarvene >> Seth stava per borbottare qualcosa ma Alice lo precedette:<< Possiamo uscire dal retro se non è di troppo… >> ma le sue parole si bloccarono quando gli invitati cominciarono ad entrare nell’edificio e tra tutta quella gente lei riconobbe una chioma bionda e due occhi scuri che da due giorni non riusciva a dimenticare; la cosa che la bloccò non fu vedere Jasper tra gli invitati del matrimonio ma la minuta biondina che gli stava arpionata al braccio e che lo guardava adorante.
Ecco che si era fatta prendere in giro per l’ennesima volta!

Senza preoccuparsi di quello che diceva la guardia della sicurezza si voltò andando verso l’uscita sul retro dell’edificio, aveva bisogno di stare sola e di pensare; se solo si fosse voltata di nuovo avrebbe visto che anche Jasper si era girato e l’aveva notata.



Grimilde's

Lo so sono stata un po' cattiva...cioè dopo la serata quasi perfetta l'ennesima delusione...ma tutto si risolverà presto, molto presto!
   
 
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