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Autore: incommensurabilmente    13/08/2017    0 recensioni
Avevo costantemente stampato sulla faccia un sorriso malizioso perché mi divertivo a vedere gli sguardi scioccati della gente, ero sfacciato e sicuro di me.
Ero abituato a vedere la gente abbassare lo sguardo davanti ai miei occhi, mi dicevano che comunicavano molto...
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diario di bordo di un ragazzo scapestrato.

Era partito tutto per gioco... 
Avevo diciassette anni e tanta voglia di far cazzate. 
Avevo costantemente stampato sulla faccia un sorriso malizioso perché mi divertivo a vedere gli sguardi scioccati della gente, ero sfacciato e sicuro di me. 
Ero abituato a vedere la gente abbassare lo sguardo davanti ai miei occhi, mi dicevano che comunicavano molto... 
Conoscevo da una vita il mio amico Louis, eravamo praticamente cresciuti insieme, le prime cazzate assieme, la prima sigaretta, la prima canna ecc. ecc... 
Era una sera tranquilla, si andava fuori in giro e alle una la notte era ancora giovane, ero in macchina con Louis che guidava. 
Eravamo entrati in un locale alla fine e avevamo optato per una gara stupida che io avevo perso rimanendo quasi ubriaco. 
La conoscevo bene quella sensazione, Louis aveva pensato di aggiungere anche alla mia testa leggera una canna, rollata con cura, come le sapeva fare lui... 
Ero finito quindi con gli occhi rossi e lo stomaco in subbuglio sul sedile del passeggero dell'auto scura del mio buon amico. 
Pensavo ci avrebbe riportati a casa e che la serata sarebbe finita lì ma non avevo calcolato troppo bene tutte le possibilità. 
Una volta arrivati a casa sua mi aveva aiutato ad arrivare alla camera da letto e mi ci aveva buttato sopra. 
Non ci vedevo praticamente niente se non le palline sfocate del mondo che mi circondava. 
Steso però andava meglio e socchiusi gli occhi tentando di rilassarmi. 
Stavo quasi per prendere sonno quando sentii delle mani muoversi all'altezza del bacino, qualcuno mi stava sganciando la cintura. 
Mi stava forse aiutando a svestirmi? 
Chiamai il suo nome ma nessuna risposta... 
Strano... i puntini neri che vedevo guardando nella sua direzione disegnavano a grandi linee i tratti del suo viso. 
Mi aveva sfilato i pantaloni, lo sentivo dal fresco sulle cosce piacevole a confronto con il caldo che mi attanagliava la testa. 
Non si era fermato ai pantaloni però, ero rimasto con la mia camicia preferita addosso sganciata al terzo bottone come mi piaceva sentirla e niente sotto. 
Cosa diavolo voleva fare? 
Non ci capivo granché ma quando i brividi iniziarono a percorrermi la schiena mi fu tutto più chiaro. 
Avevo tentato di tirarmi su con il busto ma la sua mano mi aveva spinto di nuovo contro il materasso mentre la sua bocca andava su e giù... 
L'avevo chiamato di nuovo in cerca di spiegazioni ma lui di tutta risposta mi aveva gettato un lenzuolo sul viso per poi decidere di spingersi dentro di me, in luoghi che il mio orgoglio di ragazzo aveva sempre detto chiusi a tutti. A lui invece non era parso importare. 
Continuavo a non capire molto, sentivo solo un vago piacere venire dal basso bacino e mi vergognavo come un cane mentre non avevo la forza di oppormi, le volte che ci provavo mi beccavo o un ceffone o qualche offesa ben assestata. 
Eppure io mi ricordavo di essere uscito in macchina con il mio amico... chi era quel ragazzo che contro il mio volere stava facendo i suoi porci comodi?
Mi ero sentito terribilmente solo e indifeso, innocuo.

  
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