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Autore: edoardo811    13/08/2017    1 recensioni
Quello che sembrava un tranquillo viaggio di ritorno alla propria terra natale si trasformerà in un autentico inferno per i Titans e i loro nuovi acquisti.
Dopo la distruzione del Parco Marktar scopriranno ben presto che non a tutti le loro scorribande nello spazio sono andate giù.
Tra sorprese belle e brutte, litigi, soggiorni poco gradevoli su pianeti per loro inospitali e l’entrata in scena di un nuovo terribile nemico e la sua armata di sgherri, scopriranno presto che tutti i problemi incontrati precedentemente non sono altro che la punta dell’iceberg in un oceano di criminalità e violenza.
Caldamente consigliata la lettura di Hearts of Stars prima di questa.
[RobStar/RedFire/RaeTerra] YURI
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The Good Left Undone

IX

LA SPIAGGIA DEI RICORDI

 

Amalia camminava con passo leggero, le mani intrecciate dietro la schiena e il volto sorridente, in un’espressione di completo e totale relax. Il sole dai raggi caldi e morbidi le accarezzava il viso, il clima temperato e gradevole si attaccava alla sua pelle gratificandola, il profumo del meraviglioso fiore che una foingoid le aveva intrecciato fra i capelli la inebriava. Era molto simile ad un giglio, viola come i suoi occhi e dalle spore gialle, allacciato alla sua tempia destra. Lei con un fiore in testa, era difficile crederci. Un simbolo di pace, di amore, di calma e quiete come quello, su di lei, stonava terribilmente. Su Stella sarebbe stato molto più bello da vedere, magari uno verde acceso, che le mettesse in risalto i suoi occhi color smeraldo. Anche su Terra vedeva bene un bel giglio azzurro, mentre su di Corvina... non proprio. Ma Amalia non aveva avuto il cuore di rifiutare quel generoso dono da parte di quella fongoid e poi, doveva ammetterlo, non le stava tanto male. Aveva ricevuto molti complimenti per il suo aspetto, da donne, bambini, uomini e anche anziani. Erano tutti davvero gentili con lei, ma soprattutto, lo erano con sincerità. E non sapeva se essere felice di ciò oppure rammaricata.

Era passato quasi un mese, ormai. Viveva nell’agio, nell’allegria contagiosa dei fongoid, in quella radura rigogliosa e stupenda. La trattavano come una regina, aveva tutto quello che poteva chiedere. Assistevano la sua gravidanza, i fongoid più superstiziosi cercavano di preannunciarle come sarebbe stato il suo bambino nel futuro, lanciavano benedizioni... e tutto ciò le sembrava tremendamente sbagliato. Se avessero saputo cos’aveva fatto in passato, non sarebbero mai stati così buoni con lei...

Era anche vero, però, che dopo così tanti giorni i sensi di colpa avevano cominciato ad affievolirsi. Inoltre aveva cominciato a trascorrere il tempo insieme ai Titans e, beh, doveva ammettere che da entrambi i fronti la situazione era migliorata. Andava d’accordo praticamente con tutti loro, non c’era più astio, non riceveva più occhiate di sfuggita e, soprattutto, la consideravano quasi come... una di loro.

Aveva trascorso un po’ di tempo con praticamente tutti, singolarmente, eccezion fatta per Corvina, la quale non era praticamente mai disponibile.

E poi c’era Red X...

Non appena pensò al suo pseudo fidanzato il buonumore svanì da dentro di lei. Ma non poté rimuginarci più di tanto perché nella periferia del suo campo visivo vide Terra seduta in riva al lago, sulla spiaggetta di ghiaia. Usava i suoi poteri per far ribalzare dei sassolini sull’acqua, si stava abbracciando le gambe e sembrava molto pensierosa. Amalia sorrise guardandola, dimenticandosi di quell’idiota di X, poi decise di andare a parlarle.

«Ehi» disse quando le arrivò accanto, sedendosi accanto a lei.

Terra si voltò sorpresa, poi, quando la vide, sorrise tenuamente. «Ciao Amalia...»

Lo disse con tono flebile, mogio e alla tamaraniana fu impossibile non cogliere questo particolare. «Qualcosa non va?»

La bionda sospirò e tornò a guardare lo specchio del lago. Era di un blu intenso, talmente pulito che rifletteva l’erba alta dei campi coltivati accanto ad esso e i palazzi che vi si affacciavano. Rifletteva perfino le due ragazze, in tutti i loro dettagli. Il vestito bianco ricamato di Amalia sembrava fatto di neve candida, anche i pantaloncini e la maglietta di Terra erano riprodotti fedelmente, così come i loro capelli, occhi e le carnagioni abbronzate. Adesso che ci faceva caso, la bionda aveva indosso i suoi abiti di sempre e non quelli regalatole dai fongoid. Forse era più comoda così, o era pura scaramanzia.

«Beh...» cominciò lei scostandosi un ciuffo biondo dietro l’orecchio, esitando. Si mordicchiò un labbro, pensierosa, poi sospirò una seconda volta, affondando il mento tra le ginocchia. «È che... mi manca Corvina...»

«Oh...» replicò Amalia, sorpresa. Ricordò solo in quel momento che Terra e Corvina erano ben più che amiche e lei era l’unica a conoscenza di quel fatto. E realizzò anche che vedere la maga tre volte al giorno per nemmeno un’ora alla volta doveva essere dura per Terra. Bastò vedere come sembrava afflitta per capirlo. Aveva perfino l’aria di aver pianto, adesso che la guardava meglio. «Mi dispiace» mormorò, non trovando parole migliori.

Terra nel frattempo usò i suoi poteri per far rimbalzare un altro sassolino sull’acqua. Entrambe lo fissarono mentre schizzava sulla superficie del lago, compiendo ben otto salti prima di affondare. Calò poi il silenzio tra le due, ma Amalia non lo trovò fastidioso. Forse perché dietro di loro i fongoid proseguivano con le loro compravendite e chiacchiere allegre, forse perché quel momento lo stava trascorrendo con una ragazza che aveva imparato a chiamare compagna.

«Entrambe ci eravamo dette che non ci saremmo mai separate...» riprese a parlare Terra, prima di far rimbalzare un altro sassolino. Nove rimbalzi. «... e invece...»

Amalia si sorprese ancora di più quando la bionda cominciò ad esporre meglio il problema senza troppi ripensamenti. Certo, la tamaraniana mora sapeva che tra loro due c’era qualcosa, ma se si fosse trovata al suo posto non avrebbe parlato tanto apertamente nemmeno con lei.

«Ci vediamo a malapena durante il giorno, riusciamo a stento a parlare... non so quanto tempo sia passato dall’ultima volta che... beh...» Si interruppe, arrossendo, per poi guardare Amalia. «... insomma... ci siamo baciate o...»

Malgrado la tristezza di Terra, Amalia ridacchiò. «Tranquilla, ho capito.»

La bionda riuscì a sorriderle di nuovo, poi tornò a guardare il lago. «Lei c’è, è lì, al palazzo, a pochissima distanza da me. Potrei vederla tutte le volte che voglio, potremmo parlare in qualsiasi momento, non ci siamo separate per davvero in poche parole... ma è come se lo fosse.» Le sue labbra  tremolarono, mentre abbassava lo sguardo. «Vedo Robin e Stella, vedo te ed X, vedo anche coppie di fongoid sposate... vedo la felicità nei vostri occhi... e ciò mi fa sentire peggio di quanto già non stia. Mi manca Corvy... la mia Corvy...»

Io ed X..., pensò Amalia, con un moto di riluttanza dentro di sé. Terra poteva stare tranquilla, non era l’unica che non riusciva a godersi la compagnia della persona che amava, ma la tamaraniana decise di non dirglielo. Non voleva caricarla ulteriormente di preoccupazioni e problemi. Soffriva già abbastanza per la sua lontananza da Corvina, non era il caso di deprimerla ulteriormente con i suoi problemi di coppia con l’ex criminale.

«Posso domandarti come vi siete messe insieme?» domandò invece, sperando così di riuscire a tirarla su di morale, facendola parlare di come il suo amore per Corvina fosse sbocciato. E, in effetti, era anche tremendamente curiosa. Cosa poteva aver spinto quelle due ad innamorarsi e a dimenticarsi dei ragazzi?

Il sorriso nostalgico che apparve sul volto di Terra fu la dimostrazione che la tattica di Amalia aveva funzionato.

«Beh...» cominciò la bionda, guardando un punto non ben precisato davanti a sé. «... è cominciato un paio di anni fa’. Ero una ragazzina piuttosto... esuberante, euforica, facilmente impressionabile. Ero da poco entrata a far parte dei Titans e tra alti e bassi diciamo che me la cavavo abbastanza. Il mio punto di riferimento nella squadra era Beast Boy. Eravamo... molto amici. Ridevamo, scherzavamo, ci allenavamo insieme, uscivamo, insomma... eravamo affiatati. Ci sono stati anche momenti in cui, forse, ho pensato a lui perfino a qualcosa di più che un amico... finché, un giorno, io e Corvina ci ritrovammo ad inseguire un criminale, un semplice ragazzo armato, nulla di che.»

Prese una breve pausa, per inspirare profondamente. «Tra me e lei non correva buon sangue, il perché lo puoi immaginare. Eravamo come il giorno e la notte, il bianco e il nero. Io ero euforica, chiassosa, infastidivo spesso e volentieri il suo carattere molto più calmo e quieto. Non parlavamo quasi mai e quando accadeva lo facevamo per litigare e basta. Fino a quando lei non mi salvò la vita, proprio mentre inseguivamo quel ragazzo. Ora che ci penso meglio, non credo di aver mai corso un pericolo vero e proprio. Avevo una pistola puntata alla testa, ma avrei potuto facilmente liberarmene, se solo non fossi stata ancora un’incapace con i miei poteri. Certo, me la cavicchiavo, ma mai come adesso... » Sollevò una mano e per dimostrare la veridicità della sua affermazione diversi sassolini la seguirono nel movimento, spostandosi sopra il lago e trasformandosi in un piccolissimo tornado, che poi si dissolse in acqua.

«Ero con le spalle al muro, ma poi lei è arrivata e ha steso quel tizio... salvandomi» riprese a parlare. «Solo che poco prima quel tizio si era preso gioco di me per... insomma... all’epoca non ero molto avvenente o sviluppata, lui mi ha deriso per quel motivo  e Corvina... aveva sentito tutto. E quando la minaccia era sventata... me lo ha rinfacciato, però in maniera scherzosa. Sorrise perfino. E io l’avevo vista sorridere... quante volte, una? Due? Fu una bella sorpresa per me... e mi piacque molto. A quel punto mi sono messa a scherzare anche io su ciò che quel tizio mi aveva detto. Della serie, "se non puoi batterli, unisciti a loro". Facemmo battute, spostammo anche l’argomento su di lei, ridemmo insieme.»

Terra allargò il sorriso. «La prima vera volta in cui ridemmo insieme, in cui parlammo senza litigare... non dimenticherò mai quel giorno. L’avevo sempre reputata come una rompiscatole, una ragazza che non sapeva divertirsi, che non sapeva ridere... una strega, in poche parole. E invece quel giorno mi sono ricreduta. Anche lei era una ragazza come me, anche lei sapeva come ridere, sapeva essere spiritosa... ed era... molto carina, quando rideva. Sembra... sembra quasi una follia questa, però... la vidi sotto tutta un’altra luce. Era spiritosa, era bella, era piacevole ridere insieme a lei, era molto piacevole, molto più di quanto con BB non sarebbe mai stato. Ed era una ragazza piena di risorse, sveglia, intelligente, con la risposta pronta a tutto. Aveva carisma, personalità, la sua presenza era rassicurante, infondeva coraggio. Era forte. Molto forte. All’inizio ero consapevole di questo fatto, sapevo che Corvina apparteneva ad un livello molto più alto del mio e, beh, ero gelosa. Pensavo che una ragazza apatica e noiosa come lei non meritasse simile forza. Ma dopo aver visto come anche lei sapeva ridere e scherzare, ho capito che invece meritava di esserlo. E... volevo anche che... che non smettesse più di ridere o sorridere. Volevo che continuasse a farlo, in mia compagnia. Volevo... che restasse così. Io... ho capito che... che il mio astio nei suoi confronti era sbagliato. L’ho ammirata, quel giorno, l’ho ammirata davvero molto. E... ho capito che volevo diventare sua amica, a tutti i costi. E poi, nel giro di poco tempo... questo sentimento si è trasformato in qualcosa di più grosso. Nemmeno io, tutt’ora, riesco a spiegarmi come la semplice ammirazione si sia trasformata in amore, ma so per certo che non me ne pento. Assolutamente no. Sono felicissima di essermi innamorata di lei.»

Il sorriso di Amalia si addolcì, colpita da quella breve ma intensa storia. «E poi? Lei come ha capito di amarti?»

L’espressione di Terra si fece più triste e rassegnata. «Questa è la parte più tosta. Sono accadute molte cose spiacevoli, sia a me che a lei, prima che il nostro sentimento si potesse affermare da ambo i fronti. Lei in particolare, ha avuto bisogno di diverse spinte, per ricambiare il mio amore. Dopo quell’episodio in cui ho capito di ammirare Corvina, le cose sono precipitate. Io... non ero mai entrata a far parte dei Titans per mia volontà. Agivo per un uomo... Slade, non so se ti dice niente.»

Amalia scosse la testa.

«Beh, era un uomo che mirava alla distruzione dei Titans. Io mi ero infiltrata tra loro, in poche parole. Ero una spia, una traditrice. Non ti racconterò tutta la storia perché non ha niente a che fare con la domanda che mi hai posto, comunque, dopo aver scoperto il mio tradimento e dopo la mia successiva redenzione, sono rimasta... "fuori dai giochi", per due anni. E quando sono tornata da Corvina, diciamo che non sono stata accolta a braccia aperte. È stato difficile spiegarle tutto quanto, ma ce l’ho fatta. Le ho raccontato di amarla, le ho fatto una vera  e propria dichiarazione. Lei era sconvolta. Non capiva, non accettava, non... non mi ricambiava, semplicemente. Come se non bastasse, mentre io ero stata via, lei aveva cominciato ad interessarsi a Beast Boy. E poi, insomma, se arrivasse una ragazza che dice di amarti, tu come la prenderesti? Una con cui tra l’altro hai condiviso momenti tutto meno che felici?»

«Immagino che rimarrei sconvolta...» mormorò Amalia, anche se aveva prestato poca attenzione alle ultime parole. Era rimasta al fatto che Terra era una traditrice. Anche lei aveva avuto rapporti negativi con i Titans, allora. E, proprio come lei, era lì, era una di loro. Improvvisamente, Amalia si sentì più simile a lei di quanto mai avrebbe potuto immaginare. E capì di non essere sola. E capì anche che, se Terra era riuscita a voltare pagina, cosa impediva anche a lei di riuscirci? La ragazza bionda seduta davanti a lei, che non aveva mai visto in vita sua, brillò sotto tutta un’altra luce ai suoi occhi. Sorrise inconsapevolmente. Fu la prima volta in assoluto nella sua vita che non si sentì sola, non sotto quel punto di vista, perlomeno. Anche Red X aveva avuto un passato travagliato, ma quello di Terra era quello che più si avvicinava a quello della tamaraniana. Amalia capì ben presto che se cercava un’amica, quella bizzarra manipolatrice del suolo faceva al caso suo.

Terra nel frattempo piegò lanciò un’altra pietra. Questa volta attraversò rimbalzando tutta la superficie del lago e si ritrovò dall’altra sponda. «Esattamente» rispose all’affermazione della mora. «Comunque sia, è stato proprio grazie, o a causa, di questa loro pseudo relazione, che sono riuscita a suscitare il suo interesse nei miei confronti. Più precisamente, il giorno del tuo rapimento e quello di Stella. È stato quel giorno che tutto è cambiato.»

«Così recentemente?» domandò la tamaraniana incredula.

La bionda annuì, accennando un sorriso. «Eh già... sono accadute così tante cose che qualcuno potrebbe perfino scriverci un libro... In ogni caso, quel giorno, quando BB mi rivide, beh... a quanto pare lui non aveva mai dimenticato i nostri trascorsi, perché mandò letteralmente al diavolo ciò che stava sbocciando tra lui e Corvina, per me. E quello fu proprio un colpo basso per Corvina...»

Amalia schiuse le labbra, sorpresa da quel comportamento così schifoso da parte di BB. «Davvero? BB ha fatto questo?»

«Già. È stata una bella sorpresa per tutti, a dire la verità...»

La tamaraniana si stupì parecchio di quella rivelazione. Ancora di più si stupì quando si rese conto della sua stessa reazione. Era sempre stata convinta che BB fosse un bonaccione un po’ infantile, ma mai fino a quel punto. Se fosse stata l’Amalia di qualche anno prima probabilmente se ne sarebbe infischiata, ma essendo cambiata, essendo maturata ed avendo mutato il suo carattere dapprima crudele, si sentì sinceramente presa in contropiede da quel racconto. «Cavolo... che... verme...» Trattenne all’ultimo parole ben peggiori.

Terra scrollò le spalle. «Beh... Corvina ci è rimasta male all’inizio, ma adesso sia lei che io siamo felici, e ciò ci basta e avanza.» Sorrise timidamente. «Anzi, è probabile che se ciò non fosse accaduto, con Corvy non avrei mai avuto una chance...»

«Quindi... è stato grazie a Beast Boy che vi siete messe insieme?»

«Più o meno» rispose Terra, scostandosi un’altra ciocca di capelli ribelle da davanti agli occhi. «Diciamo che sono riuscita a farle capire che il mio amore era sincero e che mai e poi mai l’avrei delusa o abbandonata. Le ho fatto capire che... lei era tutto per me. E così, mentre eravamo sulla nave diretti al Parco Marktar, dopo l’avventura di Tabora, lei ha deciso di darmi una possibilità e così abbiamo... beh...» La bionda diventò nuovamente rossa come un peperone. «... puoi capire da te cosa è successo...»

Amalia ridacchiò di nuovo, vedendola arrossire in quel modo. «Accidenti, siete subito andate al sodo, eh?»

La bionda arrossì ancora di più, per quanto possibile, e fece di tutto per non incrociare gli occhi divertiti della tamaraniana. «Ecco... insomma...»

«E tu come ti sei sentita?» domandò ancora Amalia, intenerendo la sua espressione.

Gli occhi di Terra si colmarono di nostalgia, mentre un altro lieve sorriso scacciava il rossore delle goti. «Io... non credo di aver mai vissuto momenti meravigliosi come quello. Le parole non mi basteranno mai per descrivere l’emozione che ho provato quel giorno. È stato... magnifico, non mi viene in mente altro.»

La tamaraniana annuì. «Ma quindi i ragazzi non ti piacciono?»

Terra si voltò verso di lei inarcando un sopracciglio. «Perché me lo chiedi?»

Amalia esitò, realizzando che forse quella domanda era un po’ eccessiva. «No, niente, era solo... curiosità. Se non vuoi rispondere non c’è problema.»

La bionda la guardò perplessa ancora per un momento, poi, quando Amalia pensò che non avrebbe risposto, riportò lo sguardo sul lago e sorrise di nuovo. «È un po’ complicato. Direi... sì e no. Nel senso che i ragazzi mi piacciono, basti pensare al mio vecchio rapporto con BB. Ma ora che sto con Corvina, non riesco ad immaginarmi con uno del sesso opposto al mio. Perciò, se la mia più grande paura dovesse avverarsi e dovessi rompere con lei... credo cercherei un’altra ragazza.» Le labbra le si arricciarono in un’espressione scherzosa. «O forse mi suiciderei direttamente.»

Forse fu un gesto fuori luogo, ma ad Amalia venne da ridere sentendo quell’affermazione. «Accidenti, come sei pessimista...»

Terra si lasciò ben presto contagiare, e ridacchiò. Parlare con Amalia sembrava averla aiutata per davvero. Finalmente, la tristezza che fino a poco prima l’aveva attanagliata sembrava scomparsa, lasciando posto ad una molto più genuina giocosità. Poter esprimere ciò che con altri era costretta a tenere nascosto le aveva incredibilmente giovato.

 Quando le risate cessarono, Amalia decise di chiudere l’argomento con un’ultima domanda. Aspettò di incrociare lo sguardo di Terra, poi le rivolse un’occhiata carica di maliziosità. «E di me cosa pensi?»

«Cosa?»

«Le ragazze ti piacciono, no? E allora di me cosa pensi?»

La faccia che fece Terra era esattamente ciò che Amalia sperava di vedere. Rise di nuovo, guardando la sua espressione stralunata e le sue guancie arrossarsi per l’ennesima volta. La bionda distolse nuovamente lo sguardo da lei e lo evitò come la peste, quasi temesse che guardandola potesse trasformarsi in una statua di pietra. «Ehm... p-posso evitare di rispondere?»

«No, questa volta sei obbligata a farlo.»

«Beh, ecco... insomma...» La bionda si tormentò le mani, tenendo gli occhi rigorosamente incollati ai propri guanti marroni. «... sei... sei carina...»

«Oh, ma grazie!» esclamò Amalia con ilarità, per poi avvicinarsi a lei e sfiorarle appena la guancia con un bacio. «Anche tu sei carina...»

Terra sobbalzò quando se ne accorse, ci mancò poco che gridasse per la sorpresa. «A-Amalia...» sussurrò guardandola quasi atterrita, toccandosi la guancia consacrata. La tamaraniana ridacchiò per l’ennesima volta e si allontanò di nuovo da lei, chiudendo le palpebre e lasciandosi coccolare dal sole. «Rilassati, volevo solo punzecchiarti un po’.»

«Oh... o-ok...» biascicò l’altra ragazza, non sembrando molto convinta.

Amalia se ne accorse e cancellò il sorriso dalla propria faccia. Forse aveva un po’ esagerato, facendo leva in quel modo sui gusti sessuali di Terra. «Ehi, tutto bene? Ti ho per caso offesa?»

«No, no, è solo che...» Terra abbassò la testa, sembrando quasi afflitta. Amalia sentì le viscere contorcersi, temendo di averla offesa crudelmente, ma poi la bionda sorrise maliziosa e drizzò di colpo la testa, per poi avvicinarsi muovendosi sinuosa e fissarla seducente. «Mi sto innamorando di te...»

Tocco ad Amalia sentire le guancie andare a fuoco. Indietreggiò di scatto, quasi spaventata. «Cosa?!»

La situazione si ribaltò. Questa volta fu Terra a ridere di gusto e ad allontanarsi da lei, per poi stravaccarsi sulla spiaggetta di ghiaia. «Fregata!»

Il cuore della tamaraniana riprese a battere. Dopo un attimo di stupore iniziale, quasi si arrabbiò con Terra. «Cavolo, mi hai fatto venire un infarto!»

La bionda ridacchiò di nuovo. «Così impari a baciarmi a tradimento.»

Amalia storse il naso, poi lasciò perdere tutto con un sospiro. Se l’era meritato, in effetti. Non poteva continuare ad infastidire le persone a suo modo senza poi ricevere pan per focaccia. Sorrise di nuovo, accomodandosi sulla ghiaia come Terra aveva fatto. «Ci avevo quasi creduto...»

«Sono una brava attrice» spiegò Terra.

«Ho notato...»

Le due si guardarono di nuovo, poi risero insieme per l’ennesima volta. Sì, Terra era una forte, aveva gusti sessuali particolari, ma ciò non influiva minimamente sul suo carattere. Era spiritosa, simpatica e gentile, sarebbe stata un’ottima compagna di squadra, nonché amica, Amalia ne era certa.

Le due si avvicinarono e rimasero sdraiate sul letto di pietroline, a guardare le nuvole, ad indicare quelle con le forme più stravaganti e a chiacchierare, quasi come due bambine amiche da sempre. Fu gratificante per entrambe il poter parlare in quel modo con qualcuno. L’alchimia tra le due funzionava alla perfezione, forse era per via del fatto che erano quelle che avevano avuto i maggiori problemi con i Titans e che avevano suscitato l’odio di non poche persone. Incontrare qualcuno che si trovava nella loro stessa condizione fu un ottimo modo per far smettere loro di pensare ai loro brutti momenti e cercare di rilassarsi comportandosi da ragazze normali.

Probabilmente sarebbero rimaste a lungo insieme, godendosi la compagnia l’una dell’altra, ma un trambusto improvviso arrivò dalla strada, costringendole entrambe ad alzare la schiena dal suolo. Si voltarono e videro un gruppo ingente di fongoid dirigersi verso la locanda, dalla quale provenivano suoni dal dubbio significato, occultati dalla ressa generale.

Terra alzò un sopracciglio dorato. «Che succede?»

Amalia scosse la testa. «Non ne ho...» Un barlume di pensiero le illuminò la mente. Red X. Lui era sempre alla locanda. Non ci mise molto a fare due più due. Si alzò di scatto in piedi. «Andiamo a vedere!» Cominciò a correre, non attendendo nemmeno la risposta di Terra, non sapendo nemmeno se la bionda si era messa a seguirla o no.

Voleva sbagliarsi. Voleva con tutto il cuore sbagliarsi, scoprire che ciò che stava sospettando fosse errato, che la causa di tutto quel trambusto non fosse X come credeva.

Anche perché se fosse stato davvero così, se le sue supposizioni si fossero rilevate veritiere, per lui sarebbero stati guai. Guai seri.

 

 

   
 
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