Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Jessie_Tzn    13/08/2017    1 recensioni
«Dalla finestra della sua camera, Iris riusciva a vedere in lontananza gli aerei che spiccavano il volo e che, allontanandosi, diventavano sempre più piccoli fino ad essere un puntino di luce e, infine, sparire del tutto.
La ragazza dai folti capelli ricci voleva sparire come quegli aerei che ogni giorno vedeva decollare e viaggiare tra le nuvolette bianche del cielo. Forse la soluzione a tutti i suoi problemi era quella: andare via da quei luoghi, da quelle persone, da quei pensieri.»
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo I - Il rumore del silenzio

Il suo sguardo rivolto alla finestra pizzicava le stelle che quella sera rendevano luccicante il cielo.

Le foglie degli alberi ondeggiavano leggermente grazie ad una dolce brezza estiva; delle macchine passando producevano un rumore simile a quello del vento forte d’inverno; i lampioni illuminavano la strada e il miagolare di un gattino si percepiva appena, come una goccia d’acqua in un vasto oceano.
Nonostante ciascun suono fosse di per sé pacato, nel silenzio di quella notte ognuno di loro era inevitabilmente avvertibile.

Eppure, tutto ciò che Iris riusciva a sentire era quel vortice di pensieri che volteggiavano nella sua mente.

Una ad una, le scene della sua vita, le passavano dinanzi agli occhi e si ponevano tra le sue iridi castane e quella mezzaluna luminosa che s’innalzava nel cielo.

Come quella volta che le cadde un po’ di gelato al cioccolato sulla maglia e cercando di toglierlo riuscì soltanto ad espandere rovinosamente la macchia. Aveva quindici anni quando successe ed era inaccettabile che alla sua età riuscisse a combinare pasticci come una bambina di cinque anni. Persino il cameriere rise della sua goffaggine come se non bastasse il rimprovero di sua madre.
Lei lo ricordava ancora quel giorno e provava la stessa vergogna, lo stesso sentimento di inadeguatezza.

D’altronde, lei non si è mai sentita al posto giusto, con le persone giuste, al momento giusto. Tutta la sua vita è stata sempre allegramente caratterizzata da quel dolce e persistente pensiero di non essere abbastanza: non abbastanza simpatica, non abbastanza bella, non abbastanza brava a ballare, non abbastanza furba. Il suo non essere abbastanza si riversava su tutto quello che la circondava rendendo il posto sbagliato, le persone sbagliate e il momento sbagliato.

Ma Iris ci aveva sempre provato a cambiare le cose. Tante sere aveva invitato le sue amiche a uscire tutte insieme e altrettante volte si era sentita a disagio, come se tra quelle ragazze lei non c’entrasse nulla. Come un puntino bianco tra tanti puntini rossi.
Non era colpa sua se non riusciva a sciogliersi e a ballare liberamente, a scatenarsi, nei locali dove la trascinavano. Quella sala dalle luci lampeggianti e abbaglianti e tutte quelle persone completamente sconosciute facevano dilagare quella timidezza già devastante.
Era tanto se non scappava a gambe levate.
E cosa poteva farci se non voleva un fidanzato che non l’amasse davvero? Non le serviva un ragazzo solo per poter dire di averlo. Era consapevole del fatto che non avrebbe mai incontrato un principe azzurro con tanto di cavallo bianco e cappello azzurro con la piuma bianca, ma almeno un po’ di sentimento aveva tutto il diritto di pretenderlo. Come erano strane le sue amiche, con quei ragazzi tutti uguali esteticamente, ignoranti e senza un minimo di senso della verità. Erano simpaticamente assurdi con quei cellulari nelle loro mani, pronti a condividere con il mondo ogni gesto, ogni carezza.
Tutto falso. Quei grandi amori duravano sì e no una settimana e poi arrivederci. Ovviamente seguivano quelle frasi sui social di brava ragazza sconvolta dalla dolorosa conclusione della storia romantica con l’amore della sua vita. Questa fase durava circa due o tre giorni, fino al momento in cui riuscivano a trovarne un altro, di ragazzo.
E come poteva quel giorno, in gita, portare alle sue labbra quella sigaretta se il fumo le aveva sempre dato fastidio? Anche quando suo padre fumava lei si allontanava un po’ per non respirare quell’odore secco di bruciato che la faceva tossire.

Iris ci aveva sempre provato a cambiare le cose. Aveva concesso delle occasioni a tutto e tutti, aveva rinunciato qualche volta a leggere i suoi bei libri per accontentare gli altri ma, a quanto pare, era stato inutile.

Ed ecco presentarsi un altro ricordo in cui la sua delicata inadeguatezza le aveva tenuto compagnia. Come dimenticarsi di quel giorno in cui Paola e Rachele le avevano presentato quel ragazzo dagli occhi azzurri. Aveva dei capelli castani morbidi e ricci, un sorriso smagliante che indossava insieme ad una camicia bianca e un pantalone elegante. Quel principe moderno le tese la mano dicendo di chiamarsi Alessandro. Lei la strinse e disse il suo nome. Poi la strinse ancora e non accennava a lasciarla. Gli occhi di Iris erano completamente incantati da quelli del ragazzo e la sua mente aveva deciso di fare le valigie e andare via. Dopo svariati secondi fu lui a chiederle se gentilmente poteva lasciargli la mano. In quel momento si risvegliò dal sogno e si rese conto di essere capitata nella parte più buia della stanza delle brutte figure.
Inutile precisare che da quel giorno il principe non le rivolse più la parola e le sue compagne di classe la presero in giro per mesi. Loro forse l’avevano dimenticato, ma Iris custodiva questo momento nel disco della memoria che suonava ogni volta che intorno a lei era silenzio.

Non aveva mai dimenticato le cose negative della sua vita, le teneva ben impresse nella mente e le ripassava ogni volta che il disco tornava a suonare. Una cantilena che si ripeteva nella sua anima e che faceva eco nel suo cuore. Era tanta la voglia di fermarla, di cancellarla o quantomeno di cambiarne le parole. Era immensa la voglia di staccarla dal suo spirito ed alleggerire quelle spalle sulle quali si poggiava il peso dei suoi pensieri.

Dalla finestra della sua camera, Iris riusciva a vedere in lontananza gli aerei che spiccavano il volo e che, allontanandosi, diventavano sempre più piccoli fino ad essere un puntino di luce e infine sparire del tutto.
La ragazza dai folti capelli ricci voleva sparire come quegli aerei che ogni giorno vedeva decollare e viaggiare tra le nuvolette bianche del cielo. Forse la soluzione a tutti i suoi problemi era quella: andare via da quei luoghi, da quelle persone, da quei pensieri.

E fu proprio allora che mentre il suo sguardo rivolto alla finestra pizzicava le stelle e le foglie degli alberi ondeggiavano leggermente grazie ad una dolce brezza estiva e delle macchine passando producevano un rumore simile a quello del vento forte d’inverno e i lampioni illuminavano la strada e il miagolare di un gattino si percepiva appena come una goccia d’acqua in un vasto oceano, si avvertì un rumore assordante che coprì ogni suono. Una luce bianca illuminò il cielo rendendo invisibili le stelle per pochi secondi e il disco dei pensieri si bloccò per lo stesso arco di tempo. Stava succedendo ancora.

Quell’enorme macchina dalla forma di un drago stava spiccando il suo volo e Iris rimase ad osservarla mentre si allontanava lampeggiando. Restò a guardarla con la travolgente voglia di partire, con l’irresistibile voglia di spiccare il volo e con la decisa volontà di sparire, allo stesso modo, nel buio di quella notte rumorosa.

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Jessie_Tzn