Il maiale di Tsuyoshi
La giovane dai lunghi
capelli rosa si appoggiò la mazza da
baseball sulla spalla e sorrise.
“Quindi tu hai
bisogno di un passaggio in aereo fino alla
città più vicina?” domandò.
Il giovane uomo si
grattò il collo, fino ad arrossarselo. I
suoi corti capelli mori erano disordinati e ricoperti di gel, le sue
iridi
castane erano liquide.
“Mi va bene
anche la capitale” rispose.
La ragazza si
piegò in avanti, facendo ondeggiare i seni.
“Ti chiami
Tsuyoshi?” domandò. Le sue iridi brillarono di
riflesse verde smeraldo e sul suo capo si posò un
pipistrello.
“Sì”
rispose l’uomo.
La giovane socchiuse un
occhio e spalancò l’altro,
ticchettando con la ballerina per terra.
“Sai, un amico
di mio marito si chiamava in quel modo. Solo
che era rosso e più giovane” spiegò. La
testolina di un pipistrellino emerse
dalla capigliatura rosa della giovane.
“Senti, ho
sentito che vieni da Namimori. Io lì devo andare,
perciò tu mi porti con te al ritorno a casa. Ci
stai?” chiese, porgendogli la
mano.
< … Vuoi
vedere che è Pesca? Quella di cui parlava sempre
Lee? > si domandò Tsuyoshi.
Le prese la mano e la
strinse a sua volta, chiuse gli occhi
e un sorriso gli prese metà del viso.
“Affare
fatto” rispose.
La giovane gli
lasciò andare la mano e l’appoggiò sul
fianco. Le sue unghie erano laccate di rosa confetto.
Socchiuse le labbra rosso
ciliegia e si voltò, avanzò
facendo ondeggiare la minigonna nera che indossava. Raggiunse un
vecchio aereo
e lo indicò con la mazza da baseball.
“Sali a
bordo” ordinò.
Tsuyoshi raggiunse
l’aereo biposto e guardò all’interno
dell’abitacolo,
impallidì.
“Qui dentro
c’è un maiale” disse.
“Io sono una
sacerdotessa degli dei polpi e sapevo che nel
mio futuro sarebbe arrivato un uomo che avrebbe avuto bisogno di quel
maiale.
Forse sei tu” spiegò la giovane. Le cinture che le
ricadevano lente sulla gonna
sbatterono tra loro, con dei cigolii metallici.
Tsuyoshi salì
sull’aereo e si appoggiò il maiale sulle
gambe, con un mugolio.
“Pesi,
maiale” borbottò.
L’animale gli
premette contro il muso umido, Tsuyoshi
ridacchiò e gli accarezzò la testa. Lo
grattò sotto l’orecchio mentre il maiale
faceva una serie di versi gioiosi.
“Gli
piaci” disse Pesca, mettendosi al posto di guida.
Appoggiò al suo fianco la mazza da baseball ed
iniziò i preparativi per
accendere l’aereo.
Il pipistrellino sul suo
capo si avvolse nelle proprie ali
nere, dalle membrane morbide. Si affacciò e nei suoi occhi
neri si rifletté la
figura di Tsuyoshi.
“Senti, come mai
il tuo pipistrello ci vede?!” ci vede, sovrastando
il rumore che iniziava a provenire dall’aereo.
Pesca fece manovra facendo
uscire il velivolo dall’hangar.
“È
una volpe volante, non sono propriamente pipistrelli. Gli
piace anche la frutta!” gridò lei in risposta.
<
Dev’essere la sua box arma. Anche lei è
così, sembra
una vampirella, ma non lo è. È una particolare
veggente nata nella famiglia
alleata a quella di Lee> rifletté Tsuyoshi.
Il maiale fece dei versi
più acuti e Tsuyoshi se lo cullò
contro.
L’aereo
proseguì lungo la pista e prese il volo, alzandosi
di quota.