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Autore: Pevensie    13/08/2017    1 recensioni
Johanna x Finnick | accenni Annie x Finnick | firstandlastwords!
«Forse in un'altra vita avremmo anche potuto essere felici, io e te.»
[...]
«E Annie dove la metteresti nel nostro allegro quadretto familiare?» sogghigna la ragazza del Sette, in maniera meschina. Chiude la porta e quando si volta, il vincitore del Quattro è già senza maglia. Lo odia. Odia Finnick, odia il suo non riuscire ad odiare Annie, odia Snow, odia Capitol, odia l'idea di dover ritornare dentro l'Arena, odia sé stessa per aver ucciso degli innocenti. E' talmente piena di rancore, Johanna, da non ricordarsi nemmeno più come si faccia ad amare.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Finnick Odair, Johanna Mason
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le parole più grandi

 

 

«Amore è ciò per cui i liberi

divengono prigionieri

e i prigionieri liberi»

-Cose che nessuno sa; Alessandro D'Avenia

 

 

 

«P..p..penso di es.s..sere innamorata di te, Finnick Odair.»

Sono queste le prime parole che scambiano il Vincitore del Quattro e il tributo femmina del Sette, Johanna Mason. E' la ragazza a pronunciarle, in maniera impacciata e con la testa bassa. Morirà subito, Finnick ne è certo. Però le sorride, intenerito. In realtà, vorrebbe solamente andarsene dai suoi ragazzi, a dar loro qualche ultimo consiglio prima delle interviste. E forse a dirgli di lasciare perdere quella del settimo distretto, tanto non riuscirebbe a fare male ad una mosca e a loro non cambierebbe nulla.

«Ci tenevo a dirtelo prima di entrare nell'arena» continua Johanna qualche istante dopo, questa volta incrociando gli occhi verdi di lui. Quasi per errore. E' in quel momento che Finnick nota qualcosa nel suo sguardo, una sfumatura che dovrebbe mandargli un segnale di pericolo, che dovrebbe farlo dubitare della sua sincerità, che dovrebbe suggerirgli di scappare. Eppure la ignora e quando si allontana dalla ragazza, finisce per dimenticarsene per sempre. L'inizio della fine.

Esattamente tre settimane dopo, Johanna Mason vince i 71esimi Hunger Games, uccidendo il tributo maschio del Quattro.   

 

«Credevo che sei anni di Capitol ti avessero reso più intelligente di così, Odair.»

Sono queste le prime autentiche  parole che Johanna Mason dice a Finnick. E lui non può far altro che esserne divertito e al tempo stesso offeso. Proprio lui che di falsità e verità dovrebbe intendersene alla perfezione, ingannato da una diciassettenne qualunque.

Sono al Quarto Distretto per il Tour della Vittoria e mentre la ragazza parla, lui non riesce a togliersi dalla testa le lacrime della madre di Joseph, il suo tributo. E' anche colpa sua se è morto. Aveva sottostimato Johanna, gli aveva detto di non preoccuparsi. E lei l'aveva trafitto con la sua ascia, prima scagliandola contro la sua colonna vertebrale e poi mozzandogli la testa di netto. A Capitol City era subito nata un'eroina.

«Dov'è finito tutto l'amore che provavi per me, zuccherino?»

Lo sguardo di Finnick si sofferma sulla figura della ragazza, mentre lei alza gli occhi al cielo. E' così maledettamente diversa dalla prima volta che l'aveva vista. Persino la sua postura è cambiata. E della fragile Jo -così l'avevano chiamata le riviste scandalistiche- nemmeno traccia. Così come per le sue cicatrici: scomparse anch'esse nel nulla.

Johanna si avvicina a lui, talmente tanto che Finnick riesce a sentirne l'alito. Sa di nicotina. E immagina già quello che sta per accadere, non la respingerà di certo. Ma il ragazzo ha nuovamente torto.

«Preferirei che mi tagliassero la lingua, piuttosto che baciarti.»

Ma questa volta, per quanto sia meschino e tagliente, il suo tono di voce la tradisce e il ragazzo lo nota immediatamente. Nel gioco dell'amore, è Finnick il vincitore.

 

 

«O..o..dair, cazzo!»

Sono queste le prime parole che urla Johanna quando Finnick le fa raggiungere un orgasmo. Non è la prima volta che scopano, ma in precedenza la ragazza era rimasta muta, tranne per qualche gemito trattenuto. E ora lui non può far altro che mostrare quel suo sorrisetto idiota, che lei odia tanto. E in quel momento, lo detesta ancora di più.

«Non hai vinto un matrimonio con la tua pazza, smettila.»

Finnick non fa nemmeno in tempo ad uscire da lei, che vorrebbe già ammazzarla. C'è un tacito accordo tra di loro: i segreti detti da ubriachi non vengono rivangati da sobri. Johanna dovrebbe saperlo. Ma soprattutto dovrebbe essere a conoscenza del fatto che Annie sia il tallone d'Achille di Finnick, e che non dovrebbe nominarla in quelle occasioni.

«Per un momento avevo persino pensato che non avresti rovinato tutto come al solito con quella tua cazzo di bocca.»

E' severo, Finnick. E Johanna non l'aveva mai visto così. Di solito non le dice cose del genere, nemmeno dopo aver ricevuto i peggiori insulti. E' lui quello che porta pazienza, è lui quello che resta; nonostante tutti i tentavi di lei per farlo allontanare, per non affezionarsi. Forse questa volta c'è finalmente riuscita. Finnick si riveste in velocità, lasciandola nuda e sola nel suo letto. Forse non lo rivedrà mai più.

Tre giorni dopo lui si scusa.

Quella è la prima volta che Finnick se la prende seriamente con Johanna. Ed anche la penultima volta che fanno sesso. Forse anche lui ha paura di affezionarsi.

 

 

«Forse in un'altra vita avremmo anche potuto essere felici, io e te.»

Sono queste le prime parole che Finnick biascica sullo stipite della porta della stanza di Johanna, dopo la proclamazione dell'Edizione della Memoria. Il ragazzo affronta la situazione nell'unico modo che conosce per ignorare i problemi: da ubriaco. Entra infatti nella camera con una bottiglia di whisky in una mano e il suo solito sorriso stampato in volto.   

«E Annie dove la metteresti nel nostro allegro quadretto familiare?» sogghigna la ragazza del Sette, in maniera meschina. Chiude la porta e quando si volta, il vincitore del Quattro è già senza maglia. Lo odia. Odia Finnick, odia il suo non riuscire ad odiare Annie, odia Snow, odia Capitol, odia l'idea di dover ritornare dentro l'Arena, odia sé stessa per aver ucciso degli innocenti. E' talmente piena di rancore, Johanna, da non ricordarsi nemmeno più come si faccia ad amare.

«Ma io amo te, Jo.»

Johanna sa che non è vero, che gliel'ha già ripetuto altre volte in condizioni peggiori, che il giorno dopo lui non saprà nemmeno di averlo detto. Eppure la consapevolezza che a distanza di un mese potrebbe essere morta -potrebbero  esserlo entrambi-, le concede il lusso di fingere di crederci. Solo per una notte, o per dieci minuti.

 

 

«Domani io ed Annie ci sposiamo.»

Sono queste le prime parole che Johanna sente pronunciare a Finnick dall'Arena. Dopo cinque mesi di torture e altri tre di ricovero, senza alcuna visita da parte sua. Se possibile, Johanna è diventata ancora più fragile e furiosa. E' pelata e il suo corpo è ricoperto da lividi, nonostante il tempo passato dall'ultima simulazione di annegamento con scariche elettriche. Inoltre, è talmente magra che si intravedono le costole da sotto il camice.

«Congratulazioni. E figli maschi.»

Una volta Johanna si perdeva in quegli occhi verdi. Ora fa di tutto per non incrociarli.

«Lo so, Jo, ho sbagliato. Ma Annie aveva bisogno di me e..»

La ragazza del Sette non lo fa nemmeno finire che subito lo interrompe, un sorriso cattivo disegnato sul suo volto.

«E tu non hai pensato a quella troietta con cui scopavi per occupare il tempo, a quella da cui tornavi quando la pazza ti faceva uscire fuori di testa.»

Non c'è alcuna traccia di emozione nella sua voce. E anche quel briciolo quasi invisibile di cuore che le era rimasto dopo gli Hunger Games, dopo l'uccisione della sua famiglia, dopo essere stata obbligata a ritornare nel luogo che infestava i suoi incubi, spazzato via inesorabilmente. E forse per la prima volta, Finnick vede Johanna come l'essere debole che è, senza alcuna maschera.

Rimane spiazzato da quelle parole così meschine e crudeli, eppure così vere. Perché da quando lei, Annie e Peeta erano stati salvati, lui non aveva occhi che per la sua fidanzata, troppo spaventato di perderla ancora.

«Verrai domani?»

«Sai, avrei preferito essere affogata a Capitol, ma no! Mi hai insegnato tu a nuotare, Odair. Grazie mille!» E così le parole di Johanna diventano senza senso e lui capisce da quelle e dai suoi occhi, che ora è la morfina a parlare.

 

 

«Sto per partire per Capitol, Jo.»

Sono queste le prime parole che Finnick dice a Johanna dal matrimonio. Alla fine, si era presentata, ma l'aveva fatto solo per Annie, lei non si meritava che qualcuno le rovinasse quel giorno tanto speciale.

«Salutami Snow.»

E' ancora fredda con lui o almeno ci prova. Ma questa volta il suo sguardo lo incrocia, perché sa che il ragazzo rischia la vita. Finnick lo nota, immediatamente. E di nuovo quel sorrisetto strafottente si colora sul suo viso. Johanna non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura, ma le era mancato.

 «Mi perdonerai mai?»

«Tu portami il cuore del Presidente e poi ne riparliamo.»

Quella situazione sembra talmente tanto assurda che il vincitore del Quattro scoppia in una fragorosa risata, la ragazza lo segue. Sembra passata un'eternità dall'ultima volta che era successo. E Finnick non riesce proprio a trattenersi: in un istante si fionda verso Johanna e la stringe forte a sé. Quell'abbraccio sa di casa, pensa lei. E sotto sotto lo crede anche lui.

«Adesso devo andare da Annie, lei non lo sa ancora» pronuncia il ragazzo per smorzare il silenzio creatosi tra i due. E Johanna sorride triste tra sé e sé. Con Finnick sarebbe sempre finita così, lui avrebbe sempre preferito Annie.

«Uccidi qualcuno anche per me!»

E' sarcastica, Johanna. Eppure quella frase nasconde un sottile strato di verità. E si sorridono, sembrano persino quelli di un tempo. Poi Finnick esce, abbandonando nuovamente la vincitrice del Sette alla sua solitudine. Qualche istante dopo, però, il giovane del Quattro si affaccia nuovamente alla porta della camera di Johanna e solo allora termina la conversazione.

«Ti voglio bene, Jo.»

E se ne va, senza aspettare la risposta della ragazza.

«E io penso di essere davvero innamorata di te, Finnick Odair.»

Sono queste le ultime parole che Johanna Mason dice e dirà a Finnick, troppo piano perché lui possa sentirla. Pentendosi di ciò per sempre. 

   
 
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