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Autore: Jackthesmoker7    13/08/2017    1 recensioni
Ho cercato di scrivere una storia il più simile possibile agli episodi della serie TV, che dia alla serie una conclusione (p.s. La quinta stagione non conta qui).
Vedrete uno Slado mai visto ed una Stella che potreste vedere solo nei vostri incubi.
E Robin...
Vedrete
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin, Slade, Starfire, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Batcaverna. Un posto considerato una leggenda metropolitana, popolata da pipistrelli grandi quanto un cane e da topi enormi, il cui sovrano viene temuto alla stregua di un mostro, o un demone, o un'essere infernale, una specie di ibrido tra un uomo ed un pipistrello che aveva come scopo quello di assediare il crimine di Gotham, di cacciare e di scovare ovunque i criminali si nascondano, catturarli ed imprigionarli, per poi sparire nel buio della notte. Già alla ricerca di altri. Ogni singolo giorno della sua vita.
La polizia della città collabora con lui e lo lascia agire, ma non tanto perché hanno credono sia nel giusto, quanto al fatto che nessuno potrebbe fargli smettere di volteggiare su Gotham City alla caccia dei criminali e dei pazzi che la avvelenano.
Tranne che nelle ultime settimane, dove era rimasto rinchiuso nelle profondità della caverna. In questo periodo di tempo il crimine ne aveva approfittato, impaurendo i cittadini che avevano paura ad uscire la notte, e quando erano obbligati alzavano sempre lo sguardo tra i tetti, nella speranza di vedere una figura scura vegliare silenziosa sopra di loro. Ma quella figura di cui avevano tanto bisogno era lontana, nel suo laboratorio circondato da sostanze chimiche, computer, macchinari al limite della fantascienza, alla disperata ricerca di un modo per salvare una persona a lui molto cara.
La sua concentrazione era tale, e tanto era esausto per via della mancanza di sonno, che non la sentì neanche entrare. Fu solo quando sentì la sua calda mano morbida posarsi sulla sua spalla che la notò: << Oh, Diana! Che ci fai qui? >> disse il cavaliere oscuro rivolto alla stupenda guerriera che gli era comparsa accanto.
Wonder Woman sembrava molto più in salute e più riposata del collega, probabilmente per via del suo retaggio divino, ma neanche lei in quei giorni aveva dormito molto: << Qualche progresso? >> chiese lei con tutto il tatto che possedeva, mentre il suo sguardo indugiava sui vassoi ancora pieni di cibo ormai marcio buttati a terra, ai fogli pieni di numeri che uscivano a frotte dalla stampante ed infine sugli schermi, probabilmente tenuti accesi per giorni interi.
Batman tornò a guardare questi ultimi, visibilmente esausto: << No, niente. >> disse lui autoritario << Ancora niente. >>
Diana conosceva bene quell'uomo e, nonostante cercasse di nasconderlo, non l'aveva mai visto così provato: << Bruce, da quant'è che non ti riposi? >>
Il vigilante era esausto, non era quasi in grado di pensare lucidamente. Si stava sforzando in maniera quasi sovrumana, aveva quasi raggiunto il suo limite: << Diana, come puoi dirmi di riposare quando Robin in questo esatto momento sta lottando per la sua vita sotto quella cupola? Come posso riposarmi con la consapevolezza che probabilmente lui è già morto? Ha preso la Hellbat, ti rendi conto? Tu sai esattamente quanto me le controindicazioni dell'usarla. Se non è già morto morirà presto. Devo aiutarlo. Devo... >> sbottò lui pieno di rabbia.
Ebbe un mancamento, e sarebbe stramazzato a terra se l'amazzone non fosse stata più veloce di lui. Lo sollevò da terra e cercò di portarlo di sopra, nella villa, ma lui la fermò: << No, lasciami qui. Non ho finito. >>
Lei cercò di fermarlo: << Non dire sciocchezze Bruce, sei troppo stanco per continuare. Devi riposarti, altrimenti... >> ma lui non l'ascoltò. Si dimenò tra le sue braccia e si staccò da lei, cadendo a terra. Ansimando per il dolore riuscì a rimettersi in piedi, rifiutando l'aiuto che l'amazzone cercava di porgli.
Appoggiandosi alla parete riuscì ad arrancare fino alla poltrona del bat-computer, dove cadde di peso: << Diana, devo continuare. Sento di essere vicino alla soluzione, so che manca poco, pochissimo... >>
Wonder Woman temeva che sarebbe svenuto di nuovo, ma non poteva fargli da balia per sempre: << Va bene, so di non poterti costringere a fare qualcosa che non vuoi. >>
Silenzio. La fatica si faceva sentire, era solo una questione di tempo ormai e Batman temeva di non farcela: << Ieri, quando Robin si era salvato per un pelo... ricordi? Quando quella squadra di robot aveva interrotto la lotta tra lui e la donna-gatto. Ho davvero temuto il peggio quella volta. Non voglio vedere di nuovo una scena simile, e non poter fare niente. >> si tolse i guanti delle mani, rivelando la pelle ustionata per via del contatto con la barriera energetica.
Wonder Woman osservò le bruciature ed i solchi lasciati dal calore, e non poté fare a meno di sentirsi in colpa per non essere riuscita a fermarlo e per impedirgli di farsi del male: << Bruce, so che per te è angosciante, ma non è ancora finita. So che presto avrai un'illuminazione e capirai come penetrare là dentro, ne sono sicura. Ma lasciati aiutare, per favore. >> implorò lei, cercando di aiutarlo con tutto il cuore.
Il cavaliere oscuro ne fu commosso, e si ricordò del motivo per cui aveva deciso di unirsi alla Justice League: per unire le forze e per sostenersi l'un l'altro: << Va bene Diana, mi hai convinto. Ora per favore dammi una mano ad alzarmi. Portami sul tuo aereo. Voglio tornare laggiù. >>
Lei non fece domande e lo aiutò a rialzarsi e lo condusse fuori dalla batcaverna usando l'uscita vicina alla cascata, e poi fuori nel folto bosco che nascondeva la caverna. Il jet invisibile era parcheggiato sulla strada sterrata davanti alla rampa per la batmobile, e l'unico dettaglio che permetteva di individuarlo erano dei piccoli solchi sottili lasciati dalle ruote durante l'atterraggio.
Prima di salire Batman si rivolse alla collega: << Diana, per favore lasciami. Voglio camminare da solo adesso. >> Lei esaudì il suo desiderio, e si fece da parte. Batman riuscì a rimanere in piedi, non senza sforzarsi, ma fu in grado di ricoprire da solo la distanza tra l'aereo e la cascata; Diana lo seguiva a distanza, per sicurezza. Lo guidò fino al portellone aperto e, quando fu certa che non avesse problemi, si mise ai comandi.
Batman raggiunse il sedile e si sedette ed allacciò la cintura: << Bruce >> lo chiamò Wonder Woman, che gli porse il panino. << Oh, grazie Diana. >> e cominciò a mangiarlo.
I motori si riscaldarono, il jet cominciò il decollo verticale ed i propulsori si accesero. In pochi secondi erano già in volo a 600 km/h verso il luogo dove sorgeva il lato meridionale della cupola, dove Robin era stato visto l'ultima volta.
Mentre erano in volo Batman si sentì rincuorato dalla forte presenza di Wonder Woman, che era sempre stata per lui un punto di riferimento, una specie di luce nel buio. Non avrebbe mai potuto ringraziarla abbastanza per il suo supporto. << Ehi, vedo che ti sei spazzolato il panino. Se Alfred li fa così buoni magari qualche volta gli chiedo di prepararmene qualcuno. >>
Batman sorrise sarcastico: << Per te scroccare rimane un'abitudine, eh. >> insieme risero di gusto, per la prima volta da tanto tempo, e finalmente sentirono la tensione allentarsi.
Mancavano pochi minuti all'arrivo, la cupola si vedeva in lontananza all'orizzonte, quando il jet invisibile venne bagnato dalla pioggia battente. Inizialmente non la notarono, però quando furono a destinazione, mentre sorvolavano lo spazio aereo sopra la cupola, Batman notò un particolare che lo fece scattare come una molla: << Diana, la barriera. Guarda! >> e puntò un dito verso l'ammasso energetico.
Wonder Woman seguì con lo sguardo la direzione indicata del cavaliere oscuro, ma non notò niente di particolare: << Cosa Bruce? Non capisco che intendi. >>
<< Atterra, svelta! Ho un'idea. Chiama immediatamente Metamorpho ed Aquaman. Abbiamo bisogno di loro. >>
L'amazzone iniziò la procedura di atterraggio verticale, per poi tornare a rivolgersi al collega: << Ma perché? Ti decidi a spiegarmi? >>
<< La pioggia Diana. Guarda nella cupola! >> disse Batman, che continuava a fissarla. Al che lei guardò con più attenzione, ma non riuscì lo stesso a notare ciò che aveva notato il suo collega: << Bruce, continuo a non capire. Per favore spiegati chiaramente. >> disse lei, che stava cominciando a perdere la pazienza.
Batman si mise a camminare nervoso per tutta la lunghezza dell'aereo, mentre in testa gli si formava un piano: << È la pioggia. Non so né come, né perché, ma la pioggia riesce ad attraversare la barriera. Vedi quelle pozze laggiù? Lì la pioggia le sta increspando. E la cupola non arriva sopra le nuvole. >>
Raggiunse il portello e si aggrappò ad una maniglia che spuntava dalla parete: << Devo scendere ed analizzare quell'acqua. Forse è qualcosa nella composizione chimica di quel tipo di acqua piovana, oppure la barriera permette il passaggio ai liquidi, ma c'è qualcosa che passa, e noi sfrutteremo questo nuovo fattore a nostro vantaggio. Ed ora atterra. 
C'è una città da salvare ed un ragazzo da trovare. >>
   
 
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