SPERANZA ED ALTRE STRONZATE

Ian esala una boccata di fumo e tossisce. 
"Ci moriremo qui" afferma inespressivo. 
Mickey sbadiglia, il lenzuolo attorcigliato attorno alle gambe è di un rosso fastidiosamente acceso. 
"Di che cazzo parli, Gallagher?" 
È metà pomeriggio di una di quelle giornate estive in cui fa troppo caldo anche per scopare. Non che questo abbia impedito loro di farlo, sia chiaro, però li ha decisamente spompati. 
"Parlo della maledizione del Southie." 
Mickey guarda il rosso di sottecchi. Quando Ian dice cose del genere, cose strane, sente sempre il petto chiudersi in una morsa fastidiosa ed una strana sensazione alla bocca dello stomaco. 
Qualche idiota, Mickey lo sa, direbbe che si preoccupa per Ian. 
"Non esistono stronzate come le maledizioni." 
Ian sghignazza, senza ironia e Mickey si sente ancora peggio. 
"Esiste solo questo: il sesso, il fumo e questa fottuta afa pomeridiana." 
Ian si gira a guardarlo, una luce strana gli brilla negli occhi, facendo battere il cuore di Mickey sempre più forte. 
Cazzo. 
Non vedeva quello sguardo da così tanto tempo che quasi non se lo ricordava più. Ian è sveglio. Sveglio per davvero. E cazzo, se non fosse così dannatamente spompato Mickey giura che gli salterebbe addosso anche adesso, scopandolo fino a fargli schizzare via gli occhi dalle orbite ed implorare: "Ancora". 
Ian si morde il labbro inferiore, come se fosse conscio dei pensieri di Mickey. 
"E poi?" chiede serio. 
"E poi cosa?" 
Mickey, ora come ora, ci prova, ci prova davvero, a restare concentrato sulla conversazione, ma cazzo se è difficile con Ian mezzo nudo e accaldato lì davanti a lui. 
"Che altro c'è?" 
Mickey scrolla le spalle. 
"Deve esserci altro?" 
Si pente di quello che dice nell'attimo stesso in cui lo fa. Sì, cazzo sì, lo sa che deve esserci altro. Eccome se deve. 
Dovrebbero esserci un lavoro onesto e una di quelle merdosissime villette a schiera in uno dei tanti quartieri da fighetti del centro e un mutuo che finirà nel duemilavaffanculo e una bella famigliola del cazzo di quelle con un cane o una stronzata simile. 
Mickey lo sa, ma non lo dice. Non vuole farlo. Perchè si dice che, forse, se Ian non ne verrà a conoscenza, se non capirà di meritare di meglio, allora resterà lì, con lui e, forse, per quanto assurdo e patetico possa sembrare, sarà felice così. 
Ian fa un verso a metà fra una risata ad uno sbuffo. 
"Non hai un minimo di speranze per il futuro, vero Mick?" 
Il giovane Milkovich distoglie per un istante lo sguardo da quello troppo intenso di Ian. 
"Che vuoi che ti dica Gallagher? La speranza è per chi se la può permettere." 
Mickey prende la sigaretta dalle dita di Ian e fa un tiro veloce. Il fumo gli gratta la gola, lo fa sentire se stesso. 
"Ora basta con queste stronzate da frocetti però. Vado a farmi una doccia, tu vieni?" 
Ian lo segue in bagno, ignorando volontariamente di soffermarsi sul perchè Mickey abbia voluto cambiare argomento. 
E in realtà lo stesso fa Mickey, perchè non lo ammetterà mai neanche a se stesso, cazzo preferirebbe farsi staccare l'uccello che ammettere una cosa del genere, ma la verità è che la speranza lo sa bene cos'è. 
Speranza per un povero stronzo come lui è svegliarsi la mattina sapendo che Ian è lì al suo fianco.