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Autore: kymyit    14/08/2017    2 recensioni
Sora ha un grosso problema a lavoro. Un problema invadente che mina la sua serenità.
Il suo cavaliere deciderà di agire.
E dato che l'amava, desiderava anche proteggerla, come ogni cavaliere in armatura lucente che si rispetti.
-Problemi con il direttore?- domandò.
-No.- disse lei allarmata.
-Allora chi?-
-Ecco, non prendertela...-
Yamato sbuffò.
-Non credere a quello che dice Takeru. Non aggredisco la gente se non c'è un motivo serio.-
Sora a quel punto fece un sorrisetto e pensò fra sé "Ah, no?"
Lui rimase in silenzio ad attendere che parlasse e lei raccolse il suo coraggio prima di vuotare il sacco.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sora Takenouchi, Yamato Ishida/Matt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Fic scritta per il Digimon OTP Week 2017. La Sorato è una delle mie prime OTP e quindi si becca la prima storia. Spero di riuscire anche a scrivere nei prossimi giorni.
Il prompt di oggi è Coffeeshop!
Fa davvero strano che io scriva una storia tutta romantica. Beh, un po' si sfiora la tragedia XD Buona lettura!




Il cavaliere scintillante in caffetteria



Giurò sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Veglio su di te, io sono il tuo guerriero
(Guerriero, Marco Mengoni)



-Qual'è il problema?-
Sapeva che non avrebbe mai parlato di sua spontanea volontà. Yamato sapeva che Sora odiava creare disturbo agli altri e preferiva affrontare da sé i suoi problemi. A volte si domandava se il suo non fosse solo orgoglio. Non glielo aveva mai chiesto, a dire il vero...
Però gli pose quella domanda e Sora arricciò un poco le labbra, in segno di fastidio. Decisamente, odiava essere scoperta a nascondere qualcosa. Pochi secondi dopo, però, tirò un lungo sospiro, grata che il ragazzo le togliesse quel peso.
-In realtà non è che non possa gestirlo, ma...-
-Hai problemi a lavoro?-
Sora annuì.
Da circa un mese lavorava part time in una caffetteria, in modo da mettere insieme una somma sufficiente a permetterle di continuare i suoi studi in serenità.
E poi c'era quel loro progetto di vivere insieme, in un appartamento anche piccolo, ma insieme. Era ancora solo un progetto, ma dava ad entrambi un pizzico di energia ed entusiasmo per affrontare la vita quotidiana. Ovviamente, era un segreto tutto loro, che si arricchiva di particolari, di sogni, di mini progetti ogni volta che s'incontravano, ogni volta che si univano anima e corpo. Ultimamente ne parlavano spesso...
Già che qualcosa turbasse Sora automaticamente irritava lui, Yamato si trovò ancora più irritato al pensiero che qualcuno infrangesse quell'armonia fragile che si era creata fra loro.
Considerati i caratteri forti di entrambi c'erano state e ci sarebbero state liti ed incomprensioni. Qualunque coppia ha quei momenti. Ma quelle parentesi di sereno creavano nell'animo del digiprescelto una sorta di armonia musicale. Viveva come cullato dal suono di quella felicità. E quando essa veniva disturbata, giustamente, s'infastidiva. Anche perché non era mai stato un fan delle coppie in crisi. Non ne parlava con Sora, ma il divorzio dei suoi aveva minato le sue sicurezze e c'era sempre quel tarlo fastidioso ad insidiarlo. E se fosse finita? E se dopo tanti anni, dopo tanta vita insieme fosse finita?
In genere mandava a fanculo quella voce paranoica, altre volte proprio non riusciva ad ignorarla. La verità era che amava Sora e sentiva la sua anima legata alla sua, le due metà della mela unite in un tutto. La separazione sarebbe significata la rottura irreparabile, la distruzione della sua esistenza. Non c'era un'altra metà, lo sapeva.
Ovviamente, non gliene avrebbe mai parlato.
L'amava, non voleva mica costringerla a sé.
E dato che l'amava, desiderava anche proteggerla, come ogni cavaliere in armatura lucente che si rispetti.
-Problemi con il direttore?- domandò.
-No.- disse lei allarmata.
-Allora chi?-
-Ecco, non prendertela...-
Yamato sbuffò.
-Non credere a quello che dice Takeru. Non aggredisco la gente se non c'è un motivo serio.-
Sora a quel punto fece un sorrisetto e pensò fra sé "Ah, no?"
Lui rimase in silenzio ad attendere che parlasse e lei raccolse il suo coraggio prima di vuotare il sacco.


Quel sabato la caffetteria era piuttosto piena. Gli studenti si riversarono nella sala per rifocillarsi dopo una dura giornata scolastica e il chiacchiericcio divertito sovrastava la musica. Sugli schermi venivano proiettati i video musicali del momento e ogni tanto sentiva ragazzi apprezzare le idol e i loro stravaganti costumi di scena.
Le note di una canzone a lei molto familiare si diffusero poi nell'aria. I KOD in scena per la gioia delle fanciulle in sala. Ammise a sé stessa che provava un po' di gelosia mista all'orgoglio e al senso di beata superiorità che sentiva nei confronti di quelle ragazze. Loro sognavano Yamato Ishida, lei poteva averlo tutto. Certo aveva il suo bagaglio di difetti in allegato, ma in carne ed ossa, con pregi e difetti, era ben lontano dall'idol biondo che s'agitava nel video. Molto ben lontano.
Invece, il suo problema era appena entrato in scena.
Uno sparuto gruppo di studenti fece il suo ingresso e prese posto al tavolo. Fra quei ragazzi ce n'era uno in particolare che non sapeva cosa significasse la parola "No". Sora reprimeva da tempo il desiderio di spaccargli la racchetta da tennis in testa, ma aveva sempre sperato si stancasse. Purtroppo il direttore non le era d'aiuto, evidentemente il ragazzo era di qualche famiglia influente. Il suo capo non brillava certo di coraggio. Per lui era sacra la legge del cliente che ha sempre ragione. E a lei, umile cameriera, non restava che fare buon viso a cattivo gioco e cercare di dissuaderlo con tutta la gentilezza di cui era disponibile.
Prese quindi coraggio e andò al tavolo.
-Buona sera, signori, desiderate?- domandò sfoderando un sorriso cortese e professionale.
-Tre coppe gelato: una fragola e cioccolato maxy, una media melone e cocco,e una stracciatella e amarena. E due cappuccini, grazie.- rispose prontamente uno del gruppo. Era un ragazzo serio e gentile. Tutto ciò che non era il suo amico.
-E per me anche il tuo numero.- esclamò quello, aggiungendo al tutto una leggera pacca al sedere. -Dai, ti do la mancia. Vedrai che ne valgo la pena.-
-Decidi se ne vale la pena rischiare di darla al dentista la mancia.- disse una voce
"leggermente" alterata. Se da un lato Sora provò sollievo, dall'altro le si gelò il sangue nelle vene. Yamato, contrariamente a quanto promesso, si era presentato in caffetteria (fra l'altro attirando l'attenzione degli avventori di sesso femminile nella sala) e pareva anche piuttosto agguerrito.
-Ehi, sei quello dei KOD!- lo indicò il morto che cammina. Perché Sora sapeva che stava per scavarsi definitivamente la fossa da solo -Che poi Knife of Day che significa?- rise. La digiprescelta dell'Amore si vide già licenziata in tronco. Sul volto di Yamato si formò una venuzza pulsante di energia omicida, che però fu repressa immediatamente da un lampo maligno. Un marchio di fabbrica doveva essere. Sora capì che Takeru non era l'unico portatore del gene pestifero della bastardaggine. E pregò mentre il suo ragazzo si chinava sull'altro per rispondergli.
-Significa che sono io ad avere il coltello dalla parte del manico. Tuo padre avrà anche contatti politici importanti, ma mio padre lavora agli studi televisivi e ha molta credibilità. Non so quanto ti convenga far sapere che sfrutti i tuoi privilegi per molestare le ragazze.-
-Amico... io... scherzavo... non sapevo che lei fosse la tua ragazza.-
Yamato si raddrizzò.
-Lei ti ha detto di piantarla. Devo ripetertelo anche io?-
A quel punto Sora ebbe quasi pietà del poverino, schiacciato dall'opprimente aria gelida e oscura del frontman dei Knife of Day.
Il digiprescelto dell'Amicizia, come promesso, non alzò un solo dito contro lo sventurato. Sora ricevette le dovute scuse per un mese di insistente e fastidioso corteggiamento, per non parlare delle tecniche discutibili del corteggiatore e mantenne il suo posto.
Dovette ripagare il suo ragazzo portandogli una doppia coppa panna e mirtillo.
-Avevi detto che avresti lasciato fare a me...- esitò la ragazza.
-Sei in pausa?-
-Ci vado adesso. Però...-
Le fece cenno di sedersi.
-Sora, già quello che ho sentito oggi me le ha fatte girare, se aggiungiamo quello che hai dovuto subire in questo mese? No, decisamente non mi andava che quello credesse di poter fare i suoi porci comodi solo perché tu non potevi difenderti.-
-Avrei potuto, ma...- esitò lei.
-So che ti piace questo lavoro.- replicò Yamato -Per questo sono venuto. Ora siamo ad armi pari. Se torna e ti infastidisce di nuovo, rischia la reputazione. E anche qualcos'altro.-
L'ultima frase la disse ficcandosi in bocca un cucchiaio di gelato e con un poco di rossore a tradirlo. Sora sorrise divertita e gli prese la mano.
-Grazie, Yama.-
Il rossore si fece più evidente.
-Grazie anche che non lo hai ucciso, sono troppo giovane per venirti a trovare in prigione.-
Il biondo inorridì.
-Eh, no, anche tu no!- saltò su, mentre la sua ragazza scoppiava a ridere.
Quel disgraziato di Takeru aveva contagiato anche lei!






   
 
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