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Autore: PrincessMiyu    15/08/2017    3 recensioni
Un incontro dettato dalla totale casualità, lascerà in Kagome ed Inuyasha un segno indelebile.
Due ragazzi dal carattere diverso, ma accomunati dalla grande passione per i film d’autore, che li porterà a scoprire che in comune non hanno solamente l’amore per le opere cinematografiche.
Un amore cercato, bramato, a tratti non corrisposto e anche sofferto, sono gli elementi perfetti di una storia d’amore meravigliosa che può essere migliore di qualsiasi film.
È davvero possibile che una pioggia di petali di ciliegio, possa far capovolgere completamente i mondi di due persone?
Ecco a voi la long di “At the beginning with you”!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10: Senza te.
 
 
Pov Kagome
 
L’estate è volata e non si può certo dire che non sia stata piena di avvenimenti.
Da quando sono rientrata dalla Germania, affrontare tutto quello che mi sono voluta lasciare alle spalle per una settimana non è stato facile, ma almeno sono riuscita a farlo col cuore sereno.
Con i miei genitori la situazione non è delle migliori. Cerco di aiutarli quanto più possibile, ma devono rendersi conto che non possono restare nel mutismo più totale e non posso risolvere io tutte le loro questioni, con mio fratello fuori città gestire tutto è ancora più complicato.
A parte che da un po’ di tempo i miei pensieri sono completamente rivolti altrove, o meglio a qualcuno… ad Inuyasha.
Sapevo che dopo quello che è successo con Kikyo, non si sarebbe fatto vedere molto spesso. Avevamo cercato di conciliare le nostre ferie per poter passare una settimana in puro relax e divertimento, ma ahimè, non è stato possibile. Mi è dispiaciuto, non tanto per me, ma per Miroku che non è riuscito a vedere il suo migliore amico nemmeno durante le vacanze. Lo avremo visto, occhio e croce, tre volte in una settimana e sempre accompagnato da Kikyo, che non faceva altro che fulminarmi con lo sguardo. In parte non posso biasimarla, visto che sono partita col suo ragazzo senza che lei lo sapesse, ma primo, non sapevo nulla e se lo avessi saputo avrei evitato tutto questo putiferio; secondo, se davvero l’è passata e ha capito la situazione, perché continuare con questa parte? Ho cercato di scusarmi e farle capire che non c’era nulla di ambiguo spiegandole anche la mia situazione, ma sembra che non mi abbia neppure ascoltata, o meglio ha fatto finta solo perché c’era Inuyasha.
Che altro posso fare? Ormai non ci bado nemmeno più, ma sono giunta alla conclusione che è davvero una persona con cui non andrò mai d’accordo. È viziata, saccente ed egocentrica. Deve dire sempre la sua su qualsiasi cosa, appena apre bocca Inuyasha deve mettersi in mezzo, ogni tre per due deve ricordarci che è figlia di suo padre, non si può parlare di nessun argomento che lei reputa noioso (cioè ogni argomento dove bisogna usare un minimo di materia grigia!) e poi è attaccata ad Inuyasha come una cozza chiamandolo in continuazione “Inu-chan”. Anche i sassi sanno che odia essere chiamato così. Però, lui non dice nulla e quindi non posso permettermi di aprire bocca, anche se mi verrebbe voglia di strangolarla. Pensa più a come innalzare il suo ego piuttosto che rendersi conto di quanto è fortunata ad avere un uomo come Inuyasha.
L’ho soprannominata la “principessa sul pisello” e visto che non sono un tipo a cui piace la banalità ci aggiungo anche “con una perenne scopa nel culo”. Sango vorrebbe che non la chiamassi in quel modo e non perché le stia simpatica, ma non vuole che faccia sangue acido, però è più forte di me.
Dopo le ferie sono rientrata a lavoro e mi sento come se qualcuno mi stesse col fiato sul collo e mi controllasse. È una sensazione bruttissima e spero che non duri a lungo.
Saranno solo paranoie? Non saprei!
Sango dice che molto probabilmente è solo stress dovuto a tutto quello che è successo, ma anche perché ormai sono giorni che non vedo e sento Inuyasha. Ci sentiamo una volta ogni tanto, ma nulla di che. È capitato di chiedergli di vedere un film o di andare al chiosco per un caffè, ma ha sempre rifiutato e se uscivamo c’erano sempre Sango e Miroku. L’ho pure incrociato ogni tanto, ma era sempre con Kikyo che l’accompagnava a fare i suoi giri, e anche lì ci limitavamo ai soliti convenevoli. Cosa che io ed Inuyasha non abbiamo mai fatto.
Comincio a pensare che possa essere davvero io il problema e questo mi fa male.
 
 
 
 
Settembre
 
Settembre è ormai arrivato e mentre cammino nei pressi del parco vedo gli alberi dei miei fiori preferiti (magari ci fossero i fiori di ciliegio a settembre!) quegli stessi fiori che mi hanno portato a guardare Inuyasha per la prima volta. Sorrido pensando a come si sono evolute le cose fino ad ora, ma considerando quello che è successo nelle ultime settimane, il sorriso di colpo scompare per dare spazio alla tristezza. Non credevo possibile che avrei sentito così tanto la mancanza di Inuyasha. Ogni azione che facevo con lui ormai era diventata un’abitudine, che custodivo gelosamente come uno dei riti più sacri.
Non sarò mai arrabbiata con lui per questo, ma il fatto che mi stia rendendo infelice mi fa infuriare.
Lo dovrei vedere questa domenica insieme a Sango e Miroku (ovviamente!), spero di riuscire a parlagli perché questa situazione di stallo non riesco più a reggerla. Se davvero ha dei problemi con me, allora che me lo dicesse apertamente. Mi sono stufata di persone che non mi dicono le cose come stanno, lo hanno già fatto i miei genitori e non posso sopportare che lo faccia pure lui.
Mentre continuo a camminare assorta nei miei pensieri, vedo una persona di fronte ad una vetrina che non mi sarei mai aspettata di incontrare.
- Signora Kaede! – la saluto andandole incontro.
- Kagome, carissima. – ricambia affettuosamente.
- Che ci fa qui? È venuta da sola? – domando sorpresa.
- Avevo voglia di farmi una passeggiata a Tokyo. Non preoccuparti, c’è sempre Kanade con me, ora è entrata in questo negozio. Non mi andava di entrare e ho preferito rimanere fuori a godermi questa arietta. –
Le sorrido ricordandomi quello che mi disse Inuyasha riguardo alle passeggiate della nonna e nel frattempo esce dal negozio Kanade.
- Oh! Signorina Kagome. Che bello rivederla! –
- Salve signora Kanade. La prego mi dia del tu, il “signorina” mi mette a disagio. –
- D’accordo, Kagome. –
- E tu invece che ci fai da queste parti? – mi chiede nonna No Taisho.
- Niente di particolare, mi facevo solo un giro… per riflettere. – confesso con aria malinconica.
- Senti Kagome, se non hai da fare ti andrebbe di unirti a noi? La tua compagnia è molto gradita. A meno che tu non voglia stare con delle vecchiette. –
- Tutt’altro! Mi farebbe molto piacere. –
- Allora, se non è problema, continuo con alcuni giri, voi andate tranquille. – interviene ad un certo punto Kanade.
- D’accordo cara. A dopo. –
- A più tardi signora Kanade. –
Ci incamminiamo verso il parco e parliamo di tante cose, in particolare di come “Casablanca” abbia inciso sulla storia tra lei e suo marito, di com’era Inuyasha da piccolo e di come ha vissuto prima di andare a Berlino.
Parlare di lui ha iniziato ad intristirmi e credo che la signora Kaede se ne sia accorta.
Trovata una panchina ci sediamo e ricominciamo a parlare.
- Allora, come sta quel testone di mio nipote? –
- Credo stia bene. È da un po’ che non lo sento. –
- Ah davvero? Quando siete venuti a casa mia mi avete dato l’impressione di essere molto amici. Non sei andata in Germania con lui? –
- Temo che sia stato proprio quello il problema. Penso che voglia allontanarsi perché non vuole avere ulteriori questioni con la sua ragazza, da una parte non posso dargli torto, però… -
- Non credo sia tu il problema, anzi sono quasi certa che lo sia lei. Quando l’ho vista la prima volta, avrei voluto entrare nella testa di Inuyasha per vedere se in quel momento ci fosse un cervello o un branco di scimmie urlatrici*. Glielo si legge negli occhi quello che è realmente: fredda e calcolatrice.  Tutto l’esatto opposto di quello che è mio nipote. –
- Già! – ammetto con molta amarezza.
- Non pensarci troppo, vedrai che tornerà tutto come prima. Dagli solo un po’ di tempo per rendersi conto. Ti assicuro che lo farà molto presto. L’ho visto con che occhi ti guarda. –
Occhi? Che vuole dire?
- Perché con che occhi mi guarda? – domando spaesata.
Sospira rassegnata prima di rispondere. – Ah! Ai giovani d’oggi bisogna sempre far notare tutto. – fa un altro sospiro – Kagome, fatti dire una cosa: nei film c’è la protagonista e c’è la migliore amica. Tu sei una protagonista, ma per una qualche ragione ti comporti da migliore amica. ** –
Continuo a non capirci nulla e a guardarla con aria interrogativa.
- Non ti preoccupare, un giorno capirai. – conclude non aggiungendo altro.
Poco dopo, ci avviamo verso l’uscita del parco per poter raggiungere la signora Kanade, quando la nonna di Inuyasha mi guarda con sguardo serio.
- Kagome, posso chiederti una cosa? Te lo chiedo come se fossi mia nipote. –
- Certo, ma non mi faccia quello sguardo così serio, mi sto preoccupando. –
- Kagome, quando non ci sarò più, Inuyasha sarà quello che soffrirà più di tutti. Promettimi che gli starai vicina. – mi prega seria.
Rimango spiazzata da quella richiesta alquanto strana. Perché?
- Ma perché mi dice questo? Non deve assolutamente pensare ad una cosa del genere. –
- Promettimi che lo farai. Lui avrà bisogno di te quando accadrà. Potrò morire più tranquilla sapendo che ci sei tu. –
Non posso fare altro che prometterglielo, ma non so quanto potrò farlo.
- Lo prometto. –
- Ti ringrazio. Ora sono molto più serena. – mi ringrazia con un sorriso così dolce e rassicurante che mi scalda il cuore.
Vediamo tornare Kanade e ci salutiamo, Kaede continua a sorridermi e non posso far altro che ricambiare.
Le sue parole mi hanno destabilizzato parecchio e non posso fare a meno di pensare ad Inuyasha e cosa stia facendo in questo momento.
Mi sento completamente svuotata. Forse devo dare retta a Kaede, devo smetterla di pensarci troppo.
 
 
Pov Inuyasha 
 
 
Sono tre settimane che evito Kagome, ho rifiutato ogni sua richiesta e le poche volte che ci siamo visti stavamo sempre con Sango e Miroku, e a volte anche con Kikyo.
Ammetto che mi sto comportando di merda, ma se devo essere del tutto sincero pensavo che sarebbe stata una questione di poco tempo e sarebbe tornato tutto come prima; invece Kikyo non mi molla nemmeno per un istante e non mi dà la possibilità di dirle “no”. Però, devo assolutamente recuperare la sua fiducia e non posso permettermi di sbagliare ancora. Quindi, anche se è una scelta sofferta, devo pensare prima di tutto alla mia ragazza, poi potrò pensare al resto.
Sono in ufficio a lavorare quando sento bussare alla porta.
- Avanti! –
- Inuyasha, c’è una persona per te. – mi informa Bankotsu.
- Chi? Non avevo appuntamenti. –
Nemmeno il tempo di finire di parlare che vedo, con mia grande sorpresa, la persona che mi è venuta a trovare.
- Non hai un po’ di tempo nemmeno per me? –
- Nonna! – esclamo alzandomi subito dalla sedia per avvicinarmi alla porta. – Mi raccomando quando vieni a Tokyo non avvisare mai, eh? –
- Ragazzino, mi hai preso per una vecchia rimbambita? –
- Certo che no! – sospiro per poi rivolgermi al mio amico – Grazie Ban puoi andare. –
- Ricevuto capo! Salve signora No Taisho, mi ha fatto piacere rivederla. –
- Ciao caro, alla prossima. –
Dopo che Bankotsu lascia la stanza, faccio accomodare la nonna.
- Sei venuta da sola? Dov’è Kanade? – chiedo allarmato.
- È di sotto a chiacchierare con Jakotsu. Lo sai che quando iniziano a parlare non finiscono più. –
- Perché non mi hai chiamato? Saremmo andati a pranzo insieme. –
- Ma no! Stai lavorando e non volevo certo distoglierti. – mi fissa in maniera seria per poi ricominciare a parlare – Che brutta faccia che hai. –
- Sono molto stanco. –
- Davvero? Credevo che tornare un po’ a casa dai tuoi ti avesse fatto bene. –
- Sì mi sono rilassato… anche troppo. – affermo e non posso non pensare a Kagome e alla settimana che abbiamo passato insieme.
- E… - mi incita a continuare.
- “E” cosa? – domando non capendo cosa vuole sapere.
- Raccontami un po’ di come si è trovata Kagome, cosa hanno pensato i tuoi di lei, se vi siete divertiti. Insomma cose così. –
- È andato tutto bene. Mamma e papà l’hanno adorata e anche Kotomi. Te l’ho detto, ci siamo rilassati. – confesso con un tono leggermente malinconico.
- Meno male che ti sei rilassato, pensa se non lo fossi stato. Spero almeno che quella che definisci “tua ragazza” non ti stia rincretinendo. –
- Sei sempre la solita. –
- Il fatto che non neghi vuol dire che ho fatto centro! –
Non rispondo, ma mi limito a farle un mezzo sorriso.
- Sei incredibile! – sospiro per poi continuare a parlare – Come mai ti trovavi da queste parti? Di solito non passi mai di qua. –
- Sono venuta a trovarti. Da quando sei rientrato dalle vacanze non ci siamo visti proprio e poi volevo sapere com’era andata e vedere come stavi. –
- Te lo ripeto, va tutto bene. Sono solo stanco. –
- Capisco. – afferma continuando a fissarmi con sguardo indagatore, come se stesse cercando di captare una mia qualsiasi reazione. Che le prende? - Ma la ami davvero? – chiede seria di punto in bianco.
- Chi? – rispondo di getto senza pensare.
– Non importa. Beh, sarà meglio che me ne vada, altrimenti perdiamo il treno. – sospira alzandosi dalla sedia.
- Se mi dai qualche minuto vi accompagno. Giusto il tempo di prendere la macchina. –
- Stai tranquillo! Ti ripeto, non sono rimbambita. –
L’accompagno di sotto dove vedo Kanade e Jakotsu che stanno ancora parlando.
- Jakotsu stai battendo la fiacca? Non dare fastidio a Kanade. -
- Inu-chan, non essere cattivo! –
Dopo aver fatto tutti i saluti e le dovute raccomandazioni, abbraccio ancora mia nonna prima che vada. Le do un bacio sulla fronte, come mia consuetudine fare, ed esce insieme a Kanade dall’edificio.
Mi ha fatto piacere vederla, anche se mi sembra un po’ strano che faccia queste improvvisate, specialmente quando sono a lavoro. Mah! Sarà che mi faccio troppe domande!
Anche se parlando di Berlino, mi ha fatto venire in mente Kagome e su come sono arrivato a questo punto.
Accidenti! Questa situazione mi sta pesando peggio di un macigno. Ho bisogno di parlare con Miroku. Domenica gli chiederò di incontrarci un po’ prima.
 
 
Sono passati alcuni giorni e oggi pomeriggio mi vedo con Miroku, Sango e Kagome.
Miroku ha accettato di vedermi un po’ prima per poter parlare.
- Mamma mia amico, oggi sei più deprimente del solito. Non credevo che fare pace con Kikyo ti facesse così male. –
Ho raccontato che cosa è successo appena ritornato a Tokyo e di come l’ha presa Kikyo sapendo di Kagome. Ovviamente, non crede minimamente a quello che ha detto, sta continuando a dirmi di tenere gli occhi aperti.
- Non sei il primo che me lo dice. Sono stato impegnato ultimamente e poi è vero, sono di pessimo umore. –
- Vuoi che te lo dica io perché? –
- Non mi va di sentire niente, quindi evita. –
- Non dovrei dirtelo, ma anche Kagome non ha una bella cera. L’ho vista pochi giorni dopo essere tornata che era allegra e luminosa come non l’avevo mai vista, e poi incupirsi giorno per giorno. Non credi che avresti fatto meglio a parlarle prima di sparire così? –
- Ci credi che non ne ho avuto il tempo? –
- Se penso che hai avuto a che fare con Kikyo, ci credo e come. Però continuo a ripeterti di non abbassare mai la guardia, non mi fido di lei. Molte cose non mi tornano; per esempio, mi spieghi come diavolo ha fatto a sapere che Kagome stava con te? Io e Sango di certo non glielo abbiamo detto. Temo che ci sia dell’altro e vi voglia allontanare. Non credo che tu lo voglia, altrimenti non avresti questa faccia orripilante. –
- Anch’io mi sono chiesto come avesse fatto a scoprirlo, ma alla fine mi sono detto che non aveva più importanza del come avesse fatto. Kikyo non sta escogitando proprio niente, è stata comprensiva e non devo fare la guardia proprio a nessuno. Poi te lo ripeto, non sto così per Kagome, non sono certo tenuto a starle dietro! – sbotto dicendo cose completamente prive di senso non rendendomi conto di aver gridato fin troppo.
Miroku non riesce a rispondermi quando sento qualcuno alle spalle.
- Non preoccuparti Inuyasha, non sei tenuto a fare niente. –
Sono completamente pietrificato, appena mi rendo conto di aver fatto l’unica cosa che non avrei mai voluto fare: allontanare Kagome.
- Kago… -
- No no. Lascia perdere. Mi hai evitato finora, puoi tranquillamente continuare a farlo. –
Sango e Miroku mi guardano con sguardi accusatori e non posso che dargli ragione.
Come diavolo mi è venuto in mente di dire una cosa simile? Tra l’altro nemmeno la penso.
Come posso essere così coglione? Perché quando si tratta di Kagome perdo completamente la testa?
- Ben fatto, Inuyasha! Se volevi rovinare tutto, ci sei riuscito. – mi accusa Miroku.
Il pomeriggio passa in maniera strana, Kagome non mi rivolge la parola, ride e scherza come se non fosse successo nulla. Cerco di instaurare un dialogo con lei, ma è tutto inutile, mi risponde solo se è strettamente necessario, per giunta in monosillabi.
Sono un cretino in tutti i sensi! Cosa posso fare?
 
Dopo essermi preso non solo la ramanzina di Miroku ma anche quella di Sango, rientro in casa sbattendo praticamente tutto.
- Al diavolo! – grido mentre lancio le chiavi di casa e mi butto malamente sul divano.
Guardo il soffitto e cerco di non pensare, ma l’immagine della faccia che ha fatto Kagome appena mi ha sentito, mi si presenta davanti agli occhi. Come ho potuto essere così stronzo?
Mi sento così… così… Non faccio in tempo a formulare il mio pensiero che mi squilla il telefono e rispondo scocciato.
- Sì? –
- INU-CHAN! -
- Kikyo, ti voglio ricordare che ci sento. –
- Volevo avvisarti che stasera esco con un’amica, quindi non ci vediamo.
- Bene! – rispondo indifferente. In questo momento non me ne sta fregando nulla.
- Siamo acidi?
- Può succedere anche a me, no? –
- Inuyasha, non provarci nemmeno a rispondermi male.
- No e chi ti risponde male. Guarda che non ruota tutto intorno a te, avrò altre cose che riempiono la mia vita. – sbotto senza filtrare molto le parole che dico.
- Oh Kami! Ancora con la storia che devo chiederti cosa succede nella tua vita. –
- Senti Kikyo lascia perdere. Non è giornata! –
- Si… va be’ come ti pare. Meno male che esco. Ciao. –
Nemmeno la saluto e metto giù.
Ora basta! Devo parlare con Kagome, non posso stare così. Sto impazzendo, voglio che torni tutto come prima. Non posso sempre privarmi di qualunque cosa; se ho voglia di stare con i miei amici non devo avere timore di starci, se voglio passare del tempo con Kagome lo devo fare. Se lo accetta bene, altrimenti abbiamo un grosso problema.
Mi alzo di scatto, prendo le chiavi ed esco veloce come un lampo.
Prima di arrivare da Kagome faccio una piccola deviazione, avrò pur bisogno del mio “ramoscello d’ulivo”.
Giunto all’appartamento di Kagome, prendo un lungo respiro e busso.
Appena apre la porta la vedo parecchio abbattuta e anche un po’ incazzata.
- Che vuoi? – mi “saluta” fulminandomi con lo sguardo.
Mi correggo, è un bel po’ incazzata!
- Volevo parlarti e scusarmi con te. Sono stato un cretino, quello che hai sentito oggi non lo pensavo nemmeno. –
- Tu pensi che mi sia arrabbiata per quello? Lo so che non lo pensavi e ti assicuro che se davvero l’avessi fatto, ti avrei appeso al primo lampione. Come so anche che quando ti ci metti, parli a sproposito. Mi hai evitato per tre settimane e non dico che dovevi starmi dietro, ma almeno dirmi cosa era successo dopo il nostro ritorno. Non mi hai fatto sapere nulla, dopo che sono stata preoccupata per giorni, con la convinzione che IO ti avessi creato dei problemi e che per non averne altri, avessi deciso di tagliarmi fuori completamente dalla tua vita, così… come se nulla fosse. –
Credeva davvero che il problema fosse lei? Credeva sul serio che io volessi tagliarla dalla mia vita?
Non ha capito che, ora come ora, senza di lei mi sento come se mi mancasse qualcosa.
La nostra amicizia è diventata talmente tanto forte e importante per me che non posso farne a meno. Non posso fare a meno di lei!
- Scusami, Kagome! – la guardo terribilmente dispiaciuto e con la speranza che possa perdonarmi.
- Non credo che delle scuse basteranno. – mi dice incrociando le braccia e guardando verso l’alto gonfiando leggermente le guance.
- Nemmeno insieme a dei popcorn e “The Departed”? –
Vedo il suo sguardo rilassarsi piano piano e a sostituire quel broncio c’è un leggero sorriso.
- Questo è un colpo basso. –
- Però n’è valsa la pena. –
- Entra, scemo! –
Entro in casa e siamo uno di fronte all’altra vicini, molto vicini.
- Bambina, allora mi hai perdonato? –
- Hai preso solo i popcorn? –
Sorrido a quella domanda e da dentro alla busta tiro fuori anche una confezione da sei di birre.
- Ecco! Adesso ci siamo. – le prende per metterle in frigo e inizia a riempire una ciotola con i popcorn.
Mi dirigo verso il salone per poter mettere il film. Ci sediamo entrambi sul divano e l’unica cosa che ci divide è solo la ciotola.
Non ci diciamo molto, forse è ancora arrabbiata.
- Ti avevo già perdonato appena ti ho visto fuori dalla porta. – confessa rompendo quell’insopportabile silenzio.
- E allora perché? –
- Primo, perché volevo un po’ tenerti sulle spine; secondo, perché sei scemo. –
- Dannata! – le dico senza smettere di sorridere.
- Ora stai zitto! C’è Billy che sta per infiltrarsi nella banda di Costello. –
E ancora una volta il mio spirito si placa completamente. Non so che cosa sia, non so come faccia, ma so solo che stare con lei mi fa sentire bene.
Non farò di nuovo lo stesso errore, è mia amica e farò di tutto per conservare questo rapporto.
D’ora in poi voglio pensare anche a me.
 
 
 
 
Pov Kagome
 
 
Non credevo che mi avrebbe fatto così male. Sentire quelle parole uscire dalla bocca di Inuyasha, è stato peggio di una coltellata.
Sapevo che quel pomeriggio ci saremmo visti, così avevo chiesto la cortesia a Sango di allontanarsi con Miroku per qualche minuto, giusto il tempo di scambiare qualche parola con Inuyasha visto che, fortuna ha voluto, non ci fosse quella “scopa in culo” di Kikyo. Chi avrebbe immaginato che nemmeno arrivata al luogo dove ci saremmo dovuti incontrare, avrei sentito proprio dalla stessa persona che, fino a qualche settimana prima mi diceva che avrebbe fatto tutto per me, “non era tenuto a starmi dietro”. Non solo mi ignorava senza darmi una ragione, ma parlava come se avessi davvero bisogno di un badante che mi stesse dietro.
In quel momento mi sono sentita morire, avevo una gran voglia di piangere, ma allo stesso tempo volevo incazzarmi come una iena e staccare qualcosa, perché era ovvio che quelle parole non erano sentite, erano semplicemente messe lì senza senso.  Quell’idiota invece di parlare chiaramente con me ha voluto fare di testa sua, escludendomi completamente, facendomi capire che fossi io la causa dei suoi guai.
Per tutta la sera non ho fatto altro che girare per l’appartamento senza fare nulla e imprecare contro il muro solo per la voglia di sfogarmi. Ma quando l’ho visto sulla soglia di casa mia, la prima cosa che avrei voluto fare era saltargli al collo per la felicità, però ho voluto tenerlo un po’ sulle spine.
Ho un orgoglio anch’io!
Anche se, sono ormai consapevole che non potrei essere arrabbiata con lui per troppo tempo… non potrei!
Mi ha anche portato “The Departed”, come posso non adoralo dopo questo gesto?
Continuiamo a vedere il film in religioso silenzio, quando ad un certo punto decido di romperlo del tutto.
- Ti avevo già perdonato appena ti ho visto fuori dalla porta. – cerco di rasserenarlo.
- E allora perché? – chiede confuso.
- Primo, perché volevo un po’ tenerti sulle spine; secondo, perché sei scemo. –
- Dannata! – continua a sorridermi.
- Ora stai zitto! C’è Billy che sta per infiltrarsi nella banda di Costello –
Rimaniamo in silenzio ancora per un po’ed io con la coda dell’occhio vedo il profilo meraviglioso di Inuyasha. Lo vedo finalmente più rilassato, forse anche lui ne stava soffrendo. Ora mi sento come se un macigno si fosse levato dallo stomaco e avesse lasciato spazio a quel bellissimo tepore che provo ogni volta quando sono con lui. Non c’è nulla da fare, con lui sto bene e non voglio perderlo per nessuna ragione al mondo.
- Inuyasha? – lo chiamo con voce bassa.
- Mmh? – mugugna con ancora in bocca il popcorn.
- Promettimi che non ci allontaneremo più. Almeno non così! – chiedo con aria seria.
- Te lo prometto! –
Tiro un sospiro di sollievo che tenevo da non so quanti minuti, ad un certo punto mi sento afferrare e Inuyasha mi abbraccia. Non riesco a muovere nessun muscolo.
Oh Kami! Che sta succedendo? Il cuore tra un po’ mi esplode.
- Grazie per essere così. – mi sussurra e io credo di star andando a fuoco e sto sentendo brividi dappertutto.
Perché ogni volta che sono con lui non capisco più niente? Perché mi sento così?
Come può lui, anche solo con un semplice gesto, farmi passare dalla tristezza più totale alla felicità più assoluta?
E da lì mi ritornano in mente le parole della mia cara amica:
L’amore è un sentimento che parte dal cuore, ti fa perdere la testa, ti fa fare cose che non faresti mai e ti fa provare emozioni uniche, che possono portarti alla felicità più estrema, ma anche alla sofferenza più totale.
No, non è possibile! È il mio migliore amico, come posso provare amore per lui?
Ci stacchiamo e lui mi guarda continuando a sorridermi, facendomi deglutire a vuoto di fronte a tanta dolcezza.
No, mi rifiuto di crederlo!
 
 
 
 
Angolino svago
 
* Aldo, Giovanni e Giacomo in “Chiedimi se sono felice”
 
** “L’amore non va in vacanza.”
 
Anche questo capitolo lo salutiamo xD
Quei due fessacchiotti hanno fatto pace. Oddio! Chiamarli fessacchiotti è un eufemismo visto quanto sono babbei xD
Nel prossimo capitolo ci sarà la svolta… la vera svolta! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che abbiate adorato nonna Kaede quanto me *^*
Non smetterò mai di ringraziarvi per il sostegno che mi date… Grazie grazie e ancora grazie <3
Se siete curiosi di sapere cosa succederà, vi aspetto col prossimo capitolo “You give love a bad name” che tradotto è “Tu dai all’amore un cattivo nome”. Titolo preso dalla bellissima canzone di Bon Jovi *^*
Alla prossima :*
 
 
 
 
   
 
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