Anime & Manga > Georgie
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Autore: Rubina1970    15/08/2017    4 recensioni
In questa storia cercherò di dare spazio a tutti i personaggi. Che siate fans di Abel, di Arthur o di Lowell, prometto di dare la massima attenzione a tutti loro!
Il punto è: e se Georgie, alla fine del cartone, si fosse rimessa con Lowell?
Nell'anime, non si vede mai che s'innamori di qualcun altro, e anche se torna a casa coi Butman Brothers non per questo ne sceglie uno. Questo è uno dei motivi per cui il finale dell'anime non mi soddisfa.
Spero che la mia storia vi piaccia, ci saranno baci, lacrime e risate, e paesaggi che uno non si aspetta (tipo: che ci fa Georgie in Italia?!) ... e aspetto vostri commenti!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Altri, Arthur Butman, Georgie Gerald, Lowell Gray
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dietro Arthur, era entrato nella stanza Abel, e ora aveva gli occhi lucidi mentre guardava suo fratello che abbracciava Maria. Lady Constancia era rimasta subito fuori dalla porta, e sorrideva tra le lacrime stringendo il suo fazzoletto, appoggiata al commissario, mentre l’infermiera, emozionata, si faceva il segno della croce e correva a chiamare i medici.
― Maria … ― sospirò alla fine Arthur – Mi riconosci, vero? Lo sai chi sono?
― Sì, tu sei Arthur, il mio caro sposo … Oh, sapessi che paura ho avuto! Non … loro … mi hanno rapita, lì alla stazione, e io non volevo andare con loro, non volevo!
― No, lo so, e proprio per questo avevo tanta paura anch’io, lo sapevo che ti avevano rapita!
― … e … volevano i gioielli … e volevano … e … È stato orribile!
Lo stato d’animo di Arthur era passato dall’attesa angosciante all’euforia commossa, e poi di nuovo all’angoscia: che cosa era davvero successo? L’idea che Maria avesse dovuto subire una violenza lo terrorizzava.
― Volevano … che cosa, tesoro? Un riscatto, forse …?
― No, no … – ora Maria parlava fissando un punto dietro le spalle del suo amato, come se potesse rivedere la prigionia che aveva dimenticato fino a quel momento: ― Io non volevo, te l’ho detto. Ma loro erano più forti, mi hanno portata nel bosco …
― Ora basta! – disse il medico, da poco arrivato – La paziente deve riposare, dopo le emozioni che ha avuto.
― Sì … è vero … ― Arthur era pallidissimo, con le guance rigate dalle lacrime – E poi … io … anche se l’avessero violentata, io la voglio con me lo stesso!31
― No, non si preoccupi, questo non è accaduto, signor …
― Butman. – disse con enorme sollievo Arthur. Che fortuna che il medico parlasse inglese, così da poter liberare il povero ragazzo dalla sua ansia! Ma naturalmente, non era un caso se Maria era stata affidata a lui, anche se parlava italiano.
― No, amore, sono riuscita a scappare. E poi … loro mi volevano uccidere. – Arthur e Abel, che si erano guardati con un sorriso appena un attimo prima, la fissarono con autentico terrore un’altra volta. – Aspettavamo solo che arrivasse quello Snipes con … Duncan …
Cosa?! Duncan!!! – Lady Dangering fece irruzione nella stanza, mentre pensieri terribili, ma veri, le affollavano la mente: ecco perché il suo uomo di fiducia era sparito, era coinvolto nel rapimento di Maria! E l’aveva messo lei sulle sue tracce! Lei voleva “salvarla”, invece lui e i suoi volevano altro …
Solo allora, Maria la vide di nuovo dopo aver riacquistato la memoria, e all’istante esclamò:
― MAMMA!
Il grido di Maria sorprese Arthur, che all’inizio pensò che quell’errore  fosse dovuto al legame molto stretto che si era creato tra lei e sua zia. Ma Maria abbassò lo sguardo e non si corresse. Lady Constancia cambiò espressione, senza più piangere: ora era stupita, ma aveva anche assunto una strana dolcezza. Arthur cominciava a capire, ma non a crederci …
― Dottore, lasciateci soli, per favore.
― Ma signora Contessa, la signora Maria è in uno stato molto delicato, io mi permetto di dissentire …
― La signora Maria sta molto meglio! E ho detto che vogliamo rimanere da soli. Sarà solo per pochi minuti, e non la stancheremo, vedrà. Sotto la mia responsabilità … e quella di suo marito, vero, Arthur?
Il comportamento della Lady era sorprendentemente confidenziale, ora, verso Arthur. Tutto gli pareva una rivelazione, e fece di sì con la testa, serio.
― … Solo per pochi minuti! – ripeté perentoriamente il medico, uscendo con tutti gli altri.
― Arthur … amore … te l’avrei detto, te lo giuro. Io … io … non sono figlia del Duca Dangering … ma di sua sorella.
― Sì. Vede, Arthur, io non mi sono mai sposata. Maria fu fatta nascere in un luogo appartato, dove trascorsi nell’anonimato la maggior parte della gestazione e il periodo seguente. Mio fratello fece in modo che nessuno vedesse sua moglie per lo stesso periodo, e poi si presentarono a tutti col lieto evento, come se Maria fosse nata dal loro matrimonio. Era necessario che io non mi sposassi più, naturalmente, e che mantenessimo tutti le apparenze, anche per ragioni legate alla posizione politica di mio fratello. Per lei ho fatto tutto questo, negli ultimi anni … perché morto l’erede naturale, Arwin, se si sapesse che Maria è un’illegittima e per di più del ramo femminile, perderebbe ogni diritto e subentrerebbe Elisa. Il titolo, le terre … tutto. E poi, eravamo vincolate a quel testamento! Mio fratello voleva che Maria ereditasse, ne sono sicura, anche se era molto affezionato anche ad Elisa; ma come non gli piaceva il suo fidanzato di allora, così non gli piaceva nemmeno lei, Arthur: per questo mi sono mostrata così inflessibile, per via del testamento. Perché Maria prendesse il posto e il nome che erano di mio padre, e che mio fratello e mio nipote hanno disonorato!
Arthur ascoltava e comprendeva, finalmente, come mai Maria aveva sempre tenuto tanto in considerazione la volontà di Lady Constancia: questa era sua madre, e la ragazza desiderava il suo affetto e la sua felicità. Maria, che fino a quel momento aveva tenuto la testa bassa e non aveva più guardato Arthur, prese la parola:
― A me queste cose non interessano. A me interessi tu! Se non mi vuoi più, ora che sai che mio padre non … insomma, io non ce l’ho, un padre! Non sono nessuno …
― Shhh!... Non devi dire queste cose. Tu sei molto importante. Veramente, non mi sei mai sembrata la figlia di Dangering … o la sorella di Arwin … per fortuna! Io ti amo lo stesso, non m’importa se la legittima erede è Elisa. – Arthur accarezzava i capelli e il viso teso di Maria, che gli sorrise e poi nascose la faccia contro la sua giacca, rifugiandosi nel posto dove si sentiva più sicura al mondo.
― Vede, non è detto ancora. Per la nostra famiglia non è bene che ci siano altri scandali. A questo scopo è ragionevole sacrificare il diritto di Elisa, che comunque resta in una posizione più che invidiabile finanziariamente e socialmente, e non si gioverebbe di un nuovo scandalo. Come ho detto, desidero che Maria sia Duchessa, non solo perché è mia figlia, ma anche perché è coraggiosa e meritevole, ed è l’unica all’altezza, molto più di quello sciagurato di mio fratello, del suo degno figlio o di Elisa. Manca un solo passo perché questo avvenga, spetta a me compierlo e non mi è gravoso: io dichiaro che Maria ha rispettato le condizioni poste dal testamento, perché si è sposata a diciotto anni e con un uomo degno.
Arthur sgranò gli occhi guardando la dama, mentre anche Maria riemergeva dal suo rifugio caldo per puntare uno sguardo incredulo su sua madre. Poi, Lady Constancia sorrise e allargò le braccia:
― Vieni qui, tesoro mio!
Maria corse ad abbracciarla, e Arthur aveva già cominciato a ringraziarla, quando lei lo fermò:
― No, no, Arthur: è lei che ha riportato Maria alla normalità. I medici non sapevano quanto ci sarebbe voluto, e mia figlia mi aveva visto prima di vedere lei, ma non è bastato. Ci voleva che vedesse lei. Lei non ha ceduto in tutti questi anni; ha accettato tutto, anche di onorare Maria nel caso che fosse stata oltraggiata32, che non ereditasse più, perfino che le fosse stato nascosto che è un’illegittima. Avrebbe potuto ripudiarla e vendicarsi pubblicamente, dirlo a tutti, sarebbe stato nel suo diritto. Io non avrei mai voluto dirlo nemmeno a lei, ma non potevamo più nasconderglielo. Sono io che la ringrazio. Vorrà collaborare perché questo segreto non esca da questa stanza?
― Ma certo, Milady!
― Vede che sono io che debbo ringraziarla?
Qualcuno potrebbe dire che Lady Constancia si era assunta un enorme rischio: aveva promesso che il colloquio privato sarebbe durato solo cinque minuti e che non avrebbe agitato Maria, ma che sarebbe successo alla salute della poverina se Arthur, scandalizzato dalla scoperta della sua dubbia origine, l’avesse abbandonata su due piedi? Qualcun altro potrebbe anche dire che ormai Lady Constancia non aveva altra scelta che offrire il Ducato a Maria, accettando il nuovo genero imprevisto (e così far entrare Arthur in un certa società, con tutte le conseguenze!), se voleva evitare una catastrofe. Ma forse aveva capito quanto appassionato e puro fosse l’amore di Arthur, capace di riportare alla realtà la mente di Maria: lui non l’avrebbe abbandonata, lei non avrebbe subito uno shock nel delicato stato in cui si trovava e in cambio la dama lo avrebbe accolto nella famiglia. Forse ci sarà perfino qualcuno che dirà che Maria era una figlia snaturata perché non amava abbastanza sua madre: non si era ripresa dall’amnesia nel rivederla, quando invece la vista di Arthur, suo marito da una settimana, era bastata all’istante. E forse si potrebbe dire che la legittima erede era pur sempre Elisa. Ma le famiglie importanti di un tempo erano così: quanti figli illegittimi ereditavano perché a tutti conveniva mantenere il segreto sul loro concepimento?
Il cuore di Lady Constancia e quello di Maria, come quello di tutti, non erano certo perfetti o “logici”, ma seguivano i propri percorsi e rispondevano alle proprie ragioni profonde. In effetti nessuno, che si dichiari umano, dovrebbe sentirsi in diritto di giudicare l’amore disinteressato quando questo si manifesta. E in quella stanza d’ospedale ora c’era quel genere d’amore che salva e redime, che perdona e non cede di fronte a nulla.
 
***
 
Il giorno dopo, poiché Maria pareva stare bene, i medici decisero di dimetterla. Arthur si presentò all’ospedale con dei vestiti per lei, e i due sposi ne uscirono insieme per raggiungere di nuovo la stazione, dove Abel avrebbe portato il resto del bagaglio. Maria si guardava intorno mentre percorreva i viali freschi di alberi, e poi mentre attraversava il lago col traghetto: in quota si avvertiva già un’idea di autunno, ma lì al fondovalle l’aria era tiepida, e la luce dorata di settembre faceva i suoi giochi sull’acqua e sulle foglie con allegria. Eppure, a lei sembrava che ci fosse un pericolo tra le folte piante delle rive, o sul treno, o ad attenderla a Ischia. La ridente cittadina pareva scendere dolcemente verso i moli, incontro a loro, e il bosco di larici più in su profumava, scaldato dal sole e rinvigorito dall’umidità nell’aria. Ma tutta quella bellezza non le comunicava quel senso di libertà che si sarebbe aspettata: con gli occhi, Maria si volse verso il ramo più lontano del lago, a cercare il mare. Il lago era chiuso, invece lei desiderava vedere non la terra, bensì il mare aperto come quello inglese, perché le pareva che solo così si sarebbe sentita libera.
Arthur si accorse della sua inquietudine, le chiese se ci fosse qualche problema e si affrettò a offrirle di fermarsi qualche giorno in albergo, se non se la sentiva ancora di viaggiare:
― No! No, non importa, voglio partire … sono solo preoccupata per Lowell: hai notizie?
― No, purtroppo. Abel ha scritto del tuo ritrovamento, ma non so se Georgie ci risponderebbe qui, magari preferirà aspettare di vederci di persona.
― Oh … vedi che dobbiamo partire? Ho un brutto presentimento, Arthur, non lo so …
Arthur si preoccupò ma non disse niente. Il viaggio, poi, distrasse tutti da questi pensieri.
Alla stazione, Maria si separò da sua “zia” con commozione. Lady Constancia avrebbe preferito che Maria aspettasse qualche giorno a ripartire, per riposarsi meglio, ma la ragazza era ansiosa di dimenticare quel posto e per questo voleva andarsene. Il treno, finalmente, partì, e i due sposi presero possesso del loro scompartimento. L’atmosfera era diversa dalla prima parte del viaggio, perché ora non avevano più la sensazione di essere in fuga, piuttosto si sentivano in convalescenza, e poi c’era Abel che avrebbe occupato un letto non lontano da loro.
C’era anche altro, a rendere il clima insolito, e i due fratelli ne parlarono alla prima occasione in cui si trovarono da soli:
― Allora, domani a quest’ora siamo a Ischia. Così Maria si potrà riposare: mi è sembrata un po’ stanca, ma è il minimo, con quello che le è successo. Dimmi, come sta? Forse bisognava fermarsi un po’, come suggeriva sua zia?
― Abel, che devo dirti, io gliel’ho proposto, ma lei proprio non ha voluto …
― Ti dirò, per me è meglio così. Sai, faccio avanti e indietro in treno da giorni e io preferisco viaggiare per mare, mi conosci!
― Ah, sì? solo per questo?
― No, no, Arthur, è per Georgie, lo sai! Lei ha bisogno di noi, e poi voglio avere notizie …
― Georgie ci avrebbe scritto le notizie, e ha sempre suo padre, ora. Certo, anch’io voglio rivederla, mi manca e voglio starle vicino. Ma … non c’è altro, davvero? solo questo?
― Arthur, che vuoi?!
― Lo sai! Una certa Maristella, graziosissima signorina che abita presso nostra sorella, potrebbe essere uno dei motivi che ti attirano a Ischia, magari?...
― … Ficcanaso!
― Eheh! Povero Abel, appena arrivato dalla tua bella sei dovuto ripartire, senza nemmeno fare in tempo a dirle quello che provi! Un cuore straziato, il tuo!
― … Ficcanaso, e ti sbagli pure!
― Cioè? … Gliel’hai già detto?!
Abel sorrise, alzò il mento e guardò il fratello:
― Sei tu che ci metti sempre un secolo, a fare le cose, non io! E poi, dicono che Ischia sia più bella in settembre, con le sue terme …
― Sì, certo, perché a te interessano le terme! – i due ragazzi ridevano di gusto, ma Arthur si fece serio: ― Ma sì, le terme sono una buona idea, per Maria, così forse …
― Che c’è? allora non sta bene? – anche Abel era serio.
― … Non lo so. Sembra stanca, inquieta … Io non ho dimenticato che quando ero da poco uscito dalla prigionia di casa Dangering, mi sentivo davvero male, invece di essere contento per la mia libertà. Credo che anche lei sia ancora scossa.
― Mi dispiace. Speriamo davvero di arrivare presto, forse l’atmosfera famigliare la farà sentire più tranquilla.
― Speriamo.
E bene o male, il viaggio trascorse. I tre giovani presero un altro traghetto. Il mare era liscio come una tavola eppure sarebbe stato blu, se il cielo sereno non fosse stato sporcato dalla foschia dell’afa. Maria era silenziosa e guardava verso le isole (che non si vedevano) e il mare aperto, che pareva non avere una linea dell’orizzonte, confondendosi col cielo.
― Allora, amore mio, hai visto? Il mare, finalmente, come volevi tu! – nel dire queste parole, Arthur le prese la mano, e Maria sobbalzò impercettibilmente.
― Eh? Ah! … Sì … sì, però è strano, è tutto così immobile e caldo! Fa caldo …
― Lo so, hai ragione, ti prendo dell’altra acqua fresca. Credo che qui dovrai usare un parasole più fitto, questo non ti può proteggere sotto questo sole, o in Australia.
― In Australia, già … Arthur, ti rendi conto che io ho ereditato il titolo e le terre? Ho anche la responsabilità del mio nome, adesso …
― Sì, lo so. Ne abbiamo parlato, io farò come vuoi tu …
― Sei molto buono.
― Ma che discorsi sono? Tra noi non ci sono mai state cerimonie: tu mi hai salvato la vita, hai buttato all’aria la fedeltà alla tua famiglia, e io ti ho sposato portandoti via come se tu non avessi assolutamente nulla! Abbiamo sempre creduto solo nel nostro amore, e ora mi dici “sei molto buono” ― Arthur fece la boccuccia e una vocina che costrinse Maria ad un sorriso – come una sposina del secolo scorso, la vittima di un matrimonio combinato e delle formalità? BLEAH!
Arthur fece una smorfia e una linguaccia, e ottenne da Maria la risata che non sentiva più da troppi giorni. Poi, la ragazza bevve l’acqua fresca (un lusso da viaggio in prima classe) e si appoggiò di più a lui:
― Hai ragione, sono una sciocca. Ciò non toglie che sei buono. Ma Ischia mi ci vuole, sì, l’aria di mare e la cara Georgie … per dimenticare tutto …
Arthur guardò con apprensione davanti a sé, cercando lo sguardo di suo fratello, ma non lo trovò: ancora una volta, Abel guardava verso prua con allegra impazienza, coi capelli al vento come si addice a un marinaio. Oggi, però, si sentiva il cuore leggero, gli pareva di aver aspettato un secolo quel momento eppure quelle ultime ore non gli passavano mai! Lei era lì, l’avrebbe rivista, molto presto! Si ricordò dei suoi primi viaggi, e si sentì felice: non era più in fuga dal suo amore, perché ora era corrisposto, ed era un uomo che sapeva tutto delle navi, e si sentiva a casa sua mentre guardava le deboli onde arricciarsi contro lo scafo in basso … Maristella gli riempiva il petto più dell’aria salmastra. Alle sue spalle non esisteva nulla, di fronte a lui c’era una dolce promessa di baci e felicità …
E finalmente, il porto fu chiaramente visibile, avvicinandosi sempre di più, e poi fu talmente vicino che la figura di Georgie, vestita di un elegantissimo color crema, si poté distinguere sul molo. “Buon segno”, pensò Abel: “l’altra volta non c’era, forse ci sono buone notizie.”
Ma la speranza di Abel fu presto delusa: da vicino, la giovane e bella Georgie rivelò uno sguardo preoccupato, subito prima di correre loro incontro.
― Oh, ragazzi, finalmente siete qui! Ero tanto in pena per voi, Arthur caro! Oh, Maria!
Georgie si era fatta forza ed era andata al porto per apprensione, inseguendo come sempre il suo cuore generoso che la spingeva a dare più attenzione ai suoi cari che a qualunque altra cosa. Ora, abbracciava il fratellino e gli schioccava due forti bacioni sulle guance. E poi, si diresse a Maria che era subito dietro di lui, le andò incontro senza parlare e le prese le mani. Poi, le accarezzò una guancia. Maria scoppiò in lacrime:
― Oh, Georgie …
― Lo so, cara, lo so … ― Georgie abbracciò Maria. Aveva voglia di piangere anche lei, ma si trattenne perché se c’era una cosa che aveva imparato presto, era essere forte per gli altri, specialmente quando le stavano tanto a cuore.
Ad Abel tutto questo sfuggì completamente: ferma vicino a Georgie, in verde smeraldo, c’era Maristella, che per tutto il tempo lo guardò sorridendo con più dolcezza del solito. Abel le tese la mano:
― Maristella … ciao! Ben ritrovata.
― Abel, ben arrivato. – Abel baciò la mano che la ragazza gli aveva offerto – Fatto buon viaggio?
― Tremendo. Le preoccupazioni, sai …
― Oh, ma certo! Che sciocca … ― la ragazza distolse con imbarazzo i suoi brillanti occhi chiari.
― Ma che importa? È finito, per fortuna, e io sono qui … siamo arrivati, alla buon’ora. E tu? Sei stata bene?
― Beh, sai … Se ci fossero state novità su Mister Grey … ma niente, purtroppo.
― Oh … beh, arriveranno presto, nessuna nuova buona nuova. – Abel non si rese conto della leggera incongruenza del suo discorso perché ora aveva notato il Conte Gerard proprio lì, in piedi vicino a Maristella: fino a quel momento non l’aveva proprio considerato, e questo, dato il titolo del Conte, era assolutamente inaccettabile! – Signor Conte, buongiorno! Ecco …
― Abel, ragazzo mio, ma non mi chiamavi Fritz?! Ahah!
Il Conte non dava importanza alle formalità, ma solo con Abel e gli altri più intimi amici. E Abel si ricordò di quanto lo ammirava, mentre gli stringeva la mano e dopo, abbracciando forte Georgie. La sua cara Georgie! quanto avrebbe voluto proteggerla ancora, come da bambini …
Lasciarono il porto e il mare baluginante sotto un sole opaco, e andarono a casa. Tutti i nuovi arrivati occuparono le loro stanze, e si cambiarono in fretta i vestiti accaldati.
Poi, Abel si precipitò fuori dalla camera: trovò ben presto Maristella che veniva avanti da sola, in un corridoio, con un cesto pieno di erbe aromatiche per la cucina. Senza indugi, la prese tra le braccia e la baciò come sognava di fare da quando se n’era andato! Maristella rimase immobile col suo cesto infilato in un braccio (le erbe non caddero per miracolo), respirando appena. Abel credeva di sognare, era tutto nuovo anche per lui, quell’emozione in gola che gli faceva venir voglia di gridare non l’aveva mai provata … ora avrebbe potuto baciarla ogni volta che .. o no? gli parve strano che Maristella fosse così controllata e non l’abbracciasse come alla sua partenza …
― Abel … ti prego, non è il caso …
― E perché? Che c’è? Io non ho pensato ad altro che …
― …ad altro che …? – Maristella era preoccupata, adesso, e Abel temette che si arrabbiasse, di sicuro aveva frainteso!
― Ma niente, che vai a pensare, non vedevo l’ora di rivederti! Mi sei mancata tanto …
― Oh, sì, caro, anche tu, però adesso lasciami … Io non voglio mancare di rispetto a questa casa.
― Nemmeno io, e allora? – Abel la lasciò, ma anche se era un ragazzo orgoglioso, non poté nascondere la sua delusione.
― E allora, qui in questa casa io mi devo comportare in un certo modo, per riguardo ai signori Grey! Non posso baciarti, lo capisci? Che direbbero, se lo sapessero?
― E che ne so, che direbbero? Ma allora … mi vuoi dire che ci possiamo baciare solo fuori?!
― Sì.
― Ma … guarda che io conosco Lowell da molto più tempo, e ti assicuro che lui certi problemi non se li è mai fatti! Aveva appena conosciuto Georgie e la baciò in pubblico, ad una festa per …
― Non ha importanza. Lui era di una famiglia importante, io invece sono solo una protetta e questa è casa sua.
― Ah, uffa! Va be’, stasera …
― Non esco, di sera, senza la famiglia!
― Mmmmmh … e va bene! – (Maristella, in realtà, gongolava nel notare l’impazienza del suo innamorato, ma era decisa a non dargli soddisfazione finché lui non avesse accettato le sue condizioni) ― Domani mattina??
― Sì, esco per i fatti miei domani. Allora, mi accompagnerai fuori, al mercato. A dopo, amore mio, luce dei miei occhi! – ora, Maristella poteva sorridergli apertamente, sottolineando con uno sguardo intenso le sue ultime parole.
Soddisfatta, la ragazza se ne andò a testa alta verso la cucina, e Abel la guardò come i bambini guardano i dolci di Natale prima della cena della Vigilia, quando hanno il divieto assoluto di toccarli …



31 Può sembrare assurdo, ma il discorso di Arthur era legato alla mentalità del tempo. Vale la pena ricordare che una donna violentata era una donna disonorata, che un marito forse avrebbe anche potuto ripudiare, perché la gente avrebbe trovato normale che lui non la volesse più toccare …
32
 Oltraggiata: violentata.
 
Nota dell'Autore: Capitolo senza orpelli, stavolta, ma mi pareva che la cosa importante dovesse essere la narrazione, dopo tanto tempo volevo assolutamente aggiornare e poi è stato un periodo molto difficile. Mille impegni di lavoro che hanno sfinito anche la mia salute, un mese e mezzo passati a fare avanti e indietro con l'ospedale per il mio compagno ... Ora che alcune cose sembrano in via di soluzione, eccomi di nuovo (ma quanto mi è mancato il sito!), con un capitolo importante. 
Anche se sembra strano, questo è il capitolo più autobiografico che ho scritto. C'è molto di mia madre in Lady Constancia, questa madre così esigente e invadente, che con le migliori intenzioni, finisce quasi per provocare la distruzione fisica di sua figlia. Maria deve rischiare di essere ripudiata dalla famiglia, se vuole vivere la propria vita e non quella imposta da altri. Alla fine, le ho fatte ritrovare più forti, più unite e sincere di prima, sperando anch'io di ritrovare così mia madre.
Naturalmente non è così. Io non ho quasi più speranza di riuscirci. E questo anche perché io non sono scappata di casa, sono solo diventata un individuo diverso e separato da lei, rifiutandomi di accettare tutto quello che mia madre pensa e dice. La mia colpa è un efferato delitto di opinione ... e il fatto di non aver avuto figli. Per entrambe le cose, non so che farci. Aspetto che succeda un miracolo che possa invertire la rotta e stemperare la tensione crescente tra me e lei. Ma intanto, ricordo continuamente l'epoca felice in cui credevo che sarei stata amata sempre e comunque dai miei genitori ...
Anche il comportamento di Maria ha molto di autobiografico, ma questa è un’altra questione: anch’io quando non so che fare mi chiudo in uno strano silenzio che molta gente scambia per calma.
Ma non voglio lasciarvi con una nota malinconica! Alla fine, oggi è un giorno di festa, anche se per me è un Ferragosto strano, passato a casa. Allora vi dirò che 
c'è di buono che il prossimo capitolo arriverà presto, allora forse ci potrebbe essere una piccola fanart, magari ... Sempre se ci siete ancora, e avrete la bontà di continuare a leggere questa storia lunga e un po' strana! Comunque Buon Ferragosto ovunque siate, e grazie di cuore!
  
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