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Autore: Generale Capo di Urano    16/08/2017    1 recensioni
Mathias era bello e inquieto come l’oceano, era un tutt’uno con le onde e la schiuma e Abel l’amava perché era completamente diverso dalla gente con cui era solito avere a che fare.
[NedDen]
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Belgio, Danimarca, Paesi Bassi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le onde nere e tristi andavano ad uccidersi sugli scogli con un fragore che Mathias – che viveva d’acqua salata e coralli e alghe e riflessi di luce sulla superficie del mare – avrebbe definito melodioso e armonico nel suo essere completamente casuale e privo di ritmo. Osservava la schiuma formarsi e morire con gli occhi azzurri e languidi velati da una malinconia che l’uomo accanto a lui non poteva fare a meno di notare, e tuttavia non faceva nulla: lo osservava silenzioso e innamorato e non si muoveva, seduto lì vicino, su una roccia bagnata e scomoda – non che tale posizione fosse per lui un problema.
Ad Abel non davano fastidio le gocce salate che colpivano il volto, la luce del sole che feriva gli occhi e la freddezza dell’aria d’autunno che congelava la pelle e le ossa. Non disturbavano neanche il compagno, che incurante del vento lasciava il petto nudo e non si allontanava dalle acque gelide e agitate del Mare del Nord.
In contrasto con il freddo scenario, i suoi capelli biondi sotto la luce rossastra del tramonto parevano giovani e deboli fiamme. Avrebbe voluto sfiorarglieli, il bell’amante, carezzargli il capo con la mano e poi stringerlo a sé – ma non lo fece, si incupì e si ritrasse impercettibilmente, trattenendo un sospiro.
Mathias era bello e inquieto come l’oceano, era un tutt’uno con le onde e la schiuma e Abel l’amava perché era completamente diverso dalla gente con cui era solito avere a che fare. Aveva un sorriso più bianco e luminoso della luna, aperto e sincero – caratteristiche che aveva imparato a ricercare come fossero oro, lui che viveva in mezzo a ipocrisia e interessi e falsità, che prima di allora non aveva conosciuto nessuno tanto buono e schietto.
«Ho visto degli uomini qui vicino, oggi. Non mi piacevano.»
L’uomo lo vide piegarsi e immergere le dita nell’acqua, giocherellare con le onde come fosse un bambino e sfiorare i licheni sullo scoglio – per un attimo parve volersi accoccolare contro il suo petto, ma si bloccò a pochi centimetri da lui e le sue labbra tremarono; avrebbe voluto baciarle, ma rimase fermo dov’era, lo sguardo cupo e freddo che fuggiva verso l’orizzonte lontano.
«Mercanti... li conosco. Abbiamo trattato insieme, qualche volta. Li ho sentiti parlare di affari, come di consueto.»
«Dev’essere un vero schifo fare il mercante.»
Abel tornò a osservare le onde infrangersi sugli scogli, gli occhi spenti e vuoti. «Non ci si fa molti amici.»
In quel momento gli mancò il tabacco. Il fumo che inibiva i sensi e il cervello e gli offuscava emozioni e sentimenti era stata la sua unica compagnia, prima di incontrare Mathias.
Tornò a osservarne il profilo magro e il bel volto perso a contemplare la schiuma, come se aspirasse a diventare simile ad essa – effimera e fugace, come una foglia che si stacca dal proprio ramo e si gode il suo breve attimo di libertà prima di morire al suolo.
Il sole si stava lentamente calando nel mare e colorava la sua pelle chiara d’arancio e rosso; le gocce d’acqua sul suo petto e sul suo volto luccicavano colpite dalla debole luce del tramonto. Lo vide girarsi e piegare gli angoli della bocca, ma il suo un tempo così splendido sorriso pareva aver assunto una tale mestizia e malinconia che gli sembrò quasi di sentire il cuore stringersi nel petto; abbassò lo sguardo, affranto, e lo sentì sospirare.
Vide una mano avvicinarsi al proprio volto, come per accarezzarlo, ma rimanere sospesa a mezz’aria.
«Devi andare via?»
«Ancora no... ancora no.»
«Mi ami?»
Chiaro e tondo, non gliel’aveva mai detto. Ma l’amava più di ogni altra cosa al mondo.
A interromperli fu un rumore poco lontano, forse qualcuno che era inciampato sulle rocce, che fece sobbalzare Mathias e girare Abel: «Dev’essere mia sorella.»
Si guardarono un’ultima volta, disperati e complici come gli amanti nascosti che erano sempre stati – e in quel momento più che mai. Neppure un bacio sancì la loro separazione.
«Tornerai ancora, domani?»
«Come sempre.»
Mathias, per non fare alcun rumore, non si tuffò. Si lasciò scivolare lentamente nell’acqua scura e nuotò lontano, prima di sparire sotto la superficie; l’amato lo osservò finché non vide la sua coda rossa e brillante sparire tra i flutti.
Si volse nuovamente verso il punto dal quale provenivano i passi. La sua pelle, alla luce fioca del crepuscolo, appariva sempre più pallida e diafana.
 

Manon camminava a fatica tra gli scogli, ma ci andava tutti i giorni. Una lacrima accompagnò il tulipano che appoggiò su una piccola tomba, nascosta tra le rocce e bagnata dalle onde.

 
   
 
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