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Autore: gasolina    17/08/2017    3 recensioni
Dopo esser riusciti a liberare Sansa dalla presa di Ramsey, Petyr scappa con lei, in cerca di un loro angolo di paradiso in cui stare prima di rigettarsi nella mischia per riconquistare tutti i beni e l'azienda della famiglia Stark.
Non v'è pietà per gli avversari quando si parla di potere e denaro. Questo Sansa lo ha capito a sue spese, e ha deciso di seguire il suo maestro di inganni, condividendo con lui i segreti, i piani, e anche quel qualcosa che Petyr ha sempre cercato di riscattare.
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Petyr Baelish, Sansa Stark, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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01.un luogo in cui vivere
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La casa era così vuota quella mattina.
La luce del sole, sembrava fredda e trafilava attraverso le persiane, colpendo i bianchi mobili della cucina.
Era tutto così immacolato, come se nessuno avesse mai varcato la soglia di quella casa prima di allora.
“Spero tu abbia dormito bene.” La voce morbida, alle spalle di lei la distolse dalla contemplazione della grande stanza in cui era entrata.
Si voltò, e si accorse che l’uomo che aveva davanti aveva qualcosa di diverso dal solito.
“Si, molto bene.” Rispose.
Scalza, si mosse silenziosa sul parquet della cucina, girò intorno all’isola per scoprire con cosa fosse attrezzata e se qualcosa le potesse essere utile. L’altra figura invece andò verso la credenza e l’aprì.
“Ho la sensazione che dovremmo andare a fare la spesa.” Disse la ragazza vedendo che l’uomo aveva trovato solo un barattolo quasi vuoto con all’interno quello che sembrava essere del sale grosso.
Lui la guardò e le sorrise. “E’ la parte spiacevole della fuga non troppo premeditata.” E si avvicinò a lei, posando sull’isola della cucina il barattolo.
La ragazza capì cosa c’era di diverso, per una volta non si era pettinato così formalmente come lo aveva sempre visto. In rare occasioni lo aveva visto con una capigliatura differente, ma quella da appena sveglio, non gli era ancora capitata.
Sembravano più soffici così, erano un po’ spettinati, e stranamente gli donavano, gli conferivano un’aria più giovanile e meno seria.
“Sembri molto rilassato…” disse lei posando la caffettiera moka che aveva trovato, sul marmo candido dell’isola. “…ti senti così al sicuro?”
Lui tenne lo sguardo su di lei, ma non rispose subito.
Non resistette all’impulso di allungare la mano e prendere tra le dita una ciocca di capelli che le scivolava disordinata sulla spalla. Trovò grande piacere a quel contatto, e si distrasse dal suo gioco solo per osservare la sua reazione.
Lei non si mosse, ma lo osservò, incerta su cosa fare.
Dentro di sé ha una consapevolezza, il fatto di essere lì in quella casa con lui, è stato il frutto di una scelta.
Una scelta dovuta da una storia troppo lunga, troppo triste e soprattutto troppo dolorosa.
“Non saremo mai al sicuro, dovremo stare sempre attenti a ciò che facciamo.” E lasciò la ciocca solo per poterle sfiorare il dorso della mano su cui disegnò forme irregolari con i polpastrelli. “Ma per ora possiamo goderci questi momenti…sarei un pazzo se non lo facessi.” Disse sfoderando il suo solito sorriso beffardo.
Lei distolse lo sguardo, ritraendo la mano.
Pensava di riuscire a non provare più nessun imbarazzo davanti agli sguardi e agli approcci di quell’uomo, soprattutto ora, che scappando con lui aveva tacitamente acconsentito ad un rapporto diverso da quello che era prima.
“Insieme.”
Quella era la parola su cui rifletteva dal momento in cui era salita sulla sua auto e avevano viaggiato per tre giorni, fermandosi rare volte, se non per dormire in qualche motel di strada.
“Sansa…” lui le riprese la mano, e stavolta la avvolse con la sua. Si avvicinò ancora di più a lei e con la mano libera le sollevò il mento verso il proprio viso.
“…voglio proteggerti. Voglio che tu sia felice.”
Lei sentì la sensazione che provava ogni volta che lui si avvicinava a quel modo, che prendeva quella confidenza, così piacevole, così intima, ma allo stesso tempo così profondamente sbagliata.
“E’ sbagliato.”
Un altro pensiero che la attanagliava. Un’altra parola che faceva capolino nella sua mente, pronta ad inghiottirla.
Ma i suoi pensieri si sciolsero in fretta quando sentì le calde labbra di lui sulle proprie.
Labbra un po’ ruvide, stropicciate dal sonno appena interrotto, ma che sapevano coinvolgere in un vortice di sensazioni.
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Ed eccolo lì, quell’impulso che già altre volte l’aveva chiamata a sé, ma che aveva sempre trattenuto con tutte le proprie forze. Ma quel gioco ormai era iniziato da molto tempo, e adesso si era fatto troppo serio per tentare di rimediare ai sensi di colpa.
Quando lui si staccò piano da lei, non riuscì a non riavvicinarsi a sua volta per riprendere quel dolce contatto. Dopotutto, ora, lui sarebbe stato il suo futuro. E fu realizzato questo, che sciolse per alcuni momenti ogni rimorso.
Lui la assaporò dolcemente, godendosi quella sensazione di accettazione, ma soprattutto, quel solo piccolo dolce bacio per lui sembrò come una firma a suggellare ciò che erano stati solamente dei piani nella sua mente fino a poco tempo prima.
“Dovremmo andare a comprare qualcosa da mangiare…” disse lei, riprendendo lucidità dopo essersi allontanata.
Le rivolse il suo sorriso beffardo. “Forse posso resistere un altro po’ senza caffè…” e tentò di riavvicinarla a sé, ora che si sentiva libero da ogni etichetta, da ogni formalità, non voleva più perdere occasioni, non voleva più interrompersi per futilità.
Petyr.” Lo richiamò lei, poggiando una mano sulla sua spalla per scostarlo. Il senso di colpa era tornato.
I loro sguardi si incrociarono nuovamente, lui ancora con gli occhi socchiusi e le labbra increspate.
Lei gli sorrise, come per chiedergli scusa.
Non disse nulla, ma le carezzò la guancia prima di prendere la moka nell’altra mano.
“Hai ragione, dovremmo pur mangiare. Andiamo a fare la spesa.” Disse, alzandosi dallo sgabello voltando la caffettiera a testa in giù e scuotendola.
“Mi vesto.” Disse lei scendendo dallo sgabello.
Gli occhi di Petyr la seguirono fino alla porta, affascinato da quella figura scalza e silenziosa, con il pigiama ricavato da alcuni vecchi vestiti, che le donavano un tocco trasandato ma estremamente sexy.
Un sorrisino malizioso si stampò sulle sue labbra, e una sensazione di libertà lo attraversò.
In quella casa poteva fare ciò che voleva, senza badare a nessuno, nessuno se non all’unica persona che ora voleva e aveva al suo fianco.






Angolo buio dove l'autrice si inchina per fare scuse e spiegazioni:
Grazie a chiunque mi abbia letto, e iniziato questa storia, e soprattutto a chi recensirà! Ogni commento e critica mi aiuta a migliorarmi quindi fatevi sotto! Accetterò tutto molto volentieri.
Ci tengo a precisare che si, io sono una shipper Sansa/Petyr, ma in particolare amo il personaggio di Ditocorto, e sto tremando per questa settima stagione. Io purtroppo, come penso ormai quasi tutti,  in cuor mio so che questo personaggio non può finire bene. Infatti è stata una scommessa scrivere questa storia. Perchè so che comunque Petyr non è un personaggio generalmente amato, e si fa presto a dimenticare alcuni personaggi. Io ancora nutro speranze in R.J. Martin che spero mi stupisca facendo almeno uscire il prossimo libro perchè stiamo tutti soffrendo, soprattuto perchè voglio conoscere il destino di questo personaggio nella serie originale dalla quale si è ormai andati lontani con la serie.
Volevo dire che ho pronti altri capitoli, ho scritto parecchio prima di decidermi a pubblicare il primo capitolo soprattutto perchè volevo vedere se il mio cervello riusciva a trovarne un finale. In particolare non ho ritenuto necessario iniziare gli eventi iniziali, perchè credo sia stato davvero raccontato di tutto, ed inoltre intendo avvalermi di flashback e altri elementi. Perchè appunto se no, non sarei mai arrivata al termine. In realtà iniziai tanto tempo fa  un'altra fanfictio ambiantata ai giorni nostri, che un giorno potrebbe essere utile proprio per riprendere gli atti iniziali. In corso d'opera deciderò come usarli, perchè erano capitoli in cui avevo messo davvero il cuore.
Ho deciso di ambientare questa storia ai giorni nostri, perchè...beh perchè credo che possa risultare ancora più accattivante, ed inoltre io adoro l'attore che interpreta Petyr, Aidan Gillen, lo trovo affasciante e adoro vederlo vestito al naturale. Quindi non sono riuscita, nella mia mente, ad immaginarmelo ancora con vestiti medievali.
Spero vi sia piaciuto, ci vediamo presto con il prossimo!
  
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