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Autore: Elisir86    17/08/2017    2 recensioni
Infine si accorse che quell'immagine che lo stava fissando con occhi sgranati non era la sua.
Certo il viso era simile al suo -forse con qualche chilo in più- ma i capelli erano di un castano scuro e gli occhi erano di un tenue verde...
...un colore che non vedeva da secoli.
Si portò una mano al petto e il riflesso eseguì lo stesso movimento e forse -ma solo perché ancora non aveva metabolizzato tutte le stranezze- quello fu il momento più spaventoso della sua vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, Austria/Roderich Edelstein, Danimarca, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo X

Flavio

 

Flavio non era stupido e odiava quando non riusciva a capire cosa stesse succedendo o di cosa si parlasse. In quel momento, odiava tutti commensali che lo stavano fissando con occhi sgranati e la bocca aperta in una profonda “O”.

Quando si era guardato allo specchio e si era visto in quello stato aveva pensato che la colpa fosse di quel pazzo mezzo drogato di Inghilterra, ma poi l'euforia di poter finalmente guardare il mondo senza lenti gli aveva fatto passare la rabbia.

Per un giorno si era detto posso anche rimanere così!

Anche se era ingrassato -sembrava tondo come una palla- in maniera impressionante poteva anche sorvolare per qualche ora.

Fin lì era andato tutto bene, in valigia si era ritrovato anche dei vestiti della sua taglia firmati Armani, Cavalli, Barocco e Fendi ma chi erano quelle persone lo ignorava -probabilmente stilisti per obesi-.

La cosa si era fatta più complicata quando aveva abbracciato il suo adorato fratellino, che stranamente non lo aveva insultato o preso a sberle, ma quando la sua attenzione era finita su Lutz era rimasto un attimo spiazzato. Sul suo viso spigoloso non vi era traccia di cicatrici, quella che si ostinava a tenere -simbolo dell'amore di Luciano -e che gli rovinava la guancia sinistra era completamente sparita.

Non era strano che loro come Nazioni potessero risanare vecchie ferite, ma era sconvolgente che lo avesse fatto quella notte. Quando -durante una delle loro interminabile guerre e dopo una sana scopata- gli aveva chiesto di far sparire quell'orribile taglio lui si era categoricamente rifiutato specificando che Luciano amava così.

Ma ora non ha più quell'aria assonata, quei occhi a cuoricino verso mio fratello e soprattutto non ha la cicatrice!

Gli era bastato questo per rendersi conto che le persone accanto a lui non erano le stesse che aveva visto la sera prima, ma il colmo fu lo sgomento di tutti quando semplicemente aveva detto che Inghilterra cucinava benissimo. Era vero, Oliver sapeva fare qualsiasi piatto in maniera sublime se solo non avesse avuto quel dannato vizio di provare ad avvelenare chiunque con sempre nuovi metodi -beh lui era un'eccezione, conosceva ogni tipo di droga, veleno e qualsiasi cosa che potesse solo far del male a delle persone-.

Quando quel “COSA” urlato all'unisono, perfino da Inghilterra, aveva smesso di rimbombargli nella testa aveva capito che lui non era con i suoi amici. Luciano non era quel ragazzino dall'aria tonta che lo stava guardando con le lacrime agli occhi, Lutz non era quel bel pezzo di manzo con lo sguardo sconvolto e che nemmeno Oliver e Dorika erano quelli seduti al suo tavolo.

Erano uguali, si lo doveva ammettere, così uguali da farlo cadere in trappola ma non erano loro.

Aveva assottigliato lo sguardo, fissando con quei occhi gelidi -che non erano suoi- quello che assomigliava al suo fratellino -ma che non era lui- “Cosa ho detto di male?” sibilò per nulla contento di quella situazione.

“Romano, tu hai sempre insultato la cucina di Inghilterra...” ormai le lacrime del Nord Italia erano arrivate fino al mento “...Hai sempre odiato tutto di tutti...” singhiozzò.

Flavio corrugò la fronte: Romano era un nome ma non il suo. Nei secoli lo avevano chiamato in vari modi come Lucius, Valente oppure Nero, ma mai Romano. Non che non fosse bello, anzi, scivolava sulla lingua con delicatezza, gli piaceva come la R vibrava nel palato e soprattutto era simile al nome della sua capitale. Ma non era il suo nome.

Intanto davanti a lui, Luciano -o chiunque fosse- stava ancora bisbigliando e piangendo come un bambino e lui non aveva intenzione -oh no! Lui non sopportava i piagnucoloni!- di sopportare oltre.

“Si, si...ho capito...” disse sventolando una mano davanti a se come a voler scacciare un insetto, quella situazione non era per nulla piacevole: se lui era in un corpo -ciccione- non suo e in un mondo parallelo voleva solo significare che quel Romano stava nel suo -splendido- corpo nel suo vero mondo. E solo il demonio poteva sapere cosa stesse combinando!

Aveva la strana sensazione che quel tizio avrebbe combinato qualcosa di sbagliato! L'immagine di lui che insultava Oliver e la sua cucina lo fece rabbrividire mi farà morire!

Con quel pensiero prese una forchetta dal tavolo e come se fosse la cosa più naturale del mondo prese un po' di uova strapazzate dal piatto di Inghilterra.

“Romano...” Flavio alzò gli occhi su Germania “...quelle sono...u...uova...” lo vide mormorare come se temesse di ritrovarsi un fucile puntato sulla fronte, da parte sua non capiva cosa avesse quel cibo che non andava. Corrugò la fronte guardando la forchetta e quello che lui decretava delizioso, che Lutz -o chicchessia- volesse mangiarle?

Gli porse la forchetta “Ne vuoi un po'?” e fu in quel momento -mentre Germania stava avendo una crisi respiratoria e gli occhi delle altre tre Nazioni stavano uscendo completamente dal cranio- che capì che quel Romano non doveva essere incline alla gentilezza.

Forse stava rischiando di più lui in quel corpo che l'altro nel suo.

 

 

 

 

 

Note:

Scusate l'attesa, ma non ho ancora ricevuto internet -se andiamo avanti così diventerò vecchia!- ma mia sorella mi ha imprestato la sua chiavetta (si vede che le facevo pena, mah...) e perciò posto questo misero capitolo!

Lo so, mi avevate chiesto 2p Austria, ma lui lo inserirò più avanti: nella mia assurda mente lo immagino come un dormiglione!

Qui finalmente anche Flavio capisce che non è in se, anzi arriva addirittura a capire che Romano è nel suo corpo (perciò fategli un applauso)!

Presto inizieranno i veri problemi, perché per quanto tutti capiscano che non sono nel loro universo hanno i loro caratteri e beh...vi lascio immaginare...

 

Dorika Héderváry : Ungheria

 

A presto!

Elisir

  
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