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Autore: vanessie    18/08/2017    2 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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Capitolo 70

“Mentalmente impegnata”

 

 

POV Evelyn

Ero all’ateneo, impegnatissima con i corsi. Avevo iniziato a seguire un laboratorio fighissimo in cui, per la prima volta, potevo cimentarmi più concretamente nel lavoro di ricerca biologica. Lavoravamo in gruppo, ovviamente ero nel gruppo con Holly e insieme a noi c’erano anche tre compagni di corso: Willy, Ronnie e Tommy. “Hey perché non andiamo a prenderci qualcosa al bar dopo il laboratorio?” propose Ronnie “Per me va bene” rispose Willy “Almeno la smettiamo con quest’aria da secchioni di primo livello!” scherzò Tommy “Sì ci sto” affermai “Ma prima di uscire dall’università, propongo una bella foto di noi cinque con i nostri nuovi tesserini di riconoscimento per l’accesso ai laboratori scientifici, sono troppo professionali!” esclamò Holly su di giri. “Giusto, una prova concreta da mostrare agli amici invidiosi, ci vuole” disse Willy “Ed è utile anche come tecnica di rimorchio! Hey pupa, sono uno scienziato…o quasi” scherzò Ronnie “E funziona con le ragazze?” domandò Holly “Sempre meglio che universitario sfigato!” rispose Tommy. “A proposito…voi due…belle donne come siete messe?” chiese Willy “Io sono fidanzata da quasi due anni” affermò Holly “E tu bella bionda?” mi domandò Tommy “Ohhhh lei è già impegnata” si affrettò a dire la mia amica “Veramente! Ma che dici?” le risposi “Beh il tuo non è proprio un impegno ufficiale, ma ragazzi…mi dispiace, ha già perso la testa per qualcun altro” continuò a spiegare Holly ed io sapevo che lei si riferiva a Kevin. Le feci una smorfia buffissima e mettemmo in un angolo l’argomento fermando uno studente e chiedendogli di farci la foto. Prendemmo in mano i nostri tesserini e aspettammo il rumore dello scatto.

 

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Andammo al bar e ordinammo da bere. Ci sedemmo tutti e cinque ad un tavolino libero e parlammo dei nostri impegni universitari, ma anche di vita privata. Mi trovavo bene con loro, erano tutti simpatici e alla mano. “Possiamo parlarci un momento da soli?” sussurrò Tommy avvicinandosi al mio orecchio, dato che era seduto al mio fianco “Certo” risposi. Ci alzammo e uscimmo all’esterno. “Senti Evelyn io…beh sei molto carina e mi chiedevo se un giorno ti andava di prenderci un caffè o di fare un giro” “Ehm io…se intendi come amici va più che bene” “Quindi Holly prima diceva seriamente, quando ha affermato che sei mentalmente impegnata” “Se devo essere sincera Tommy…non lo so neppure io se sono mentalmente impegnata! Diciamo che…ho un amico con cui mi sto conoscendo meglio e lui è un tipo interessante. Non c’è mai stato nulla tra noi, ma non lo considero un amico come tutti gli altri” spiegai. Lui annuì “Ok, questo vuol dire che sei mentalmente impegnata!” esclamò ridendo e contagiando anche me “Sì, forse” “Amici come prima?” “Ma certo” risposi stringendogli la mano che mi aveva teso. Tornammo dagli altri e trascorremmo un’oretta a parlare. Holly ed io salutammo e ci incamminammo verso la fermata della metropolitana più vicina. “Che voleva Tommy quando siete usciti?” mi domandò “Voleva chiedermi se mi andava di uscire con lui qualche volta” “E tu hai rifiutato vero?” “Sì Holly, che ti prende scusa?” “È che voglio solo essere certa del fatto che tu non commetta errori” sentenziò. Salimmo nel vagone e continuammo il discorso “Perché se io uscissi con un ragazzo sarebbe un errore?” le chiesi “Se quel ragazzo non è Kevin Black, sì. Sarebbe un errore madornale ed io, in quanto migliore amica, devo impedirti di fare cazzate” “Perché Kevin sì e gli altri no?” le domandai “Perché lui è perfetto per te, perfetto. Mettilo bene nella tua testolina e sappi che se ti lasci sfuggire uno che è intelligente e simpatico, che è sempre dolcissimo nei tuoi riguardi e che, cosa nient’affatto scontata, è un figo da far paura, io ti uccido! Semplice!” esclamò. Ci mettemmo a ridere “Inoltre vi ho già trovato un nome di coppia meraviglioso” aggiunse “Un nome di coppia? Holly non siamo in una serie tv americana qui!” “Senti quanto è bello: Kevlyn. Non è fantastico?” mi chiese “Stai male! Le sostanze da mettere sul microscopio usate oggi al laboratorio, secondo me, le hai fumate!” scherzai “Sì dai, fingi che non ti piaccia il nome Kevlyn. Dimmi la verità, quando lo hai sentito ti è corso un brivido lungo la schiena” “Holly?” “È adorabile, stop. E sinceramente credo che solo l’idea di sentire accostare qualcosa di tuo a quel bonazzo americano ti abbia surriscaldata” mi prese in giro, sicuramente notando le mie guance rosse. Scossi la testa “Ribadisco: stai male” affermai “Kevlyn, Kevlyn” “Smettila” “Uhhhh ti piace, ti piace un casino!!!!” disse tutta entusiasta. Presi il telefono dalla borsa perché squillava e lessi sullo schermo il suo nome “Parli del diavolo…” iniziò a dire Holly “Ora chiedo anche a lui se il nome gli piace!” esclamò “No, stai zitta perché mi fai fare una figura di merda assurda” le intimai “Kevlyn, Kevlyn” “Sarai scema?” dissi ridendo. Le feci segno con l’indice davanti alla punta del mio naso di tacere e risposi. “Ciao Kevin” “Ciao, mi chiedevo se andrai alla festa di facoltà la prossima settimana” “Sì ci andrò con le amiche e tu?” risposi “Anch’io, magari se ti va possiamo vederci verso metà serata, uniamo i gruppi dei nostri amici! Che ne dici?” “Va bene” “Che fai di bello?” mi domandò “Sto tornando a casa con Holly, siamo in metropolitana. Siamo andate con dei compagni di corso a prendere qualcosa al bar” “Salutami Holly” “Ciao Holly, Kevin ti saluta” dissi alla mia amica “Ciao Kevin” rispose lei alzando la voce per farsi sentire “O dovrei dire Kevlyn” ebbe il coraggio di precisare. La fulminai con lo sguardo mettendomi una mano davanti agli occhi. Sperai vivamente che lui non avesse sentito. Lo sentii ridacchiare “Come scusa? Kevlyn????” ripeté “Ehm…non farci caso Kevin, oggi Holly sta dando i numeri” tentai di scherzare “Carino! Le ragazze irlandesi prendono spunto dalle usanze americane per caso?” rispose lui “Che ti sei andato a immaginare?” domandai per buttarlo fuori strada “Il mio nome, il tuo nome…conosco quest’usanza” “Ti prego non ti ci mettere pure tu” lo supplicai. Lui rise e ci salutammo con la promessa di vederci alla festa di facoltà. Riposi il telefono in borsa “Ma sei scema? Pronunci quel nome impronunciabile davanti a Kevin? Io ti ammazzo, questo è sicuro” dissi “Ma dai, impronunciabile! Non ho mica detto Lord Voldemort! È stupendo, è il vostro nomignolo da innamorati” “Ci rinuncio” conclusi.

 

POV Kevin

Andai alla festa che l’ateneo aveva organizzato insieme ai miei amici: Patrick, Joshua e Danny. Si svolgeva nell’immenso giardino, in cui una band di studenti piuttosto in gamba avrebbe suonato e cantato delle canzoni rock e pop molto famose. All’ingresso ci diedero dei braccialetti di riconoscimento, visto che c’era un biglietto da pagare, una piccola cifra simbolica che avrebbe rimpinguato le casse dell’università. I braccialetti divisi per colore identificavano i vari rami di studio di ogni studente. Verde per i corsi di laurea a carattere scientifico, rosso per quelli matematici, blu per i letterari, rosa per gli umanistici, gialli per quelli storico-geografici, arancioni per quelli linguistici e così via. Il mio braccialetto era verde, visto che frequentavo veterinaria e che era decisamente un corso di laurea di tipo scientifico. Prima di tutto andai con Patrick, Danny e Joshua a fare uno spuntino al buffet, dove ordinammo anche da bere. “Stasera si farà tardi credo, guarda che roba!” esclamò Joshua indicandomi delle ragazze che si stavano scatenando con balli parecchio ma parecchio sensuali. “Che fai, ci provi?” gli chiesi “Te che fai? Vieni con me Kevin?” “Non sono molto interessato a dire il vero” “La tua amica Evelyn c’è alla festa?” mi domandò Danny “Sì è con le sue amiche” “Andiamo a cercarla?” propose. “Magari più tardi, vi va se andiamo a sentire un po’ di musica dal vivo?” “D’accordo” risposero. Andammo nella zona del giardino in cui avevano sistemato il palcoscenico. La band era già impegnata a suonare, ci unimmo al resto degli spettatori che cantavano e ci divertimmo tantissimo. Avevo appena ricevuto un sms, me ne ero accorto soltanto per la vibrazione, poiché il suono era impossibile da sentire vista la musica assordante. Presi dalla tasca il telefonino e aprii il messaggio, che proveniva dal numero di Evelyn.

 

Ciao, sei alla festa allora? Sono con le mie amiche vicino al campo da basket, ti va di unirti a noi con i tuoi amici?

 

In effetti mi andava di vederla, ma volevo che fosse lei a propormelo e, visto che l’aveva appena fatto, le risposi.

 

Ciao, sono qui anch’io…perché quest’invito? Che c’è? Ti manco? :P

 

Ora di sicuro mi avrebbe risposto per le rime, era più forte di me, battibeccare con lei era una cosa fantastica. Ecco la sua risposta:

 

A dire il vero sì, stiamo un po’ insieme? ^_^

 

Oh cazzo, non mi aspettavo quella sua frase. Chiesi agli amici se avevano voglia di raggiungere Evy e le sue amiche e loro accettarono. Andammo verso il campo da basket, riconobbi Holly e quindi ci avvicinammo. Tutti ci salutammo “Evelyn dov’è?” chiesi a Holly “Stava prendendo da bere con due altre amiche, dovrebbe tornare a momenti” rispose sorridente. Giusto in tempo per la fine di quella frase, vidi Evelyn con in mano una lattina di coca cola. Le feci ciao con la mano mentre si avvicinava e lei, appena mi raggiunse, mi salutò in modo caloroso, dandomi un abbraccio. Ricambiai, anche se non sapevo bene come reagire quando lei rimase avvinghiata a me. “Ciao” dissi “Ciao, come va?” “Bene, tu?” “Non c’è male” rispose. Restai a guardarla, mentre prese la cannuccia tra le labbra, per dare un sorso alla sua coca cola. Mi misi seduto su una panchina del giardino dell’ateneo ad appena tre passi da noi, lei si mise al mio fianco. Aveva un vestito nero corto di morbido tessuto con un paio di sandali rossi.

 

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“Come mai tutta questa voglia di vedermi?” domandai “Volevo solo…parlare un po’” “Quindi ti manco” scherzai “In certe occasioni” disse. Restammo occhi negli occhi e sperai che la sua frase nascondesse una forma di interesse per me. “Ho pensato a quello che ci siamo detti l’altro ieri…insomma…mi dispiace se ho tirato in ballo cose che non c’entravano nulla” affermò alludendo ad uno stupido screzio che avevamo avuto. “Non è successo niente, figurati!” “Posso chiederti scusa Kevin?” “Sì, ma davvero non importa” replicai. Evelyn si allungò per darmi un abbraccio e mi accarezzò la spalla destra “Scusa, mi dispiace” bisbigliò. Le accarezzai la schiena e la tenni stretta me fino a quando lei si staccò.

 

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“Ciao Evelyn” la salutò un ragazzo che non conoscevo che si era appena avvicinato a noi “Ciao Rey” “Sei stupenda” “Grazie” rispose lei abbastanza freddamente. Mi prese la mano e intrecciò le nostre dita, quella forma di tenerezza non ce l’eravamo mai scambiata, per cui capii che lei volesse solo allontanare quel ragazzo, Rey. Rimasi con la mano nella sua “Pensavo che avremo potuto fare un giro, bellezza” le disse lui “Ehm…no, te l’avevo detto che sarei venuta con il mio ragazzo” rispose Evelyn indicandomi. Il tipo mi squadrò da capo a piedi. Non capivo perché lei volesse allontanarlo inventando quelle balle su di noi, ma un motivo doveva pur esserci ed io non volevo rovinarle i piani. “Piacere Rey McKinley” disse tendendo la mano per presentarsi, mi alzai in piedi e gli strinsi la mano “Kevin Black” risposi. “Da quanto state insieme?” le domandò “Un mese” inventò lei, che nel frattempo continuava a tenermi per mano. “Me le concedi due parole?” le chiese lui. Lei si allontanò un momento e riuscii a capire qualche stralcio del loro dialogo, grazie ai miei sensi sviluppati. Evidentemente Evelyn non gradiva le attenzioni di Rey e probabilmente lui in qualche occasione si era spinto un pochino oltre, toccandole il sedere e facendo apprezzamenti che a lei non erano piaciuti. Poco dopo lei tornò da me. “Andiamo in un’altra zona per favore?” mi chiese “Ok” dissi spostandomi insieme a lei. “Scusa per prima, ho inventato una bugia su di noi per allontanare Rey” “C’è stato qualcosa tra voi?” “No Kevin, diciamo che lui è un tantino fissato con me. Non ha mai fatto nulla di eccessivo, ma talvolta mi sento importunata” “Non mi sembrava tanto male come ragazzo!” esclamai “Non è il mio tipo, superficiale e immaturo” “Quindi un ragazzo per piacerti dev’essere profondo e maturo” affermai “Esatto, ma non basta. Deve anche avere senso dell’umorismo, forza e determinazione, coraggio e intraprendenza. Vorrei che fosse altruista e gentile, sensibile e affettuoso” “Uhm ti accontenti di poco eh?” scherzai “Non ho detto che siano qualità semplici da trovare, ma il mio lui lo vorrei così” “E fisicamente?” domandai “Non mi importa che sia uno strafico, perlomeno carino, alto e con i capelli castani, il resto non conta! Se poi è strafico, tanto meglio” disse mettendosi a ridere. “Perché questa fissa per i capelli castani?” domandai curioso. In verità volevo chiederglielo da un po’, ma poi non ne avevo mai avuto occasione. “Perché adoro i capelli scuri, dipenderà dal fatto che sono bionda, non so, ma è così. E poi c’è un’altra ragione!” “Sarebbe?” “Di certo non vengo a dirla a te” sentenziò. Eravamo vicini alla pista da ballo e lei era in piedi qualche passo davanti a me. Scostò i suoi capelli di lato, così mi venne spontaneo calare lo sguardo sulla sua schiena. Il vestito corto che indossava aveva una cerniera lampo proprio sulla schiena ed io mi imbambolai nei miei assurdi pensieri, rendendomi conto solo dopo qualche minuto, che non facevo altro che desiderare di tirargliela giù…

 

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“Ti va di ballare?” le proposi “Ok” rispose. Andammo a scatenarci, ballando perlopiù da soli, ma ogni tanto usavo la scusa dei passi di ballo per toccarle la vita, la mano, i fianchi. Ad un tratto notai l’insistenza del suo sguardo puntato in una direzione, mi girai e intravidi di nuovo quel ragazzo, Rey. Lei mise le sue mani dietro il mio collo e si avvicinò tanto, come se volesse ballare un lento. Poggiai le mie mani intorno alla sua vita e ricercai il suo sguardo. Lei mi sorrise e restammo a guardarci, come se intorno a noi non ci fosse nessun altro. “Ti spaventa?” le chiesi riferendomi a Rey “Se sono sola sì” “Sicura che non ti abbia fatto niente?” “Sicura” rispose. Rey si avvicinò ballando con un’altra ragazza, senza distogliere lo sguardo da Evelyn, che si era girata dalla parte opposta, poggiando la testa sulla mia spalla. Le feci una carezza sul capo e continuai a tenerla abbracciata per ballare. Sentii il suo cuore tornare ad avere un battito regolare, avvertivo in lei una sensazione di rilassatezza e fiducia in me. Sollevò la testa avvicinandosi al mio orecchio per parlarmi sottovoce “Grazie, sei un amico” sussurrò “Di nulla” “Mi piace il fatto che tu sia così…disponibile e premuroso con me” aggiunse “Percepisco che hai paura” bisbigliai “Non ho paura di Rey in questo momento” “E di cosa allora?” chiesi “Di te” sussurrò “Perché?” “Non chiedermelo per favore” concluse. Quando la canzone finì mi staccai da lei e camminai verso il vialetto del giardino dell’ateneo. Lei mi seguì, affiancandomi mentre camminavo. “Ti va di accompagnarmi a casa?” mi propose “A casa dei tuoi genitori?” “Sì” “D’accordo” risposi. Andammo al parcheggio, dove si trovava la mia macchina, salimmo a bordo e la guardai senza mettere in moto. Evelyn si girò verso di me “Non ti preoccupi di cosa diranno i tuoi genitori se ti accompagno?” “A quest’ora credo che stiano dormendo e poi…beh non è che ti sto chiedendo di fare chissà cosa, solo portarmi a casa” “Va bene” risposi. Accesi il motore e partii verso la sua abitazione. Il tragitto fu silenzioso, interrotto solo da brevi frasi. Spensi la macchina una volta arrivato a destinazione e scesi per accompagnarla fino alla porta. Lei mi sorrise e restò in piedi davanti a me quando ci fermammo sotto al portico.

 

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“Beh…grazie del passaggio Kevin” “Prego” “E per la compagnia” aggiunse. Mi avvicinai per darle un abbraccio e lei ricambiò. “Kevin ti va di…vederci domani?” “Sì” “Posso scegliere dove portarti?” propose “Ma certo” risposi. Sciogliemmo il nostro abbraccio e lei mi diede un bacio sulla guancia. “Buonanotte” “Buonanotte Evelyn” risposi, per poi tornare alla mia auto, solo dopo che lei aveva richiuso la porta di casa.

 

NOTE:

Eccoci qua, John e Nikki sono tornati in America. All'inizio del capitolo troviamo Evelyn e la sua amica Holly impegnate con l'università, Holly è già molto più consapevole dei sentimenti di Evelyn, molto ma molto di più di quanto non lo sia la stessa Evelyn, è per questo che afferma che la sua migliore amica è mentalmente impegnata! In realtà anche Evy rifiuta di uscire con quel compagno di corso perchè pensa a Kevin. Holly ha già montato su una storia d'amore tra i due, cimentandosi anche nell'inventare un nome di coppia, Kevlyn, che fa imbarazzare non poco Evy, soprattutto quando la sua amica lo dice ad alta voce facendosi sentire da Kevin. Nella seconda parte di capitolo, invece, i nostri personaggi sono ad una festa studentesca del campus. Kevin fa la sua prima conoscenza di Rey, un tipo che importuna Evelyn, di cui lei dice di essere un tantino spaventata. Lui le regge il gioco di essere il suo ragazzo e questo sembra allontanare Rey almeno per il momento...  

Alla prossima,

Vanessie

   
 
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