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Autore: Irene_Violet    19/08/2017    3 recensioni
Sono tornata, dopo poco (stranamente), in questo periodo mi sento ispirata. Spero che questa nuova Fict, possa essere di vostro gradimento. Vi auguro buona lettura. - Irene_Violet
[Magic Kaitō 1412 - EP 13] *Potreste incorrere in spoiler*
La classe 2-B del Liceo Ekoda, si reca in gita in montagna sul Monte Kita, nella prefettura di Yamanashi. La giornata sulla neve, sembra procedere più che bene, per il nostro Kaito Kuroba, fino a che, vari piccoli eventi, non lo porteranno ad incorrere in una spirale discendente principalmente a causa della Strega Akako e di un misterioso ragazzo, che apparirà a sorpresa. Sarà proprio quest'ultimo incontro, a rovinare definitivamente la giornata del mago.
Riuscirà Kaito a sfuggire alla tela del ragno?
Genere: Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akako Koizumi, Aoko Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La bianca avventura di Kaitō Kid

Capitolo 1: Una giornata in montagna.

 

POV Kaito

«Bene ragazzi, un attimo di attenzione per favore» - disse l'insegnante della 2-B, battendo le mani ed attirando l'attenzione dei suoi studenti - «In questi ultimi dieci minuti, voglio parlarvi dell'imminente gita scolastica, programmata per le prossime settimane» - cominciò la donna - «La nostra destinazione, sarà una località sciistica...» - proseguì nel suo discorso la donna, con diverse descrizioni ed informazioni di poco conto - «Quindi assicuratevi di portate degli abiti pesanti okay?» - raccomandò in conclusione, la signorina Erika Konno, mentre tra tutti i suoi studenti uno in particolare, mostrava un luminoso sorriso compiaciuto.

 

Una dei periodi più agognati dagli studenti, in qualunque parte del globo, sono da sempre i periodi di pausa dalle lezioni. Perché ogni tanto è bene prendersi una pausa da test, esami di semestre, quiz a sorpresa e tutto ciò che fa della scuola “un posto spaventoso” se non ci si impegna a sufficienza. Questo discorso, certo, per Kaito Kuroba non valeva affatto. La sua abilità di cavarsela in qualunque situazione, l'aveva portato a superare ostacoli ben peggiori, di un test o un'esame a cui era poco preparato. Fuggire da un'organizzazione criminale, che come lui, è in cerca della preziosa gemma Pandora, che si dice doni immortalità a chi ne entra in possesso, potrebbe essere un esempio calzante, vi pare?

In ogni caso, le vacanze, in qualunque periodo dell'anno, sono una piacevole distrazione, dalla routine di tutti i giorni, che al giovane Kuroba, non dispiaceva affatto. Sapendo di partire in vista di una località sciistica sul Monte Kita, nella prefettura di Yamanashi, la cosa aveva reso tutti impazienti, compreso Kaito, che non vedeva l'ora di inforcare gli sci, e percorrere le piste innevate. Ammirandone il panorama, l'aria fresca e soprattutto sfoggiando la sua abilità in gare al photo finish con i suoi compagni, più abili. Sarebbero stati fuori casa un giorno intero per ripartire la sera stessa alle dieci in punto. Questo voleva dire che arrivando per le dieci, avrebbero avuto diverse ore libere, prima della cena, e se erano fortunati, magari ancora un'ora libera, per svagarsi la sera. Kaito aveva tutta l'intenzione di passare sulle piste, il maggior tempo possibile: aveva per tanto deciso di escogitare un piano, aiutandosi con la brochure della struttura in cui avrebbero soggiornato, che aveva fornito l'insegnante, poco prima di partire, in modo da non sprecare nemmeno un minuto, della libertà concessa loro, in quella che si prospettava una giornata fantastica.

Oggi non permetterò a nessuno di distrarmi. Cascasse il mondo, ho intenzione di battere ogni centimetro della pista! Non vedo l'ora!” - dalle labbra di Kaito sfuggì una risatina sottile e poco dopo, si sentì picchiettare improvvisamente sulla spalla. Il picchiettio era stato prodotto da qualcuno, che era seduto nei sedili dietro al suo, perciò si voltò a vedere.

«Ehi Kaito! Hai sentito?» - gli disse un suo compagno con un sorriso a 32 denti, stampato in faccia - «Sembra che nei pressi della stazione sciistica, ci sia un centro termale!»

«E quindi?» - Kaito lo guardò perplesso, cercando di capire cosa ci fosse di tanto speciale in quell'affermazione, anche se a farla era stato il sempre timido e pacato Yamada; non perché i centri termali non fossero una bella attrazione o l'idea non lo tentasse, anzi. Quello che però lo sconcertava, era quel enorme sorriso da orecchio a orecchio, che il ragazzo gli stava mostrando, mentre indicava un preciso punto della brochure. Kaito allora si sporse per leggere e quando la cosa fu chiara anche a lui, lo stesso sorriso comparve anche sul suo volto.

«Questa sì che è fortuna sfacciata! kekeke» - affermò Kaito, ridacchiando.

«Vero? Un occasione ghiotta per chiunque!» - rise in coda l'altro ragazzo.

«Quindi? Chi speri di trovare lì, Yamada...? Rika-chan, per caso?» - il viso di Kaito si tramutò in un espressione quasi maniacale, nei confronti del povero compagno, che aveva fatto notare quel dettaglio all'amico in buona fede.

Il ragazzo arrossì istintivamente - «N-Non ho idea, di cosa tu stia parlando...»

«Sicuro? Guarda che a me lo puoi dire.» - disse poggiandogli la mano sulla spalla - «Mi porterò il segreto nella tomba!» - disse ponendo una mano sul cuore - «Allora? Ci ho visto giusto?» - chiese con impazienza, appoggiandosi al sedile in modo da scrutare nel profondo, l'espressione dell'amico.

«C-Chissà...» - balbettò, questo, per poi tentare di rigirare la frittata - «Ma a proposito, Kaito, che mi dici di te?»

«Riguardo cosa?» - ribatté subito Yamada, mentre Kaito, lo ossevava fingendosi confuso da quella domanda, come se fino ad un secondo prima, non avessero affatto parlato.

«Ma come? Le terme! Le terme! Scommetto che tu speri di imbatterti in Nakamori, eh?» - disse sporgendosi per dargli dei colpetti con il gomito per incoraggiarlo - «Avanti sputa l'osso. Siamo amici, giusto? Puoi dirmi tutto.» - disse, cingendogli le spalle con il braccio.


Kaito subì il tutto con il volto congelato in un espressione di fastidio, la stessa che montava su, quando Akako cominciava a tormentarlo. Si stufò dopo qualche minuto dell'insistenza dell'amico, mentre nel frattempo, le sue guance avevano assunto una leggera colorazione rossastra - «E' piantala! Non esiste che parli con te di questo genere di cose, e poi non farti un idea sbagliata, chiaro?!» - con quelle poche frasi, praticamente poste a casaccio e senza significato, Kaito tornò a sedersi correttamente sul suo sedile, sbuffando e sprofondando su di esso, con le braccia incrociate al petto.
 

«Non prendertela amico!» - ribatté l'altro, appoggiandosi sulla parte superiore dello schienale di Kaito, così che lui potesse vederlo, se avesse alzato lo sguardo - «Hai cominciato tu. E poi... non l'hai negato.» - disse mostrando un ghigno superbo, il ragazzo dai capelli castani, leggermente spettinati ed occhiali da vista, per poi sprofondare a sua volta nel suo sedile. Nel modo in cui lentamente si stava sedendo, il ragazzo parve a Kaito, uno squalo che si immergeva pian piano in acqua dopo aver tentato di far affondare un'imbarcazione. Kaito si rese conto che aveva ragione e per un momento, Kuroba si voltò a guardare il sedile vuoto accanto al suo ed una voce, gli rimbombò in testa.

Tutto, verrà esposto alla luce del sole!” - per un attimo gli sembrò che Hakuba fosse proprio accanto a lui, ripetendo quell'irritante frase, burlandosi di lui, per non essere riuscito ad inventare una buona scusa, per uscire da quell'imbarazzante conversazione da lui stesso iniziata. In quel caso, il suo compagno ne aveva fatto le veci, facendogli notare inoltre che, non negandolo, non aveva fatto altro che confermare i suoi sospetti. Tutto ciò, fece sentire Kaito un vero sciocco.

Se fosse qui, avrebbe detto sicuramente le stesse cose. Il lato positivo e che quel detective incapace, è a letto con l'influenza. Almeno potrò godermi la giornata in santa pace, senza dovermi preoccupare di avere a che fare anche con i suoi di ragionamenti da quattro soldi!” - si disse Kaito, per poi prendere il cellulare dalla tasca, mettere le cuffie e tentare di dormire per un po. Era passata neppure un'ora dalla partenza e ci sarebbe voluto ancora un po, prima di arrivare, quindi per evitare di ritrovarsi in mezzo ad altri discorsi simili, tanto valeva, farsi un pisolino, aspettando di arrivare a destinazione.
 

 

POV Akako

Da quando la classe 2-B del liceo Ekoda, si era accomodata sul pullman privato affittato per il viaggio, Akako, pareva avere un'umore migliore del solito. Colse l'occasione, per sfruttare quel lasso di tempo, per preparare uno dei suoi amuleti. Questo non consisteva in altro che un pezzo di carta adesiva, con disegnato sopra un cuore. Non ci mise molto a finirlo, che lo ripose subito nella sua borsa, in modo che non fosse visibile da nessuno dei suoi molteplici ammiratori, che la fissavano estasiati di tanto in tanto. La professoressa Konno, dovette riprendere molti di loro che erano seduti in posizioni scorrette, più di una volta, perché sempre intenti a posare lo sguardo, sull'affascinante strega. Ella però aveva occhi solo per lui: Kaito Kuroba, l'unico che non era mai caduto, neppure per un secondo, sotto l'influsso della sua bellezza. Lo odiava per questo, ed il bisogno di sottometterlo al suo volere, rendendolo suo schiavo, era sempre più forte. Quella gita scolastica, era l'occasione perfetta, per agire, ed Akako era pronta a tutto.

La ragazza, sorrise, mentre fissava intensamente un Kaito, affossato sul sedile, immobile - “Goditi pure il tuo risposo, finché puoi Kaito Kuroba” - pensò tra sé - “Quest'oggi, finalmente, diventerai il mio schiavo.” - pensò ed osservò l'incantesimo nascosto nella sua borsa - “Questo piccolo adesivo, ti costringerà a starmi accanto e se ciò non bastasse...” - Akako ripensò alle sue azioni degli ultimi giorni con orgoglio - “... ho inviato al rifugio in cui saremo ospiti delle rose molto speciali. Intrise di magia e le ho fatte spargere in ogni stanza dell'albergo. Quelle rose stregate, hanno la capacità di far emergere i sentimenti sopiti delle persone e di amplificarli, tuttavia, quando lo avrai addosso, entrando nel raggio d'azione della magia applicata alle rose, l'amore che provi e che verrà amplificato, sarà rivolto a colei che ha applicato lo sticker, ovvero me” - Akako si lasciò sfuggire una risata - “E' un idea geniale! Non potrai fare nulla per salvarti questa volta, mio caro Kaitō Kid. L'unico problema rimane...” - repentinamente, la ragazza indirizzò il suo sguardo sui sedili posteriori, dove Aoko era seduta al fianco di Keiko, con la quale stava chiacchierando. - “Aoko Nakamori, devo escogitare un modo per tenerla alla larga...” - mentre rifletteva, Akako colse un barlume della conversazione delle due ragazze, che sembrò quasi essere propiziatorio per i suoi piani.

 

«Comunque, avrei fatto meglio a non venire» - sospirò Nakamori, guardando fuori dal finestrino.

«Eh? Perché mai?» - domandò Keiko, guardandola.

«Te l'ho già detto. Aoko non sa sciare.» - disse con amarezza - «Probabilmente dovrò restare in albergo da sola tutto il tempo, mentre sarete tutti a divertirvi»

«Che sciocchezze» - sorrise l'amica - «Kaito-kun a quanto ricordo è molto bravo, vero?» - le chiese, sporgendosi verso di lei.

Aoko annuì - «Sì, ma con questo?»

«Semplice, chiedigli di farti da tutor!» - affermò con aria autoritaria Keiko, alzando l'indice della mano destra.

«Eh?! Che idee ti vengono, Keiko?» - le si rivolse Aoko - «Non farei altro che rovinargli questa giornata. Resterò all'albergo, oppure proverò a imparare a sciare da sola, se è proprio necessario» - disse, le sue parole vennero seguite da un'espressione immusonita di Keiko, che la fissava infastidita, non capendo che problema ci fosse nel chiedere aiuto ad un vecchio amico, capace di sciare, qualche nozione di base. Dopo diversi minuti Keiko sospirò e prendendo una rivista sbuffò.

«Sempre la stessa storia! Va bene, se lo dici tu!»


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Aoko Nakamori non sa sciare? Ma tu guarda che colpo di fortuna” - sorrise maligna la strega - “Questo vuol dire che sulle piste, avrò tutto il tempo per mettere in atto il mio piano. La goffaggine di Nakamori-san, per una volta, si dimostrerà utile. Che giornata meravigliosa, sarà quest'oggi.”


«Ohohohohohoh»

Akako, scoppiò nuovamente a ridere. In una rista molto più prorompente, che attirò l'attenzione di tutti sul mezzo, eccetto Kaito, che per la musica che aveva nelle orecchie, non si accorse di nulla.

 

 

POV Kaito/Aoko

Circa un ora e mezza dopo, il pullman arrivò nel parcheggio della stazione sciistica, Kaito venne svegliato dalla voce della professoressa Konno, che annunciava entusiasta, che avevano raggiunto la loro meta. Gli auricolari durante il viaggio, erano scivolati dalle orecchie del castano, quindi l'annunciò risuonò forte e chiaro facendolo sobbalzare.

«Ragazzi siamo finalmente arrivati! Benvenuti sul Monte Kita, nella prefettura di Yamanashi!» - affermò la donna dai capelli corti e neri, con occhiali da vista e con indosso un completo elegante di color lavanda.

«Professoressa!» - Kaito richiamò subito la sua attenzione, che la donna gli rivolse immediatamente - «Solo perché siamo appena arrivati, non c'è bisogno di eccitarsi così tanto!» - a quest'affermazione l'intero pullman scoppiò a ridere, mentre la professoressa Konno, si accigliò e strinse il pugni, tremando per il nervoso; Kaito infatti, aveva appena fatto una battuta a doppio senso, piuttosto ambigua


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Spiegazione:

In giapponese infatti “Monte Kita”, si pronuncia “Kita-dake” (北岳). Dove “Kita” è appunto il nome del monte in questione ed il suffisso “-dake” sta per “Montagna”. Tuttavia l'espressione “Kita dake” scritta con altri ideogrammi assume un significato, ampiamente diverso: se infatti, scriviamo “Ta dake” in alfabeto Hiragana (た だけ) la parola “dake” (だけ) risulterà significare “appena”. Scriviamo poi la sillaba “Ki”, che abbiamo messo da parte, con il Kanji del verbo di moto (来), la sillaba assumerà dunque il significato di “arrivare, venire, giungere” in qualche luogo. Dunque seguendo questa seconda costruzione, la proposizione, significherà “appena arrivato/giunto/venuto” (来た だけ). Kaito utilizzerà in questo contesto il verbo “Kita”, come “Arrivare” nel parlato, per riferirsi all'affermazione della Professoressa Konno, tuttavia, aggiungendo il termine “eccitata” per riferirsi allo stato euforico, con cui ella ha formulato l'annuncio, lascerà intendere che in realtà gli attribuiva un significato differente, ovvero il verbo “Venire”, utilizzandolo con riferimento all'ambito erotico.

Intuito, come tutti i suoi studenti per altro. La signorina Konno, strinse i pugni ed urlò - «KAITO-KUN! VEDI DI FARLA FINITA!» - verso il ragazzo, che smise di ridere, non appena si sentì richiamato all'ordine, in quel frangente, anche il frastuono delle risa degli altri studenti, cessò di colpo, visto che la donna pareva davvero essere andata su tutte le furie.

Kaito, imbarazzato per il rimprovero, ed irrigiditosi sul sedile, abbassò il capo, mormorando - «Sì. Chiedo scusa.» - a quel punto ci fu un'altra lieve risata collettiva, per la reazione affranta del ragazzo, che cessò non appena, la Professoressa Konno, si schiarì la gola, in modo da riottenere l'attenzione della classe.

«Bene, ed ora, sempre se non incorreremo in ulteriori interruzioni...» - disse lanciando un'occhiataccia verso Kaito, che annuì, con aria colpevole - «Vi spiegherò brevemente cosa dovrete fare e quali sono le regole e gli orari, fissati per questa giornata, prima che vi sia concesso fare andare a divertirvi sulla splendida neve che ricopre le piste» - cominciò a spiegare la signorina - «Prima di tutto, andremo tutti in Hotel a registrarci e ritirare le chiavi delle nostre stanze, dove trascorreremo la notte. Le coppie, sono state scelte in classe, come saprete tutti. Da allora, sarete liberi di divertirvi fino alle 13, ora in cui dovrete tornare all'albergo per il pranzo, poi potrete tornare a divertirvi, fino alle 17:30 ora in cui si svolgerà un evento, di cui vi parlerò più nel dettaglio, conclusa la pausa pranzo. Dopo l'evento avrete ancora un po di tempo, prima che venga servita la cena alle 19 ed un altro paio d'ore dopo. Ma ricordate: dovrete tornare all'albergo, tutti quanti, entro e non oltre le 21:45. Alle 22 precise, partiremo per ritornare a casa. Se non tornerete in tempo all'albergo, sarete costretti a tornare a casa per conto vostro. Siete avvertiti!» - minacciò alla fine della comunicazione, sulla tabella di marcia del giorno - «Adesso cominciate a scendere e poi ci incammineremo insieme, verso la struttura in questione.» - detto questo, la donna batté le mani e gli studenti cominciarono a scendere dal pulmino, mentre la Professoressa Konno, ringraziò l'autista, per poi unirsi alla classe e fare loro strada verso l'edificio, tramite il sentiero asfaltato, accuratamente ripulito dalla neve.

Quando il gruppo della 2-B raggiunse il rifugio, l'insegnante si rivolse alla receptionist, presentandosi come la referente della classe, che aveva prenotato le stanze a nome del Liceo Ekoda, fino alle dieci della stessa sera. La ragazza ritirò dunque, il pagamento da parte dell'insegnante, rinchiuso in una busta sigillata. Una volta ritirata la busta, la signorina al bancone sorrise.

«Perfetto. Adesso i ragazzi dovrebbero mettersi a coppie, come lo sarebbero nelle rispettive stanze, così che possa consegnare loro la chiave della stanza ed il dispositivo GPS, per le emergenze» - spiegò la signorina alla Professoressa Konno.

«Certo» - annuì la donna, che voltandosi batté le mani attirando l'attenzione della classe - «Ragazzi, ascoltatemi tutti! Mettetevi tutti a coppie come abbiamo stabilito ed avvicinatevi al bancone, così che possiate ricevere la copia delle chiavi della vostra stanza!»

«Okay!» - rispose la classe all'unisono. Aoko e Keiko, avevano deciso di stare in camera insieme, Akako era capitata in stanza con una compagna con che non conosceva – questo perché le coppie miste non erano consentite –, mentre Kaito aveva finito per ritrovarsi in stanza con Hakuba, che aveva insistito asserendo che in questo modo avrebbe potuto tenerlo d'occhio più da vicino. Probabilmente, sotto sotto, doveva essere ancora convinto che Kaito stesse nascondendo qualcosa; ma essendosi beccato l'influenza la settimana prima, proprio durante un inseguimento del Ladro Fantasma, adesso Kuroba, si ritrovava solo soletto ad occupare una camera doppia. Cosa che in fondo, non gli dispiaceva affatto. Quando arrivò il suo turno di ritirare la chiave della stanza, scoprì di essere finito nella stanza numero 1012. Questo perché quell'alberghetto in quota, era la sezione distaccata di un'altra struttura di villeggiatura, decisamente più grande, presente a valle. Le camere erano disposte su due piani ed i numeri delle camere per tanto andavano da 1001 a 1050, per un totale si 25 camere per piano.

La signorina alla reception, consegnò dunque al ragazzo la chiave della sua stanza, assieme ad un dispositivo di colore giallo. Kaito alla vista del dispositivo s'incuriosì e domandò - «Mi scusi, ma questo a che serve?» - rigirando il dispositivo tra le mani,esso non aveva altro, su di sé, che un bottoncino tondo e due bottoncini al lato a forma di freccette, posti sotto piccolo schermo a cristalli liquidi sulla parte anteriore. Mentre sul retro era presente una luce LED, posta subito sotto al segno dell'icona tipica dello “spillo” indicativo della posizione GPS.

La signorina, che aveva un cartellino, attaccato alla divisa con su scritto “Natsumi”, sorrise rispondendo - «Quello è un Tracker GPS. E' molto importante, che voi ragazzi lo teniate sempre con voi. Qui in montagna, il tempo cambia velocemente, quindi in caso si verificasse una tormenta e qualcuno di voi dovesse perdere l'orientamento, grazie a ciò, potremmo rintracciarvi con facilità. Per attivarlo basta premere quel bottoncino tondo e la tua posizione, verrà indicata da un pallino rosso.» - Kaito, dunque premette il bottoncino ed il piccolo schermo s'illuminò, mostrando una piccola mappa, con un puntino rosso al centro dello stessa - «Le freccette, servono a spostarsi nella mappa, così da visualizzare, gli altri dispositivi nelle vicinanze, in modo che possiate localizzarvi anche a vicenda.» - spiegò Natsumi. - «Inoltre, in caso di valanga...» - cominciò, dopo di ché, sollevò da sotto il bancone, un tablet ed un secondo dispositivo, che non venne riconosciuto subito dal ragazzo - «Grazie al Tablet, possiamo controllare costantemente la situazione, mentre con questo rivelatore termico, potremmo cercarvi, in caso di bisogno!» - la ragazza sorrise, come se l'ipotesi di essere travolto da una valanga, fosse qualcosa di semplice da risolvere, scandagliando un intera montagna, solo grazie ad un unico, rivelatore di calore.

«Ah, ma certo, mi è tutto chiaro, grazie Signorina Natsumi» - sorrise il ragazzo, per poi afferrando dispositivo GPS e chiavi della camera, per poi allontanarsi.

«Figurati è il mio lavoro» - sorrise solare la ragazza con i capelli castani acconciati in una lunga coda.

Mentre Kaito si spostava verso il centro dell'atrio, cominciarono a scorrere sul suo viso -“La cosa la diverte? E' un po inquietante, da parte di qualcuno che dovrebbe garantire la nostra sicurezza, eheheh” - questo momento di inquietudine venne subito spazzato via da una mano che batté sulla spalla del ragazzo.

Un ragazzo dai capelli castani ben pettinati, con solo un paio di ciocche ribelli che gli scivolano sulla fronte, che rispondeva al nome di Ogura, sorridendo, lo riportò alla realtà - «Yo Kaito! Io e Yamada andiamo a poggiare la nostra roba. Ci ritroviamo verso la funivia tra dieci minuti, ci stai?» - gli chiese e nuovamente, il pensiero della giornata sulla neve, rasserenò il giovane Kuroba.

Kaito sorrise, alzando il pollice della mano destra - «Rendiamo le cose più interessanti...» - disse in tono serio, tanto che i due ragazzi, lo fissarono incuriositi - «Una volta in cima, operiamo un testa a testa, noi tre! L'ultimo che arriva a fine pista, comprerà i souvenir per tutti, che ve ne pare?»

Yamada annuì - «Forte!»

Ogura sghignazzò - «Proposta interessante! Sfida accettata!» - disse porgendogli la mano - «L'ultimo che arriva, sgancia per gli altri!» - Kaito gli afferrò la mano stringendola.

«Allora...» - disse, mentre indietreggiò di qualche passo, lasciando stretta a quella del compagno, una mano finta - «Ci si vede!» - Kaito sorridendo beffardo fece uscire la mano dalla manica della divisa scolastica, per poi correre velocemente verso l'ascensore, occupandolo e costringendo i due ragazzi a prendere le scale.

«Dannazione! Mi sono fatto fregare!» - sbuffò irritato Ogura - «Muoviti Yamada, non possiamo lasciare che la faccia franca!» - disse fiondandosi su per le scale con il suo bagaglio dietro, seguito da Yamada.

Dopo aver lasciato la sua borsa in camera, per poi correre e recarsi ad un piccolo negozietto interno alla struttura, dove prendere una giacca a vento, occhiali, ed attrezzatura da sci. Per poi raggiungere l'esterno della struttura, per poi dirigersi sulla neve, verso lo skilift.

«Kekeke. Spiacente, ma non ho intenzione di perdere» - ridacchiò Kaito, avanzando sulla neve, con gli sci sotto braccio, che avrebbe indossato nei pressi dell'impianto, Giunto a destinazione, Kaito equipaggiò gli sci, mentre era in fila per la seggiovia.

Ad un certo punto, mentre la fila avanzava pian piano, Kaito udì un piccolo urlo, provenire da poco lontano - «Waaaah!» - incuriosito, si voltò per vedere chi fosse.

«Tutto bene, Aoko?» . Le chiese Keiko porgendole la mano, aiutandola a tirarsi su.

«Ehm... s-sì. Vedi? Non mi reggo neanche in piedi» - si lamentò lei, mentre si rialzava, tenendo la mano all'amica per evitare di cadere.

Alla vista di quella scena, sul viso di Kaito si palesò un flebile sorriso, ripensandoci, Aoko non era mai stata in montagna, né tanto meno sugli sci. Inizialmente si era addirittura rifiutata, quando venne proposta la gita in montagna, proponendo come alternativa ad Okinawa, per fare immersioni nella barriera corallina, ma essendo in autunno, le acque sarebbero state troppo fredde per nuotare, quindi la proposta della ragazza venne rigettata. Alla fine, poi Keiko era riuscita a convincerla a venire, ed eccola qui, attaccata al braccio dell'amica, mentre avanzava tentennante sulla neve. Capiva bene come doveva sentirsi, dopotutto lui era una schiappa conclamata nel pattinaggio sul ghiaccio, ed aveva collezionato la sua buona dose di cadute, quando per rubare il gioiello custodito sul retro del dipinto “il Sorriso di Adamo”, era uscito con lei, portandola alla pista, posta accanto del museo. In quel caso, Aoko l'aveva aiutato, praticamente portandolo in giro per la pista. Le parti in questa occasione si erano invertite. Kaito, ebbe una mezza idea di lasciare il suo posto in fila, per andare ad aiutarla, ma fu a quel punto che si accorse che Ogura, l'aveva superato, mentre Yamada, li stava raggiungendo di corsa.

«Ehi Kaito, peccato... non fa bene distrarsi, quando c'è una scommessa in corso! Spiacente» - rise il ragazzo.

Kaito sospirò - «Hai ragione! Ma, non è un cervo quello laggiù?» - disse Kaito puntando il dito in lontananza, verso un gruppo di alberi, che incorniciavano la zona.

«Un cervo a quest'altitudine? Serio?» - chiese lui voltandosi, e guardandosi attorno - «Ma dove lo hai visto, Ka-» - lo sguardo di Ogura si assottigliò, non appena non vide più il ragazzo accanto a sé. Dunque alzò lo sguardo e lo notò farli la linguaccia, proprio da sopra alla seggiovia.

«”Mai distrarsi”, giusto!?» - rise Kaito, mentre il macchinario si allontanava, verso l'alto. Kaito si voltò guardando in basso, in lontananza poté veder Aoko salutare Keiko, che si allontanava, probabilmente per fare un paio di pista prima di tornare a dar man forte all'amica. Il giovane Kuroba sorrise, mentre si accingeva ad arrivare in cima alla pista.

Sulla seggiovia erano saliti poco dopo anche Ogura e Yamada, ma Kaito non aveva alcuna intenzione di giocare pulito, quindi appena notò che si avvicinavano all'arrivò, li salutò con la mano ed affondò cominciando a percorrere la pista.

«Aspetta Kaito!» - urlò Ogura, mentre il ragazzo, con il suo stile impeccabile, spariva tra la coltre bianca.

Le sensazioni che Kaito provò durante la discesa, lo rendevano euforico come non mai. L'aria fresca che lo avvolgeva, contrastando naturalmente, la sua discesa, lo spingeva a piegare le ginocchia e spingersi in avanti, aumentando così la velocità e a compiere manovre sulla pista, spostando piccoli cumuli di neve, ad ogni curva o variazione di percorso, lui decidesse di attuare. Dopotutto si trovavano nella regione montuosa più rinomata del Giappone, dove le nevicate sono persistenti anche nella stagione autunnale, ed in ottobre dunque si poteva già godere, di una coltre di neve, fresca e compatta, perfetta per effettuare discese memorabili. L'adrenalina scorreva nel corpo del ragazzo, che man mano che percorreva la pista, sicuro delle sue capacità di sciatore, dribblava vari sciatori, che più adagio, percorrevano il suo stesso tratto di pista.

«Non hai ancora vinato! Kaito!!» - un ruggito, da una voce famigliare giunse alle sue spalle, Kaito allora si voltò notò che Ogura stava sopraggiungendo prepotentemente, intenzionato a superare il mago, che però non si scoraggiò, anzi. La cosa lo spinse ad impegnarsi sul serio.

«Fantastico. Adesso, si che si ragiona!» - detto questo Kaito si sporse in avanti e si dette una spinta profonda grazie alle bacchette, che reggeva in mano - «Ci vediamo a valle Ogura!» - esclamò, per poi prendersi, sfrecciare con ancora più trasporto sulla neve, “raggomitolandosi a uovo” per prendere una maggiore spinta. Ogura, era a pochi metri da Kaito, che sembrava avere la vittoria in mano, almeno finché una voce proveniente dalle spalle dei due, fu udibile, era una voce femminile, che ripeteva ossessivamente una parola.

«Waaaaah! Spostatevi! Spostatevi! Spostatevi! Spostatevi!» - Ogura, fece in tempo a scansarsi, la ragazza muoveva convulsamente le braccia, cosa che non fece altro che farla scivolare, sulla coltre bianca, in maniera scomposta ed ancora più velocemente, proprio in direzione di Kaito, che non se ne accorse, almeno finché l'urlo non provenne proprio da dietro alle sue spalle - «Aaaaaah! Attenzione!!» - urlò, giusto pochi secondi prima di andargli a sbattere contro, nel tentativo di superarlo.

Ogura rise divertito dicendo - «Addio Kaito!» - mentre proseguiva, ancora voltato indietro a guardarlo, pensava di avere la vittoria in pugno, salvo andare a sbattere qualche metro più in là, contro un albero, a causa della distrazione.

La ragazza cadde a peso morto sulla neve, fermandosi sulla schiena, mentre Kaito che venne travolto, cadde sul fianco e riuscì a non ruzzolare ulteriormente, fermandosi affondando le mani nella neve.

«Ahia! Che botta.» - mormorò la voce di Aoko, mentre rimase li stesa dolorante. Kaito, riaprì gli occhi dopo qualche istante di buio. per la botta. Kaito a quel punto si ritrovò sopra la ragazza, ed a quel punto gli fu tutto chiaro.

«Dovevo immaginarlo» - sbuffò il ragazzo - «Cavolo Aoko, che combini?!» - gli chiese mentre la ragazza, sentendosi chiamare per nome, aprì pian piano gli occhi, ritrovandosi davanti l'espressione accigliata del ragazzo.

«Kaito» - sussultò lei, vedendolo - «Mi spiace, non sono riuscita a fermarmi»

«Ma che ci fai qui si può sapere?» - gli chiese lui, fissandola abbastanza infastidito.

«Ho pensato di provare a prendere la seggiovia, per ammirare un panorama migliore, ma mentre ero lì, ho cominciato a scivolare, e non sono riuscita a capire come fermarmi, fino a quando non ho finito per scontrarmi con te, Kaito» - tentò di spiegare la ragazza, con un tono misto di tristezza e vergogna.

«Ma come ti è venuto in mente?! » - sbuffò nuovamente - «Sapendo quanto sei negata, avresti almeno dovuto farti insegnare le basi, prima di muoverti da sola!»

«Aoko ci ha provato!» - ribatté la ragazza - «Keiko mi ha insegnato, ma non ci sono proprio riuscita!» - disse arrossendo per l'imbarazzo.

«Keiko ti ha detto che devi avvicinare le punte degli sci per frenare, puntando le racchette a terra?» gli chiese, spiegandole che era quella la proceduta da mettere in atto per fermarsi.

«Certo!» - esclamò lei - «Ho fatto del mio meglio, ma non ha funzionato, ho continuato ad andare avanti ed è finita così» - si lamentò stringendo una manciata di neve tra le mani per il fastidio.

«Però, hai avuto una bella fortuna, a venire scontrarti contro di me, pensa che figuraccia, se avessi travolto, un povero turista innocente» - scherzò Kaito, che ancora, non aveva elaborato esattamente la situazione in cui si trovava, cosa che non valeva per Aoko, che con un lieve rossore in viso, annuì.

«Hai ragione» - mormorò - «Senti Kaito...» - gli si rivolse poi la ragazza, Kaito annuì, senza capire - «Credi che possa alzarmi adesso?» - il ragazzo batté le palpebre confuso, finché non coapì di essersi fermato, a cavalcioni su di lei e che proprio questo elemento, impediva ad Aoko di mettersi seduta.

Un impercettibile rossore, gli colorò le guance - «Oh, sì scusa» - Kaito allora, si alzò immediatamente al in piedi, e si pulì dalla neve che era rimasta attaccata ai suoi pantaloni, per poi guardarsi in giro in cerca delle sue racchette, che trovò poco lontane dal luogo dell'impatto, immerse nella neve. Una volta recuperate, il ragazzo si voltò indietro, verso Aoko, che tentava di alzarsi con l'aiuto dei suoi bastoncini da sci, Il pensiero avuto, salendo in funivia, si ripropose nel suo cervello, dunque Kaito, scivolò piano sulla neve avvicinandosi a lei, con aria affranta - «Non ho scelta. Ti aiuterò, con le nozioni di base, mentre scendiamo verso l'albergo»

«Va bene» - Aoko si avvicinò titubante a Kaito, attendendo che gli spiegasse nuovamente, le tecniche base dello sci.

«E' tutta una questione di equilibrio e distribuzione del peso.» - cominciò a dire Kaito - «Finché rimani ferma, puntando le racchette a terra, puoi stare sicura che non ti muoverai di un millimetro. La prima cosa che devi imparare e come camminare con gli sci. Una delle tecniche più semplice e quella di usare la tecnica della “lisca di pesce”» - disse - «consiste nel puntare gli sci l'uno lontano dall'altro e spostare la neve camminando in avanti. Piuttosto semplice, no?» - Aoko annuì, aveva fatto pratica, spostandosi dall'esterno della stazione sciistica, al seggiolino della seggiovia, quindi almeno per quel piccolo dettaglio, poteva dire di essere, in grado di spostarsi, per brevi distanze.

«Così?» - chiese, per poi mostrare qualche passo, con quella stessa tecnica.

Kaito annuì - «Bene. Passiamo allo sci adesso» - sorrise - «Per muoverti per brevi distanze, ti basta restare con la schiena dritta e spingerti in avanti con le racchette, però questo non si può chiamare sciare. Come ho detto è solo una questione di equilibrio. Se ti sporgi troppo in avanti, rischierai di non riuscire a controllare gli sci, allo stesso modo, piegarti all'indietro non ti farà fermare, sbilanciandoti infatti, rischi solo di cadere più facilmente» - spiegò Kaito, per poi piegare leggermente le ginocchia e protendersi di poco in avanti - «La posizione corretta, deve poter farti assumere con il corpo una linea simile ad una specie di “Z”, ma è più comodo, per i principianti alle prime armi, affidarsi maggiormente alla forza delle gambe, quindi cerca di mantenere la schiena dritta e di tenere le gambe leggermente piegate. Non è solo per i principianti ad ogni modo, questa tecnica infatti, fa mantenere una velocità costante e non sforza eccessivamente i muscoli. Passiamo infine alla frenata. Quella è la parte più facile, come ti ha spiegato anche Keiko, per fermarti, non devi fare altro che avvicinare le punte degli sci. Gli sci devono praticamente rappresentare la lettera “V” sul terreno. Te ne do una piccola dimostrazione.» - detto questo, Kaito si piegò lievemente sulle ginocchia e protese di poco il busto in avanti, dandosi una spinta con i bastoncini e percorse una breve distanza, per poi unire le punte degli sci, e fermarsi, esattamente come gli aveva spiegato poco prima. Per poi tornare da lei - «Adesso prova tu, Aoko.»

«Eh? Deve provare Aoko?» - chiese lei.

«Che domande. Se non provi come pretendi di raggiungere il rifugio?»

Aoko allora annuì e ci provò, piegando le ginocchia, tenendo la schiena dritta e dandosi una piccola spinta in avanti con i bastoncini. La spinta però fu così leggera che la ragazza di mosse a mal appena di qualche centimetro.

«Okay.» - disse Kaito - «Prova a metterci un po più di energia adesso»

«Va bene» - mugolò Aoko, quasi completamente convinta, che se c'avesse messo più convinzione, avrebbe fatto sicuramente un nuovo incontro ravvicinato con il suolo. Tuttavia, eseguì e si dette una spinta maggiore, cominciando a scivolare sulla neve. - «K-Kaito...» - balbettò Aoko, mentre continuava ad andare in avanti. Il ragazzo la raggiunse, accostandosi a lei.

 

«Non agitarti. Stai andando bene.» - la incitò Kaito - «Prova a frenare ora» - le suggerì, nonostante la ragazza non stesse andando affatto veloce,

«S-Sì» - la ragazza allora pose gli sci a forma di “V” e riuscì a fermarsi.

«Visto? Devi solo prendere confidenza con gli sci.»

«Ti ringrazio Kaito» - sorrise Aoko, che adesso sentiva, quanto meno di aver capito, quali erano le nozioni fondamentali, da sapere. Certo, non garantiva di essere in grado di metterli in pratica, ma come minimo li conosceva.

«Ringraziami quando riuscirai a percorrere le piste» - ribatté Kaito sorridendo.

Kaito a quel punto si allontanò, di diversi metri e la incitò a raggiungerlo, se fosse riuscita a percorrere quel tratto senza cadere, si sarebbe sentito un po più tranquillo ed avrebbe raggiunto i compagni che oramai, dovevano già essere arrivati all'hotel da un pezzo. Aoko, prese un respiro profondo e riprese la posizione che Kaito le aveva mostrato, dunque si spinse in avanti e cominciò ad avvicinarsi a lui. Quando fu in prossimità di Kaito, riuscì ad avvicinare le punte degli sci, frenando prima di raggiungerlo.

«Perfetto, come inizio non c'è male» - sorrise Kaito verso la ragazza, che allo stesso modo ricambiò. C'era riuscita ed anche se solo per qualche metro, era riuscita a sciare e la cosa le aveva risollevato il morale - «Credi di riuscire a raggiungere il rifugio da sola?» - chiese il giovane Kuroba, scrutando il volto della compagna.

«Posso provarci» - disse annuendo - «Credo di aver capito adesso, grazie Kaito»

«Nessun problema» - sorrise lui - «Allora ci vediamo più tardi!»

Kaito allora si dette un'energica spinta con le racchette e proseguì la sua discesa, verso il rifugio. Avvolto in una giacca a vento gialla, Aoko riuscì quindi sa seguirne i movimenti, fin quando il colore vivo dell'indumento, finì con il confondersi completamente con il bianco candido ed accecante della neve.

Un placido sorriso, malinconico, si formò sulle labbra della ragazza - «E' davvero bravo... Kaito» - sorrise Aoko - «Bene! Proviamoci!» - affermò la ragazza, dandosi una spinta con le racchette. La ragazza allora, cominciò a scivolare a ritmo costante, sul manto bianco. Proseguendo nella discesa, sempre più entusiasta, la giovane Nakamori, si godette la freschezza dell'aria e la bellezza del paesaggio, riuscendo finalmente a comprendere cosa ci fosse di unico e meraviglioso nello sci. Fino a quel momento, infatti le continue cadute e la sua palese inesperienza, le avevano fatto perdere la voglia di tentare. Perfino la solare Aoko, in quella situazione, non riuscì a mantenere un atteggiamento positivo, convincendosi che sarebbe stato meglio, se non fosse venuta in gita. Tuttavia, finalmente dopo diversi metri di discesa senza alcun tipo d'incidente, Aoko, realizzò di aver fatto la scelta giusta, quanto meno a provarci. Si sentì in pace, durante la discesa, mentre l'aria l'accarezzava e l'avvolgeva, dandole quasi la sensazione di essere in grado di volare. Qualcosa però, ad un certo punto, andò storto: presa dal trasporto, Aoko infatti aveva finito per sporgersi in avanti, prendendo più velocità di quanto lei volesse, a quel punto, la ragazza tentò di raddrizzare la schiena, così da non andare oltre, quell'andatura, che già le sembrava elevata. Come se non bastasse, la pista remò contro Aoko: infatti, la ragazza, non sentendosi sicura, preferiva percorrere una linea retta; decisa a frenare, per decrescere la sua velocità, la ragazza pose gli sci a formare una “V”, purtroppo, però sul suo percorso incontrò un sassolino ed urtandolo, Aoko perse la sua stabilità, cominciando a scivolare sulla neve a rotta di collo, senza riuscire nuovamente a fermarsi.

Kaito intanto, aveva raggiunto Ogura e Yamada, Quest'ultimo arrivò per primo, mentre nonostante il ritardo, lui, si piazzò al secondo posto. Ogura arrivò per ultimo a causa della botta subita contro l'albero, quindi sarebbe toccato a lui pagare pegno. Dopo aver parlato per un po, aveva finito col rimanere a sciare per conto suo, mentre gli amici avevano deciso di tornare in Hotel per prendere qualcosa da mangiare. Fu durante la discesa che effettuò per conto suo, mettendo in mostra il suo stile innato, che poté notare un particolare: una figura sciava leggiadra tra il candido manto, il suo stile era impeccabile, ed era seguita a breve distanza da un gruppetto di ragazzi, che spargevano petali rossi al suo passaggio. Si trattava senza dubbio di Akako, che stava scendendo a valle, seguita dai suoi tanti piccoli lacchè. Al ché Kaito, si fermò per dare un senso a quella scena, e quando lo fece, rise ironicamente pensando - “Ehi, piantatela di rovinare la bellezza del paesaggio, per compiacere quella Strega. Non ne vale la pena ragazzi”.

«Waaaaah!»- un urlò molto famigliare, distrasse Kaito da quello spettacolo, così triste, ai suoi occhi, spingendolo a voltarsi.

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«Huh?» - proprio poco dopo, Aoko andò a sbattergli contro, facendoli finire entrambi al suolo, l'una accanto all'altro. Kaito, dolorante, rimase seduto per un po sulla superficie soffice della neve, sbuffando - «Quando ho detto: “Ci vediamo dopo”, non intendevo invitarti a finirmi contro di nuovo!»

«Questo lo so!» - sbottò lei - «Guarda che non l'ho mica programmato, è stato un'incidente» - spiegò, lamentandosi, la ragazza.

Kaito a quel punto si alzò e ripulitosi, si voltò verso di lei che fece lo stesso, dopo pochi istanti - «Comunque cerca di stare più attenta a dove cadi» - le disse con tono calmo.

Aoko annuì, imbarazzata dalla sua goffaggine, ma non ci poteva fare granché senza continuare a provare - «O-Okay» - ottenuta la risposta, Kaito si allontanò, cercando di tornare a godersi una discesa, sperando di non ritrovarsi nuovamente, sbalzato a terra dall'amica d'infanzia.

 

 

POV Akako

«Divertiti finché puoi, Kuroba Kaito» - aveva affermato, la strega ridacchiando - «Presto ti trasformerò in uno dei miei tanti schiavi»

Akako aveva assistito allo scontro tra Kaito e Aoko da poco lontano, mentre i suoi schiavetti, cercavano di individuare l'immagine della loro amata nella neve. Lei approfittò della distrazione del suo gruppetto di fan, per tornare in Hotel a darsi una rinfrescata, avendo constatato che l'incantesimo applicato ai fiori che aveva fatto consegnare, funzionava alla perfezione, attirando tutti i ragazzi, verso l'oggetto principale dei loro desideri amorosi, in quel caso, lei medesima, questo significava che tutto ciò che le restava da fare, come da programma, era applicare su di lui, lo stricker, che aveva realizzato. Con quel tramite, lui sarebbe stato completamente sotto il suo potere e Akako avrebbe finalmente coronato il suo obbiettivo, di assoggettare anche il famoso Ladro Kid, l'unico uomo immune al suo fascino, rendendolo parte, del suo Harem personale, di devoti servi.

Certo, lui avrebbe ricevuto un trattamento speciale, rispetto a tutti quei miseri omuncoli, che le sbavavano normalmente dietro. Questo perché era la sua nemesi, sia in quanto uomo, che in quanto mago, per questo, aveva intenzione di sottometterlo, con ogni mezzo necessario.

Akako rise soddisfatta, pregustando la riuscita della sua opera, in quei momenti, se qualcuno avesse saputo ciò che le passasse per la testa, l'avrebbe sicuramente omologata, alla mitica figura, dei miti giapponesi, della donna delle nevi. Poiché proprio come lei, attendeva di attirare gli uomini nella sua trappola, ammaliandoli, per poi strappare loro il cuore dal petto.

Chissà, forse era proprio Akako Koizumi, la “Donna delle Nevi” a cui era rivolta, la leggenda in questione.

Intanto, l'ora di pranzo si avvicinava inesorabile, e la 2-B si diresse, pian piano verso l'albergo, in modo da gustare un pasto caldo, per poi tornare a divertirsi sulla neve, non appena si fosse concluso il pasto. Inoltre, gli studenti erano ansiosi, di scoprire quale fosse l'attività organizzata dallo stabile, alla quale avrebbero dovuto partecipare quella sera, di cui la signorina Konno, parve non vedere l'ora di informarli.









L'Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti voi che siete incappati in questa storia. Questa fanficition è basata principalmente sull'EP 13 di Magi Kaito 1412. Quindi sarebbe meglio che non vi avventuraste troppo nella lettura poiché varie situazioni di raccordo rimandano all'episodio in questione e non vorrei vi spoileraste tutte cose. Detto questo, questa storia è a metà tra una Missing Moment ed un versione alternativa, la vicenda infatti si svolge per lo più durante i tempi "morti" tra le scene dell'episodio, ma con l'aggiunta di situazioni completamente di mia invenzione.
Non ho molto altro da dire, poiché voglio lasciare la parola a voi lettori. Io spero semplicemente che questa piccola storia vi piaccia, e spero di non aver fatto troppi errori tra virgole e digitazione, in tal caso vi chiedo scusa e spero possiate comunque divertirvi a leggere questo mio piccolo racconto. Io vi saluto e vi rimando al prossimo capitolo.  Saluti - Irene_Violet











Riferimenti:
Testo
•EP n° 13 di Magic Kaito 1412


Immagini
•Akako, EP n° 8 di Magic Kaito 1412
•Kaito e Aoko, EP n° 13 di Magic Kaito 1412

Originali
•Lavagna con "Spigazione della battuta"

 

   
 
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