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Autore: killian44peeta    19/08/2017    0 recensioni
Sentii crescermi una strana angoscia, come se tutto fosse perduto, il cuore mi balzava in petto sempre più forte, faceva male, troppo.
Volevo rinchiudermi in me stesso, mi sentivo come se mi avessero rubato l'anima, ma ormai era tardi, ciò che era fatto era fatto, avevo scelto.
La mia destinazione era ovvia, dovevo cercare di uscirne, ma come?
Non mi ero mai accorto di come fosse brutto essere cattivo, fino a che non avevo conosciuto Fey , ora mi sembrava una continua tortura .
Un demone delle tenebre, ecco cos'era lui, cosa ero prima io e cosa sarei diventato, un demone uscito dalla felicità e dall'amore, scoprendo qualcosa di peggio: la magia nera.
''No!'' mi dissi, quasi gridando tra i pensieri'' Non posso diventare come lui, non come tempo fa, non voglio!''
-Alder- mi disse lui con voce pacata
Non risposi, rimasi a guardare terrorizzato il corpo del ragazzo sdraiato a terra.
I capelli neri, insanguinati, ricadevano sul volto scarno, il corpo era ferito in ogni punto, non era più nulla che si potesse definire come umano.
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentii crescermi una strana angoscia, come se tutto fosse perduto, il cuore mi balzava in petto sempre più forte, faceva male, troppo.

Volevo rinchiudermi in me stesso, mi sentivo come se mi avessero rubato l'anima, ma ormai era tardi, ciò che era fatto era fatto, avevo scelto.

La mia destinazione era ovvia, dovevo cercare di uscirne, ma come?

Non mi ero mai accorto di come fosse brutto essere cattivo, fino a che non avevo conosciuto Fey , ora mi sembrava una continua tortura .

Un demone delle tenebre, ecco cos'era lui, cosa ero prima io e cosa sarei diventato, un demone uscito dalla felicità e dall'amore, scoprendo qualcosa di peggio: la magia nera.

''No!'' mi dissi, quasi gridando tra i pensieri'' Non posso diventare come lui, non come tempo fa, non voglio!''

-Alder- mi disse lui con voce pacata

Non risposi, rimasi a guardare terrorizzato il corpo del ragazzo sdraiato a terra.

I capelli neri, insanguinati, ricadevano sul volto scarno, il corpo era ferito in ogni punto, non era più nulla che si potesse definire come umano.

-Figlio mio- continuò, con un tono cantilenante, mischiato a dell'inquietante.

Lo guardai, i suoi occhi assassini brillavano di furia e pazzia più di come non lo avessi mai visto.

-Devi tornare ad essere come prima, eri forte come tre leoni e intelligente come pochi, eri immortale-

Iniziò ad avvicinarsi e io ad allontanarmi istintivamente.

Come potevo accettare di diventare un mostro? Come potevo dopo tutto quello che avevo superato?

Incominciai a sentire gli occhi pizzicare, ma no, non potevo piangere, non adesso che avevo la piena intenzione di scappare di li .

Se avessi pianto... lui... chissà come mi avrebbe trattato, come un sempliciotto, forse mi avrebbe rinchiuso lì fino alla pazzia.

-No, padre!-ringhiai, portando la mia voce a sbattere come un eco lungo le pareti della stanza -Non diventerò più come te! E adesso il mio nome è Alexander-

-Alexander, eh? Bello ... peccato che cambiare un nome non basta a modificare un essenza, fino a che non tornerai come prima non ti lascerò andare-

Si girò, uscì dalla stanza e mi rinchiuse a chiave, facendola girare nella serratura per tre volte.

-Vedremo se tra un paio di giorni avrai cambiato idea- continuò, assottigliando lo sguardo rosso sangue, le pupille serpentine che si restrinsero in uno scatto che mi strappò un sussulto.

-Mai!-

-Sei sicuro di riuscire a resistere? Dopo che il tuo amico Fey Dust è andato via senza nemmeno farti visita? Dopo che Ork Menion ti ha portato qui in cambio di sua sorella? E ancora... dopo che Tempest e Torment Leviathan sono corsi via a gambe levate? Ne sei sicuro?- rise maligno, voltandosi, giocherellando con la superficie piatta della chiave con un atteggiamento che aveva dell' ipnotico.

Prima da un lato, poi dall'altro...

''Se ne sono andati tutti?'' mi chiesi, sentendo il mio sguardo venir attirato sempre di più dai riflessi della chiave, mentre uno strano sconforto prendeva possesso della mia mente, distruggendo ogni mia certezza.

I secondi passavano lenti come non mai, il mio battito cardiaco pareva essersi rallentato.

'' Se ne sono davvero...No! Non devo ascoltarlo'' distolsi immediatamente gli occhi dallo strumento, rimproverandomi mentalmente, scuotendo il capo e serrando le palpebre il più possibile.

-Ti guardavano sempre di sottecchi, non importava loro se eri sul punto di scegliere la parte del bene, a loro bastava ingannarti, non c'era motivo per cui non dovessero farlo, eri sulla scia positiva e ti hanno rigirato tra le loro mai come un giocattolo.
Cosa pensi di fare ora? Per te è meglio essere padrone del mondo intero, come volevi poco tempo fa ... oppure vuoi essere continuamente essere preso in giro e giudicato debole?-

La mia testa ripeteva frenetica quella parola: ingannato, con suono amaro e divertito, c'era qualcosa dentro di me che stava tornando a galla, anche se non sapevo definire cosa.

-Vattene!- gli gridai, buttandomi contro le sbarre in un puro istinto privo di freni -Non accetterò la tua proposta se è questo che vuoi, sei tu quello che vuole usarmi, non loro-

Rise con un che di malizioso, tornando a girarsi in mia direzione -Non c'è bisogno che ti scaldi tanto, mio piccolo Alexander... è vero, io in parte ti uso, tutti lo fanno in realtà, ma io... lo faccio per il tuo bene- si avvicinò, facendo per accarezzarmi la guancia, gesto che respinsi mollandogli uno schiaffo sulla mano e scostandomi, strappandogli una smorfia irritata.

-Non mi hanno ingannato! A Fey, Tempest e Torment l'ho chiesto io di scappare, invece a Ork ho ordinato io di portarmi qui, per affontarti-

-E che bel lavoro che stai facendo! Tra pochi giorni tornerai cattivo come un tempo e li affronterai tu! Mi congratulo con te!- tornò a sorridere con un espressione che mi diede talmente sui nervi che avrei voluto strozzarlo.

E infatti scattai contro di lui, mettendogli le mani intorno alla gola, sentendole che non raggiungevano la carne per una totale mancanza di sostanza, come se il suo corpo fosse una proiezione, cosa che a quanto pareva doveva essere.

Ringhiai istintivamente-Non osare dire cose simili, semplicemente perchè non accadrà, sai come sono fatto, i miei piani sono infallibili, posso rimanere a meditare su un fatto e catturarne tutte le possibilità di uscita, posso impiegarci giorni, senza mangiare ne' dormire, sai che lo posso fare -

-Sì, lo so... ma vedi, se tu non avessi tentato di strangolarmi qualche secondo fa... io ti crederei di più- sorrise malevolo, spostandosi, il corpo improvvisamente semitrasparente che accennava perdite di connessione elettrica, come se si stesse per staccare da esso -Forza, prova ad uccidermi, non otterrai risultati- prese a camminare lentamente e poi continuò con un ghigno divertito -L'odio ti perseguita, eh? Non ci puoi fare nulla, se vuoi tu puoi riuscire nel tuo intento, ma esso si farà ancora più forte nel tuo cuore, fino a consumarti, il male albergherà dentro di te, io ci sarò sempre e mi reincarnerò nel tuo petto, nella tua mente, nei tuoi pensieri e ucciderò chiunque, tu ucciderai chiunque- il suo tono si fece malizioso sulle ultime parole.

Ogni parola che diceva mi faceva venire voglia di prendere a calci le sbarre, anche a rischio di rompermi il piede, solo per farlo stare zitto, ma la parte più interna di me mi ordinava di iniziare a escogitare un piano e di non ascoltarlo, di pensare e fare ciò per cui ero nato, lanciandogli un'occhiataccia distorta.

E infatti mi limitai ad ascoltare la seconda idea, sedendomi, torturandomi silenziosamente le dita.

-Non ti lascerò fare quello che vuoi di me, il mio destino lo scelgo io-

-Bene... Alexander, resta qui a fare quello che vuoi, tanto lo sai che i tuoi amici non ci sono questa volta e ogni piano che tu architetterai non sarà abbastanza utile per sconfiggermi e fuggire ancora come te stesso, lo sai, lo hai capito, nevvero?-

Lo ignorai e cominciai a riflettere, il passato e il futuro si mischiavano tra loro come un drago che tentava di mordersi la coda all'infinito.

Da lì avrei cominciato a ricordare, da quando il cielo s'era oscurato e il male era iniziato a strisciare nelle viscere della terra, quel giorno che me lo ricordavo come fosse ieri.

Continuai quando avevo incontrato Fey.

Il mio vecchio piano mi comandava a portare io stesso il giovane da Dark Blade, facendo cadere i sospetti su di me, dovevamo per forza fare la strada più lunga, solo così lo avrei convinto che ero dalla sua parte.

Quando lo avevo incontrato per la prima volta ero rimasto sorpreso, non avevo mai visto un giovane dai lineamenti così dolci, per poco non l'avevo scambiato per una donna, sua sorella era praticamente uguale a lui tranne per i capelli biondi.

Avevano rapito sua madre e il mio piano funzionava... però non contavo di affezionarmi a lui durante il viaggio... poi aveva dei discorsi talmente ricamati sulla purezza del mondo e dei suoi abitanti, mi ringraziava spesso e mi sentivo in colpa, stavo portando una persona dove era meglio non andasse, a un tratto desideravo dirgli di fermarsi, ribattere alle sue proteste dicendo che io, da solo, avrei salvato sua madre, ma il laccio che Dark Blade aveva messo intorno al mio collo si stringeva, nei rimpianti, gridando nella mia testa cose che non volevo ascoltare, cose maligne che riaprivano gli occhi alla rabbia per il mondo.

Cercavo un uscita boccheggiando, un uscita per salvarlo, solo per questo, ma le catene non volevano cedere.

Non avevo mai riso in modo reale, né avevo vissuto abbastanza per sapere come liberarmi.

Se volevo, potevo sconfiggere il moto che si agitava dentro di me, ma fino agli ultimi, non ero mai stato totalmente sicuro di volerlo.

Non potevo più nascondermi, né cercare di distruggere ciò che volevo, non solo perché non avrebbe avuto senso, ma anche perché era proprio il mio desiderio a spingermi, l'affetto ricacciava la morte che era sempre albergata nel mio essere.

Dentro di me c'era ancora la bestia della decadenza, c'era sempre stata, non si era mai spostata neppure di un millimetro.

Era lei che dovevo eliminare, per me, per Fey... soprattutto per Fey, anche se non riuscivo a tradurre il motivo per cui dovevo sconfiggere il mostro principalmente per lui.

Era vero, gli volevo bene, volevo che mi vedesse per quello che ero diventato grazie a lui, solo grazie a lui, ma... perché? La motivazione non mi era assolutamente chiara e decisi perciò di tralasciarla.

Torturandomi sul pensiero di quel ragazzino, non avrei mai ottenuto risultati nello sfuggire a quella prigione.

Vidi la proiezione di Dark Blade scomparire con un rumore simile ad uno scoppio e istintivamente mi strinsi le gambe al petto con le braccia.

Osservai le mura in silenzio, trovandole fredde, compatte e prive di crepe, simili ad ammassi scolpiti ed uniformi che non rilasciavano accenni di riscaldamento.

Fremetti un poco, osservando anche le candele accese e attaccate ai vecchi candelabri, di un colore scrostato, ma poi mi riscossi.

Dovevo concentrarmi su cosa fare, solo su questo.

Tutto quello che pensavo mi faceva navigare tra cose sempre diverse, i fatti si susseguivano, spezzati però dalle caratterizzazioni dell'esterno, tra emozioni e dettagli.

Svuotai la testa, tornando al principio.

Dopo essere arrivati a Siradion, nei confini col fiume Cliffad, io e Fey avevamo incontrato Torment e Tempest, due fratelli gemelli assolutamente diversi l'uno dall'altro di carattere, con come uniche cose che li accomunavano l'aspetto e la bravura nel rubare.

Subito dopo aver fatto un altro tratto di strada, superando i boschi attorno avevamo raggiunto Valle Rossa, lì si unì a noi Ork, un' espertissimo guerriero che avevo già incontrato e male accolto nel gioco degli inganni che io stesso avevo creato.

Nelle paludi del silenzio Dark Blade aveva annunciato a noi che nel nostro gruppo c'era un traditore, come avevo richiesto facesse.

Ork aveva avuto la maggior parte delle attenzioni, tutti credevano fosse lui, tutti tranne me e ovviamente, lo stesso giovane, che, altrettanto ovviamente, sapevamo fatti nostri.

Lui sospettava di me, si era visto da come mi guardava e feci di tutto per convincerlo del contrario, attirai i mostri nel percorso e mentre Ork era in pericolo, abbattei la creatura, salvandogli la vita per un soffio.

Per aumentare ancora di più la fiducia, li feci tornare indietro, verso la città d'Erba, perchè, come il mio piano spiegava, Tempest era stato brutalmente maledetto da Dark Blade e sarebbe morto se non fossimo andati dalla saggia di quella città.

Avendolo curato al più presto avevamo ricominciato il viaggio, ma arrivati al Precipizio Buio, Dark Blade mi aveva rivelato e Fey... beh, lui... mi aveva guardato in un modo che mi aveva ucciso dall'interno più di una freccia puntata al petto.

Il figlio dell'imperatore era stato catturato e io avrei dovuto sentirmi felice, ma la verità era che avrei voluto soltanto morire.

Mi dovevo svegliare, avevo pensato, dovevo liberarlo, insieme a Fey dovevo liberare anche gli altri.

Lo avevo fatto e soprattutto ci ero riuscito, ma un particolare mi era sfuggito, cos'avrei fatto io?

Dark Blade mi aveva lasciato andare, ma la madre di Fey era ancora lì, perciò con Ork avevo organizzato una spedizione per riprenderla... quando era rimasto in silenzio, cupo, con l'espressione tetra avevo capito che doveva esserci qualcosa sotto e gli avevo ordinato di fare quello che doveva.

Ne era rimasto sorpreso, così tanto che mi aveva rivelato tutta la verità.

Mi aveva tradito, se così si poteva dire.

Ed adesso che la madre e la sorella erano in salvo, l'unico in pericolo ero io.

"Forse verranno!" pensai, subito dopo però ricacciai l'idea, non avrebbero messo la vita in pericolo per l'uomo che li aveva quasi uccisi, oppure sì, forse Fey lo avrebbe chiesto e ci sarebbe andato da solo ma... se veniva lui... che senso avevano tutti quei tentativi per allontanarlo dal tempio dell'Angelo Oscuro?

Nessuno, non avrebbe fatto una cosa simile, Ork non ci avrebbe nemmeno tentato a meno che non volesse disubbidire al mio ordine... e aveva giurato di non farlo, aveva giurato sulla vita di sua sorella, Tempest e Torment non l'avrebbero fatto perchè non erano abbastanza forti per sbaragliarli, per uccidere tutte le guardie, forse... le avrebbero distratte per un tempo abbastanza lungo per lasciare a Fey una via libera, ma poi?... Lui non conosceva la mia reale posizione e non sapeva com'era fatto il castello, ci si poteva anche perdere e a quel punto addio, avrebbero vinto loro, avrebbe vinto mio padre.

Non c'era nulla, non un uscita, non una semplice via da percorrere a meno che... non ci fosse una rivolta nel castello .

Ecco cosa potevo fare.

Il nuovo piano iniziava a comporsi nella mia mente, come un gigantesco mosaico i cui centinaia di pezzi si attaccavano tra loro con forza, come una strada con troppi chilometri da percorrere, come farfalle attirate dalla luce che andavano a posarsi tutte attorno, una affianco all'altra.

E le vedevo, le falene dorate che sbattevano le ali, viaggiando nell'aria con maestosa grazia.

Le vedevo discendere nel silenzio più totale e posarsi tutte insieme in un gioco di colori.

Ora sapevo come svolgere il mio lavoro.

Doveva essere passato parecchio tempo da quando avevo iniziato a meditare, infatti, a confermare tale punto, una guardia si avvicinò alle sbarre con del cibo e dell'acqua, superando la porta principale.

Non volli mettere in bocca nulla, mio padre sapeva che probabilmente avevo già risolto il problema ed era scontato che ci mettesse un sonnifero, ma avevo un modo per fare pensare che la prigione mi avesse bloccato le idee.

-Sai...- iniziai a dire con la guardia-Mi chiedo come mai Dark Blade non decida di eleggerti come capo dell'esercito, saresti molto bravo, sfameresti i soldati e probabilmente avresti tutte le attenzioni che il tuo cuore brama tanto, non è vero? Ti senti sconsolato perchè non gradito dagli altri...-

Finsi di bere dell'acqua, portandomi il bicchiere alle labbra, inghiottendo saliva al posto della sostanza.

Rimase in silenzio, poi mi guardò storto.

-È impossibile che non abbia notato le tue capacità, basta osservare il tuo sguardo per capirlo, nel tuo essere c'è il coraggio, l'affidabilità e molte qualità che possono essere ben apprezzate, forse Dark Blade teme che tu possa superarlo e prendere il potere che lui ha faticosamente ottenuto...-

-Il padrone mi ha detto di ignorare tutto quello che lei, signore, mi dice-rispose impassibile, poi si alzò e si allontanò appena

-Ohoh...mio padre ha veramente paura... penso che ne abbia talmente tanta che... se continui a diventare così imponente, potrebbe anche tentare di eliminarti se il lavoro finirà... - sussurrai in un filo di voce

Ancora niente, nessun risultato.

-Beh, mi dispiace, sarai il suo primo avversario una volta dopo aver vinto-

Questa frase parve scuoterlo abbastanza, infatti s'avvicinò appena alle sbarre, mostrandomi il suo volto in maniera più chiara.

Aveva occhi grigi, pelle abbronzata e capelli scuri, corti, una zazzera disordinata e un po' disparata, con una cicatrice sul labbro inferiore -Cosa intendi?-

-Oh, niente di che, solo un idea, quando avrete catturato il figlio dell'imperatore... lui non avrà altri lavori da farvi compiere e il potere che terrà tra le sue mani sarà immenso, perciò... per non perdere questo privilegio, eliminerà tutti i soldati che gli sembreranno troppo forti ed intelligenti per lui, sai, funziona così ormai per quelli che vogliono mantenere l'apice del potere-

Scosse il capo -Non ti ascolto-

-Fa pure come ti pare, io di certo non verrò ucciso amico... sono io la preda per lo spirito di mio padre, tu invece non sei altro che uno schiavetto insicuro e fin troppo fedele nelle sue mani, saprai se ho ragione solo se ti negherà la nomina, oppure ignorami e basta, la tua vita non mi interessa...- feci una pausa poi aggiunsi –Ma... già, è vero, forse mi sono sbagliato, forse non sei abbastanza bravo e scaltro per capire quando afferrare le occasioni ... ma solo perché mi rendo conto che forse hai paura del potere... è troppo difficile per te provare a conquistarlo, preferisci avere un capo, non esserlo-

Feci finta di essere seccato –Talento sprecato- borbottai e mi sdraiai, fingendomi assonnato, appoggiando il bicchiere, vedendo il suo sguardo accendersi di una luce a me non estranea.

''Bingo''

Rimuginò un attimo su quello che avevo detto, cercando qualcosa che lo facesse uscire da quello strano duello a frasi trasparenti che si accavallavano l'una sull'altra, ma nel mio discorso non c'erano pressioni, nè un indizio che aiutasse quella povera mente confusa ad aggrapparsi a qualche briciolo di ragione, non riusciva a pensare e a capire, ma il mio tranello era solo iniziato.

Si mise seduto davanti alla cella, turbato, pensando, ragionando.

Sapevo cosa accadeva nella sua mente, lo sapevo alla perfezione, aveva la tentazione, la curiosità, la confusione, la brama...

''Uno, due, tre, quattro...''

Rimasi sdraiato ad ascoltare il silenzio e a contare i secondi.

''..Cinque, sei, sette, otto, nove e... dieci''

L'uomo si alzò di scatto, dirigendosi su per le scale, verso le stanze di Dark Blade.

''E ora, via alle danze'' dissi in un mezzo sorriso..

Passarono pochi minuti, un tempo che passai a fingere di sonnecchiare, prima di vedere l'uomo che veniva cacciato dalle stanze con furia.

Sembrava arrabbiato e si diresse a grandi passi verso la porta principale.

Ci volle poco tempo prima che lo sentissi discutere furiosamente con i compagni, ci volle poco prima che il vociferare mi strappasse un sogghigno e decidessi di vuotare il bicchiere a terra.

La fuga era solo iniziata.
 

  
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