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Autore: Sheron    19/08/2017    0 recensioni
|KingJ: e tu un Ikigai ce l'hai?
|Io: un ikiche?
|KingJ: un ikigai. È giapponese, e sarebbe "una ragione per svegliarsi al mattino", “qualcosa per cui vivere” o “una ragione per esistere”.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardavo spazientita il mio pc alla disperata ricerca di idee. Muovevo ansiosamente la gamba e sbuffai chiudendo in fine il computer. Lo riposi velocemente nella sua borsa che presi subito dopo essermi cambiata per uscire di casa. Andai in un Internet cafè sperando di trovare ispirazione, ma anche lì fissavo lo schermo rimasto bianco senza che schiacciassi un tasto. Chiusi ormai stanca quella cartella e mi affrettavo a spegnere ormai rassegnata anche il pc, quando la casella dei messaggi si illuminò. |KingJ: e tu un Ikigai ce l'hai? |Io: un ikiche? |KingJ: un ikigai. È giapponese, e sarebbe "una ragione per svegliarsi al mattino", “qualcosa per cui vivere” o “una ragione per esistere”. |Io: allora penso proprio di no. |KingJ: io invece sì. Sei tu. |Io: ma chi sei? Neanche ci conosciamo.. |KingJ: un ammiratore segreto. E non per sembrare ambiguo, ma ti conosco meglio di quanto pensi. |Io: okay, questo è inquietante. |KingJ: scusami, ripeto che non voglio sembrare ambiguo. |Io: allora dimmi chi sei. |KingJ: non posso. |Io: perché? |KingJ: colpa dei pregiudizi. Se ti dicessi chi sono chiuderesti subito questa chat. |KingJ: e comunque penso che tu saresti perfetta per me. |Io: ciò che è perfetto per qualcuno non è detto che sia perfetto per un altro, io potrei essere perfetta per te ma magari tu non lo saresti per me. |KingJ: io invece penso che andremmo molto d'accordo. |Io: dimmi chi sei. |KingJ: dai tempo al tempo. |Io: non sono una persona paziente. |KingJ: si, ho notato.| Spensi il computer non sapendo cosa rispondere, quella situazione mi rendeva perplessa. Tornai a casa pensando a quella strana conversazione. Il giorno dopo tornai allo stesso Internet cafè sperando in un po' di ispirazione almeno per quel giorno. *nuovo messaggio* |KingJ: so qual è il tuo fiore preferito, che nel caffè metti 3 bustine di zucchero perché odi quello amaro, che ami leggere, che quando qualcosa non ti convince arricci velocemente il naso e che quando sei in ansia ti fai le pellicine. |Io: dici che non vuoi sembrare ambiguo ma in questo momento mi stai dando solo quest'impressione. |KingJ: non era mia intenzione, sono solo un bravo osservatore. |Io: un modo più carino per dire che sei inquientante. |KingJ: si forse un po'. |Io: ho capito che non vuoi dirmi chi sei, ma ci conosciamo? Ci siamo già visti? Abbiamo mai parlato? |KingJ: sarebbe esagerato dire che ci conosciamo. Sì ci siamo visti, ci vediamo quasi tutti i giorni, ma tu non fai mai caso a me. E abbiamo parlato solo un paio di volte.| Alzai gli occhi dallo schermo, portando lo sguardo intorno a me cercando il misterioso ragazzo. Che fosse il cameriere dietro il bancone? Impossibile, era sempre troppo impegnato per poter scrivere. |Io: non vuoi proprio dirmi chi sei, eh? |KingJ: tutto a tempo debito. Io mi chiedo come mai tu non ti sia ancora spaventata o cose del genere. |Io: mi incuriosisci, e non capita tutti i giorni di avere un ammiratore segreto. |KingJ: questa cosa mi stupisce, sei così bella che pensavo che i ragazzi facessero a botte per uscire con te. |Io: no, non è così. E ti ringrazio ma preferirei essere apprezzata per altro. Non sono un'amante dell'apparenza. |KingJ: purtroppo per ora mi baso su ciò che vedo. Guardarti fare anche le cose più inutili mi trasmette un senso di shibui. |Io: ovvero? |KingJ: anche questo è giapponese, letteralmente significa allappante, cioè “che lega la lingua e il palato”, in realtà rimanda a un'idea di suprema bellezza ideale. |Io: tutto questo tuo sapere termini giapponesi mi fa pensare che tu lo sia, o sbaglio? |KingJ: sì. |Io: cosa? Lo sei? |KingJ: no, ti sbagli. In realtà sono cinese. |Io: ah |KingJ: ecco. Ora partono i soliti commenti con pregiudizi. |Io: no in realtà no. Solo non me lo aspettavo. Avevo dato per scontato che fosse qualcuno di occidentale. |KingJ: davvero? |Io: sì, ed il fatto che tu pensi che io possa avere pregiudizi su di te non fa altro che farti avere pregiudizi nei miei confronti. Pensi di conoscermi, ma non lo fai affatto.| Non ricevetti risposta a quel mio messaggio. Andai per giorni ogni pomeriggio in quel bar, guardandomi intorno cercando degli occhi a mandorla o aspettando un suo messaggio che non arrivava, ma in compenso riuscì a buttare giù qualche parola sul mio racconto. Ero indaffarata a scrivere grazie all'improvvisa ispirazione divina che si era decisa ad arrivare e mille idee mi passavano per la testa volendo uscire fuori. Le mie dita digitavano velocemente sulla tastiera del pc e feci giusto in tempo a toglierle quando un'altra mano abbassò lo schermo del mio computer fino a chiuderlo del tutto. Alzai lo sguardo già pronta ad una sfuriata. Invece non dissi una parola. Un ragazzo a testa china di fronte a me tendeva un braccio verso di me con in mano una rosa. La afferrai riluttante e notai un bigliettino appeso allo stelo. Lo lessi. |Da: Jackson, il tuo ammiratore. |A: Il mio ikigai. Ti andrebbe un caffè con tre bustine di zucchero e senza pregiudizi?|
   
 
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