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Autore: Aresshya    20/08/2017    2 recensioni
Sono passati pochi mesi dalla battaglia finale tra Ideali e Verità. Touko si è lasciata alle spalle tutta la sua avventura e i suoi sentimenti, è entrata a far parte della Polizia Internazionale ed ha un obiettivo: salvaguardare l'incolumità di Pokémon e cittadini. Ma non tutto va per il verso giusto e si troverà a fronteggiare il terribile ritorno di una vecchia minaccia.
Nota: Progetto definitivamente abbandonato.
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sorpresa, Touko, Touya
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza | Contesto: Videogioco
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Nota: alcune meccaniche di gioco sono state ignorate per rendere la narrazione più fluida.
 

 
Tra svolte e ritorni indesiderati

Capitolo 1: Un incarico noioso



 

 

Un fiero Swanna solcava il cielo notturno di Unova.
L'Allenatrice alzò gli occhi turchesi dal suo candido Pokémon e si guardò intorno: il cielo notturno era sereno, colorato di un nero profondo e avvolgente, illuminato dalla luce argentea della luna e adornato da piccole stelle che somigliavano a dei preziosi diamanti.
Ai suoi piedi c'erano i fitti, cupi e tetri alberi del Bosco Girandola, i cui rami parevano, persino dall'alto, mani scheletriche che si intrecciavano tra loro. I numerosi fiori variopinti che li caratterizzavano di giorno sembravano delle macchie fosche o argentee.
A quell'oscuro paesaggio susseguirono, dopo pochi istanti, le luci colorate delle attrazioni principali e della Palestra di Sciroccopoli. Non riusciva, però, a percepire i suoni caratteristici del giorno, come gli schiamazzi dei bambini e dei vari Allenatori che frequentavano quelle enormi vie: la movimentata metropoli era finalmente caduta in un sonno temporaneo che trasmetteva una pace rassicurante.
Poco lontano dallo Stadio Stellare, poté scorgere l'ingresso del Percorso 5: era quello il suo obiettivo.
All’improvviso, qualcosa cambiò repentinamente nel cielo: nuvole tetre avevano invaso l’ambiente e generarono un'insistente pioggia accompagnata da violenti tuoni e fulmini.
Questa è la volta buona, me lo sento.
Touko si guardò intorno attentamente: secondo il suo Pokédex sarebbe dovuta essere vicina a quel Pokémon.
Looker, come prima missione da poliziotta ufficiale, le aveva chiesto di calmare Thundurus, il Pokémon Fulminante, responsabile della distruzione di numerosi raccolti nella regione di Unova. Aveva già provato ad acchiapparlo due volte, ma era sempre riuscito a sfuggirle.
Portò istintivamente la mano alla piccola tasca della borsa e afferrò una Chic Ball e una Poké Ball. «Swanna, rie-».
Non ebbe il tempo di far rientrare il suo compagno nella sfera rossa e bianca che un violento fulmine si abbatté dinanzi a loro e colpì un’ala del Pokémon Biancuccello, facendolo precipitare a terra.
Touko fu scaraventata sull’erba con violenza: il suo ginocchio destro e il suo braccio sinistro si erano sbucciati e il cruore aveva cominciato ad sgorgare copiosamente dalle ferite.
I suoi vestiti erano completamente bagnati, ricoperti di fango e liquido rosso. L’odore acre del sangue misto a quello dolce dei fiori di pesca e quello salato del mare poco distante permeava nell’aria e le faceva girare la testa. La sua vista era completamente offuscata e si sentì quasi sull’orlo di svenire a causa del dolore pungente che le aveva invaso quasi tutto il corpo.
Riprenditi, Touko, avanti!
Dopo un breve attimo di esitazione, riuscì ad alzare, tremante, il braccio destro, richiamò nella sfera il suo Swanna allo stremo delle forze e, cercando di muoversi il più in fretta possibile, si fasciò le lesioni con delle garzette che portava sempre nella sua borsa, tamponando la fuoriuscita del sangue: non era la prima volta, infatti, che le capitava di farsi male durante il suo viaggio.
Si rialzò, con una sfera nera stretta nella mano. Touko non era la tipa che si dava per vinta facilmente: al contrario, anche con tutte le ossa del corpo rotte avrebbe dato del suo meglio per completare la propria missione.
«Reshiram!», gridò, lanciando la Chic Ball nel cielo. «Trova Thundurus!».
Il maestoso Drago Bianco della Verità si materializzò poco sopra i fitti alberi che torreggiavano sulla minuta Allenatrice, emettendo un verso che riecheggiò per tutta la zona circostante.
Thundurus apparve davanti a Touko con le braccia conserte e, poco dopo, incominciò a preparare un attacco di tipo elettro: nemmeno quel Pokémon era il tipo da farsi intimorire, difatti era rimasto impassibile persino dinanzi a Reshiram.
«Usa Incrofiamma!», urlò lei tempestivamente, con tutto il fiato che aveva in gola.
Prontamente il suo Pokémon spalancò la bocca e generò un’enorme sfera di fuoco che scagliò contro il nemico. Quest’ultimo, allo stesso tempo, scaraventò un altro, ma più potente, Tuono contro l’Allenatrice.
I due attacchi si neutralizzarono quando vennero a contatto tra loro, provocando un’enorme ondata di luce: un assordante fragore inondò le orecchie della giovane e sul campo di battaglia si alzò un gran polverone. Touko tossì per cacciare via quei minuscoli e fastidiosi granelli di polvere che le erano entrati nei polmoni e, impaziente, tamburellava con i polpastrelli una Ultra Ball, rimanendo in allerta.
Dove diamine…?
Dietro di lei sentì un frastuono di elettricità. La figura del Thundurus che stava per colpirla con un altro attacco si fece limpida e chiara in un istante: l’impatto sarebbe stato inevitabile.
Touko deglutì e tentò di allontanarsi più che poteva per schivare l’attacco, trascinandosi con la gamba sinistra. La giovane, però, si sbilanciò a causa del fango creatosi per la pioggia e cadde a terra, atterrando proprio con il braccio ferito. Emise un gemito e strizzò gli occhi per il terribile dolore.
Thundurus fece per rilasciare una scarica elettrica quando un potente Dragospiro si abbatté in pieno sul Pokémon Fulminante, scaraventandolo a terra, allo stremo delle forze.
La giovane Allenatrice alzò gli occhi al cielo e rivide il suo Reshiram: gli rivolse un sorriso, grata per averla salvata.
Quello, per tutta risposta, la osservò con fare interrogativo, come se in realtà non avesse eseguito lui l'attacco, e le indicò con il candido muso un punto nel cielo.
Touko sgranò gli occhi, incredula: dietro l’enorme drago bianco poté, infatti, scorgere la sagoma di quello che sembrava essere il drago leggendario degli Ideali di Unova allontanarsi nel cielo notturno.
Zekrom.
L’Allenatrice non staccò gli occhi dal cielo, che nel frattempo si stava rasserenando. Strinse pugni e denti: lui non poteva andarsene e poi comparire dal nulla, aiutarla e scomparire di nuovo. Lo odiava, non lo sopportava, preferiva rimanesse fuori dalla sua vita per sempre, piuttosto che essere assistita così.
Touko ritornò a concentrarsi sul suo obiettivo: Thundurus era a terra, stremato e avrebbe dovuto approfittare della situazione prima di farselo sfuggire di nuovo: lanciò una Ultra Ball su Thundurus e la riprese quando questa terminò di oscillare.
Aveva finalmente portato a termine il suo primo incarico ufficiale.

* * *

L'Interpoké incominciò a squillare, segnalando una chiamata in arrivo.
Touko spalancò gli occhi e si ritrovò nel letto del Centro Pokémon di Sciroccopoli: la testa sembrava quasi scoppiarle a causa dell'emicrania dovuta alle poche ore di sonno e alla grande perdita di sangue. La sua vista era ancora offuscata e i dettagli della stanza in cui si trovava erano indistinti. Si strofinò gli occhi e afferrò in fretta l'Interpoké.
«Looker!», esclamò, rizzandosi in piedi e cercando di sistemarsi i capelli bruni completamente scompigliati per darsi un’aria più decorosa. «Mi dica!».
«Sei riuscita a calmare Thudurus?».
«Sì, signore.», rispose prontamente l’Allenatrice, prendendo tra le mani la Ultra Ball con la quale aveva catturato il Pokémon e sfoggiandola con fierezza al suo interlocutore. «Giusto ieri notte, ora mi trovo al Centro Pokémon di Sciroccopoli».
«Fantastico, ottimo lavoro. Ascolta, sarò lì entro una mezz’ora, devo parlarti!».
«Certamente, a dopo!».
Touko chiuse l'Interpoké e si buttò di nuovo sul letto, esausta. Si chiedeva di cosa volesse parlarle Looker: probabilmente voleva affibbiarle un’altra missione di prevenzione per la regione.
Erano ormai passate due settimane da quando aveva deciso di accettare la proposta di diventare poliziotta. L’ufficiale le aveva offerto tale incarico subito dopo aver arrestato i Sei Saggi, anche se le sarebbe piaciuto partire per un’altra regione in cerca di nuove avventure e nuovi Pokémon. Nonostante ciò, accettò comunque di buon grado, poiché, dopo l’esperienza con il Team Plasma, si era ripromessa di fare di tutto per garantire la pace nella regione di Unova e di aiutare chiunque fosse in difficoltà.
La sua mente, però, non poteva non immaginare un nuovo viaggio: la sua meta prediletta era Kanto, la storia e la morfologia di quella regione la affascinavano ed era interessata a quel luogo soprattutto per la presenza dei suoi mentori, Red e Green. Neppure Sinnoh ed Hoenn le dispiacevano, le mitologie di quelle regioni erano così affascinanti, intriganti e misteriose, così come i Pokémon lì presenti e le graziose città di cui aveva sentito parlare dal padre da bambina, il quale aveva visitato ogni singola regione da giovane.
Si alzò lentamente e sentì bruciare la ferita procuratasi al ginocchio. Si diresse in fretta verso il bagno e afferrò la sua borsa, tirandone fuori dei vestiti puliti: indossò una canotta bianca, un paio di pantaloncini corti di jeans e gli scarponcini neri che portava dalla notte precedente e medicò le sue ferite.
Scese le scale del Centro Pokémon, abituandosi al bruciore della sbucciatura sul ginocchio e si diresse verso uno dei tavolini in vetro posto vicino all’ingresso della struttura.
«Buongiorno!», esclamò l’infermiera con la sua solita aria gentile. «Ti senti meglio?».
Touko abbozzò un sorriso e si sedette sulla poltroncina di colore indaco. «Sto meglio, grazie!».
«Ottimo! Vedrai che con un po’ di riposo ti sentirai di nuovo nel pieno delle forze! Ti porto un tè speciale per aiutarti a riprenderti prima».
«Grazie»
La ragazza aveva lo sguardo perso nel vuoto e tamburellava le dita sulla superficie del tavolino: i minuti passati ad attendere il suo superiore sembravano interminabili. I suoi pensieri vagarono al punto da ricordarsi della sagoma di Zekrom che aveva intravisto la sera prima. Non poteva credere di averla vista davvero, doveva essere per forza una sorta di allucinazione dovuta alla perdita di sangue e allo stato confusionale in cui si trovava. Eppure, una strana sensazione le diceva che non se l’era immaginato, era davvero…
«Scusami per il ritardo».
L’ex Campionessa sussultò nel sentire quelle parole e si alzò di scatto nella direzione dalla quale proveniva la voce: l’uomo dal lungo cappotto marrone si tuffò sulla poltroncina gialla posta dinanzi.
«Che cosa è successo?», chiese lei, cercando di ricomporsi e di scacciare dalla mente quel dannato pensiero.
Looker aveva gli angoli della bocca rivolti verso il basso e la solita espressione accigliata.
«La scorsa notte, mentre eri intenta a calmare Thundurus, a Libecciopoli sono stati rubati i tipici cristalli della palestra di Rafan. Pare non ci siano stati danni e questo è un bene. Purtroppo non abbiamo ancora alcun indizio utile sugli artefici di tale furto, si sono dileguati in fretta. Rafan ha detto che erano in quattro, vestiti di nero… Non ho altri dettagli.».
Sul volto della giovane si disegnò un’espressione un po’ delusa. «Secondo lei sono solo dei ladruncoli, quindi?».
«Direi di sì», asserì l’uomo, annuendo con la mano sotto il mento, pensieroso. Balzò in piedi e rivolse uno sguardo alla ragazza e solo in quel momento notò le bende colorate di un leggero rossastro. «Touko, che cosa è successo?!»
«Oh, sono solo dei graffi, davvero», affermò lei, mentre portava le mani sulla borsa e prendeva in fretta una Ultra Ball, cercando di spostare l’attenzione sull’incarico che aveva completato. «Ecco qui Thundurus, come mi aveva chiesto!»
Looker sorrise appena. «Ottimo lavoro, Touko, grazie», prese la sfera, riponendola in una delle tasche del cappotto. «Ascolta, se hai bisogno di riposare, non preoccuparti: sei una delle migliori Allenatrici che abbia mai incontrato, meriti di recuperare le forze. Io andrò a dare un’occhiata a Libecciopoli.».
«Verrò anche io».
«No, è fuori discussione! La Polizia Internazionale ha bisogno di agenti nel pieno delle forze» la ammonì l’uomo, con tono fermo. La ragazza non ebbe nemmeno il tempo di ribattere che Looker aveva farfugliato un veloce saluto e si era congedato quasi all’istante, con la sua solita aria misteriosa.
L’infermiera, nel frattempo, si avvicinò a Touko con una tazza di tè fumante tra le mani. «Ecco a te. Questo è un tè Roserade, direttamente dalla regione di Alola: recupererai le forze in men che non si dica. Inoltre, ecco qui la Poké Ball del tuo Swanna, ora è di nuovo al massimo della forma. Buona giornata!». La donna esibì un inchino e tornò al suo lavoro.
Touko sorseggiò il tè velocemente, noncurante del fatto che fosse bollente: doveva assolutamente raggiungere Libecciopoli e raccogliere informazioni, non poteva perdere altro tempo.
Era testarda, non riusciva proprio a rimanere con le mani in mano: era convinta che quel furto fosse un evento di poco conto, che avrebbe acciuffato quei criminali con il minimo sforzo. Dopotutto, aveva già sgominato un’intera organizzazione malvagia.
«Swanna, mi dispiace doverti già richiamare così in fretta ma ho bisogno che mi porti sino a Libecciopoli».
Il Pokémon Biancuccello emise un verso sprizzante di energia per acconsentire alla richiesta dell’Allenatrice.



 
 









 
 



 
N/A:
Ed eccomi qui, ancora in questa sezione dopo anni!
Sarà la terza volta che ripubblico questa storia, ma solo perché la prima stesura non mi piaceva e la seconda era da migliorare e l’avevo pubblicata perché volevo tornare attiva su EFP, ovviamente senza risultati poiché non l’ho più continuata… MAAAA ora sono più carica di prima e mi sono portata avanti scrivendo una scaletta di gran parte dei capitoli! Ringrazio tutti coloro che lessero la prima stesura e l’avevano inserita tra le preferite/ricordate/seguite, non so se ci siete ancora, ma in caso siate qui spero vi faccia piacere rileggere questa storia in chiave (quasi completamente) diversa! Ringrazio soprattutto chi aveva recensito la seconda stesura, ho cercato di seguire il più possibile i consigli.
Spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosito, perché la trama che ho in mente sarà piena di colpi di scena, a partire da questa “vecchia minaccia” citata nell'introduzione. E spero anche che questa storia riesca a strapparvi un sorriso e che la seguiate con piacere, poiché ci tengo davvero molto! 
Al prossimo capitolo!
Aresshya
Pies: No, non ho sbagliato scrivendo "Red e Green", poiché per i protagonisti dei vari giochi userò i nomi in Giapponese. Il nome Blue è prettamente delle versioni Occidentali dei giochi. Per altri personaggi utilizzerò nomi inglesi o italiani, a seconda di come sono abituata a chiamarli.



Aggiornamento: Purtroppo ho deciso di abbandonare definitivamente il progetto; ho altri capitoli completi che andrebbero solo revisionati, ma non so se li pubblicherò mai.
   
 
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