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Autore: MadLucy    20/08/2017    0 recensioni
[Dream Daddy]
{Cahn sisters + Christiansen siblings | missing moments | fluff + creepy | quando Craig lascia le sue figlie insieme ai figli di Joseph senza prevedere le inevitabili conseguenze | Hazel & Briar Cahn, River Cahn, Christian & Christie Christiansen, Crish Christiansen}
Hazel aveva esordito: «Non c'è bisogno di iniziare una guerra per stabilire quali sono i gemelli migliori.»
Incoraggiata dall'intervento che aveva rotto il ghiaccio, Briar sottolineò:
«Perchè ce ne sono solo due qui che possono fingere di essere l'altro.»
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Craig se ne era appena andato, per far vedere a Joseph i resti di un suo vecchio attrezzo per il kitesurfing e capire se ci si poteva fare qualcosa, con una minaccia implicita nel dito che andava su e giù, due minuti di orologio -nemmeno il tempo di far calare un silenzio ostile e imbarazzato da bambini-costretti-dall'aspettativa-dei-genitori-a-giocare-insieme, quando Hazel aveva esordito:
«Non c'è bisogno di iniziare una guerra per stabilire quali sono i gemelli migliori.» Incoraggiata dall'intervento che aveva rotto il ghiaccio, Briar sottolineò:
«Perchè ce ne sono solo due qui che possono fingere di essere l'altro.»
«E, di tanto in tanto,» rincarò Hazel, inarcando le sopracciglia sopra gli occhi furbi e affusolati,
«Ci finiamo pure le frasi a vicenda» completò Briar, compiaciuta e lapidaria, con tono di definitivo trionfo.
«Quando ci va» puntualizzò Hazel, a cui piaceva avere l'ultima parola.
I gemelli Christiansen continuarono a fissarle, torpidi e serafici, come cherubini satolli di pappa di cereali -era quello il colore dei loro capelli e della loro pelle, varie, tenui gradazioni di sabbia, un gialliccio, bianchiccio e molliccio (sì, l'ultimo non era un colore, ma era la sensazione che Briar percepiva nel fissarli, quella che avrebbe percepito bevendo una ciotola di zuppa di avena, sciapa e viscida). Anche nel salotto di casa loro stavano in piedi, rigidi e impalati, come elementi estranei.
«Ma noi facciamo paura» ribattè Christian, come se stesse ribadendo un'ovvietà, senza sollevare le palpebre flaccide a mezz'asta.
«Beh, a me no» sbuffò Hazel, con sufficienza. Lei aveva tirato fuori un ragno da un buco nel muro a mani nude, una volta. Non si faceva impressionare facilmente.
«Ciap» sottolineò River, veemente, a spada tratta per difendere le sorelle -o che forse dimostrava di non aver scordato la faccenda di Arnold il capibara. Era accoccolata comodamente sul divano dei Christiansen, e quando Crish, il figlio minore, un rubicondo bimbo angelico che trotterellava in giro per la casa con il suo girello, vi si fermò davanti e provò ad afferrarle un piedino, vivacemente, lei arricciò il visetto e lo ritrasse sdegnosa.
«Non è abituata ad avere qualcuno quasi della sua età nei dintorni, pensa che le rubi l'attenzione altrui» osservò Briar, assistendo alla manifestazione della faida familiare anche tra i più piccoli.
«Facciamo i malefici alle persone» spiegò Christie, vacua e leggermente annoiata. Persino il fiocco del vestito alla sua vita era floscio, come i capelli biondicci di avena.
«Malefici? mai sentita una scemenza del genere» liquidò Hazel, ma ora aveva la fronte corrugata ed era molto simile a River.
«La superstizione non ci spaventa» tradusse Briar, forte della scienza scolastica dalla sua.
«Allora forse vi spaventerà quello che facciamo dopo, alla gente» propose Christian, apatico.
«E cosa fareste, sentiamo!» lo istigò Hazel, il cui frontino del cappello al contrario stava ad indicare espressamente che aveva atterrato bambini molto più robusti in vita sua.
«Di più spaventoso di saper maneggiare una mazza da baseball» aggiunse inaspettatamente Briar, di sua iniziativa -la gemella le lanciò una rapida occhiata di stupita approvazione per i suoi progressi nel lato oscuro.
«Ciuuuuf» ringhiò River, ma forse si stava rivolgendo a Crish, che batteva sul divano manine appiccicose di pennarelli per chiamarla a giocare.
«Non può essere detto ad alta voce, dovete avvicinarvi per sentirlo» rispose Christie, e finalmente qualcosa di simile al divertimento pareva balenare nei loro scialbi, tediati occhi grigi.
Briar e Hazel si consultarono con uno sguardo apprensivo, temendo uno scherzo.
«Non avrete mica paura?» armonizzarono in coro Christian e Christie, freddi ma esultanti per essere riusciti, pure in sordina e con gran modestia, ad eguagliare i loro trucchi da gemelle.
«No!» sbottò Hazel, avvampando.
«Giammai» concordò Briar, ma soltanto per orgoglio, perchè in realtà un pochino ne aveva.
Così fecero un passo avanti, e poi un altro. E un altro ancora. A quel punto, i due gemelli sussurrarono all'unisono alle loro orecchie; Christian all'orecchio di Hazel, Christie all'orecchio di Briar.
Le gemelle Cahn arretrarono in sincrono, ma non se ne accorsero neppure. Il loro silenzio inebetito e i loro volti attoniti erano così eloquenti che persino Crish interruppe i suoi allegri tentativi di stringere amicizia con River impressionandola con acrobazie per liberarsi del girello. Hazel camminò all'indietro fino al divano e, lentamente, prese in braccio la sorellina, anche se di solito quando le veniva chiesto espressamente di farlo si lamentava che pesava e le faceva troppo caldo addosso. Briar le accarezzò protettiva i morbidi riccioli castani, come se fosse reduce da un'esperienza traumatica e terrificante, anche se erano loro ed esserlo.
Al suo ritorno, Craig non credeva ai suoi occhi di fronte a quella scena di adorabile amore fraterno.
«Devo lasciarvi dai Christiansen più spesso, l'atmosfera religiosa di questa casa vi fa ravvedere rise.
«No» si precipitò a esclamare Briar appassionatamente.
«No, grazie» confermò Hazel, più cauta e controllata, per dare meno soddisfazione agli aguzzini biondi in ascolto.
Allontanandosi dal cortile, Hazel ci tenne a rassicurare la gemella: «Tanto non è vero! Non è possibile.»
«Chissene importa se non è vero, questi sono tutti matti» rabbrividì Briar. «Chi si inventerebbe una cosa de genere? solo un matto.»
«Dupà» sospirò River, ballonzolando dall'alto del suo marsupio, soddisfatta di aver tenuto testa al nemico e aver fatto la sua parte, ma un po' stancata da tutte queste peripezie, e pronta ad addormentarsi contro il petto di Craig.


























Note dell'Autrice: Non saprei come categorizzare questa cosa ma prendiamola com'è venuta (tipo, tutti i miei bambini preferiti di Dream Daddy insieme).
River/Crish mi fa impazzire anche se è fatta della stessa materia di cui sono fatti gli headcanon.
Se vi state chiedendo cosa abbiano detto i gemelli, date un'occhiata al cult ending rimosso dal gioco di Joseph, l'hanno messo su youtube (cannibalismo).
Eterno amore per tutti loro.
Grazie per aver letto!
Lucy

 
  
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