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Autore: Sputnik from outer space    20/08/2017    0 recensioni
La vacanza di Richard si tramuta in un inferno quando la nave sulla quale stava viaggiando con la sua ragazza Laurie e il suo migliore amico Alex esplode violentemente. Prima dispersi e poi salvati da una carovana di beduini i due sopravvissuti, Richard e Alex, scopriranno di essere menzionati in una leggendaria profezia, che segnerà il destino del mondo intero.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MAI01 - Non è meraviglioso?
- Sì, è davvero bellissimo.
- Non ho mai visto il mare così piatto e cristallino.
- È la magia dei Faraibi.
- Una crociera lussuosa nelle più belle isole tropicali al mondo... Richard, cosa ti è successo?
- Nulla, nulla... Sono solo molto felice- disse Richard, nascondendo un po’ meglio la scatola con l’anello dietro di sé.
- Allora, quand’è che arriveremo in porto?
- Sei davvero così impaziente?
- Oh, sì. Voglio portarti in una zona delle più romantiche di sempre.
- Sei veramente un amore- rispose con tenerezza Laurie.
Ciò che la coppia non poteva minimamente sospettare, era un'inquietante presenza alle loro spalle. Un'insolita figura dall'aspetto sporco e malandato, strascicava i piedi in loro direzione, con un'andatura stanca e instabile. Attrasse gli sguardi di tutti i passeggeri sul ponte quando, senza alcun preavviso, urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, spaventando a morte Richard e Laurie.
- Oh, Notch! UNO ZOMBIE!
Che fosse umanoide non c'era alcun dubbio, ma la carne putrefatta, il puzzo di morte, il rivoletto di sangue che colava giù dalla sua bocca straziata gli dava un'aria che non poteva certamente appartenere a questo mondo. La sua avanzata sembrava interminabile: aveva preso di mira proprio loro due?
La vita di Richard passò come un lampo davanti ai suoi occhi.
Non poteva finire in quel modo.
No, non in quel giorno così felice.
- Hahahahah!!! Ci siete cascati con tutti i piedi! Non posso crederci, come si può essere così ingenui?- esclamò lo zombie.
- ALEX! Razza di lurido imbecille!- rispose Richard, su tutte le furie.
- Lo so, lo so. Avete idea di quanta risciacquatura di piatti mi sono dovuto gettare addosso per puzzare così?
- Cosa... Perché ti sei conciato in questo modo?- domandò Laurie.
- Non lo sapete?- fece Alex con aria sorpresa - Oggi c’è la festa in maschera! Non avete intenzione di partecipare?
- Non ne sapevamo nulla.
- Ovvio, eravate troppo impegnati a sbaciucchiarvi. Guardatevi un po’ intorno, ci sono manifesti ovunque!- effettivamente non aveva tutti i torti: sul parapetto, nel bar, vicino la piscina, persino dove stavano loro in quel momento ce n'era uno.
- Mmh... Devo dire che hai ragione. Partecipiamo, Laurie?- era possibile che si potesse rivelare un'ottima occasione per mostrarle l'anello.
- Ottima idea, basta che ti vesti da broccolo- disse lei, annuendo. Un sorrisetto sarcastico le illuminava il volto.
- Che... che cercando di insinuare?- balbettò lui.
Così s'incamminarono, bisticciando allegramente per tutto il percorso. Lo zombie rimase a guardarli fino alla fine, quando scomparvero alla vista.
“Che razza di melensi...” pensò Alex scocciato.
Purtroppo gli era capitato di diventare il tipico terzo incomodo. Dopo che grazie ad una lotteria Richard aveva vinto tre biglietti per un’incredibile crociera intorno al mondo ed aveva deciso di invitarci Laurie, la sua ragazza, pensando che si sarebbe rivelata l'ideale per chiedere la sua mano, si era ritrovato con un biglietto in più... Insomma, perché sprecarlo? Così decise di invitare Alex, il suo migliore amico nonché autoproclamato Sommo Re degli Scherzi.
Per essere un viaggio con scopo il matrimonio non doveva proprio essere l’ideale viaggiare con un Re degli Scherzi.
Il ragazzo sospirò, rassegnato, poi si diresse ad un bar ed ordinò una Cuba Cola. - La metta sul conto di Richard Cuddock- disse al cameriere, il quale annuì andando subito a segnarlo. Se proprio doveva trascorrere una vacanza del genere, era meglio farlo come si deve.
Nello stesso istante, parecchi piani più sotto, si stava consumando un evento che avrebbe portato alla fine questa apparente calma piatta.
- Ehi, ragazzi! Venite a vedere questa roba!- esclamò eccitato uno dei membri dell'equipaggio ai suoi compagni. Dopo una vita passata in mare ne aveva viste di tutte e di più, ma quella ancora gli mancava, senza dubbio.
- Porca miseria Joey, non vedi che stiamo giocando? È anche possibile che abbia un'ottima mano, quindi non ho nessuna intenzione di mollare la partita adesso!
- Muovetevi! Questa è roba seria!- insisté il marinaio. Nella sua voce si udiva anche un che di preoccupato e affannato, così gli altri decisero di assecondarlo, seppur a malincuore.
Il gruppetto di marinai si avvicinò a lui, con aria interrogativa.
- Guardate qua, non è assurdo?- domandò, sempre rivolto al resto dell'equipaggio. Di lì a poco avrebbe ricevuto la conferma che non era l'unico a non aver mai visto un orrore del genere.
- Oh cazz... Cosa diavolo è?- sbraitò un tipo subito accanto a lui, chino sull'oggetto.
- Non ne ho idea. Dobbiamo avvertire il capitano.
Davanti agli uomini sconcertati giaceva una contorta creatura di varie sfumature di verde, bagnata fradicia dal momento che era appena stata ripescata dal mare. Dall'aspetto poteva anche sembrare una sorta di arbusto senziente, con quattro zampe in fondo al corpo oblungo. Aveva gli occhi serrati, sicuramente era affogata.
Qualche minuto dopo arrivò il capitano, palesemente infastidito, anche se gli occhi tradivano un che di tensione e apprensione. I marinai gli mostrarono il corpo del mostro, che giaceva in un'estesa pozza d'acqua. Questi si lasciò sfuggire un verso di sorpresa.
- Allora è tutto vero! Temo che saremo costretti ad avvertire la A.G.P.S.N.!- riprese, con la voce tremante. Il resto dei presenti non capiva il perché di tutta questa agitazione: è vero, sul loro pavimento si trovava un'aberrazione della natura, ma era morta stecchita. Perché mettersi a rischio il cuore per una cosa del genere? Tanto rumore per nulla.
- La che?- chiese uno con la voce più ebete possibile.
- Dannazione! Possibile che siate tutti così tardi? L’Agenzia Governativa Per la Sicurezza Nazionale!- rispose, quasi urlando, il capitano. Con che genere di persone era costretto a lavorare?
- Per un animale a forma di tronco verde morto?- fece Joey, quello che l'aveva tirato fuori dal mare.
- Non riuscite a capire? Potrebbe essere una delle Creature di Fuori... un... un... un Mob- disse il capitano, gravemente.
L'uomo rimase a fissare per alcuni interminabili secondi il corpo, per poi girare su sé stesso e proclamare con aria solenne: - Datemi un telefono. Devo avvertire immediatamente la A.G.P.S.N., abbiamo a che fare con un Creeper.
Se prima per la sala macchine aleggiava un’atmosfera piena di bisbigli e mormorii, dopo che il capitano ebbe pronunciato la parola “Creeper” cadde un orribile silenzio tombale.
- La creatura che uccide gli avventurieri facendosi esplodere?-  lo interogò timidamente uno dei marinai.
- Esatto- replicò con fermezza il capitano - Ma ciò che mi chiedo è come abbia fatto ad arrivare fino alla nostra nave...
- Probabilmente è stata la corrente, signore.
- Spero con tutto il cuore che sia così. Bene! Ora mi devo congedare, torno nella mia cabina per avvertire il Governo. Tenete attentamente d’occhio il Mob, d’accordo?
- D’accordo, signor capitano- gridarono in coro.
Una volta che fu uscito dalla sala macchine, il marinaio accanto a quello che aveva trovato il Creeper sbuffò scocciato. - Avanti, perché dovremmo fare la guardia ad un morto?- trovava l'ordine del superiore un'assurdità. Ancora una volta, tanto rumore per nulla. Va bene, avevano a che fare con una creatura che magari il giorno prima era pericolosa, ma adesso? Fine della storia, non si torna dall'aldilà.
- Hai ragione, dai unisciti a noi, stavamo ricominciando.
Tutti i marinai ripresero il loro posto intorno al tavolo e uno di loro distribuì le carte.
- Eeeee... Ecco fatto! Mi raccomando gente, non barate, o vi saranno tagliate le mani!
- Spiritoso... Parla quello che ha sempre... degli assi nella manica!
Scoppiarono in un’allegra risata.
- Allora, vogliamo cominciare?
Una sibilante voce alle loro spalle li fece congelare dalla paura.
- Oh, che sssssssfortuna. A quanto pare quesssssta volta ho vinto io. SSSSSSSCALA REALE.
Una violenta esplosione attraversò la sala macchine, travolgendo i complicati congegni della nave. In breve tempo scatenò una colossale reazione a catena, che divorò l'imbarcazione da cima a fondo. Fiamme. Urla. Scoppi. Poi più nulla. Le acque ingoiarono la crociera, e nessuno sopravvisse.
O almeno era quello che il Governo credette.
In realtà due persone sopravvissero. Vennero lentamente trasportati dal mare su una spiaggia, totalmente privi di conoscenza.
Qualche ora dopo Richard aprì gli occhi. Le orecchie gli fischiavano terribilmente ed oltre al fischio derivante dalla prima esplosione non riusciva a percepire nessun altro rumore. Era entrato in un mondo completamente ovattato, anche la vista era offuscata.
- L...
- Laurie...
- Laurie... Dove sei?- riuscì finalmente a dire.
Silenzio.
- Laurie... ti prego...- tentò ancora.
Si passò una mano sulla fronte ed un’improvvisa fitta di dolore gli attraversò tutto il corpo.
Se la guardò e la trovò completamente impregnata di sangue.
- No... No... Non è possibile...
Il suo sguardo saettò rapido in tutte le direzioni.
- Sono... su una spiaggia?
Era ancora debole e confuso, ma decise di alzarsi ugualmente.
- Laurie! LAURIE!- prese a urlare, portandosi le mani alla boca, nel tentativo di amplificare la sua voce. Tentativo alquanto inutile, era completamente rauco, forse a causa della quantità di acqua salmastra che aveva bevuto.
Vide una sagoma distesa nella sabbia. Corse nella sua direzione e la voltò.
- Oh, cazzo! Alex, riesci a sentirmi?
Cominciò a fargli freneticamente  pressione sul petto, fino a che dalla bocca di Alex non uscì un piccolo fiotto d’acqua, seguito da numerosi colpi di tosse.
- Qual... Qualcuno mi ha di nuovo infilato la testa nel punch?- disse finalmente il ragazzo. Grazie alla sua battuta, Richard ebbe la certezza che stesse bene.
- Notch! Grazie alla Mojang sei vivo! Riesci, riesci a camminare?
- Forse... Se ti levi di dosso magari posso provarci...
- Ah, scusa, certo.
Con un evidente grande sforzo (come suo solito, d’altronde) si alzò e provò a camminare.
- Uff... come sempre. Faticoso- concluse, privo di fiato.
- D’accordo, adesso siediti pure. Hai almeno una mezza idea di dove siamo?- domandò, spaesato. Non riusciva neanche a vedere il relitto della nave. Quanto lontani erano finiti?
- No, mi sono appena svegliato, ricordi?
- Vero. Vedi da qualche parte la nave?
I due amici aguzzarono la vista e passarono in rassegna l’orizzonte.
- Nulla di nulla. Oserei dire che non c’è neanche una striscia di terra da queste parti. Perché non scaliamo quella duna? Andiamo a dare un’occhiata anche dall’altra parte, magari troviamo una città!
- Va bene, vai tu in avanscoperta. Voglio vedere se c’è qualche altro sopravvissuto.
Alex non poteva vedere il volto di Richard, ma era sicuro che stesse sul punto di piangere. Per “qualche altro sopravvissuto” intendeva di sicuro Laurie.
- Senti...- riprese l'amico, dopo che aveva faticosamente finito la sua scalata.
- Dimmi pure, Alex.
- Volevo chiederti due cose.
- Vai.
- Allora, volevo chiederti se hai ancora con te il tastierino per la chat.
Richard aprì l’ologramma dell’inventario e trascinò all’esterno la tastiera. Quest’ultima gli apparve con un sonoro *pop* nella mano, spezzata a metà.
- No... non ho il tastierino per la chat.
- Perfetto, neanche io. Siamo davvero fregati.
- Perché? Non siamo su una spiaggia?
- Non proprio. Cioè sì, siamo su una spiaggia, ma non di un isola o di una città...
- Cosa intendi dire?
Si arrampicò rapidamente, blocco dopo blocco, fino in cima alla duna.
- Che facciamo adesso?
- Temo che dovremo attraversarlo.
I due amici si incamminarono nel bel mezzo di un arido deserto, senza provviste o acqua, con limitate possibilità di sopravvivenza ma una grande riserva di barzellette... purtroppo per Richard. Dopo tre ore di freddure penose e storielle da piantarsi un paletto nel cuore il ragazzo era ormai arrivato ai limiti della sopportazione umana.
- Toc toc!
- Ti prego, non di nuovo quella della porta...
- Giuro che è diversa! Non è quella di prima! E dai, ti prego!
- D’accordo... uff... chi è?
Alex soffocò una risatina da bambino, ma prima che potesse rispondere all’annoiata domanda del compare cadde giù da un'altura particolarmente scoscesa, seguito a ruota da Richard, il quale ebbe però la fortuna di non finire con la testa all’interno di un cactus.
- Cacchio! Richard, tirami fuori di qui!
- Ehm, Alex...
- Non ora! Sfilami questo coso di testa, non vedo niente, e poi fa male!
- Forse al momento abbiamo un problema più grosso...
- Più grosso di una spina piantata nel naso?
- Diciamo... grosso come una sciabola puntata al collo...
Il beduino in piedi dinnanzi a Richard sorrise, divertito.

NOTA DELL'AUTORE
Ok, ho deciso di rielaborare il primo capitolo di questa serie perché l'ho sempre trovato esageratamente scarno e anche per dimostrare che no, non sono morto e sì, continuerò a scrivere questo racconto.
Rimanete aggiornati!
- Don
   
 
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