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Autore: Nini1996    20/08/2017    0 recensioni
"Il pomeriggio del 30 ottobre 1895 Londra era immersa in una nebbia più fitta del solito.
Le carrozze e gli omnibus attraversavano le strade della città con molta fatica.
Anche i treni viaggiavano a una velocità sostenuta per evitare incidenti.
Inoltre in giro c'era molta meno gente del solito a causa del freddo pungente degli ultimi giorni.
I londinesi preferivano stare al calduccio nelle loro case ed evitare di uscire, se non strettamente necessario.
Ad ogni modo la stazione dei treni era gremita lo stesso a causa di diversi convogli che per colpa della nebbia erano arrivati insieme.
Da uno di questi, proveniente dalla città portuale di Southampton, scese una giovane donna assieme a una bambina che doveva avere al massimo quattro anni..."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Lestrade, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La morte del vecchio Davidson aveva lasciato sgomenti molti ispettori di Scotland Yard.
Lestrade prima di tutti.
Il famoso ispettore che compare spesso nei racconti del dottor Watson, era l'allievo prediletto di Davidson e da parte sua Lestrade lo aveva considerato il padre che non aveva mai avuto.
Quando la sera del 30 novembre la vecchia moglie del detective scoprì il corpo senza vita del marito, Lestrade fu uno dei primi a venirne a conoscenza e fra i primi a giungere sul posto.
Era convinto, come tutti, che si fosse trattato di un semplice attacco di cuore ma appena entrò nella stanza dove giaceva il vecchio Davidson iniziò ad avere dei seri dubbi a riguardo.
Per questo si precipitò appena possibile a Baker Street.
Suonò freneticamente il campanello finché la signora Hudson non gli aprì.
L'ispettore salì le scale di corsa e si fiondò nell'appartamento.
Holmes seduto in poltrona lo fissò confuso, Watson invece gli domandò il perché di tanta foga. La situazione doveva essere grave.
Erano le sette di sera precise, l'ispettore non era mai venuto a quell'ora se la situazione non era disperata.
Lestrade piombò sul divano.
< Avete corso come un matto per almeno quattro isolati. > commentò Sherlock sfilando la pipa dalla bocca:< Cos'è successo di così terribile? >
< Davidson. >
< Oh. Quello. >
< Già. > rispose lui prendendo fiato:< Non so come spiegarglielo. Non mi convince per niente. >
< Perché dice questo? Il Times e tutti gli altri giornali della città indicano chiaramente che si è trattata di morte naturale. >
< Non lo so, i giornalisti capisco quello che vogliono capire e scrivono quello che vogliono scrivere. Ma quando sono entrato nella stanza dove è stato trovato il corpo io... >
Holmes lo bloccò:< Siete stato sul luogo del delitto? >
< Quindi anche voi pensate che sia un delitto! >
< Ho le mie buone ragioni per crederlo. > rispose Sherlock:< Ad ogni modo la sua presenza non me la spiego. Non è stata chiamata la polizia e a quanto ne so è intervenuto solo il medico legale che ha constatato il decesso. >
< L'ispettore Davidson era stato mio mentore all'epoca. Le nostre famiglie erano molto legate, per questo motivo mi sono precipitato a casa sua appena ho saputo della sua morte. Non mi trovavo sul posto in qualità di ispettore ma di amico di famiglia. >
Holmes annuì e gli fece segno di continuare.
< Quello che ho visto mi ha lasciato perplesso. La stanza dove giaceva il morto era immersa nel disordine più totale. Un fatto piuttosto strano se si considera la natura diligente e meticolosa di Davidson. La finestra era aperta, difatti molti fogli erano volati nel corridoio.
Anche il letto era sfatto. >
Sherlock ascoltava con molta attenzione il racconto di Lestrade. Quello che l'ispettore gli stava raccontando alimentava di non poco i suoi sospetti.
< E i cuscini erano per terra. >
< Soffocamento. > concluse Sherlock senza ascoltare il resto del racconto.
< Lei dice? >
< Ne sono quasi certo. Ma senza prove... >
< Il medico ha chiaramente detto che si è trattato di un infarto. >
< Sopraggiunto per il soffocamento, senza dubbio. >
< Ma non aveva nemici, ne aveva ricevuto minacce. Chi sarebbe potuto arrivare a tanto? >
< Forse si tratta di un vecchio caso irrisolto. Forse qualcuno che cercava vendetta. > ipotizzò John.
< No, non credo. > fece di rimando Holmes posando la pipa sul tavolino accanto alla poltrona:< Dovevano semplicemente metterlo a tacere e lo hanno fatto. >
Lestrade lo fissò confuso:< Non riesco a capire Holmes. Chi lo ha fatto e perché? >
< La situazione dietro questo omicidio è davvero intricata Lestrade. Ma domani, quando ci accompagnerà sul luogo del delitto, sarò lieto di farle conoscere la persona che potrà chiarirle ogni dubbio. >
< Domani? >
< Sì, domani. È un problema per lei? >
< Non penso. >
< Perfetto. Alle otto le va bene? >
< Assolutamente signor Holmes. Le otto vanno benissimo. > rispose Lestrade sorridendo.
Sherlock guardò l'ispettore scendere le scale con rinnovato ottimismo e trotterellare lungo Baker Street.
< E la signorina Catherine lo sa? > domandò Watson.
Sherlock si allontanò dalla finestra:< Non ancora mio caro Watson, ma ho visto che ha appena terminato il tabacco e so che scenderà in strada per comprarne dell'altro. Quindi se può farmi la cortesia di spedire al mio posto un telegramma... la tabaccheria e l'ufficio del telegrafo sono molto vicini. Non le occuperà molto tempo. >
Watson disse di sì e fece come aveva detto l'amico.
Sherlock sperò che il telegramma arrivasse in tempo fra le mani della giovane detective.
Cosa che per fortuna avvenne con una certa rapidità.
Anche se non l'avrebbe mai ammesso era impaziente di incontrare di nuovo Catherine e di vederla finalmente all'opera.

   
 
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