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Autore: FriNet    20/08/2017    2 recensioni
Shion alzò la mano per calmare la furia di Hilda, ma la ragazza, ancora furente, si limitò a mordersi il labbro inferiore mentre Agape le strinse una mano nella sua.
Shion sospirò, doveva aspettarsi quella reazione ma purtroppo il suo compito non era ancora finito.
“Hilda”
Disse guardando la rossa.
“Agape”
Spostò lo sguardo sulla bionda.
“Il vostro allenamento è quasi alla fine e, per quanto mi dispiaccia, non potete rimanere senza maestri all’improvviso, due dei migliori Gold Saints si sono proposti di prendervi come allieve, siccome erano con i vostri maestri quando essi…”
Disse indicando i due uomini, fino a quel momento rimasti in disparte.
“Una sorta di contentino…”
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolino di Net: Buona serata a tutte e buona domenica a tutte.
Aggiormento straordinario stasera, tutto per colpa/merito di Fri, si perchè la signorina mi abbandona nuovamente per andarsene in Austria alcuni giorni, quindi ha proposto di aggiornare stasera perchè per giovedì non riuscivamo. -lancia rancore all'angolino dove ha relegato Fri, mettendole al collo il cartellone con la scritta 'vergogna'-.
Spero che possiate comunque godervi la sorpresa e il capitolo, e unitemi a me nel lanciare rancore contro Fri, si se lo merita u.u.
Buona lettura a tutte!


 

“Sei bellissima, adesso.”
Disse orgoglioso il ‘principe’.
“Grazie…”
 Rispose la ragazza, lievemente rossa in viso.
“Siete due poveri imbecilli.”
Aggiunse Kanon, con aria schifata.
 Aphrodite si voltò con aria indignata. Quel rompiscatole era li, appoggiato allo stipite della porta, a braccia incrociate, da quando lui aveva fatto il suo ingresso nella camera di Hilda per incominciare a truccarla. Ma per la miseria! Ci voleva concentrazione per azioni del genere!
“Non accetto che la mia camera venga trasformata in un salone di bellezza, ti pregherei di andartene, Fish.”
Disse calmo Kanon. Hilda lo guardò male. C’èra da dire che Aphrodite aveva fatto un buon lavoro! Le aveva truccato leggermente gli occhi e alle labbra aveva messo un leggero rossetto rosa.
“Adesso questa sarebbe la mia camera….E ci porto chi mi pare! E tu ci entri già troppo! Senza essere invitato!”
“Dai lascialo perdere Hildegard.”
Aphrodite la fece voltare nella sua direzione. Poi, compiaciuto del suo operato, si mise due dita sotto al mento.
“Da bambino ho sempre avuto molti giocattoli, macchinine, soldatini, peluches…però, nonostante la desiderassi molto non ho mai chiesto una cosa. Sapete cosa?”
“Cosa?”
Chiesero incuriositi Kanon ed Hilda, il primo  alzando un sopracciglio e la seconda allargando le labbra in un sorriso.
Aphrodite fece comparire una bellissima rosa bianca per poi metterla fra i capelli di Hilda.
“Una bella bambola di porcellana. Penso mi sarei divertito a pettinarla o truccarla.”
Hilda continuò a sorridere, un po’ meno, ma il suo colorito arrivò a confondersi quasi con quello della rosa. Mentre Kanon….Kanon stava trattenendo le risate.
Aphrodite salutò entrambi e, riprendendo le sue cose, se ne andò.
 
 
Alla casa del sagittario, Saga e Aiolos stavano confrontando i programmi di allenamento delle loro allieve.
“Capisco…e quindi hai fatto usare ad Agape l’arco. Interessante, come se l’è cavata?”
“Bene! Non ha sprecato nemmeno venti frecce, sono fiero di lei… Poi hai fatto un magnifico ragù no?”
“Ah…venti…”
Saga ticchettò una mano sul tavolo passandosi l’altra fra i capelli.
“Hilda invece?”
“Quando si allena…è brava. Ma credo che dovrei essere più severo…”
“Forse sono stressate perché non passaano molto tempo insieme?”
Saga lo guardò male.
“Sei troppo sentimentale.”
“E’ perché ho un fratello più piccolo…”
“…sfotti?”
“Ma voi vi odiate!”
Saga strinse un pugno chiudendo gli occhi, per calmarsi.
“Non sono venuto qui per parlare di questioni di famiglia…”
Intanto Agape era nascosta dietro ad una colonna, in lontananza, a guardare i due. Ai suoi occhi erano demoni che progettavano la distruzione di qualche impero. Nella sua mente vedeva Saga tenere in mano la bandiera dell’impero appena distrutto ed Aiolos alzare l’arco in segno di vittoria…che poi si chiedeva anche il perché visto che il sagittario era sempre così gentile. Ma vederlo li, con il gold dei gemelli, la spaventava.
Sentì una mano sulla spalla.
“Aaaaaaaah! Non partecipo io!”
Si girò mettendo le mani avanti constatando che davanti a lei vi era soltanto un perplesso Aiolia.
“A…cosa?”
“Al-…alle….alla…agli…la spesa. Si la spesa. Non partecipo mai quando Stella fa spesa.”
Annuì Agape, teatralmente, dispiaciuta.
“Oh…mi dispiace…dev’essere dura per una ragazza non andare mai per negozi. Credo.”
Agape sorrise piano guardando in basso. Si stava preoccupando per lei, beh forse si sarebbe preoccupato per ogni altra ragazza…ma ne era comunque felice.
“Cosa fai qui, Aiolia?”
“Ero qui per…”
Il gold del Leone non poteva dire che era andato alla casa del fratello maggiore per chiedere un po’ di soldi al fratello, per poi andare al negozio e comprarsi il suo solito oggetto da collezione. No. Dopotutto, hey! E’ compito di tutti i maggiori sganciare ai minori no? Beh lui ragionava così…
Comunque il suo orgoglio sarebbe andato in frantumi, quindi inventò una scusa abbastanza credibile al momento. Più o meno.
“Vedi…sto andando in città e volevo chiedere ad Aiolos se gli serviva qualcosa, ma sembra impegnato. Sarà per la prossima.”
“Oh davvero? Cosa vai a fare di bello? Combattimento? Scontro? Missione verso un guerriero che semina il panico?”
“Semplici compere. Anche noi gold ci diamo alle spese sai.”
Agape rimase un po’ delusa, già si immaginava il suo micione a combattere contro nemici, e vincere, con lei a fare il tifo.
“Posso…venire?”
Chiese timidamente, più a se stessa che a lui. Aiolia perse un battito. Di solito quando comprava ‘quello’ andava sempre da solo. Insomma. Era una cosa privata, il suo unico svago! Era sicuro di essere un gold fortissimo e si allenava ogni giorno! Stava per dirle un secco no quando la guardò.
Le brillavano gli occhi con le guance leggermente rosse. Doveva tenerci davvero tanto…
“Va bene…”
 
Intanto in città altri due baldi giovani stavano girando per negozi.
“Spiegami  perché sei venuto anche tu, Kanon. Potevo venirci da sola.”
“Beh per parecchi motivi…”
Sorrise maligno il più alto, dietro di lei con le mani dietro la nuca.
“Il primo è che non avevo nulla da fare, il secondo è che se ti perdi Saga mi ammazza e il terzo, e più importante…”
Allungò velocemente una mano verso la testa di Hilda. Questa si abbassò e, facendo un giro su se stessa, cercò di farlo cadere con una specie di calcio. Risultato vano. Lui restò immobile a guardarla mentre lei sentì un leggero dolore alla gamba.
“Finchè non ti avrò levato quella stramaledetta rosa bianca dalla testa non sarò soddisfatto!”
Hilda si rialzò, chiedendosi se Kanon fosse fatto di pietra, e si toccò felice la rosa bianca che ancora aveva in testa.
“E’ bellissima vero? Sei solo geloso e ne vuoi una anche tu. Ma Aph non te la darà mai! Ohohohoh!”
“……”
“Cosa?”
“Non capisco perché ti è tanto simpatico, ti tratta come un oggetto. Credo te ne sei accorta no?”
“E’ gentile. Mi fa i complimenti. Di solito soltanto Agape me li faceva.”
“Chiamali complimenti…”
La ragazza sospirò guardando Kanon, poi si avvicinò puntandogli un dito al petto.
“Scommetto non vivrai proprio cent’anni…”
“Eh? Perché?
“Perché non riesci a farti gli affari tuoi!”
 
“Oh che bella, e così questo è il lato commerciale della città. Mamma mia, proprio non ci ero mai venuta! Che meraviglia!”
Mentì la bionda.
“Sono felice tu sia così contenta. E’ davvero raro per qualcuno non essere mai stato qui.”
Aiolia sorrise guardando Agape. Ma ora aveva un problema. Come avrebbe fatto?
“Dove dovevi andare, Aiolia?”
“Eh? Ma no, non preoccuparti Agape. Visto che è la tua prima uscita penseremo dopo a me…tranquilla. C’è tempo. Ti accompagnerò nel negozio dove mi trascina Stella nel suo giorno libero.”
“Ah…”
Fece Agape guardando indignata un punto imprecisato a destra.
“Io resto sempre ad aspettarla fuori, e lei se ne sta dentro con le sue amiche. Sai Los mi manda per paura che la aggrediscano.”
“Ah!”
Disse ora più felice la bionda.
“Manca poco. Tranquilla quando sei dentro non ti disturberò.”
“Eh? Ma no, se vuoi entra pure. Io non ho amiche, oggi, con cui parlare e mi sentirei sola a girare in un negozio quindi sarei anche a disagio e…”
“Meglio che ti aspetti fuori.”
“Entra pure.”
In quelle parole Aiolia sentì una specie d’ordine, ma forse…fu soltanto la sua impressione. Tuttavia decise di ascoltare il ‘consiglio’ di Agape ed accompagnarla all’interno del negozio appena furono arrivati.
“Non…credevo che sulla faccia della terra esistessero così tanti vestiti…”
“Disse Agape guardandosi intorno, mentre le brillavano gli occhi.
“Già, purtroppo nemmeno io, dato che non vi ero mai entrato.”
Aggiunse Aiolia disperato. Il danno era fatto. Agape si sarebbe girata tutta il negozio e lui gli sarebbe andato dietro a fare da appendiabiti per maglie, calze, gonne e così via…che alla fine sarebbero state riposte esattamente dove erano. In pratica si sarebbero girati il negozio due volte. La prima dare un’occhiata e prendere in mano gli abiti….la seconda per rimetterli in ordine.
Inspirò ed espirò chiudendo gli occhi. Era un gold. Era il gold del leone. Poteva farcela. Si, doveva farcela! Niente lo spaventava! Figuriamoci se qualche vestito gli metteva soggezione o gli faceva paura!
Aprì gli occhi guardando Agape con in mano una maglia.
“Bella eh?”
Il ruggito del forte leone, era retrocesso ad un miagolio di un cucciolo di gattino.
 
“Wohoooo! Orecchini! Lunghi! Corti, lunghissimi! Ma quasi mi faccio un secondo buco! Che ne dici?”
Disse Hilda guardando, da lontano, la vetrina di un negozio per poi girarsi verso Kanon. Quest’ultimo stava allungando una mano per prenderle la rosa. Appena la ragazza capì le intenzioni gli prese il polso. Kanon non demorse e provò con l’altra mano. Anche quella fu afferrata da Hilda.
“Scusa ragazzina, credi veramente che io non riesca a liberarmi?”
“Ci sto sperando sinceramente…”
Lui sorrise avanzando a passi veloci verso di lei, ancora con i polsi tenuti da Hilda. Lei si accigliò indietreggiando fino a sbattere contro la vetrina.
“Ah! Sei in trappola!”
“Mai!”
 “Ah no? Sono curios-”
Hilda andò leggermente avanti e si slanciò all’indietro, tuffandosi letteralmente addosso alla vetrina. I due finirono dentro al negozio. L’uno sopra l’altra. Fra mille pezzi di vetro e sotto lo sguardo di un negoziante molto adirato.
“….Mi ha assalita!”
“Hey!”
Inutile dire che la fattura per i danni venne spedita all’indirizzo del tempio di Capricorn, si. Figuratevi se Kanon dava il suo di indirizzo. Ah, anche stavolta la rosa bianca fu salva.
 
Aiolia guardava a braccia incrociate Agape. La sua espressione era confusa, perplessa….anche incuriosita.
I suoi pensieri sul fare da appendiabiti, si erano dimostrati sbagliati e lo spettacolo che si trovava davanti era un Agape che correva a destra e sinistra per il negozio, che ogni tanto spariva nel camerino, piena fin sopra la testa di vestiti.
“Sicura che…non vuoi che li tenga io?”
“Eh? Oh no, tu sei un uomo.”
“…”
A quelle parole Aiolia si sentì un po’ ferito nell’orgoglio, cosa centrava che era un uomo? Erano dei semplici vestiti! Li aveva tenuti in mano così tante volte con le sue ex (sperate davvero che uno come Aiolia sia single dalla nascite? Povere illuse!), perché Agape gli aveva detto quelle parole.
“Guarda che…posso farlo anche io”
Disse leggermente piccato avvicinandosi alla ragazza, e tendendo la mano per farsi dare i vestiti.
Agape guardò Aiolia, poi un punto del negozio, poi di nuovo Aiolia.
“Va bene, se ci tieni andremo a visitare anche la sezione da uomo!”
“Cosa?”
“Si, volevi provare dei vestiti anche tu no?”
“Cosa?!”
“Dai non preoccuparti, non dirò niente sui tuoi gusti. Sono abituata a tutto. Compra pure ciò che vuoi.”
Aiolia sgranò gli occhi. Comprare? Si era portato quel poco che bastava per comprare il suo amato gomitolo che usciva settimanalmente, ma no! Ora per nascondere la sua passione doveva anche spendere quei soldi in qualcosa che non gli serviva…
Agape gli afferrò la mano e lo trascinò letteralmente nel reparto da uomo. Dopo una mezzor’etta, Aiolia optò per dei bellissimi slip arancioni  e no, non perché li volesse o li avrebbe indossati. Ma perché era l’unico articolo che rientrasse nei spicci che aveva.
Agape non lo sapeva. E la voglia di piangere era tanta.
Si diressero per pagare. Appoggiarono per bene il tutto sopra per pagare.
Aiolia prese quelle poche monetine che aveva nel portafoglio. Agape aprì il suo e…uscì una farfallina che andò in faccia al commesso.
Piombò il silenzio.
 
Kanon correva, correva! Si guardava intorno ma ormai era fatta. L’aveva persa. Si era girato soltanto un istante per cercare di rub-rimediare qualche mela gratis, et voila! Hilda se ne era sparita. Nel nulla. Volatilizzata.
“Ragazzina! Se ti trovo ti ammazzo! Vieni qui!”
Chiamava con aria furente per la città, mentre tutte le madri con accanto una figlia femmina lo guardavano male e stringevano a loro la propria.
All’improvviso si fermò di scattò. Aveva visto la chioma rossa di Hilda, con ancora quella maledetta rosa, ferma davanti ad una pasticceria. La fanciulla aveva anche un po’ di bava nel guardare tutte quelle leccornie. Hilda provò anche ad entrare. Si provò, perchè Kanon la prese per il polso e la tirò a se.
“Hilda. Non devi più andartene…”
Kanon, con un ghigno, e tutto soddisfatto, iniziò ad accarezzarle piano la testa.
“Oh, Kanon tu…”
“Se ti perdi, Saga mi ammazza.”
E mentre Hilda lo mandava mentalmente a quel paese, l’obiettivo di Gemini era stato raggiunto.
La ragazza lo allontanò e, con la coda dell’occhio, vide all’interno del negozio accanto Agape ed Aiolia…leggermente in difficoltà.
Stavano discutendo animatamente con un signore dalla barba nera.
“C’è il micione ed Agape. Sembrano un po’ in difficoltà…andiamo!”
“Certo Hildegard, come vuoi.”
Sorrise angelico, seguendo la rossa.
Dopo aver sentito tutte le ingiurie e gli accidenti che Aiolia e Agape si stavano beccando, da chissà quanto tempo, Kanon ed Hilda intuirono il problema. Ed entrambi mancavano i soldi per pagare.
Il gold del leone guardò il compagno più grande.
“Non è che ci faresti un prestito?”
“Perché dovrei pagare per voi? Soprattutto perché dovrei pagare io!?”
Agape guardò impaurita, ed imbarazzata per la situazione, Kanon
“Perché sei l’unico che ha i soldi…”
“Ma-“
Hilda strinse il pugno solidale, e disse convinta.
“Perché sei il più forte!”
Le due ragazze guardarono Aiolia.
“Perché…siamo nei guai e…la Dea Athena…non deve scoprirlo…”
“PERCHE’ DOVETE SALDARE I CONTI!”
Strepitò il negoziante.
Kanon sospirò e, dopo aver guardato male il trio, pagò a malincuore. Guardò, naturalmente, anche la merce acquistata dai due, e ci scappò un’occhiata di curiosità ad Aiolia.
Quest’ultimo abbassò lo sguardo colpevole.
 
Quella sera, alla casa dei gemelli…
Hilda si stava spazzolando i capelli davanti allo specchio, Aphrodite le aveva detto che la notte si sarebbero formati meno nodi se li avesse spazzolati anche la sera prima di dormire.
Sorrideva pensando che il giorno dopo non avrebbe dovuto litigare col pettine.
Ma poi notò una cosa. Ed il sorriso si spense trasformandosi in un’espressione d’ira.
“La…mia…rosa….quel bastardo! Me l’ha presa quando mi ha accarezzato! Ecco perché l’ha fatto!....Kanonnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn!”
E nella camera del sopracitato, lui se la rideva con una bellissama rosa bianca in mano che dopo pochi secondi divenne polvere. 

 

   
 
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