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Autore: bUdson281    20/08/2017    1 recensioni
"Esporre la verità alla luce del sole è il miglior modo per nasconderla" disse Shinji coprendosi l'occhio destro con una mano. "Tu vedi il mio occhio demoniaco e pensi di aver capito, ma è la cicatrice che devi guardare se vuoi sapere chi sono".
EoE non è NGE e non è il Rebuild, nonostante il tentativo di chiudere i conti che ha informato la nuova versione cinematografica. Quella di EoE è una favola senza lieto fine, né potrà esservi una definitiva redenzione per due personaggi sfortunati la cui ricompensa è stata comprendere la necessità sopportare le difficoltà delle relazioni, poiché l'inaccettabile alternativa è restare soli. Sono partito dal Rebuild sforzandomi di rimanere fedele all'animo tormentato dei due ragazzi e di trarre dal loro vissuto le chiavi della "risoluzione" di e dopo EoE. I personaggi hanno ancora qualcosa da dire, nonostante la fine ufficiale della saga.Un clone non è uguale al suo originale, perciò narra la propria storia. Come direbbe lo Shinji di questa long, si riparte proprio dagli errori commessi, non tanto perché sia saggio o giusto quanto perché alle volte non c'è altro modo per fare un passo. Ok ALLERTA SPOILER.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Nuovo personaggio, Shinji Ikari
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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<< Che state facendo, maledetti?!  Lui è nostro. LASCIATELO!!! >>
Infuriata, Asuka percorre il corridoio ad ampie falcate per sottrarmi al supplizio, il suo occhio spalancato emette lampi di furia mentre sotto il nero della benda si fa strada un bagliore verdastro.
Supera di poco il guercio alla mia sinistra, che continua meccanicamente a battere a tempo il suo accendino sul tavolo, e punta lo sdentato cercando nel contempo di individuare la posizione degli altri attori di questa macabra commedia. Ho l'impressione che sia preoccupata, forse perché adesso è in grado di valutare meglio le mie condizioni.
<< Si fermi, comandante! >> le intima Kuchinawa che si para davanti allargando le braccia per impedirle di proseguire.
Asuka si arresta per un attimo a fissare il suo oppositore negli occhi. << Togliti di mezzo, verme >> ringhia riprendendo la marcia. << Ti giuro che non la passerai liscia >>.
<< Comandante, non si intrometta! Non ha alcuna autorità per intervenire >> risponde imperterrita la corda marcia facendo un passo indietro per riproporre lo sbarramento.
<< Neanche tu >> replica << hai il diritto di organizzare questa ... esecuzione. Il colonnello Katzuragi non ha mai autorizzato niente del genere. Il bambo ... Ikari Shinji è sotto custodia della Wille. Nessuno deve ... >>
<< Non è vero! >> la interrompe Kuchinawa. << Nessuno al comando ha ordinato il recupero del ragazzo quando è fuggito. E nessuno ha disposto che tornasse in  custodia. Si è trattata solo di una sua iniziativa >>.
<< Perché, qualcuno ti ha ordinato di ucciderlo? >> domanda retoricamente la rossa riprendendo ad avanzare verso di me.
<< Lo faccio per il nostro bene >> insiste il graduato. << Soltanto ieri stava per scatenare un'altra apocalisse, non possiamo lasciarlo vivere. Il fatto stesso che sia ancora vivo è un pericolo per tutti noi ... E, comunque, a dimostrazione di quanto affermo le faccio notare che, a parte lei, non vedo nessun altro del comando >>.
<< Credevi che avrei aspettato di essere ricevuta? ... E comunque, il "comando" non è al corrente di questa tua iniziativa. Il moccio ... lui era già nostro prigioniero e questa condizione non è mai cambiata, a prescindere da quello che è accaduto >>.
<< Resta il fatto che si tratta di scegliere tra il bene di una sola persona e il bene di tutti >> la fulmina l'ufficiale. << Crede davvero che lasciarlo vivo sia un bene? >>
Asuka ha appena smesso  di sostenere lo sguardo della corda marcia. E' ancora concentrata su di me, vedo ... la paura nei suoi occhi. Che abbi paura di me? Il suo slancio sembra affievolirsi come se ...
 
... fosse d'accordo. Non vuole ammetterlo, ma
anche lei non è sicura di volerti vivo.
 
<< Dovevate solo recuperare lo 01 >> affonda Kuchinawa. << Non era previsto che il soggetto si materializzasse proprio al termine dell'operazione. Il suo ritorno è stato solo uno ... spiacevole incidente. Comandante, avrebbe dovuto lasciarlo morire lì dove lo ha trovato >>.
Il solerte ufficiale deve aver detto una parola di troppo perché Asuka recupera l'energia di pochi secondi fa e afferra l'ufficiale per la giubba scaraventandolo malamente contro il bancone. << Al diavolo! >> sbotta. << Il prigioniero verrà con me >>.
Vomita aria e saliva il bastardo mentre, lentamente, lascia cadere il suo culo da graduato a terra, portando una mano all'altezza dei reni e cercando di riprendere il filo spezzato del respiro.
<< Che botta! >> Qualcuno ride, sicuramente uno degli sciacalli dietro di me.
Lo sdentato si accorge di essere sulla traiettoria della piccola ... grande... tsundere, e si sposta.
Vuoi vedere che ti ha salvato ancora?
 
Lo schiocco del cane di un'arma ha il potere di arrestare tutto: Asuka, le risate, il ritmo del mio cuore che aveva appena ripreso a battere nel petto; persino i colpi di tosse di Kuchinawa, che alza prontamente lo sguardo per capire chi sta facendo cosa, ma soprattutto contro chi. Individua la fonte del rumore e... si rilassa (per un attimo deve aver pensato che il bersaglio fosse lui).
Certo che l'amicizia da queste parti non deve avere un gran valore.
Seguo il suo sguardo, mi ero dimenticato dell'uomo seduto dietro l'omone con la benda, quello che "giocava" con il coltello; non mi ero accorto che avesse anche un'arma da fuoco (forse la teneva nascosta sotto quel sudicio spolverino dal colore improponibile). 
Adesso punta un fucile a canne mozze sulla rossa ancora piantata sul posto, ma carica come una molla mentre sbircia con la coda dell'occhio buono in direzione della minaccia, che, ahimè non resta isolata perché anche altri seguono l'uomo dai capelli bianchi. E tra questi lo sdentato che riesuma un po' di quel suo coraggio da vigliacco per puntarle la canna della pistola in prossimità della tempia. 

 
Merda!
 
Mi si chiude lo stomaco, ho già dimenticato il dolore e la paura di poco fa. Per me non c'è speranza... ma non possono farle del male, gliene ho già fatto io e, nonostante questo, non mi ha abbandonato. Io devo fare qualcosa.
 
Cosa?
 
No ... non ne ho la minima idea! Possibile che sia così incapace? Cosa posso fare?
 
Credo niente
 
Se combattessi ...
 
Aprirebbero il fuoco su di voi. E, anche se non lo facessero,
credi davvero di poter combinare qualcosa di buono?
 
No .... Eppure ci deve essere qualcosa che posso fare. Non posso restare fermo. 
Se la uccidono sarà solo per colpa mia perché ... non avrò fatto niente.
<< Volete davvero giocare con me? >> Asuka non sembra preoccuparsi; anzi, appare determinata come non l'avevo mai vista. Si volta lentamente verso l'uomo col fucile e con sicurezza gli dice: << non mi fate paura. Se mi costringerete a combattere >> lanciando un'occhiata carica di disgusto contro sdentato che arretra di un passo, << sappiate che sarò felice di farvi a pezzi >>.
Il bagliore verde che mi era sembrato di vedere pochi minuti prima fa nuovamente capolino sotto la benda e mi fa pensare che forse non ha bisogno di essere salvata da me.
<< Ne sono sicuro, mezzosangue >> il tono compassato del brizzolato contrasta con la freddezza assassina della sua espressione, come se la minaccia della rossa non lo scalfisse minimamente. << Ma dimentichi un particolare fondamentale: noi siamo armati e tu non sei in grado di produrre un at field. Perciò, comunque tu voglia vederla, se decidi di combattere, non uscirai viva da qui >>.
<< Noto che parli al plurale Ronin[1] >> provoca Asuka svelandomi il nome di quella faccia da assassino. << Non credevo avessi paura di una ragazza sola e disarmata. Tu e i tuoi cani siete e rimarrete solo dei vigliacchi >>.
<< Ma tu non sei ... una ragazza normale >> sorride maligno. << Sei solo un altro aborto dell'evoluzione come il moccioso che ci ha quasi sterminati. Contro mostri come voi è molto più saggio cercare di prendersi tutti i vantaggi >>.
<< Sono un pilota di Evangelion >> risponde piccata. << Voi siete vivi grazie a quelli come me. Capito, inutili insetti? Voi siete vivi perché la Wille vi vuole vivi... Su, forza ... perché non spari? Anche se non riuscirò ad uccidervi tutti, sarà comunque la vostra stupidità a condannarvi a morte. Chi pensi che combatterà contro i mark della Nerv, tua madre? >>
<< Questo è quello che pensi tu >> il rinnegato reagisce, ma senza convinzione, forse vuole solo vincere lo scontro verbale o giustificare il suo desiderio di farla fuori. Asuka aveva ragione, sono dei primitivi. << Non credo che ai tuoi padroni >> insiste << farebbe piacere scontrarsi anche con noi. Siete già troppo impegnati a nascondervi dal padre di quel bastardo di Ikari >>.
<< Giaaaaà... >> interviene lo sdentato con una risata sguaiata e inopportuna che viene subito ricacciata in gola da un'occhiata feroce della rossa .
<< Via via! Abbassate le armi. Non siamo nemici >> Kuchinawa si è rialzato e, pur zoppicando e con le pieghe del viso che tradiscono il dolore che lo affligge, riconquista il centro della scena posizionandosi tra Asuka e il killer dallo spolverino color cuoio. << L'unico vero nemico è questo ragazzo e la sua morte renderà ancora più salda l'unione d'intenti che lega la Wille ai cacciatori di questo villaggio >>.
Sostiene con molta confidenza lo sguardo di Ronin che, alla fine, abbassa il fucile e lo adagia sulle gambe, imitato anche dai suoi pari.
<< Come pensavo >>  sbotta Asuka dopo aver notato l'intesa tra i due. << Il ragazzo è solo la merce di scambio. Ti farò processare e giustiziare per questo >>.
<< Le ripeto >> replica compassato la corda marcia << che è mio compito garantire la nostra sicurezza. Così come è suo dovere combattere i mark di Gendo Ikari. Non può negare che i "cacciatori" svolgano un lavoro di vitale importanza per la nostra causa. Se vogliamo vincere, dobbiamo collaborare tutti ... Combattere tra noi in questo momento vorrebbe dire spianare la strada al successo della Seele e del suo piano di distruzione. Sa perfettamente che questo ragazzo, vivo, rappresenta un pericolo. Persino adesso, la sua sola presenza è in grado di mettere a rischio la nostra coesione, a tutto vantaggio del nemico. Doveva immaginare che sarebbe finita così. La sua condanna era stata già decretata nel momento in cui è ricomparso. E di ciò eravamo tutti al corrente, anche lei. E lei sa chi vuole la sua testa più degli altri. Quell'uomo ci serve e noi siamo in guerra. Vuole veramente mettere in discussione tutto per il bene di una sola persona?  >> conclude riproponendo quell'unico tema che sembra avere enorme presa su Asuka, il cui volto si rattrista come ad anticipare l'approssimarsi della resa.
Mi guarda con l'azzurro sempre più lucido del suo occhio, il verde non brilla più dietro la benda. E' evidente che ...
 
Sta mollando.
 
Beh, se non altro non la uccideranno. Spero solo che se ne vada, così non assisterà alla mia miserevole fine.
Le mani di Asuka, prima chiuse a pugno si rilassano; sospira come rassegnata prima di distogliere lo sguardo da me, mordendosi nervosamente il labbro.
Sono di nuovo solo, forse per l'ultima volta. Sicuramente mi manca più di qualche dettaglio, ma, se anche Asuka ha rinunciato a salvarmi, allora vuol dire che davvero la mia morte è necessaria.
 
Buffo, volevi salvare il mondo con il Mark 13
 e adesso ci riuscirai facendoti ammazzare.
 
Almeno riuscirò in qualcosa. Mi dispiace per Asuka, non deve essere facile prendere una simile decisione, considerato che proprio lei mi ha tirato fuori da quella tomba di metallo, proprio lei era pronta a combattere per salvarmi.
Il bene di tutti contro quello di uno solo. Mi piacerebbe sapere cosa si prova visto che l'ultima volta non mi sono posto il problema. Io la capisco e tuttavia....
 
... ti senti tradito da lei?
 
Si. Io probabilmente , al posto suo, avrei ...
 
... scelto di salvarla come hai fatto per Ayanami, fregandotene del mondo.
 
Non sapevo che, salvando Ayanami, avrei scatenato l'apocalisse.
 
Sicuro?
 
Perché non dovrei esserlo?
 
Ma se  l'avessi saputo?
 
Nessuno mi vuole? Allora, morte a tutti ... morte anche a me stesso
La mia mente sforna queste terribili parole. Non ricordo di averle dette, ma ... so di averle già dette. Quale razza di patetico vigliacco egoista può fare pensieri di questo genere. Come potrei condannare a morte tutti per ... Possibile che anche quando provo a fare del bene io sappia essere solo un mostro?


<< Kosuke ... >>[2] Asuka si rivolge al bestione che detta il ritmo con l'accendino, come a chiedergli di intercedere per me o di fornirle nuovi argomenti. Chissà perché proprio a lui sente di dover rivolgere la supplica?!
<< Mi dispiace, ragazzina >> la interrompe prima che possa concludere la frase. << Personalmente, non ho niente contro il moccioso, e non mi crea problemi saperlo vivo. Ma ... sai bene che Furia Buia ha deciso di ucciderlo. Se sapesse che lo tenete in custodia, al sicuro da lui, ve lo strapperebbe con la forza. Sai anche che è meglio non farlo incazzare perché lui ... è in grado di sviluppare un at field e di usarlo come arma >>.
<< Ma è un tuo uomo >> tenta ancora la rossa.
<< E' un mio fratello >> precisa Kosuke, << non un mio sottoposto. E il ragazzo è la sua ossessione, in questi anni ucciderlo è diventata la sua ...missione >>.
Perché? Che gli ho fatto?
 
Alle volte sei proprio stupido! Asuka aveva ragione.
 
<< Non deve essere presente, comandante >> ne approfitta Kuchinawa. Ormai è chiaro che ha vinto lui questo gioco e può permettersi di mostrarsi magnanimo. Prova con cautela a farla indietreggiare poggiandole una mano sulla spalla.
<< Non toccarmi! >> Asuka elimina il contatto con un secco movimento del braccio, ma non farà altro - glielo leggo in faccia.  Forse non riesce ancora a decidere.

La tensione finalmente si allenta e tutti possono ora concentrarsi di nuovo su di me, come mi dimostra un violento calcio allo stomaco tirato dallo sdentato.
Il colpo mi piega in due, ma ad abbattermi in ginocchio ci pensa un pugno ben assestato alla schiena. Con le braccia tese a frenare un rovinoso crollo sul pavimento posso solo alzare lo sguardo per cercare, non senza paura e vergogna, lei che, stranamente, ha girato la testa. Non ti facevo così debole di stomaco!  
                                                                                                        
                                                                                                         Vattene Asuka!
 
<< Va' via Asuka, ti prego! >> pronuncio con un filo rugoso di voce puntando l'attenzione sul pavimento su cui cadono lacrime e gocce di sangue, tutte provenienti da me. Un altro pugno, questa volta alla mascella, tirato dallo sdentato che accompagna il gesto con un ghigno ridicolo, annebbia il già confuso intreccio dei pensieri.
Cosa faccio adesso?
 
Tu cosa vuoi?
 
Non lo so, ma in questo momento ho davvero tanto sonno!
<< Non avete il diritto di torturarlo! >> Che diavolo ci fai ancora qui?! Se non vuoi, se non puoi fare niente, vattene! Decidi che cosa vuoi da me. O, almeno, sta' zitta! Quella voce è come la sua mano: ostacola il torpore e trascina i miei occhi quasi chiusi a cercarla ancora una volta.
Ma non è lei che vedo, non è la ragazzina con la benda sull'occhio; non siamo in una stamberga da vecchio film western. Mi sembra un posto familiare, deve essere vicino al mare perché sotto di me un sottilissimo strato di sabbia copre la terra battuta. Asuka è adulta, veste come questi animali e anche io. Veste così anche la persona che sta abbracciando con fare malizioso, mentre mi guarda con la sua più azzeccata espressione di disappunto, se non di disprezzo. Muove le labbra, ci metto un po' a ripulire la sua voce dalle distorsioni che impazzano nelle mie orecchie. << Non fare finta di essere cambiato >> mi sta dicendo mentre muove un passo nella mia direzione, mentre sorpreso e affranto attendo in ginocchio proprio come adesso. << Accetta il fatto che sai pensare solo a te stesso. Anche perché, quando pensi agli altri, guarda cosa succede. Conseguenze, Shinji ... Perciò adesso piega la testa e arrenditi! Fa' il bravo, cagnolino >> 
Devo aver perso, ma quando e contro chi? Intorno a me si è raggruppata una piccola folla, ne conosco molti. Stanno per reagire ma non capisco a cosa. So solo che devo fermarli o moriremo tutti. Io non posso permettermi di lottare ... per lei.
Che mi succede?  


Il sole sta tramontando alle mie spalle, la sua luce a malapena mi raggiunge dentro l'ampia caverna in cui mi trovo. Produce una danza di ombre grottesche e cangianti, mentre mi incammino sempre più in profondità, dentro la terra. 
C'è un piccolo stagno al centro di una camera irregolare, trabocca di una sostanza nera, densa e viscosa come il caramello. Nessun'ombra può danzarvi sopra.
Mi arresto sul bordo roccioso arido e polveroso come se non fosse mai stato lambito dall'acqua.
Qui niente si muove, qui niente si è mai veramente mosso. Solo la melassa nera  ha reagito al mio arrivo abbandonando le sue caratteristiche, che la rendevano più simile al catrame, per acquisire la fluidità e la fuggevolezza dell'acqua, un'acqua pur sempre nera, pur sempre immobile. Sono quasi ipnotizzato dall'assenza di increspature, dalla certezza che in quel putridume non potrà mai prosperare la vita.
Mi affaccio senza alcuna emozione, non provo neanche curiosità, ma solo il presentimento che, osservando quell'unico aspetto mutevole di un ambiente cristallizzato come in una fotografia, qualcosa possa cambiare. Eppure, non vedo ... NIENTE!!!

 
Cosa vuoi?
 
SETTE: queste due parole riecheggiano nell'antro e cadono al centro dello stagno nero come due gocce d'acqua precipitate da una stalattite. Cerchi concentrici danno vita a quel vuoto nero che assorbe tutto. Piccole onde si infrangono sui bordi, bagnandomi i piedi. E' il principio del movimento ed è il principio della voce. Queste piccole onde producono suoni che riverberano nel mio corpo come se volessero parlarmi. Non è una sola voce, sono più voci.
 
Ayanami:  "Hai provato a capire tuo padre?"         Misato: "Meriteresti le lodi di tutti"
HAI PAURA DI FARTI MALE?
Mamma: "Finché sei vivo puoi essere felice"                     Papà: "Non fuggire Shinji"
Asuka:"Tu non potrai mai capirmi. Vattene!"

Cosa significa?
 
E' il tuo bisogno di essere accettato e amato.
Senza il riconoscimento degli altri temi di non esistere.
 
Ma se gli altri non mi riconoscono...
 
Sarai costretto a riconoscerti da solo. Ti fa paura prenderti cura di te, vero?
 
Cosa vuoi?

SEI: Una luce bianca e fredda risale dalle profondità della melma, assomiglia ad una piccola sfera che restituisce al liquido la capacità di riflettere e di rimandarmi i contorni ancora indistinti dell'immagine di me, affacciato sul bordo di quella notte infernale. Io chi sono?
 
"Hai paura di soffrire, Ikari kun?"            "ti preoccupi di quello che pensano gli altri"
IO TI PIACCIO?
"Perchè sei qui?"                                                 "Comportati da adulto Shinji"
"Sei solo un patetico vigliacco"

Non vi capisco. Perché non mi dite cosa volete da me? Lo farei se solo non foste più chiari, se solo non foste così ... incoerenti. 
Vi prego prendetevi cura di me. NON UCCIDETEMI.
 
E tu cosa pensi degli altri?
 
Io voglio solo essere lodato. Così so che mi sto comportando bene, che non farò del male a nessuno e nessuno mi punirà, nessuno mi butterà via. 

 
E così preferisci dare potere agli altri. Così aumenti solo la tua ansia.
 
Devo comportarmi bene se voglio essere amato.
 
E per questo che odi tutti, vero Shinji?
 
Si! E' per questo che odio tutti!
 
Cosa vuoi?
 
CINQUE: la sfera risale dal fondo increspando e rischiarando quell'acqua scura, aumenta di dimensioni man mano che si avvicina alla superficie. La sua luce è più gialla, un po' più calda, e lancia saette rossastre . Lo specchio si definisce, ma non vedo più la mia sagoma, solo immagini di sogni e di ricordi (qual è la differenza?):
immagini di sangue, di croci, sabbia e metallo, una luna immensa, un arcobaleno rosso... il rosso dei capelli di Asuka, il rosso del suo plugsuit.
 
"Hai voluto che tutto fosse una cosa sola"                                               "Fatti forza!"
IO NON VOLEVO!
"Avevi solo paura".                                            "Perché continui a sognare Shinji?"
"Mai che possa contare su uno stupido come te"

E' colpa mia. Sono inutile.
 
E' comodo per te, vero Shinji?
 
Perché dovrebbe essere comodo?
 
Perché così ti illudi di avere il controllo, perché così tutto ha un senso.
 
Non è vero, io ho commesso errori imperdonabili.
 
E cerchi la redenzione nella sofferenza. Così puoi ancora fuggire!
 
Da cosa?
 
Dalla responsabilità per ciò che hai fatto e per ciò che non hai fatto.
 
E' giusto che una colpa sia punita.
 
Eppure quando la punizione sta per arrivare tu la rifiuti!
 
 
Cosa vuoi?

QUATTRO: Il lago ribolle fino a far esplodere il magma nero che ricopre la cavità infinita. Vorrei allontanarmi, ma non ci riesco, sono incantato da questo nero che promette l'approssimarsi dell'alba, di una parola, di un segno, di un destino. 
Ancora immagini di sogni e ricordi: il seno di Asuka, una lama che brucia il mio occhio, caffè sul pavimento, l'Eva 02 come un animale ucciso su cui banchettano strani predatori, la mano di Misato che mi afferra ... 
Trascinato, trascinato, sempre trascinato. Mai che mi muova da solo.... Il mio petto ferito ... Veleno, veleno, veleno. Tradimento... Io morirò ... 
PERCHE'?
 
"Mi dispiace. Non ho ottenuto nulla"               "In te avevo riposto ogni mia speranza"
POSSO TORNARE INDIETRO?
"Perché ti guardi indietro, figlio mio?"    "Non otterrai niente senza sacrifici"
Che schifo!!!

Ditemi cosa posso fare, vi prego!
 
Puoi solo andare avanti. Ma questo ti fa paura, vero?
E' meglio sognare di rimediare che accettare.
 
COSA DIAVOLO DOVREI ACCETTARE?
 
I rimpianti di un'intera vita.
 
CHI DIAVOLO SEI?
 
Ciò che si diventato.
 
Cosa vuoi da me?
 
Che ti svegli!
 
 
Cosa vuoi?
 
TRE: il nero ha ceduto il posto ad un rosso fiammante mentre la sfera ormai incandescente ha quasi raggiunto la superficie e scaglia dardi incendiari contro la roccia. Scariche stridule come rapaci riuniti in stormi mi perforano i timpani; mi tappo le orecchie prima di accorgermi che lo stagno adesso mi riflette. Ma non posso essere io, quello che vedo è già un uomo dallo sguardo severo e determinato. Sembra in procinto di dichiarare guerra al mondo, ma dietro di lui c'è ... dolore, distruzione, guerra, lame, lame affilate .... delle case, dei bambini, una bambina ... la mia. Non ho figli...
Va bene, vi ascolto. Ditemi cosa devo sapere?
 
"Non fare niente allora!"                               "Ormai per noi ... non devi fare nulla!"
SU CHI CONFIDI?
"Avrei voluto vederti crescere"        "Se non puoi essermi utile, vattene!"
"Con te ... neanche morta. Mettitelo bene in testa!"

Se non servo a nessuno, se nessuno mi dice cosa fare, se nessuno ... nessuno .... nessuno .... Io sono nessuno. Il rifiuto è dolore, la vita è dolore. 
Meglio non far niente, così eviterò la sconfitta, eviterò la sofferenza, dormirò un sonno di morte, in vita.
 
E' perché speri in qualcosa che temi di fallire. Uccidi la speranza!
E' perché ti illudi di poter essere felice che resti deluso. Uccidi l'illusione!
E' perché vuoi essere amato che ...
 
... temo di essere ferito.
 
No! E' perché vuoi essere amato che rinunci ad amare te stesso!

La risata di una bambina dissolve questo dialogo e riecheggia per tutta la caverna. E' meravigliosamente insopportabile, così insensata, inopportuna, inarrestabile; è il suono della vita. Forse ridevo anch'io così, da piccolo. Questa risata trasforma quel lento movimento dal fondo dello stagno in un esplosione di luce intorno a me, anche l'aria nella caverna si sposta e raggiunge, fresca e umida, le mie narici per scendere attraverso la mia gola fino ai polmoni che, finalmente si gonfiano. Ho l'impressione che il mio cuore abbia iniziato a battere solo ora. 
Voglio ridere così, senza motivo, senza senso, senza speranza.
 
 
Cosa vuoi?
 
DUE: Il lago trabocca inondando l'antro di sangue arterioso, la sfera emerge dall'acqua e si alza fino in cielo come un sole che illumina, riscalda, brucia. 
Si espande fino a riempire lo spazio vuoto in cui mi trovo. I fantasmi di poco fa sono fuggiti. Non ha bisogno di un significato questo sole che lampeggia davanti a me.
Vorrei diventare tutt'uno con quell'astro, ma al contempo lo temo perché può bruciare i miei occhi e seccare la mia carne. Esso è vita e morte unite. 
Quasi mi conforta quell'ultimo rigurgito di fango nerastro che striscia sui miei piedi e risale lungo il mio corpo, avvolgemi e soffocandomi e opprimendomi. Sono sensazioni a me più familiari. Ditemi chi siete?
 
"Vuoi diventare una cosa sola con me"    "Se la realtà ti fa male puoi sempre fuggire"
COSA DESIDERI?
"Shinji"                                                                        "Shinji"
"Perché non ti arrendi e ti lasci andare?"
 
"BASTAAAAAAAA!"
 
 
Allora, cosa hai deciso?

UNO: Tutto svanisce, niente acqua, niente sole, niente caverna. 
Solo il pavimento in legno che si avvicina alla mia testa il mio corpo dolorante, la paura, la rabbia, la frustrazione e ... una consapevolezza, quella di due corsi d'acqua che muovono l'uno verso l'altro fino a scontrarsi e confondersi e comprendersi in un unico mare. Sono punti di vista che convergono e formano un'identità nuova, sconosciuta eppure familiare. D'un tratto io
so cosa fare


Sono ancora vivo e vivo intendo restare. Devo trovare il modo di uscire da qui, le questioni morali possono aspettare.
Non so perché ancora non mi abbiano ucciso ... peggio per loro! Io non mi sarei concesso tutto questo tempo, ne sono certo.
Non conosco chi mi vuole morto, ma se davvero ci tiene, allora dovrà sprecare energie per cercarmi.
Ho preso la mia decisione: COMBATTERO'!!!
 
Sai che morirai?
 
Finché sono vivo ho ancora una possibilità e me la giocherò! Tentiamo!!!
Coraggio, Shinji, analizza la situazione.
Primo: dietro di me sono in due e sono armati, ma non credo abbiano estratto le loro pistole; mi hanno colpito ma solo per divertimento. Sono lì solo per togliermi una via di fuga ... quindi è inutile cercare di sfondare nella loro direzione.
Secondo: davanti c'è il bruttone che vuole pestarmi, impugna ancora la pistola ma la canna punta al pavimento. Alle sue spalle ci sono Asuka e Kuchinawa, distanti due o tre passi, e dietro ancora a un paio di metri una grande finestra.
Terzo: a destra c'è solo il bancone e una porticina che si staglia ai lati dello specchio versione maxischermo. Non so dove porta, quindi ... esclusa anche quella via.
Quarto:  a sinistra il guercio che non muove un muscolo, tranne quelli del polso; più indietro il bastardo che ha dato inizio a quella tetra "danza" di giocattoli da fuoco, con il coltellaccio ancora visibile nella sua mano sinistra e gli occhi  imprigionati nel ghiaccio che mi fissano incolori. Mi ricordano quelli ...
Merda! All'ingresso scorgo, tra i volti anonimi e spaventosi dei predatori in attesa, il  ragazzo che avevo notato, mio malgrado, appena entrato nel villaggio. Osserva la scena battendo a ritmo sulla coscia la lama del coltello che aveva pulito con i capelli di un morto.  Anche da quella parte, quindi, niente da fare.
Va bene, non mi resta che giocarmi la fortuna davanti a me. Se riesco a togliermi di mezzo quella faccia da clown, mi basterà superare l'ufficiale. Non mi conviene affrontarlo, ma posso distrarlo gettandogli addosso lo sdentato. Se Asuka mi fa anche il favore di rimandare la soluzione dei suoi dubbi e soprattutto di levarsi dalle palle, forse riesco a sfondare la finestra.
 
Spareranno!
 
Si, ma se sono veloce, dovranno farlo quando sarò fuori da qui. Devo tentare.
 
Mi raccomando, nel dubbio ...
 
Ho capito, cercherò di passare alla destra di Asuka così non dovrà farmi da scudo. Quante storie ...
 
... per una sola persona?
 
 
ZERO: Non temere di fallire. Sei in ginocchio, sfruttalo! Non devono capire.
Un bel respiro e ... lentamente raddrizzo la schiena portando il mio busto sulla linea del fuoco. Chino il capo in segno di resa perché non nutrano sospetti.
<< Ti prego... >> fingo di piangere mentre mi curvo per caricare la molla facendo al contempo leva sulle braccia per alzarmi quel tanto che basta a posizionare gli avampiedi a contatto col pavimento. Ora,inquadra il bersaglio!
Alzo lo sguardo verso lo sdentato, quasi ho difficoltà a metterlo a fuoco a causa di un fastidioso formicolio agli occhi. L'obiettivo è a portata di tiro, la mano destra  è già chiusa a pugno. Sono pronto. << Ti prego ... >> ripeto.
Spara!
<< Crepa! >> urlo mentre lascio partire il montante. Colpito!
Beccato al basso ventre il nemico si accascia sputando anche le tonsille; non stramazza solo perché istintivamente riesce ad allungare il braccio verso terra, ma è fuori uso. Lo slancio del pugno mi ha permesso di tornare in piedi, ogni muscolo, ogni osso del mio corpo mugghia di dolore, però adesso lo sovrasto. Il bersaglio ora è alla mia destra, ho poche forze, ma posso contare su un alleato: la gravità.
Carico il gancio sinistro e lo scaglio sulla sua faccia con tutto il mio peso, gridando con tutto l'odio che infiamma il mio petto e adesso anche i miei occhi.

 
Se solo ne avessi la possibilità vi ucciderei tutti!


Un altro centro e ... uomo a terra. Ho esagerato, però, perché adesso non ho niente da spingere addosso all'ufficiale della Wille.
"Adattiamoci" mi dico mentre preparo lo scatto.
Le nocche di un pugno mi raggiungono prima che possa liberare tutta l'energia che avevo accumulato nella gambe. Hanno reagito rapidamente, più di quanto sperassi.
Il cazzotto impatta sulla guancia sinistra, ed è così potente da farmi ruotare di 180° in una spirale verso il basso. Sbatto il petto contro il tavolo di Kosuke, che ha almeno smesso di "strimpellare" sul tavolo.
 
Game over, ragazzo! Bella partita, però!

Sento un indistinto vociare intorno a me, fonemi sconnessi che mi raggiungono ovattati. Scivolo lentamente a terra, le mie braccia sono protese in avanti, ma non afferrano niente. Un momento: l'accendino!!! Non so per quale motivo, ma faccio appello alle ultime forze per compiere un insensato, meravigliosamente puro, gesto: gli strappo l'accendino dalle mani con tale velocità da stupire entrambi.
Sei un pessimo musicista, Kosuke. Se ti può consolare, anch'io non ho niente contro di te.
Sono a terra, pancia all'aria, le braccia stese a formare una croce. Solo la mia gamba destra, piegata, si ostina a puntare verso l'alto. Un calcio mi raggiunge al fianco, subito doppiato da un altro. Non so chi mi stia colpendo e non mi interessa, ormai ho perso. Ammazzatemi pure!
Qualcuno mi fa rialzare a forza, immobilizzandomi e soffocandomi con un braccio stretto intorno al collo; un ginocchio che spinge all'altezza dei reni mi costringe a stare in piedi sulle punte per attenuare il dolore.
<< Schifoso bastardo! >> piagnucola lo sdentato rimettendosi in piedi.  << Guarda come mi hai ridotto. Rimpiangerai di non aver incontrato subito Furia Buia >> pulendo il sangue via dalla faccia strofinandola contro la manica della sua giacca. 
Estrae un coltello che punta rapidamente al mio viso.
<< Fermi!!! >> tuona il guercio alzandosi di scatto; è alto, ma meno di quanto mi apparisse dal pavimento. << NON spetta a voi ucciderlo >>.
<< Tranquillo boss, non lo ucciderò, ma gli farò qualche bel ricamino >> assicura ridendo nervosamente come un tossico in pieno sballo.
Ho provocato due mezze estinzioni di massa, ho distrutto creature potentissime chiamate "angeli", sono stato l'oggetto del desiderio e il crepacuore delle organizzazioni più potenti al mondo... E adesso devo farmi torturare da questa cicca di uomo. << Che schifo!!! >> esclamo cercando istintivamente con lo sguardo proprio Asuka, come se volessi sputare addosso a lei quell'ultima affermazione.
La rossa mi scruta con il suo occhio stranamente lucido e il volto congelato in un'espressione di sorpresa. Chissà, forse anche gli altri non si aspettavano che la volpe dell'artico sapesse mordere.
 
Ti rendi conto che adesso sarai sbranato con maggiore crudeltà?
 
Ah ah ah. Questo sì che è stupido!
 
Come ti senti adesso?
 
VIVO!
 
La punta del coltello è tanto vicina al mio occhio sinistro da farlo lacrimare mentre la palpebra sbatte vorticosamente. Sarà doloroso.
 
*****
 
<< AAAAAARRRGGGHH!!! >>
Non riesco a comprendere le ragioni di quell'urlo inumano.
Devo essermi perso qualcosa perché ho l'impressione di aver registrato l'azione confondendo, però, le sequenze e giocando con la velocità per far andare la musica ora più veloce, ora più lenta. E' stato come sdoppiarsi. 
Il mio sistema nervoso è rimasto in allerta ed ha percepito il pericolo prima che l'informazione giungesse alla coscienza. Riassemblando i byte di memoria nel loro giusto ordine rivedo tutto a rallentatore, mentre continuo ad osservare incredulo quella maschera da clown ricoperta di sangue che si contorce con il volto immortalato in uno spasmo di dolore. Il suo coltello giace ai piedi del bancone, insieme a qualche falange, legno scheggiato e sangue. Gli hanno sparato, è evidente; ma solo quando il mosaico si completa nella mia mente sento il rumore dello sparo che ha scaraventato a terra il mio avversario. Adesso avverto i battiti accelerati del mio cuore che mi riportano alla velocità normale del mondo in cui vivono i comuni mortali.
Asuka e Kuchinawa si voltano verso l'uscita  indietreggiando di qualche passo, quasi in sincrono. Anche il clown mugolante e piegato a protezione della sua mano guarda in direzione dello sparo prima di trasfigurarsi nel più efficace esempio di terrore che abbia mani visto. Si allontana strisciando sui glutei finché non viene fermato dal legno del bancone.
Anche il blocco alle mie spalle è caduto. Di regola adesso sarei libero di muovermi, ma mi accascio, mentre Kosuke è ancora in piedi e con la sua enorme stazza mi copre la visuale. Com'è possibile che non sia ferito? Eppure era sulla linea di tiro. Chiunque abbia sparato deve avere una mira eccezionale.
Il ragazzo con il coltello ha smesso di giocare con l'arma e Ronin mi pare si sia girato su un fianco in direzione dell'uscita.

<< Che palle! Aveva appena finito di pulire >> sento dire dietro l'armadio con un occhio solo. Il tono è un po' canzonatorio, il timbro pulito, quasi sottile. << Mami ti ucciderà questa volta ... o ti caccerà ancora >>.
<< Ma quel che è peggio è che se la prenderà anche con noi e non ci cucinerà per almeno una settimana >> fa da eco una voce profonda e un po' rauca.
<< Non adesso! > una terza voce, dura e inflessibile che probabilmente appartiene al cecchino che ha salvato il mio occhio.
<< Aaahhh, sei sempre troppo serio. Dovresti rilassati ogni tanto, migliora la qualità della vita >> sfotte il primo senza, però, ottenere risposta.
Sento i loro passi. Kosuke, finalmente, sposta la sua massa e, aprendomi la visuale, mi permette di vedere un uomo alto, magro, atletico, con capelli biondi e occhi azzurri, che cammina dinoccolato sfoggiando un sorriso quasi infantile. Avanza con le mani sulle fondine aperte che ospitano due pistole di grosso calibro, procedendo al fianco di un ... gigante, al cui confronto Kosuke dà l'impressione di essere un peso medio. E' piuttosto panciuto, forse supera i cento chili, ma in compenso è alto e ben piazzato con le sue spalle a quattro ante. Anche lui accarezza la pistola mostrando un'espressione vagamente imbronciata, ha i capelli neri, ricci e incolti come la sua barba.
Appena un passo più avanti c'è il cecchino con un fucile a canna corta ben visibile e puntato nella nostra direzione. Con la sinistra stringe il manico di un coltello a lama seghettata solo in parte nascosto dalla fondina. Io l'ho già visto.
Come gli altri due non supera i trent'anni, la corporatura è simile a quella del biondo ma i capelli danno sul castano scuro tendende al nero, lo stesso colore dei vestiti, eccezion fatta per uno spolverino grigio chiaro che cade fino alla coscia. 
A differenza del biondo e dell'omone, però, la sua espressione appare maledettamente feroce e non solo per via di una lunga cicatrice che sfregia il lato sinistro della faccia, interrotta solo da una benda piratesca posata sull'occhio.
E' l'uomo che ho sognato ieri, quello che mi ordinava di svegliarmi, quello che cercava di salvarmi ... forse. C'erano anche gli altri due. 
Deve essere lui il famigerato Furia Buia, perché il ragazzo dagli occhi di ghiaccio, anche se malvolentieri, rincula verso la parete per lasciarlo passare, rinfoderando velocemente il coltello, e i campioni che avevo alle spalle all'improvviso sembrano essersi volatilizzati. Persino la rossa è sbiancata e adesso rimpalla freneticamente l'attenzione tra me e lui.
<< Boss >> il cecchino saluta Kosuke senza guardarlo e senza fermarsi.
<< Ragazzo >> gli risponde.
<< Visto? >> simula cordialità il serpente. << Te l'ho portato .... >>
<< STA' ZITTO!!! Non devi rivolgermi la parola! >> ordina la Furia, ottenendo immediata obbedienza.
Ormai davanti a me, senza curarsi di Asuka e di Kuchinawa immobili alle sue spalle e dopo aver constatato che lo sdentato non rappresentava più un disturbo, rinfodera il fucile e prende a fissarmi in modo inquietante. Trasuda un furore folle mentre muove nervosamente le mani.
 
Mi sa che non è l'uomo dei tuoi sogni!

Prima che il mio cervello possa realizzare quanto sta accadendo, con una mano mi afferra per il collo, così forte da farmi tossire sangue e saliva sul suo braccio, e con l'altra estrae rapidamente il coltello che prima coccolava dentro il fodero.
Sento la proiezione dell'affondo che sta per sferrare e capisco che non c'è assolutamente niente che possa fare per scongiurare la fine.
Ho di nuovo paura, il mio ordinario stato di coscienza ha scelto proprio il momento giusto per riapparire e guadagnarsi così un posto in prima fila per assistere alla mia esecuzione. Lancio una lenza nell'inconscio sperando di pescare il combattente di poco fa ... ma niente.
<< Non credevo che fossi davvero capace di farlo >> Asuka tenta di distrarlo dal suo proposito. << Pensavo fossi migliore di .... >>
<< Taci, mezzosangue! Non sono affari tuoi >>.
Asuka ricaccia in gola le parole indietreggiando, come se fosse stata spinta via dalla voce di Furia Buia, ma è solo un attimo. Anche lei lancia una lenza nel suo animo alla ricerca della combattente che pilota gli Evangelion. Al contrario di me, però, noto dalla sua espressione che la pesca è stata fortunata. Prova ad avanzare serrando i pugni.
 
Non deve affrontarlo! Riconosci lo sguardo del cacciatore, vero?
 
Si, è quello di un predatore. Devo fare qualcosa, deve rimanere concentrato su di me. Io non sono tagliato per fare l'eroe, al massimo sono di quelli che, dopo essere stato pestato, trova solo la forza di afferrare da terra la gamba dell'avversario per permettere alla sua ragazza di fuggire.... Non mi piace questo ruolo, ma tant'è  ... non è che abbia molta scelta. E, visto che diventerò cibo per vermi ....
<< Ehi tu, preoccupati di me! >> non ci credo, gliel'ho detto. Per giunta le mie parole devono averlo sorpreso perché la coltellata non arriva... Solo che adesso sembra ancora più arrabbiato ... Il nero della benda viene rischiarato da un rosso amaranto proveniente dall'interno ... Anche lui con l'iride cangiante.
 
Questo prima ti ammazza, e poi ti resuscita per ucciderti di nuovo!
 
<< Come ti permetti? >> sibila minaccioso a un palmo dal mio naso, stringendo più forte la presa alla gola e sollevandomi da terra solo con quel braccio. << Hai capito che stai per morire? >> ringhia inferocito.
<< Da un bel po' >> rispondo con una vena di insperato sarcasmo. 
Sono sempre stato cintura nera di ... accomodamento diplomatico e sventolio di bandiera bianca, ma credo che l'ininterrotto pestaggio e il continuo ballo con la morte mi abbiano reso alquanto insensibile all'etichetta.
Sento la sua mano tremare, il rosso sotto la benda non è svanito; anzi .... qualunque cosa si nasconda dentro quel bulbo oculare brilla come una lucciola impazzita.
Ma è come se avesse perso la concentrazione, se fosse stato spiazzato. Io l'ho spiazzato.
Pensavi che sarei impallidito, che avrei tremato, che avrei pianto implorando pietà. Era questo che volevi, vero? Era questo lo scenario che hai sognato? Era questa la tua catarsi?
Beh, se proprio vuoi farmi secco, almeno non ti permetterò di dormire in pace.
Vorrei sfidarlo, dirgli: << che aspetti a colpirmi? >>, ma nonostante tutto non mi va di morire. Ogni tanto mi è capitato di tornare a casa grazie ad un miracolo.
 
<< Permesso, permesso! Che modi sono questi? Lasciate passare le signore! Dov'è finita la vostra galanteria, Miaaao? >> è
la collega di Asuka, la riconosco dalla voce, è quella che anni fa mi stese sul tetto della scuola, quella che mi ha tirato fuori dal Mark 13 ricordandomi che è mio dovere salvare la principessa. Ha superato lo sbarramento, forse ho una speranza.
<< Come mai >> domanda << il cagnolino è ancora vivo? Credevo l'aveste già ucciso. E proprio tu, Furia Buia - che razza di nome - proprio tu mi deludi >>.
 
Nessuna speranza. E' solo che eravamo a corto di stronzi.

La Furia mi scaraventa a terra, chiude l'occhio buono e fa un profondo respiro, rilassando le spalle fin quasi ad ingobbirsi e "spegnendo" il bagliore del suo occhio, come se potesse comandarne la luminosità.
 
Ahia. Credo che abbia appena accettato il cambio di scenario.

Punta di nuovo lo sguardo su di me, come chi ha appena inquadrato il bersaglio, e con lentezza colma la distanza.
<< Finalmente! >> esclama Mari. << Così ci liberi del mostriciattolo >>.
Furia Buia afferra i miei capelli e li tira costringendomi a mostrare la gola.
<< NOOO! >> grida Asuka che cerca di raggiungermi nonostante la marcatura stretta dell'ufficiale della Wille.
<< Non piangere principessa. Il cagnolino merita di essere abbattuto perché ... >>
Furia Buia punta il coltello alla mia gola, mentre chiudo gli occhi, forse per sempre.
<< ... in fondo, è solo un vigliacco egoista! >>  
La lama si ferma a contatto con la pelle. Sento il respiro del mio assassino diventare irregolare, riapro timidamente una fessura tra le palpebre per capire cosa è andato storto nell'esecuzione. Se non fosse per le contrazioni innaturali delle spalle, lo stridio dei denti che cercano di scaricare un po' di pressione e per quell'occhio sano che sembra in procinto di schizzar via dall'orbita, direi che quell'uomo si è congelato nell'atto di tagliarmi la gola. Vorrebbe concludere ma non ci riesce, qualcosa lo blocca. Il suo volto tradisce frustrazione, confusione ... ma quella è paura. Anche tu hai paura?

<< Certo che l'avete ridotto proprio male >> commenta il biondo nel frattempo si era accomodato su uno sgabello ed aveva preparato due cicchetti. Fissa Furia Buia con aria tesa. << Tu che dici, Orso? >>
L'omone che gli siede affianco, spalle alla porta e a noi, si limita a rispondere con un semplice << boh! >> dopo aver vuotato il piccolo calice di nettare.
Anche Mari, senza curarsi degli attori impegnati nella scena madre, ha approfittato dell'intervallo tra primo e secondo tempo per accomodarsi vicino al biondo. Lo guarda con fare malizioso, puntellando il gomito sul bancone per sostenere il mento con la mano.
Il biondo scippa il bicchiere, nuovamente pieno, dalle mani di Orso prima che possa tracannarlo e glielo passa. << Prego, tette d'oro >> si rivolge affabile alla gatta. << Più siamo e meglio è >>
<< Tu si che capisci le donne al volo ... Non sei d'accordo, Orso? >>
<< See, See! >> risponde infastidito il gigante mentre fa per servirsi direttamente dalla bottiglia.
 << ... Avete ragione. E' ridotto troppo male >> sbotta Furia Buia che, evidentemente, ha per ora rinunciato a farmi lo scalpo, ma non a mollare l'osso. << Dobbiamo avvertire il medico. Non voglio che questo stronzetto muoia per mano di qualcun altro >>.
<< E già >> lo accompagna il biondo che ripropone di nuovo stampato in faccia un largo sorriso, << sarebbe un vero peccato se schiattasse da un momento all'altro per qualche emorragia interna >>.
<< O esterna >> commenta Orso, che si era appena girato a guardarmi, mentre oscilla il braccio per indicare me.
In effetti, i miei vestiti sono sporchi di sangue e sorte non migliore ho riservato al pavimento. Chissà come sono ridotto?!
 Il cecchino ripone il coltello e mi alza a forza con una sola mano, tirandomi da non so quale estremità del plugsuit all'altezza del petto.
Si volta verso l'uscita, con me appresso alla sua sinistra, mentre cerco di ristabilire un contatto con il suolo.
<< Si, meglio muoversi in fretta >> segue anche il biondo, << prima che ci diano la colpa di questo casino. A proposito >> si rivolge a Mari, << il dottore lo troviamo nell'infermeria o dobbiamo cercarlo a bordo della vostra "astronave"? >>
<< E' a bordo dell'astronave >> sorride sorniona il pilota. << L'avviso io >>.
 << Che ... che significa? >> domanda il serpente. << Non erano questi gli accordi >>.
<< Io non faccio accordi con te >> replica secco Furia Buia senza fermarsi.
<< Non puoi rimangiarti la parola in questo modo >> sbotta la corda marcia
<< Non ti ho dato alcuna parola >>.
<< Non finirà così >>.
<< Sai quanto me ne frega >> ribatte laconico il cecchino con un occhio solo.
Mi volto per gustarmi la faccia di Kuchinawa; lo capirebbe anche un cieco che vorrebbe riservargli lo stesso trattamento che aveva offerto a me, ma a quanto pare non è così sicuro di farcela contro il mio portantino.
Il biondo e Orso sono dietro di noi e ci coprono le spalle; si sono mossi tutti come una squadra affiatata che applica schemi di gioco ripetuti fino alla nausea.
<< In effetti, non erano questi i patti >>  sibila Ronin. << Lo abbiamo lasciato vivo per te >>.
<< MOLLA IL FUCILE! >> Furia Buia punta l'arma dritto sulla sua faccia; nello stesso istante il biondo ha già tirato fuori la pistola costringendo il ragazzo col coltello all'immobilità. Orso, invece, minaccia la folla accalcata all'uscita.
Acceso da un istinto di conservazione che non pensavo di possedere, il mio cervello processa un dettaglio che in tutto quel casino non avrei dovuto neanche essere in grado di contemplare: i due dietro di me, dove sono finiti?
Abbandono per un attimo la visione del corteggiamento a suon di armi tra il ciclope a cui faccio da zaino e il biancastro con la passione dei coltelli e, voltandomi, li vedo ancora vicino al bancone. Sono immobili e danno l'impressione di essere spaventati. Dietro di loro un terzo uomo, che non avevo notato, strofina i taglienti di due coltelli sulle loro gole.
<< Possiamo andare Matsuda? >> domanda Furia Buia come se avesse visto tutto con i miei occhi mentre resta concentrato sull'obiettivo.
<< Si, si, questi non sono un problema >> risponde quell'uomo sul metro e settanta dai capelli lunghi e neri, naso liscio e a punta. Veste come gli altri -neanche si trattasse di una divisa- ma non mi sembra abbia con sé delle pistole.
Matsuda rinfodera i coltelli e piazza un poderoso calcione sulle natiche di uno dei due; l'altro capisce l'antifona e fa per sedersi su uno sgabello.
<< Allora >> riprende Furia Buia, << vuoi essere così gentile da farmi vedere le mani o devo farti saltare la testa? Ti prego, scegli la seconda >>.
Ronin lentamente alza le mani, atteggia la bocca ad un sorriso infernale mentre osserva il movimento della canna del fucile che si abbassa per tornare a casa.
<< Tu non mi chiami mai per nome >> esclama apatico.
<< Fatti due domande! >> replica la Furia. << Scusa Boss >> aggiunge rimettendosi in marcia sempre con me a tracolla.
<< Tranquillo, Ragazzo >> sento la voce calma di Kosuke, << tanto non si è offeso >>.

All'uscita la folla si dirada, ma considerati i minuti di puro terrore che ho passato, vedere quelle brutte facce mi mette ansia. Temo che qualcuno possa spararci alle spalle, ma il gigante ed il simpaticone sono sempre a pochi passi di distanza, armi in pugno. 
Quei due, non so perché, mi danno un senso di sicurezza e mi aiutano a digerire meglio la constatazione che il procedere dei tre cacciatori rimandi al suono della campanella di fine ricreazione. Il loro passaggio provoca una pacificazione di morte e di paura. 
Avverto uno strana sensazione di calore intorno a me, come se mi trovassi all'interno di uno spazio chiuso, molto angusto, ma anche stranamente sicuro ... oserei dire "a prova di proiettile".
<< Che vuoi farne di lui? >> la rossa ci ha raggiunti fino ad affiancarci.
<< Cosa vuoi farne di lui? >> ripete la domanda dopo averci superati. Davanti a noi cammina all'indietro sulla nostra linea fissando il ciclope e un ex pilota di Evangelion riadattato a ventiquattr'ore. << Rispondimi! >>
<< Lo faremo visitare >> risponde serafico il mio sherpa.
<< Il medico è ancora a bordo dell'ammiraglia. Portiamo il ragazzo da lei >>.
<< Bel tentativo, >> replica Furia Buia, << ma il marmocchio è mio >>.
<< Ero convinta che fossi migliore di ... quelli >>  lo rimprovera la rossa. << Pensavo ...
<< Pensavi male >>.
Asuka assottiglia lo sguardo e serra le labbra, poi riprende: << lo sai che Misato e Kaji non sono d'accordo con l'esecuzione del bamboccio >>.
Kaji è ancora vivo!?
<< Non possono farci niente. Conoscevano le mie intenzioni. Se vogliono fermarmi possono  sempre provarci. Ma se non sono qui con te, vuol dire che conviene anche a loro >>.
<< E così saresti disposto a scatenare una guerra contro la Wille >> ribatte rossa in volto la piccola tsundere, << a mettere tutti a rischio solo per una tua vendetta? >>
<< Lo sai che non mi interessa altro >>.
<< Sei un ... EGOISTA! >> sbotta  Asuka.
<< Sono d'accordo >>.
<< Se volessi ... , potrei far uscire in un nanosecondo un esercito per toglierti il bamboccio. Non ne usciresti vivo. Sei disposto a correre questo rischio per una persona? >>
<< Morirebbero in tanti >> la gela il ciclope. << Sei disposta a correre il rischio per la vita di una sola persona? >>
Asuka si morde il labbro e stringe i pugni, mentre rallenta fino a farsi superare. Deve essere il suo punto debole.
 
Prendi nota!
 
<< Che c'è? >> domanda Furia Buia che pare abbia notato il disagio della rossa. << Ti interessa così tanto il moccioso? >>
<< ASSOLUTAMENTE NO!!! >> Asuka vomita queste parole con tanta veemenza che alla sua voce si accompagna uno scatto in avanti del busto che le scompiglia i capelli. Per un attimo il rosso di mescola all'azzurro del suo occhio. L'ho sempre considerata una ragazza molto carina, ma non avevo mai notato che fosse ... così ... carina. Forse è per questo che l'ho sognata.
I nostri due angeli custodi la superano, il biondo le sorride strizzando l'occhio, Orso invece si limita a  distogliere lo sguardo.
Ho l'impressione che le labbra del mio salvatore/boia, prima incurvate minacciosamente verso il basso, si aprano ad un accenno di sorriso.
<< Posso camminare da solo >> mi affanno a dire una volta smessi i panni del terzo incomodo. Mi dico: << tanto devo comunque farmi visitare. Una botta in più o in meno >>.
Furia Buia arresta il passo e prende a scrutarmi con meticolosa attenzione.
<< Ok >> esclama infine mollando di colpo la presa.
Una rapida consultazione delle mie condizioni fisiche mi fa capire che quel moto d'orgoglio era del tutto fuori luogo e sono costretto ad aggrapparmi per non cadere. In effetti, mi conviene usare il "taxi". << Come non detto >> pronuncio non senza fastidio e al contempo facendogli segno che può "indossare" nuovamente lo zaino.
 
*****

L'infermeria si trova all'interno dell'altra struttura fuori contesto che avevo intravisto all'entrata del villaggio, quella in cemento.
Furia Buia spalanca la porta con un calcio. Resisto a fatica alla tentazione di sfotterlo facendogli notare che, girando il pomello della maniglia, avrebbe ottenuto lo stesso risultato.
Sulla sinistra, un breve corridoio si apre su una stanza quadrata molto grande in fondo alla quale noto tre letti da poco rifatti. La parete sul lato della porta è interrotta da due ampie  finestre e, sotto quella in prossimità dell'entrata, un tavolo rettangolare in legno, ampio e robusto con due sedie posizionate disordinatamente a poca distanza.
Sul lato opposto scorgo due porte chiuse e, in prossimità, di queste una piccola intelaiatura a quattro gambe in acciaio che perimetra una rete per materassi, su cui è piegata  una coperta di lana grezza stile militare.
Appena superato il corridoio, immediatamente sulla destra una credenza in legno con le  porte a vetri, tendente più al decrepito che al classico, contiene garze, cerotti e medicinali. A piedi del mobile due sacchi di canapa pieni di non so cosa, e un baule frigo portatile, di quelli che servono per il trasporto di organi da trapiantare.
<< Aspetta qui! >>  mi ordina Furia Buia schiantandomi senza tanti complimenti sul tavolaccio. Ispeziona rapidamente il locale, poi si concentra sul soffitto. Vedo di nuovo la benda sull'occhio emanare una fluorescenza rossastra.
<< Tutto bene! >> commenta a bassa voce prima di concentrare l'attenzione nuovamente su di me liberando il sinistro dall'ingombro della benda.  
Ho visto cose meno sgradevoli e inquietanti. L'iride è di un rosso acceso ma sembra finta soprattutto a causa delle sue dimensioni assolutamente sproporzionate rispetto all'omologa dell'occhio destro. Anche la consistenza non appare naturale, dà quasi l'impressione di un ologramma, di una massa d'energia costretta ad assumere le sembianze di un occhio. Lo sfregio sulla faccia, peraltro, non aiuta ad attenuare il disagio che mi provoca.
La sensazione di calore è tornata a farsi sentire ed ho come l'impressione che sia correlata all'intensità di quel rosso.
<< Pensavo peggio! >> sentenzia dopo avermi praticamente scansionato.
Con noi sono entrati anche il biondo, che ha controllato che le porte secondarie fossero effettivamente chiuse,  e Asuka, ferma a pochi passi da me, mentre Orso monta di guardia alla porta.
<< Conviene spostare il tavolo >> fa il biondo. << Orso, non startene lì impalato a non far niente. Tanto non verrà nessuno a darci fastidio. Entra e dammi una mano! >>
<< Volete che scenda? >> propongo confuso.
<< No no, tranquillo >>  risponde sorridente. << Sei un peso pulce. Non puoi darci fastidio >>.
Mi posizionano tra i due finestroni. << Così a nessuno verrà la voglia di spararti alle spalle >> mi spiega Orso.
<< Esci! >> comanda la Furia ad Asuka.
<< Non ci contare! >> risponde piccata la rossa. << Voglio assicurarmi .... che vada tutto bene >>.
<< Non puoi fare niente. Perciò, vattene! >> minaccia a denti stretti avvicinandosi alla rossa che, fedele al suo personaggio, non arretra di un passo.
<< Oggi non sei proprio diplomatico ... come tutti i giorni, del resto >> si intromette, anche fisicamente, il biondo. << Facciamo così: pel di carota va incontro alla dottoressa e tu, Ragazzo, porti i due sacchi a Mami. Noi, intanto, lecchiamo i graffi al pupo. Liscio, no? >>
<< ... D'accordo, ma lei non deve rientrare >> risponde Furia Buia.
<< Entrerà >> replica << insieme al medico. No, dico, non vorrai lasciarmi da solo a controllare Orso? Lo sai che potrebbe saltarle addosso >>.
<< La finisci?! >> tuona il gigante.
Fura Buia ci pensa un po', guarda i due compari, Asuka e me, e poi riprende il giro finché non si arrende. Afferra i due sacchi di canapa vicino alla credenza e si incammina verso l'uscita. A pochi passi dall'uscio della porta raccomanda: << se tentano qualche scherzo resistete. Arriverò in un attimo >>.
<< Si, si >> lo rassicura il biondo. << Tanto lo sai che non lo faremo. Piuttosto hai dimenticato di salutare Paparino. Vorrà sapere cosa hai combinato >>.
<< Già >> sospira Furia Buia chinando il capo, << mi ero dimenticato del vecchio >>.
Asuka, in silenzio, lo osserva andar via.
<< Vai! >> la rassicura Orso mentre rovista tra i medicinali nella credenza. << Ci siamo noi qui >>.
La rossa, prima di sparire, mi lancia un'ultima occhiata che non riesco a decifrare, indugia un po' troppo su di me.
"Leccare i graffi al pupo"... Sarà che ho avuto una pessima giornata; anzi, una due giorni da panico ma la percezione di un pericolo imminente non intende abbandonarmi, nonostante l'atteggiamento di quei due sia stato tutt'altro che aggressivo.
<< Coraggio, ragazzo! >> prova a rincuorarmi quello simpatico che inizia a studiare lividi e ferite. << Forse vedrai l'alba....  Però, Ragazzo aveva ragione. Anch'io pensavo peggio. Hai la pelle dura. Guarda che è un buon segno >>.
<< Pensi >> interviene Orso con le manone piene di garze e di piccole fiale in vetro rinforzato che contengono un liquido giallastro simile all'lcl << che sia ... >>
<< ... Come noi? E' presto per dirlo.  L'hai visto anche tu quando ha colpito quella specie di Joker ... Non ricordo mai il suo nome >>.
<< Forse perché non è importante ricordarlo >> fa spallucce Orso.
<< Ma che diavolo combini? >> sbotta il biondo. << Guarda che quelle boccette non sono piene di vitamine. L'lcl va trattato prima dell'uso medico >>.
<< Io l'ho sempre usato così: spalmato per le ferite esterne, bevuto per quelle interne >>.
<< Sei proprio un orso! Quando uscirai dalla caverna sarà sempre tardi ... Ma si, dai! Passamene un po' che glielo spalmo sulla faccia >> sorride il biondo che finge di spaventarsi all'accenno di carica del bestione.
<< Perché mi state curando? >> chiedo con poca convinzione. << Se non morirò per le ferite, morirò per mano di ... >>
<< ... Ragazzo >> suggerisce Orso.
<< Si? >>
<< No, no >> chiarisce il biondo, << Ragazzo è il soprannome del ciclope che ti ha risparmiato, almeno per ora >>.
Mi prendi per il culo?
<< Non ti prendo per il culo >> precisa neanche mi avesse letto nel pensiero. << Ognuno di noi cacciatori ha un suo .... nome di battaglia. Lui ne ha addirittura due: quello che gli hanno imposto i suoi fratelli e quello che gli hanno affibbiato tutti gli altri .... Beh >> continua notando il mio stupore, << anche lui è stato un ragazzo, sai? Ed era anche un finto gracile, proprio come te >>.
<< Ok, credo. Ma il fatto resta. Lui mi ucciderà ... Ho sentito che sono la sua ossessione >>.
<< E' vero >> conferma Orso scuotendo la testa.
<< Si >> continua il biondo, << ma sei ancora vivo. Devi essere più ottimista. Credimi! Quando decide di uccidere qualcuno, Ragazzo non conosce incertezze, né paura. In pratica non fallisce mai. Porta a termine il suo proposito anche solo per orgoglio >>.
<< Sotto questo punto di vista >> insiste Orso << devo dire che sa essere un po' ottuso. Ti muovi, Musashi[4]? Non posso restarmene qui con tutta questa roba in mano >>.
<< Perché devi sempre strafare! ... A proposito io sono Mushashi. E' il ... nome d'arte che mi hanno dato >>.
<< E' il soprannome che ti sei dato. L'abbiamo accettato solo perché non la finivi di rompere >>.
<< E' lui è Orso. Il perché lo puoi immaginare facilmente >>.
<< Io sono Shinji, Ikari Shinji >>.
<< Tutti sanno chi sei ... purtroppo per te >> commenta Musashi.
<< Che stavamo dicendo? >> prosegue. << Ah si. Allora, poiché Ragazzo non ha mai fallito, il fatto che tu sia ancora vivo dimostra che non è più tanto sicuro di voler portare la tua testa a spasso come trofeo >>.
<< Già! >> conferma Orso. << Negli ultimi giorni, infatti, si comportava in modo strano. Subito dopo quella ... discussione con il piccolo diavolo >>.
<< Sarebbe la tua amica >> mi spiega Musashi.
<< Asuka? domando. << Lei non è proprio una mia amica >>.
<< Si, proprio lei. Hai ragione, Orso. Sarà passata poco più di una settimana >>.
<< Perché cos'è successo? >> chiedo celando a malapena un principio di stizza. Mi stanno riempiendo di informazioni inutili.
<< Non lo sappiamo >> ammette, questa volta con espressione più grave,  il biondo. << Ma qualcosa deve essere successo >>.
<< Ahi! >> vedo le stelle nonostante l'accortezza con cui il mio infermiere improvvisato verifica lo stato della mandibola.
<< Mmmmmhhh  >> arriva la diagnosi. << Si gonfierà tutt'intorno  Passami un altro po' di lcl! >>
<< Sicuramente >> commenta il gigante, porgendo un'altra boccetta di elisir, << avranno litigato. Non fanno altro da quando si conoscono. Sono come cane e gatto >>.
<< Cioè, lei è la gatta >> sorride malizioso Musashi << e graffia tutti, tranne Ragazzo che ha una testa più dura della sua. Solo che lui non ha voglia di fare la parte del cane >>.
<< Ha il cuore ancora impegnato >> prosegue Orso con aria più svagata. << Chissà quando la dimenticherà? ... Dopo che l'avrà ricordata, è chiaro >>.
Cristallino!
<< Che male! >> mi lamento di nuovo quando la visita si concentra sul mio fianco destro.
 << Forse >> prosegue il biondo << hai qualche costola  rotta. Orso, un'altra fiala! >>
<< Ricorda che le scorte sono scarse >> chiarisce il bestione.
<< Non preoccuparti. Male che vada ne prenderemo un po' ... in prestito >>.
<< Riassumendo >> cerco di riportare la conversazione su un tema che per ovvie ragioni in questo momento mi sta particolarmente a cuore, << vuole uccidermi o no? >>
I due incrociano per qualche secondo gli sguardi. << Chi lo sa!? >> borbotta il biondo. << Ragazzo è un po' ombroso e  non è facile da capire. Lo sapremo quando il medico ti avrà visitato >>.

Mi piacerebbe chiedere il loro aiuto affinché convincano Furia Buia a non appendermi come un salame.
<< Non ci sta chiedendo aiuto >> afferma Orso con soddisfazione. << Mi piace questo mucchietto d'ossa. Spero proprio che sopravviva >>.
 
Ritenta. Sarai più fortunato al prossimo giro.

<< Un altro punto a suo favore >> annuisce il biondo. << Chissà, forse Ragazzo l'ha sognato e, come al solito, non ce l'ha detto >>.
<< Non ci sto capendo niente >> sbotto sconfortato e più confuso di prima.
<< Come posso spiegartelo? >> Musashi fissa il soffitto come per intercettare le parole necessarie a gettar luce su quell'oscurità che aveva pesantemente contribuito a formare. << Allora, quella dei cacciatori è una realtà variegata, basata su piccole, lasciami passare il termine, "bande di fratelli" con interessi diversificati e spesso contrapposti, ma che condividono una comune ritualità. In genere, per farne parte è sufficiente superare una serie di ... per così dire "prove iniziatiche", diverse a seconda dei luoghi e delle ... bande. Nella nostra, però, si entra solo ... >>

La spiegazione si interrompe sul più bello. Sentiamo rumore di passi in rapido avvicinamento, qualcuno sta correndo nella nostra direzione.
Dalla porzione di finestra che riesco a coprire con la coda dell'occhio mi sembra di vedere un'onda di capelli castani. Pochi istanti dopo si spalanca la porta.

<< Shinji! >>

Ruoto a fatica il busto per inquadrare meglio la sagoma che appare lungo il piccolo corridoio alla mia destra.
<< Suzuhara! >> esclamo con gioia, anche se mi costa un altro blackout di fiato. 
L'adrenalina è passata da tempo. Soffrirei anche se mi scontrassi con una mosca.
   
 
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