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Autore: CrashCrashBurn    20/08/2017    1 recensioni
Un racconto per ogni brano dell'EP. Un viaggio tra suoni, pensieri, sguardi, parole. Storie sulla vita, in ogni suo colore.
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Miracles (Someone Special)
 
 
-1983-
 

My father said never give up son                                                                                                                          
Just look how good Cassius become                                                                                                                  
Muhammad, Mahatma and Nelson                                                                                                                              
Not scared to be strong

 
 
Il signor Anthony Martin sorseggiava caffè, con la schiena appoggiata al lavello della cucina e lo sguardo rivolto verso la finestra. Nel giardino di casa c’era, infatti, il figlioletto Christopher, alle prese con la sua ultima fissazione da alcune settimane: i salti. Generalmente saltava sul letto, nelle pozzanghere, giù dalle sedie. Quel pomeriggio invece era lì, accucciato sotto il canestro giocattolo che gli avevano regalato a Natale. Il volto teso per la concentrazione, la bocca che si schiudeva in un “tre, due, uno”. Al termine del countdown si spingeva su quelle gambine esili e saltava, tentando di toccare la rete con la mano.
Niente da fare.
Ventunesimo tentativo, Anthony li aveva contati. Ma ancora niente da fare.
La spinta non era mai abbastanza forte, le dita acciuffavano soltanto aria e il bambino tornava con i piedi per terra, lanciando uno sguardo d’odio alla rete. Provò un’altra volta, poi allontanò un sasso con un calcio e si sedette nel prato. Il signor Martin uscì dalla porta-finestra del soggiorno, raggiungendolo.
«Cerchi di toccare la rete con la mano?»
Christopher, non appena udita la voce del papà, si voltò di scatto.
«Sì. Ma tanto non ci riesco.»
«Non è vero che non ci riesci, devi solo provarci di nuovo.»
«L’ho fatto un sacco di volte.»
«Lo devi fare ancora.»
Anthony si sedette accanto a lui.
«Dave salta sempre altissimo -disse tristemente Christopher, gli occhi fissi sui fili d’erba che stava strappando- è bravo a fare tutto, lui. Pensa che suo fratello grande gli ha anche lasciato provare lo skate.»
Suo padre sorrise al pensiero di uno skateboard nelle mani del figlio, quel bambino che non riusciva nemmeno a camminare senza inciampare nei suoi stessi piedi.
«Voglio fargli vedere che anche io so fare dei bei salti -continuò- così la smette di prendermi in giro. Ma non sono capace, quindi mi prenderà in giro lo stesso.»
Il signor Martin fece finta di non notare gli occhi lucidi del bambino, e nemmeno la voce che si era spezzata nel pronunciare quell’ultima frase. Era timido, il suo Chris, ma anche tremendamente orgoglioso, e non voleva essere visto mentre piangeva.
 
 
Now you could run and just say they’re right                                                                                    
No, I’ll never be no one in my whole life                                                                                                
Or you could turn and say no wait they’re wrong                                                                                 
And get to keep on dancing all life long

 
Lo prese per le spalle.
«Chris, ascoltami bene. Sai qual è la più grande soddisfazione per Dave? Vedere che ti arrendi. Perché tu non devi dargliela vinta. Continua a saltare, salta finchè non toccherai quella rete e lui capirà che ha sbagliato a prenderti in giro per tutto questo tempo.»
 

Yeah you could be someone special
You’ve got bright in your brains and lightning in your veins                                                                                             
You’ll go higher than they’ve ever gone                                                                                                   
In you I see someone special                                                                                                             
You’ve got fire in your eyes and when you realize                                                                             
You’ll go further than we’ve ever gone                                                                                            
Just turn it on

 
«Un giorno salterai più in alto di tutti, Chris. Non arrenderti mai.»
 
Sulla guancia di Chris comparve una lacrima che, suo malgrado, non era riuscito a trattenere. Inaspettatamente gettò le braccia al collo del padre. Rimasero così per qualche decina di secondi, in silenzio, aspettando che il respiro del bambino si facesse di nuovo regolare.
«Su, su. Adesso basta piangere. Lo vuoi il latte con i biscotti?»
Nel sentirlo annuire, Anthony esultò mentalmente gridando al miracolo: suo figlio non mangiava mai. “Magari è la volta che inizia a metter su un po’ di massa”, pensò.
«Dai, rientriamo dalla mamma.»
Si avviarono verso casa, mano nella mano.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-1996-
 
 
I paid my intuition, I couldn't afford tuition
My funds was insufficient, it felt like I'm in prison
Until I realized I had to set my mind free
I was trusting statistics more than I trust me
Get a degree, good job, 401k
But I'm trying to turn K's to M's, what does it take?
And maybe I could be the new Ali
Of music prolly
Instead of doing it just as a hobby
Like these boys told me to
I guess you either watch the show or you show and prove
Prove it to them or you prove it to yourself
But honestly it's better if you do it for yourself
 
 
 
 
Sfigato. Ecco cos’era. Uno sfigato. Chris si buttò sul letto della camera del College. Era nervoso, esasperato, stanco, arrabbiato con il mondo ma soprattutto con se stesso. Quella giornata era   iniziata male ed era terminata ancora peggio, precisamente con quella frase pronunciata da Martha.
 
 
«Chris, nulla di personale, te lo giuro, sei un ragazzo fantastico e mi è piaciuto molto uscire con te, però, ecco… non sono pronta per qualcosa di più grande. Sono molto confusa, è un periodo un po’ così per me, e sicuramente meriti una ragazza diversa che sappia fin da subito ciò che vuole. Mi dispiace, seriamente, io…»
 
Quell’odiosa vocina acuta risuonava ancora nella sua testa.
“Ma dillo apertamente che ti faccio schifo” pensò il ragazzo. Era sicuro che la famosa confusione della ragazza avesse anche un nome proprio: Albert Cooper, il belloccio dell’altro corso. Un palestrato con un sorriso a ventimila denti e dei ridicoli mocassini ai piedi.
 
Altro che confusione.
 
Chris lanciò uno sguardo sconsolato alla chitarra che al momento era appoggiata contro il muro della stanzetta.
“Finirò per sposare lei. Oppure Jonny.” 
Sorrise, immaginandosi un’eventuale vita coniugale con il suo migliore amico. Bollette da pagare, stanze da arredare, carrelli della spesa spinti in due come ogni melensa coppietta che si rispetti. Però non si doveva condividere solo il letto, ma anche il cioccolato. E beh, Chris non si sentiva pronto a compiere un passo così importante.
 
Il buffo pensiero abbandonò sua mente, e il biondo fissò più intensamente lo strumento musicale. Era anche colpa sua se stava così. Poteva semplicemente studiare, laurearsi, trovare un lavoro, come praticamente ogni ragazzo inglese di ceto medio-alto. E invece no, non gli bastava: teneva un occhio sui libri di testo e l’altro, incondizionatamente, sulla musica. Era più forte di lui. Studiare storia gli piaceva, e anche tanto, eppure nel momento in cui pigiava quei tasti, pizzicava quelle corde, davanti ai suoi occhi comparivano molte più atmosfere, paesaggi, profumi, civiltà di quanto quelle parole d’inchiostro sapessero offrirgli. Anche cantare gli piaceva. Forse la sua voce era un po’ nasale, ma in tanti la apprezzavano comunque.
 
“La musica non ti dà il pane da portare a casa. Al massimo un ponte sotto cui dormire la notte. Strimpella al pub quando non hai nulla da fare, ma non cercare di farne un mestiere.” gli ripetevano i più cinici. Forse avevano ragione, ma era giusto vivere in base allo stipendio? Era giusto fare di ogni cosa un calcolo, una misura? Ovvio, non avrebbe mai voluto ritrovarsi disoccupato. Per diventare un artista di successo era necessario talento, fortuna e anche un pizzico di sfacciataggine. Era in possesso di questi tre requisiti? Probabilmente no.
 
“Ma dove voglio andare? Non riesco a farcela nemmeno con una ragazza, figuriamoci a tenerne cinquemila sotto un palco, che cantano a squarciagola le mie canzoni e urlano quando passo davanti a loro.”
Fu quello il suo ultimo pensiero, prima di cadere in un sonno profondo. I jeans ancora addosso, e un volume di cultura greca che lo osservava dalla scrivania.
 
 
 
 


-2017-
 
«Si va in scena» avvertì un operatore.
Chris Martin, Jonny Buckland, Guy Berryman e Will Champion annuirono in simultanea. Si avviarono nella loro consueta “passeggiata”, ovvero il percorso che dal backstage li avrebbe portati al palco. I loro passi erano accompagnati da fischiettii, dita scrocchiate, battutine demenziali. Sempre così. Tutti quarantenni ma con il cuore di adolescenti. Era quello il loro modo di essere seri.


In you I see someone special
Don't go to war with yourself
Just turn, just turn, just turn it on
And you can't go wrong
 
Giunti alla scaletta, salirono uno per volta. Chris, essendo sempre l’ultimo a mostrarsi al pubblico, guardava i suoi compagni sparire nella luce. Generalmente quel momento non aveva alcun pensiero a fare da sottofondo, perché Chris voleva solo raccogliere tutta la carica possibile per divertirsi e far divertire, nient’altro. Eppure quella volta andò in modo diverso. Davanti al frontman dei Coldplay si materializzarono alcune immagini. Non riusciva a captarle perfettamente, ma tutte gli donavano la stessa sensazione. Serenità. In quel vortice che la sua mente stava elaborando, riuscì a distinguere un palco: forse era quello su cui si sarebbe esibito di lì a poco, oppure uno delle decine che aveva già calcato nel corso della sua carriera. E si sentì fortunato. Sì, fortunato. Da anni faceva ciò che più amava insieme ai suoi migliori amici: in quanti avrebbero dato tutto per una vita del genere? Un’altra immagine si susseguì, inaspettatamente. Era una scena della sua infanzia, un ricordo che non riaffiorava da tempo, ormai. C’era lui, nel giardino della sua vecchia casa, abbracciato a suo padre. Forse piangeva. E poi una frase, una sola.
 
Un giorno salterai più in alto di tutti, Chris. Non arrenderti mai.
 
Era bello pensare che quella fissa per i salti non gli era passata nemmeno crescendo, ma era ancora più bello rendersi conto che no, non si era arreso.
 
La suggestiva intro di A Head Full Of Dreams lo riportò nel mondo reale. Doveva sbrigarsi. Salì gli ultimi gradini, rimase per qualche secondo nascosto per poi prendere la rincorsa.
 
Un giorno salterai più in alto di tutti, Chris.
 
Ed eccolo, il suo grande salto. E poi i colori, le urla, i sorrisi, le mani. E infine l’amore. Quello era ovunque.
 
 
Per te, papà.
  
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