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Autore: fefi97    20/08/2017    3 recensioni
[monchevy; missing moment della 2x07; brotp Philippe/Athenais]
Sei la luce dei miei occhi, gli aveva detto una volta.
Oh, quanto era vero.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Athénaïs de Montespan, Chevalier de Lorraine, Philippe d'Orléans
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lo sai, vero?

 

 

 

Philippe era infuriato, infuriato mentre faceva avanti e indietro davanti alla porta chiusa. Le guardie non facevano nemmeno caso a lui, erano immobili e silenziose come sempre.

Si immobilizzò quando vide, dall'altro capo del vasto corridoio, la marchesa de Montespan. Anche quella si fermò, interdetta.

Philippe le sorrise con un angolo della bocca, sarcastico.

-Sua maestà la regina vuole vedere anche voi, immagino. -

Athenais inarcò le sopracciglia sottili, avvicinandosi al duca con passo leggero.

Era nervosa, ma era brava a nasconderlo.

-Vuole interrogare anche voi? - domandò, in un bisbiglio preoccupato.

Il duca scoppiò in una risata sprezzante.

-Non oserebbe. Si limita a mettere sotto torchio il mio amante. Si diverte a torturarmi così. -

Athenais abbassò gli occhi per un istante, per poi rialzarli in quelli di Philippe.

-Credete che lo Chevalier sia colpevole della morte della povera Isabelle? Insomma, sono sicura che non farebbe male neanche a una mosca, tuttavia la poverina era sotto la sua tutela, se non erro. - mormorò, sfarfallando le ciglia con fare inquieto e insinuante.

Il duca la fissò impassibile, scrutandola a fondo.

-Voi nascondete qualcosa. - sussurrò, lasciando che le labbra si curvassero in un sorriso soddisfatto.

La marchesa scoppiò in una breve risata nervosa.

-Non siate ridicolo. Non ho fatto altro per quella poveretta che cercare di scioglierla un po'. Non ho nessuna colpa del suo annegamento.-

-Non lo metto in dubbio – replicò il duca, evidentemente sarcastico. La sua espressione poi si fece più seria, mentre afferrava bruscamente un braccio della marchesa per attirarla più vicino, in modo che le guardie non sentissero.

-Se finirà nei guai lui per coprire le vostre stupide trame per rimanere la puttana di mio fratello,io... - cominciò a sussurrarle rabbioso a un orecchio, con voce minacciosa.

La marchesa si ritrasse con uno scatto deciso, guardandolo quasi ilare.

-Nonostante sia commovente l'affetto che provate per il vostro più caro amico, non sono io che lo sto accusando di qualcosa in questo momento. E' la regina che lo ha mandato a chiamare, non io. -

Philippe la fissò per qualche istante, poi sbuffò, nervosamente, facendo un passo indietro, in una tacita tregua.

-Non posso credere che Colbert sia stato così idiota da affidare sua nipote a lui – sibilò, irritato – E' notoriamente inaffidabile. Anche nel caso non fosse annegata, l'avremmo trovata sicuro in un qualche bordello con la sottana alzata. -

Athenais rise piano, gli occhi chiari che brillavano deliziati.

-Scelta bizzarra, concordo. Anche se credo abbia accettato solo per attirare la vostra attenzione ultimamente... come dire... sfuggente. -

Il duca sollevò gli occhi al cielo, con fare annoiato.

-Non è colpa mia se è geloso di chiunque respiri. E non è colpa mia se il mio caro fratello ha deciso che dovessi risposarmi. -

Athenais spalancò gli occhi, fingendosi sconvolta.

-Monsieur! Se non vi conoscessi riconoscerei dell'acrimonia nel vostro tono, invece della devozione che dobbiamo a nostra maestà il re. - esclamò, ironica.

Il duca la guardò divertito, incrociando le braccia dietro la schiena.

-Sapete, di tutte le amanti di mio fratello, voi siete sicuramente quella che mi piace di più. Almeno avete un qualche senso dell'umorismo – sospirò – Cosa tragicamente rara in questa corte.-

La donna accennò un piccolo inchino.

-Lieta di sentirlo. E io che pensavo parteggiaste per la regina. -

Il duca fece una smorfia, poi le sorrise.

-Noi due siamo simili, in fondo – le si avvicinò di nuovo, questa volta senza violenza, per bisbigliarle all'orecchio: - Siamo puttane con una smoderata passione per gli uomini. -

La marchesa rise, sinceramente divertita, guardandolo con i suoi luccicanti occhi azzurri.

-Ma ne abbiamo solo uno speciale nel nostro cuore. Non è così? -

Philippe la guardò, leggermente disgustato.

-Non so se trovare più ripugnante il fatto che abbiate paragonato il mio amante a mio fratello o il fatto che lo amiate davvero. -

-Oh beh – Athenais aprì di poco le braccia con un sorriso vivace, che tradiva però una profonda inquietudine e tristezza – Non si può scegliere chi amare, no? -

Il duca rivolse un luno sguardo cupo alla porta oltre la quale la regina stava interrogando Chevalier.

-Purtroppo no. -

Athenais seguì il suo sguardo, la sua espressione si fece stranamente seria.

-Non è stata colpa sua. La regina non può fargli niente senza prove e sarebbe oltremodo sconveniente punire l'amante del fratello del re.-

Il duca non rispose, continuando a guardare la porta, come se potesse aprirla con la sola forza del suo sguardo.

Le lanciò poi un breve sguardo, con un accenno di sorriso.

-Penso davvero che noi due saremmo stati una splendida coppia reale. Versailles sarebbe stata un vero spasso, un tripudio di buon umore e buongusto. -

Athenais rise dolcemente, avvicinandosi un poco, come se volesse condividere un segreto con lui.

-Lo credo anche io. - mormorò, guadagnandosi un sorriso più ampio.

Il duca poi si congedò con un breve cenno del capo, facendo per allontanarsi, lasciando una di nuovo nervosa marchesa davanti alla stanza chiusa.

Prima di sparire alla sua vista si fermò, continuando a darle la schiena.

-Non ha prove nemmeno contro di voi. Non datele modo di incastrarvi. - mormorò, in modo che solo la donna potesse udirlo.

Athenais sorrise, anche se lui non poteva vederla.

-Non lo farò. Noi puttane innamorate siamo piene di risorse. - affermò, in tono allegro e bonariamente beffardo.

Philippe si concesse una breve risata, prima di allontanarsi definitivamente.

 

 

 

 

 

 

-Dovrei ucciderti. - ringhiò il duca, tirandogli i capelli con prepotenza, per farsi guardare negli occhi.

Chevalier rise, un po' ansimante, continuando a stringere i fianchi dell'altro, in una lotta di spintoni e morsi fino al letto.

-Ti mancherei troppo... E poi, uccidermi proprio ora che sono stato scagionato da ogni accusa sarebbe una mossa stupida, non da te...-

Philippe non rispose, spingendo la sua testa verso la propria bocca, per un bacio profondo e bisognoso.

Sei la luce dei miei occhi, gli aveva detto una volta.

Oh, quanto era vero.

Potevano litigare, potevano gridarsi contro, minacciare di uccidersi, dirsi le cose più crudeli, ma quello non sarebbe mai cambiato.

L'ardore con cui lo amava non sarebbe mai cambiato.

Chevalier era pigro, spesso subdolo, fastidioso, assolutamente inaffidabile, e sembrava incapace di tenersi lontano da qualche scandalo, da cui Philippe era costretto a tirarlo fuori.

Eppure, eppure...

Il loro rapporto, già di per sé burrascoso, era diventato molto teso negli ultimi tempi, con le nuove nozze di Philippe e la gelosia sempre più forte dell'altro per Thomas.

Se solo l'altro avesse saputo cosa pensava davvero Philippe di quella specie di poeta che suo fratello aveva portato a Versailles per il proprio autocompiacimento.

Era uno sfizio, niente di più.

Non era di certo importante, non era di certo quella persona per cui sarebbe stato pateticamente in ansia solo per un richiamo della regina.

Non avrebbe praticamente implorato suo fratello di liberarlo.

Non lo avrebbe mai stretto a sé durante la notte, forte, fortissimo, come se avesse paura di perderlo.

Quelle cose le aveva fatte, si.

Ma tutte per lui, unicamente per lui.

Sei la luce dei miei occhi.

Caddero sul letto, in un tonfo morbido, Philippe sotto, Chevalier sopra a gravargli con il suo peso.

Improvvisamente, si fece tutto più calmo, il bacio rallentò fino a fermarsi, le loro mani si arrestarono, quelle del Chevalier gli circondavano con delicatezza il volto, le braccia del duca erano aggrappate al collo dell'altro, tanto forte da fare male. Chevalier fece ricadere morbidamente la fronte contro quella dell'altro uomo, in un sospiro morbido. Con le dita gli accarezzava i tratti delicati del volto, quasi femminili.

-Davvero eri preoccupato per me? - chiese in un sussurro, guardandogli le labbra invece degli occhi.

-Non avevo forse motivo di esserlo? - domandò Philippe in tono basso, accarezzandogli con dita lievi i capelli, lo sguardo rivolto al soffitto ricamato sopra di loro.

Chevalier sbuffò una risata contro i suoi capelli.

-Hai un'abilità innata a ribaltare le domande scomode, amor mio. -

-Guardami. -

Il tono di Philippe era deciso, quel tono che non ammetteva discussioni.

Chevalier non poté far altro che incrociare il suo sguardo.

Non bastava il buio della stanza per nascondere quanto fossero luminosi i suoi occhi, così chiari, così limpidi.

Il duca diceva di lui che era la luce dei suoi occhi, ma non aveva idea quanto questa frase fosse vera anche per lui.

Sapeva di aver agito in modo sconsiderato nell'ultimo periodo, ma solo per la paura folle di vederselo portare via, paura che la principessa Palatina lo cambiasse, proprio sotto i suoi occhi.

C'entravano sempre gli occhi con loro.

In fondo, come lo stesso Chevalier professava, erano epicurei, vivevano dei piaceri momentanei, e quale mezzo migliore per cogliere la bellezza, se non la vista?

E quando poi c'era Philippe in giro, diventava lui la cosa più bella da cogliere, in ogni senso.

Philippe si sollevò sui gomiti e piegò un po' indietro il capo, scoprendo la gola bianchissima, per poter osservare meglio negli occhi l'altro.

-Sei la luce dei miei occhi. Lo sai questo – fece un piccola pausa e per la prima volta il suo sguardo si fece un po' incerto – Lo sai, vero? -

Chevalier sorrise con un angolo della bocca, portando delicatamente i capelli scuri dell'amante dietro le orecchie, un gesto quasi inconscio che compiva spesso.

-A volte ne dubito – confessò, sottovoce – Ma poi tu mi guardi in questo modo e allora posso dubitare di tutto. Di tutto. Tranne che di questo. -

Philippe avvolse i fianchi dell'amante con le gambe ancora rivestite dal tessuto elaborato del suo abito, portandolo con più decisione contro di sé, sopra di sé.

Le loro labbra si sfioravano, gli occhi si cercavano, trovandosi anche nel buio.

Sei la luce dei miei occhi.

-Non dubitarne mai. - sussurrò, prima che le loro bocche si incontrassero in una pace concorde.

Perchè potevano litigare, potevano gridarsi contro, minacciarsi di uccidere, dirsi le cose più crudeli, ma quello non sarebbe mai cambiato.

Il suo amore non sarebbe mai cambiato.

 

 

 

 

 

ANGOLINO

 

Ciao a tutti <3

Piccolissimo esperimento su questo fandom.

Abbiate pietà, non sono bravissima nelle ff storiche, ma ho visto da poco Versailles e, niente, amo Philippe con tutto il cuore e shippo monchevy con devozione.

Questa piccola storia è un missing moments dalla 2x07, quando la regina indaga circa la morte di Isabelle ( a cui Athenais aveva dato delle sostanze per disinibirla).

Nella mia mante Philippe e Athenais sono brotp da quando lui le ha detto “ saremmo stati una splendida coppia reale” e lei ride in quel modo carinissimo ahahha

Ma questa è la mia personale opinione, so che in realtà non condividono tantissime scene, ma ce li vedo bene come migliori amici stronzetti e ribelli.

Mi rimetto al vostro parere.

Un bacio,

Fede <3

  
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