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Autore: Lady_Gi    21/08/2017    2 recensioni
In questa lettera la Regina Elisabetta I comunica al suo favorito, Robert Dudley, l’intenzione di non volerlo sposare, in linea con quella che sarà la politica matrimoniale che la accompagnerà per il resto della sua vita e che le varrà l’appellativo di Regina Vergine. In queste brevi righe emergerà la “donna” poi sopraffatta dalla ragion di stato.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Tudor/Inghilterra
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Mio sempre adorato Robert,
non immaginate quanto ricolmo di gaudio sia il mio cuore alla notizia della vostra assoluzione dall'infamante accusa di omicidio della vostra sfortunata moglie.
Presto sarete riammesso a corte e potrete di nuovo deliziarmi della vostra inestimabile compagnia. La vostra lontananza non ha fatto altro che accrescere il mio malumore e la mia collera nei confronti dei membri del consiglio privato, sempre più pressanti circa la questione del matrimonio.
Ah cani, se solo potessi sbarazzarmi di ognuno di loro e rimettere tutte le decisioni solo al mio cuore. Quanto vorrei essere una donna qualunque, mio caro Robert, sarei cosi libera di risiedere nell'unica dimora che il mio cuore agogna piùdell'aria che respiro, le vostre braccia.
Molti tra i fidati uomini del consiglio temono che presto la mia scelta possa ricadere su di voi, soprattutto ora che siete un uomo libero.
Quanto malamente riesco a celare il mio amore per voi, Robert.
Voi stesso sapete, e che Dio mi sia testimone, che non c'è altro uomo che io desideri più di voi, non c'è lignaggio, titolo o ricchezza che possa equiparare il mio amore ed il mio affetto per la vostra persona.
Durante il nostro ultimo incontro, prima della difficile decisione di allontanarvi dalla corte, in attesa che emergessero nuovi indizi che vi scagionassero dalla macabra vicenda riguardante vostra moglie, vi promisi che avrei portato all'attenzione del consiglio la proposta di prendere voi come mio sposo. Ebbene, mio adorato, spero possiate perdonarmi un giorno, ma non ho potuto farlo.
Nelle precedenti righe vi ho scritto che alle volte vorrei essere una donna qualunque, ma io non sono una donna qualunque, io sono la Regina.
Potrebbe mai una madre anteporre la sua felicità a quella dei suoi figli? Così io non potrei mai anteporre le questioni del mio cuore agli interessi del mio popolo.
Non immaginate quanto dolore mi arrechino questi pensieri, quanto amare siano le lacrime che in questo momento risalgono i miei occhi e come fiumi in piena solcano le mie gote fino a bagnarmi le labbra.
Robert, non c'è spazio per noi in questo mondo, e non sarete più deluso da queste parole di quanto non lo sia io. Se solo voi poteste immaginare quanto straziante sia la solitudine del potere, quanto pesante sia il fardello della corona a cui tuttavia Dio mi ha destinata, quanto vorrei stringere un figlio al mio seno ed essere una moglie devota per mio marito come ogni donna.
Ma nel petto di questa piccola e fragile donna batte il cuore di un Re. E intendo che qui continui ad esserci una sola padrona e nessun padrone.
Sappiate che la mia imperitura fedeltà va all'Inghilterra, ma il mio amore sarà per sempre vostro.

Vostra Elizabeth
 
   
 
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