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Autore: Eeureka    21/08/2017    1 recensioni
– [[ ĸyoυтen ; мιnι long ; ιnтroѕpeттιvo ]] [[ coмpleтa √ ]]
– [[ proвaвιle ooc ; ѕeqυel dι "тнe newѕтarт; dove rιcoмιncιare" ]]
Raggiungere l'età adulta non vuol dire trovare stabilità per l'intera vita. Ci saranno ancora dubbi, incertezze e cambiamenti. Continue esperienze dalle quali si può imparare qualcosa per crescere sempre un po' di più.
– daʟ тeѕтo: « Quindi è vero; qualcosa non va? » domandò inquieto.
« Più o meno » borbottò Kyousuke, appoggiando gli avambracci sulle cosce e ritrovandosi a tu per tu con lo sguardo del suo fidanzato. Si sentì in imbarazzo, si era promesso che non gli avrebbe lasciato vedere la sua agitazione, e credeva di essere bravo a tenere a bada i sentimenti; qualcosa doveva essere andato storto, perché in quell'istante si sentiva vulnerabile e trasparente.
« Okay, senti » esordì insicuro. Le parole si divertivano a saltellare sulla sua gola, a salire fino alla punta della lingua e a scappare indietro quando lui stava per liberarle. L'ansia era palpabile: stava condensando l'aria rendendola pesante e irrespirabile. « È una situazione... complicata. »[...]
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Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matsukaze Tenma, Nuovo personaggio, Tsurugi Kyousuke, Tsurugi Yuuichi
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'The Newstart'
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The Newstart: nuova vita.





2 Gennaio; 01:25 PM;
«Certo che ce ne sono successe tante di assurdità. » Miyu quasi si morse la lingua, ma ciò non la frenò dal far esibire quel pensiero. Erano ormai passati parecchi giorni dal putiferio partito con l'arrivo di Yuuichi e dal Natale trascorso in ospedale, e da quando le acque si erano calmate e la Mizuyaji era potuta tornare a casa, e Tenma a vivere con Kyousuke, tutti avevano evitato di far parola su quanto accaduto come se fosse un tabù.
Ma in quel momento, con i quattro ragazzi seduti a uno dei tavoli del Newstart, che dopo minuti interi di chiacchierate erano giunti al cosiddetto "punto morto" in cui nessuno sapeva più cosa dire per portare avanti la conversazione, l'istinto era prevalso sulla forza di volontà della ragazza e quell'argomento era sbucato fuori con naturalezza.
L'attenzione dei presenti si focalizzò immediatamente su di lei.
« Beh... » Miyu andò alla ricerca di qualcosa che la potesse giustificare per quanto detto, senza però riuscirci. « Beh, insomma, l'anno non si è concluso nel modo migliore per noi, con tutti quei casini. Speriamo che questo, di anno, sia migliore! » sviò, ma ormai era troppo tardi. Aveva lanciato un amo in mare che tutti avevano per lungo tempo cercato di ignorare, ma che adesso avrebbe attirato tutti.
Fu Tenma a prendere parola. « Sì, ma alla fine tutto è andato per il meglio. Ed è questo quello che conta, no? » ravvivando l'atmosfera creatasi facendo solo uso della sua costante positività. Si voltò verso il suo ragazzo – che gli sedeva a fianco – e sorrise in modo genuino, come lui solo sapeva fare.
Kyousuke annuì a stento. « Già. Tutto è finito bene. » Si guardò attorno e constatò quanto fosse strana e surreale tutta quella pace: con il fast food con così pochi clienti da permettere a Tenma e Miyu di sedersi a uno dei tavoli, con la mancanza di quelle caotiche decorazioni vomitevoli e natalizie, con la Mizuyaji a casa a riposare e senza ansia a gravare sul petto di nessuno.
« Solo io credo che nonostante quel che accaduto non sia stato bello, sia stato però per tutti una grande esperienza da cui imparare? » il tono di Yuuichi era quasi serio, come se avesse curato amorevolmente quel pensiero dentro di sé e ora che l'aveva liberato non potesse accettare contestazioni.
« Imparare? » domandò Te ma.
« Sì, imparare. Del tipo... Imparare dai propri errori. »
Miyu tossì piuttosto rumorosamente. « Suvvia ragazzi! » proruppe. « Non pensiamoci più! Quel che è stato è stato. »
Kyousuke la guardò contrariato. « Non vorrai mica dirmi che non hai imparato nulla dai tuoi errori? » chiese, quasi retorico « Tipo... Mh, non so: che non dovresti più mentire? » e sbuffò, accomodandosi meglio sulla panca di legno e incrociando le braccia al petto.
« Oh, senti chi parla! Non sarò la persona più sincera di questo mondo, ma- » il tono di Miyu non appariva irritato, ma piuttosto provocatorio « -di certo tutto il putiferio che c'è stato non l'ho causato io. » Si sporse sul tavolo, avvicinandosi a Kyousuke, che era esattamente davanti a lei, e sussurrò scandendo bene le parole: « Sbaglio o è stato qualcun'altro a mentire al proprio fratello e a cacciare il proprio ragazzo di casa? E vogliamo forse dimenticarci che questo qualcuno se l'è presa pure ripetutamente con una povera ragazzina innocente? » sorrise, compiaciuta.
« Sull'ultima parte avrei da ridire » sibilò Kyousuke a denti stretti.
Yuuichi, che aveva osservato la scena con sconsolatezza, sospirò pesantemente. « Ohi, ragazzi. È il mio ultimo giorno qui e voi vi comportate così? » chiese come se fosse stato una vittima innocente. Il problema fu che nessuno ci fece molto caso, e non suscitò neanche un minimo di compassione ai due litiganti.
Kyousuke si accasciò sul suo posto e poggiò sfinito la fronte sulla lastra di vetro della finestra. Attese che la tensione si smorzasse, e si concesse qualche attimo per ammirare compiaciuto l'assenza di luminarie e decorazioni natalizie anche nel paesaggio esterno. Un anno nuovo era cominciato e tutto ciò che era successo era ormai vecchio e irrecuperabile, non appartenente più al presente. Il passato, semplicemente, era scivolato via: era un'azione abituale per il tempo, ma gli esseri umani erano in grado di accorgersene solo dopo il capodanno.
Pensando al tempo Kyousuke sfilò fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni e controllò l'orario. Si ritrovò a storcere il naso con disappunto prima di dire: « Yuuichi, è ora. »
Il ragazzo nominato parve svegliarsi da un lungo e rigenerante sonno di colpo. « Come? Di già? » chiese e allarmato cercò conferma nel suo orologio da polso. « Oh. »
Partì un mormorio di delusione da Tenma e Miyu.
La ragazza si alzò in piedi e voltandosi alla sua sinistra sorrise a Yuuichi. « Tornerai a trovarci, vero? » sembrava illuminata dalla speranza. E si vergognò non poco per quella domanda tanto spontanea.
« Certo, cioè, se Kyousuke mi invita sì. Non vorrei autoinvitarmi una seconda volta e creargli di nuovo un mare di problemi. » dopo aver ironizzato con quella frase si voltò in direzione di suo fratello. « Mi inviteresti? » chiese, sorridendo.
Kyousuke si alzò in piedi. « Forse, può darsi » rispose, sorridendo a sua volta.
« E se non ti invita lui, lo faccio io! » puntualizzò Tenma.
Il maggiore spostò di nuovo lo sguardo sulle lancette e i numeri nel quadrante dell'orologio. « Beh, allora... ciao! » disse a malincuore, quasi sforzandosi, e gli altri ricambiarono il saluto con il medesimo sentimento.
« E tu Miyu, salutami tua madre. »
« Certo! »
Il pensiero di andar via lo intristì parecchio. Gli sarebbero mancati tutti: Tenma, Miyu, pure la signora Mizuyaji, ma soprattutto suo fratello.
« Andiamo » fece Kyousuke, e con un cenno del capo incalzò Yuuichi a camminare.


***


Tornare alla stazione a Kyousuke fece venire in mente il giorno in cui era venuto a prendere Yuuichi. Quando era accaduto aveva avuto lo stomaco in subbuglio tutto il giorno per l'ansia e la preoccupazione; ora invece, nonostante sapesse che di lì a poco avrebbe dovuto salutare per non sapeva quanto tempo suo fratello, Kyousuke si sentiva stranamente tranquillo.
« Sai » ruppe il silenzio il minore, mentre il suo sguardo pensieroso si aggirava da un lato all'altro in mezzo a tutto quel grigio e quel l’azzurro metallizzato che li circondava. « Pensavo davvero che ci fosse una morale, dietro tutto ciò. Pensavo anche di aver imparato anche dai miei errori, ma ora non ne sono più tanto sicuro » liberò ogni suo astruso pensiero come solo in presenza di Yuuichi riusciva a fare.
Il suo interlocutore inarcò un sopracciglio. « In che senso, Kyousuke? »
« Nel senso, abbiamo a lungo detto "meno male che tutto è finito bene", e affermato che fosse tutta una conseguenza dell'essere riusciti ad essere sinceri alla fine. Ma non è così. »
« Non ti seguo ancora. »
Kyousuke sbuffò sonoramente e cercò di essere paziente.
« Tutto è finito bene perché siamo stati sinceri, ma non doveva essere per forza così. Con la mia sincerità avrei anche potuto rovinare tutto. Non era scritto da nessuna parte che se fossi stato un bravo e sincero bambino il destino mi avrebbe ricompensato sistemando ogni mio problema. Alla notizia di me e Tenma tu avresti anche potuto sconvolgenti, e tagliare per sempre i ponti con-- »
« Ehi, piano, piano- Lo sai che non avrei mai fatto nulla del genere. Credo che non ci sia niente di male nella vostra relazione, quante volte te lo devo dire? »
Kyousuke aveva uno sguardo sconsolato e frustato, come se si stesse esprimendo in una lingua diversa e non avesse modo di farsi capire da suo fratello.
« Non dico questo. Dico che non è andata bene perché alla fine ti ho detto la verità, è andata bene perché tu sei tu, e possibilmente se fossi stato un altro non sarebbe andata così. »
Yuuichi scosse il capo contrariato. « Già, sfortunatamente per te tuo fratello è Yuuichi Tsurugi, quindi tutto è andato bene. Volevi forse che non fosse così? »
« No, certo che volevo che andasse così. Semplicemente però, riflettevo sul fatto che dire bugie a volte non è così sbagliato. E che è impossibile imparare dai propri errori, perché la vita e le nostre azioni hanno conseguenze imprevedibili » si vergognò per aver rivelato una sua idea così intima.
« Beh, ovvio. E non è che mentire non sia sbagliato, Kyousuke; semplicemente le bugie a volte sono uno scudo. Le usiamo per proteggerci da quel che ci fa paura. »
Kyousuke si animò di colpo e alzò lo sguardo verso il maggiore, come se fosse giunta la spiegazione che attendeva.
« Nel tuo caso, temevi che io mi arrabbiassi con te se avessi scoperto della tua relazione. Nel caso di Miyu, credo che quella ragazza non abbia particolare fiducia in se stessa. Possibilmente teme anche il giudizio altrui, il che la porta a modificare parti di sé per sentirsi meno vulnerabile.
« Del resto il suo comportamento è anche quasi comprensibile se pensi che sua madre ha incarnato il ruolo del genitore perfetto, non mostrando alcuna debolezza né sbavature umane. Insomma, pensaci: Miyu avrà forse idealizzato la figura di sua madre? L'avrà vista così perfetta da chiedersi perché lei invece non fosse pure così, ma si trovasse piena di dubbi e insicurezze dentro sé?
« E poi Tenma... Beh, lui non sembra bravo a dire le bugie, ma sicuramente capita anche a lui di dirle. Possibilmente ha altri modi per difendersi da quel che gli fa paura. »
Kyousuke con lo sguardo basso analizzò ogni parola di quel lungo discorso. Realizzò prima che suo fratello, forse perché aspirava a diventare psicologo, forse perché particolarmente empatico, aveva un modo tutto suo di analizzare la gente. In secondo luogo, poi, si scoprì in disaccordo con lui per la parte finale.
« No » disse, scuotendo il capo contrariato. « Tenma non si difende dai problemi, li affronta » ed era una delle tante cose che non poteva fare a meno di invidiare e ammirare nel castano.
Yuuichi sorrise, come se non avesse atteso altro che Kyousuke facesse quella deduzione. « E quando li affronta, va sempre a finire bene? » domandò, pieno di aspettativa.
Kyousuke rifletté bene. Gli vennero in mente ben pochi esempi, ma uno in particolare fu piuttosto nitido: Tenma che gli si era dichiarato alle medie, e lui che lo aveva rifiutato.
« No, affatto. Non sempre. »
« Appunto, Kyousuke. Non è una questione di verità o non verità. Certe cose bisogna affrontarle e basta, o non si può sapere come andranno a finire. Se non ci provi non lo saprai mai, bisogna rischiare. »
Kyousuke sorrise. Gli pareva che nulla fosse cambiato nonostante gli anni che erano trascorsi: era ancora il bambino che si faceva spiegare tutto quel che non capiva dal suo fratello maggiore, ed era ancora pure l'adolescente in cerca di risposte sulla vita.
In quello stesso istante una voce femminile registrata annunciò che il treno era arrivato. La gente iniziò ad accalcarsi vicino alla linea che separava dai binari.
« Ecco, ci siamo » mormorò Yuuichi, forzando un sorriso.
Andarono entrambi a posizionarsi lì davanti come tutte le altre persone, e come il giorno in cui era arrivato, Yuuichi insistette per portare da solo ogni bagaglio.
« Grazie Kyousuke, nonostante tutto ho passato dei bei giorni qui. » Tese la mano a suo fratello e Kyousuke l'afferrò immediato.
« Figurati. Sei il benvenuto qui, anche se la prossima volta preferirei che mi avvisassi un po' prima per venire. »
Yuiichi ridacchiò, poi, approfittando di un momento di distrazione del minore lo tirò per il braccio e lo abbracciò. « Mi mancherai. »
Kyousuke sentì le guance che si imporporavano. « Eddai, mica ci stiamo dicendo addio- » e nonostante avesse apprezzato l'abbraccio fece di tutto per divincolarsi dalla presa dell'altro.
Il treno arrivò e gli sportelli iniziarono ad aprirsi.
« Ti ricordi del "certe cose bisogna affrontarle"? » chiese Yuuichi di fretta e Kyousuke annuì confuso.
« Beh, anch'io ho qualcosa da rivelarti. Non te l'ho detto sin da subito perché temevo che la potessi prendere male. » Kyousuke sentì il cuore palpitargli per l'ansia crescente. Yuuichi continuò: « Sai, temevo che magari sapendolo potessi decidere di chiudere i ponti con me, e restarne sconvolto. »
Kyousuke colse l'evidente presa in giro nei suoi confronti e per un attimo si chiese se suo fratello non stesse scherzando.
« Parla. »
« Okay, allora: penso che Miyu sia carina. Forse mi piace anche. »
Kyousuke sgranò gli occhi. « Cosa?! No, no! Yuuichi non posso accettarlo! » fece confuso e tentò di inseguire l'altro che tra le risate stava salendo sul treno. « Scherzo, scherzo! ... Cioè, forse. »
Kyousuke restò immobilizzato per un po', Yuuichi salì sul treno e lo salutò per un'ultima volta con la mano. Poi le porte del treno si chiusero, e il mezzo partì spedito.
Quando non ci fu più traccia di esso nelle vicinanze, Kyousuke si trovava ancora imbambolato sul posto.
Si accorse di essere rimasto solo.
Si girò un po' intorno, non incrociando nessuno, e aspirò a pieni polmoni il freddo pungente che lo circondava. Solo in quel momento si rese conto che Yuuichi era partito e che le videochiamate sarebbero tornate ad essere l'unico modo per vedersi in viso di tanto in tanto (e anche il mezzo con il quale avrebbero scambiato qualche chiacchiera sulla faccenda "Miyu").
Fece spallucce, e rimuginando sulle parole filosofiche di suo fratello si diresse a casa.
Pensò che per l'ennesima volta nella sua vita, ricominciava da dove aveva lasciato tutto. Con quella che era la sua precedente routine che era però così tanto stata contaminata da novità e cambiamenti da potersi considerare una nuova vita.
Giunse nel suo appartamento, e con un sospiro sconsolato al pensiero dei tomi di medicina e alla noia di ogni giorno che lo attendevano girò la chiave nella toppa.
Si tolse le scarpe e poi con calma camminò verso il soggiorno dove aveva lasciato la sua routine e dove intatta e quasi identica a prima l'avrebbe ritrovata. Fu colto di sorpresa quando aprì la porta della stanza.
« Bentornato Kyoucchan! » e si chiese come avesse potuto scordarsi che quella monotonia non era grigia neanche un po'.








{{ blaterazioni. }
Eccoci alla fine vera e propria. ^^
Rileggere questo epilogo dopo tanto tempo per me è stato strano e ho quasi provato tristezza – o malinconia? Eppure ricordo che quando l'ho scritto ero solo esaltata, felice, perché per la prima volta avevo concluso un progetto. E sì, direte voi, sono solo 11 capitolo (anche se lunghissimi, lol), ma rimane la prima long che riesco a completare, quindi non posso che esserne soddisfatta.
Ringrazio chi ha seguito la storia, in modo silenzioso e non. Ora che è conclusa, sapere che ne pensate mi farebbe davvero piacere ♥
Saluti,
Eeureka
  
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