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Autore: Amy2205    21/08/2017    3 recensioni
Sequel di 'L'angelo della morte'. Draco è ormai diventato un mangiamorte ma il suo cuore è ancora legato a Ginevra. Ginny dal canto suo, per quanto innamorata del biondo, non ne vuole più sapere di lui. Ricomincia così Hogwarts, un nuovo anno, più duro grazie ai Carrow e al nuovo preside. Ma riuscirà Ginny a sopravvivere? Riuscirà l'amore a trionfare?
Leggete e scoprirete.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Ginny, Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sulle ali di un angelo'
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Harry non si aspettava che l'ira di Hermione si placasse in una notte, quindi non si stupì che la mattina dopo comunicasse con sguardi torvi e silenzi ostinati. Ron reagì mantenendo un contegno innaturalmente grave in sua presenza, in segno evidente di costante rimorso. A dire il vero, quando si ritrovavano insieme tutti e tre Harry si sentiva come l'unica persona non in lutto a un funerale con pochi presenti. Ma nei rari momenti che passò da solo con Harry (a prendere l'acqua o a cercare funghi nel sottobosco), Ron fece mostra di uno sfrontato buonumore. Ormai era giunto il momento di distruggere il medaglione, anche se nessuno dei tre si sentiva mentalmente pronto ad uccidere un pezzo dell’anima di Voldemort.
Così una sera, i tre ragazzi si sedettero in cerchio e posero al centro il medaglione.
 
-Devi farlo tu Ron...- disse dopo poco Harry.
 
Ron lo guardò confuso.
 
-Io..? ma.. ma sei tu il prescelto.. perché lo devo fare io..? insomma non sono all’altezza-
 
Ma Harry sembrava convinto della sua scelta. Si alzò in piedi e mise il medaglione ben davanti a Ron.
 
-Avanti Ron, fallo!-
 
La mente di Ron improvvisamente si rabbuiò e si riempì di paura e di pensieri malvagi.
 
-Non lo sopporto... fa più effetto su di me, che su te e Hermione-
 
-Un motivo in più..- provò Harry, calmo.
 
-No... no!- mormorò nuovamente Ron.
 
-Avanti Ron! Io ora lo aprirò ma tu non esitare. Qualsiasi cosa ci sia dentro lotterà e cercherà di sconfiggerti... il diario di Riddle ha cercato di uccidermi al secondo anno..- disse prima di cominciare a parlare in serpentese.
 
Dietro le finestrelle di vetro verdi del medaglione, palpitavano due occhi vivi, scuri e belli come lo erano stati quelli di Tom Riddle prima di diventare scarlatti e con le pupille a fessura.
 
-Colpisci- ordinò Harry, mentre una nube nera lo prese per il collo e cominciò a stringere forte.
 
Ron sollevò la spada con le mani tremanti, poi una voce si alzò sibilando dall’Horcrux.
 
-Ho visto il tuo cuore.. ed è mio-
 
Harry cominciò ad ansimare.
 
-Ho visto i tuoi sogni, Ronald Weasley, e ho visto le tue paure. Tutto ciò che desideri è possibile, ma tutto ciò che temi è altrettanto possibile-
 
Tanti piccoli ragni si mossero verso Ron che indietreggiò di pochi passi. La voce intanto continuava a parlare. Hermione era sull’orlo di una crisi di nervi, si sentiva inutile, impotente.
 
- Il meno amato, sempre, dalla madre che voleva tanto una femmina... il meno amato, ora, dalla ragazza che preferisce il tuo amico... l'eterno secondo, sempre eclissato-
 
Poi arrivò il colpo finale. Dalla nebbia nera presero forma due sagome familiari. Harry e Hermione camminavano mano nella mano vicini. Osservavano Ron con disgusto.
 
- Perché sei tornato? Stavamo meglio senza di te, eravamo più felici senza di te, lieti della tua assenza... abbiamo riso della tua stupidità, della tua vigliaccheria, della tua presunzione- disse la sagoma di Hermione, cattiva.
 
L’impugnatura di Ron si fece più debole e l’Horcrux dovette intuirlo, perché continuò a infierire.
 
- Chi potrebbe guardarti, chi mai vorrebbe guardarti, accanto a Harry Potter? Che cos'hai fatto mai, in confronto al Prescelto? Che cosa sei, paragonato al Ragazzo Che è Sopravvissuto?-
 
Poi le due figure si intrecciarono tra di loro e si unirono in un lungo bacio appassionato. I vestiti si toglievano e la nebbia copriva le peli scoperte, lasciando comunque intuire cosa stava succedendo. Poi, improvvisamente, i capelli di Hermione si tinsero di rosso scuro, il suo viso divenne pallido e colmo di lentiggini. Harry invece divenne biondo, alto e più muscoloso.
 
-Guarda.. perfino lei si diverte più di te... con il tuo nemico... Draco Malfoy-
 
In quel momento Ron ci vide più dalla rabbia.
 
-No stronzo! Io va bene, ma mia sorella non osare toccarla!- e urlando queste parole affondò la spada nel medaglione.
 
Si udirono un clangore metallico e un lungo urlo. Lentamente, Harry tornò da lui, senza sapere che cosa dire o fare. Ron aveva il respiro affannato. I suoi occhi non erano più rossi, ma dell'azzurro consueto; erano umidi, anche. La spada produsse un suono metallico quando Ron la lasciò cadere a terra. Era in ginocchio, la testa fra le braccia. Tremava, ma Harry capì che non era per il freddo. Si ficcò in tasca il medaglione rotto, s'inginocchiò accanto a Ron e gli posò cautamente una mano sulla spalla. Interpretò come un buon segno che l'amico non la allontanasse. Hermione lo abbracciò da dietro senza sapere cosa dire.
 
-Io e Harry siamo solo amici... lo sai..-
 
Ron la guardò riconoscente.
 
-Lo so, ma è Ginny... cosa ci faceva con Malfoy? Perché mi ha mostrato lei?- chiese poi senza capire.
 
Ignorò l’occhiata che i due amici si scambiarono e poi senza dire nulla, andarono a cena.
 
Scusami Ron..
 
Pensò Hermione, prima di bere un lungo sorso di acqua.
 
 
 
Si erano smaterializzati in una casetta vicino al mare. Quando atterrarono, malamente, Ginny si staccò dall’abbraccio e osservò in giro. Ignorò il volto di Draco, profondamente sconvolto.
 
-Dove siamo?- chiese la rossa, osservando il mare in tempesta dalla finestra.
 
-Era la casa di mia nonna, non la usiamo mai- disse Draco sedendosi sull’immenso letto a baldacchino che regnava nella stanza.
 
-Come hai fatto a smaterializzarti? Insomma.. non si può nelle mura di Hogwarts...- chiese ancora confusa, voltandosi e avvicinandosi a Draco.
 
-La magia oscura viene comoda non solo per uccidere le persone...- disse lui, pensando dopo poco a cosa aveva appena detto.
 
Ginny sembrò non farci troppo caso e si sedette sulle gambe di Draco. Aveva bisogno di sentirlo vicino, aveva bisogno di averlo vicino a sé, l’aveva ignorato troppo, aveva passato le ultime settimane a pensare a Hermione e Ron ed Harry, ad Astoria, a Neville e ai Carrow. E aveva ignorato chi la amava veramente.
Si accoccolò sul suo petto e lui le carezzò una guancia, sprofondando il naso nei capelli rossi e inspirandone l’odore fresco.
Lei alzò lo sguardo e lo osservò dolcemente e senza darle il tempo di pensare, Draco le intrappolò il volto nelle mani e la baciò. Lei non osò divincolarsi, ma rispose mansueta al bacio. Il biondo si sdraiò sul letto e la trascinò su di sé.  La staccò leggermente, giusto per ubriacarsi del suo sguardo e strofinò i nasi tra di loro, poi tornò a concentrarsi sulle labbra.
Ginny, per quanto estasiata dalla situazione, aveva intuito che qualcosa non andava.
 
-Draco... cosa c’è?-
 
Ma il biondo non le rispose e cominciò a slacciarle il mantello da grifondoro con rapidi gesti. Poi passò al maglione, glielo sfilò con una calma studiata che fece morire Ginny.  Intanto pure la rossa aveva cominciato a eliminare un po’ della stoffa che copriva il ragazzo, quando rimase a torso nudo rimase a contemplarlo. Con le mani piccole e calde, gli sfiorò ogni muscolo che sembrò rilassarsi sotto il suo tocco magico. Toccò le costole che sporgevano, risalì fino alle clavicole su cui pose diversi baci leggeri. Poi scese fino alle braccia, ignorò il Marchio Nero, anche se non potè non osservare, quanto la pelle fosse scarnificata e bruciata in quel punto. Draco si sentiva come un animale sotto osservazione, così con un impeto di forza ribaltò le posizioni  e le artigliò i fianchi con una dolce forza. Draco la baciò con urgenza, succhiandole la lingua, mordendole le labbra, lei sospirava debolmente e si lasciò torturare in estasi. Le mani fredde del ragazzo scesero e tolsero la gonna e le calze alla ragazza, sentendo freddo si appese alle possenti spalle di Draco. Lui si staccò lievemente e la osservò sorridendo dolcemente e questo fece sciogliere completamente la rossa.   Non fiatò, non disse niente, ma lo fissò in silenzio, lasciando che lui continuasse a toccarla e carezzarla. Draco inclinò la testa alla base del suo collo, lasciando una scia di baci intorno alle clavicole, ascoltò il suo respiro irregolare e accelerato, le contrazioni ritmiche del suo ventre piatto. Ginny gli conficcò le unghie nella schiena e lui, neanche accortosi del dolore scese più in basso con la bocca, sostando sulla sua pancia piatta e sull’ombelico, fino a raggiungere l’inizio del suo osso pubico. Ginny lo guardò stravolta dal desiderio, quasi spossata per quel piacere che sembrava non arrivare mai. E poi fu l’oblio e si amarono, cercando di colmare tutte le ferite che il cuore e la loro mente portavano. Si addormentarono l’uno stretto nelle braccia dell’altra e prima di lasciarsi tra le mani di Orfeo, Ginny osservò Draco cercare di recuperare il fiato e il battito cardiaco. Lo trovò bello e splendente e luminoso come non mai. E fu grata che fosse lì per lei.
 
Un angelo della vita...

Sussurrò prima di addormentarsi sfinita.
 
 
 
Blaise si trovava nel giardino della scuola, in solitudine osservava le foglie giallognole degli alberi staccarsi dai rami, per ricadere sul terreno, creando così un enorme pavimento dorato. Era mattino presto ed era domenica, tutti stavano dormendo. Blaise si passò una mano sul collo e se lo massaggiò. Non ce la faceva più, era stanco. La missione che Voldemort in persona gli aveva affidato lo stava distruggendo. Aveva perfino litigato con Theo e insultato Astoria.
 
Astoria...
 
Le mancava incredibilmente. Era quella persona che sapeva sempre farlo ridere e lo sapeva sgridare, amorevolmente, ma riusciva sempre a riportalo sulla retta via.
Tirò su con il naso, in preda a una tristezza che sentiva ormai sua.
Com’era successo? Quando era cambiato tutto?
Un momento era pronto ad aiutare Draco, a fare Cupido, a lottare contro Voldemort e l’attimo dopo era in mano al Signore Oscuro, aveva tradito la fiducia di Draco benché lui non ne fosse consapevole, aveva messo in rischio la vita di Ginny e si era ritrovato incredibilmente solo.
 
Sentì dei passi e veloce come una lepre, impugnò la bacchetta e la puntò verso la fonte del rumore. Neville Paciock lo stava osservando assonnato e preoccupato.
 
-Zabini... che brutta cera..-  mormorò il grifone, avvicinandosi lentamente e sbadigliando.
 
Blaise lo osservò stupito e poi mise a posto la bacchetta. Doveva stare calmo, nessuno in quelle mura avrebbe potuto fargli del male. Nessuno era cosciente della sua missione, Carrow esclusi. Intanto Neville si era seduto di fianco a lui e aveva sbuffato qualcosa, contro il vento gelido che smuoveva tutte le foglie.
 
-Zabini.. ho bisogno di risposte e so che tu me ne puoi dare- disse poi, tirando fuori dalla tasca un pezzetto di cioccolato e offrendolo al moro.
 
Blaise lo osservò sempre più stupito. Da dove proveniva tutta quella confidenza?
 
-Paciock, non so che cosa tu voglia da me, ma non sono la persona giusta e tieniti il tuo cioccolato per te-
 
Neville guardò la barretta che aveva in mano e si sentì improvvisamente stupido. Arrossì e la rimise in tasca. Era stato un vero incosciente se pensava di poter ottenere risposte da una serpre. Lui non era Ginny, non aveva nulla da dare in cambio.
Blaise lo osservò e si sentì un vero stronzo. Infondo Neville voleva solo parlare, perché doveva essere sempre così freddo e malvagio nei confronti degli altri? Cosa gli stava succedendo? Cosa stava diventando?
 
-Scusami Paciock... è un brutto periodo- sospirò il moro.
 
Neville sorrise, apprezzando le scuse della serpe.
 
-Lo è per tutti- disse cercando di consolare il ragazzo.
 
Blaise lo guardò sorridendo malinconico, mentre percepiva il braccio marchiato cominciare a bruciare. Lo ignorò, ormai era abituato. Ogni volta che faceva, diceva o osava pensare qualcosa di umano, di amorevole, Voldemort lo puniva prontamente.
 
-Allora di cosa hai bisogno?- disse poi, cercando di non tradire la voce. Ora il braccio gli doleva forte, come se un ferro da stiro gli stesse scarnificando la pelle.
 
Neville lo guardò e sorrise.
 
-Io... ho notato che tra Malfoy e Ginny... insomma c’è qualcosa... tu cosa sai?- disse indeciso l’uomo.
 
Blaise chiuse gli occhi e cominciò a pensare a cosa dire. Soppesò ogni singola parola e poi con la mente si lasciò trasportare a soltanto un anno prima.
 
 
-Allora vecchio mio, qui deve essere per forza successo qualcosa...-
 
-Nulla di che... abbiamo parlato-
 
-Oh quello me l'ha detto anche lei, ma quel tuo sorriso da ebete stampato in faccia e il suo ritardo alla cena di Lumacorno mi fanno intuire che sia successo qualcos'altro-
 
-Non lo so Blaise, è una situazione strana, voglio andarci con calma. E poi non posso fare nulla con lei, hai presente se lo venisse a sapere mio padre? Mi ucciderebbe-
 
-Punto numero uno: Lucius non lo verrà a sapere, le mura della scuola non parlano mica e io non ti tradirei mai, punto numero due: non te la devi mica sposare, insomma Ginny non è una che si concederebbe facilmente...-
 
-Sai Blaise, non pensavo che te l'avrei mai detto ma grazie, oggi pomeriggio mi sono sentito bene ed era da molto che non mi sentivo così... felice-


Poi con la mente tornò a quest’anno. Li aveva osservati di nascosto e aveva notato come fossero affiatati. Come si fossero finalmente trovati. Draco aveva smesso di fare il ritroso e Ginny aveva messo da parte tutte le sue paure. Erano carini insieme, quasi perfetti. Visti da fuori sembravano un gran bella coppia, ma da vicino non lo erano affatto. Draco portava con sé un marchio indelebile, una famiglia estremista e Voldemort nella sua mente e sul suo corpo i segni di varie torture. Ginny portava con sé una famiglia spaccata, gli amici che rischiavano la morte ogni giorno e piano, piano si stava sgretolando pure lei, nonostante ostentasse di essere quella forte.
 
-Loro stanno insieme, ma è molto più complicato. Loro non stanno insieme e basta. Loro si amano. Raramente ho visto l’amore e in loro c’è. So che ti potrà sembrare strano, ma è così: loro si amano e nonostante tutte le ferite e le sofferenze, hanno sempre lottato per rimanere l’uno a fianco dell’altro- finì di dire Blaise, notando solo in quel momento con quanta foga aveva parlato dei due amici.
 
Neville lo osservava annuendo. Non ne era sconvolto. Insomma, era da settembre che aveva notato un certo feeling tra i due. A cena si cercavano spesso con gli occhi, Ginny spariva sempre dopo gli allenamenti dell’Esercito di Silente, la notte tornava tardi nella stanza, per non parlare di quando Draco l’aveva salvata dai Carrow, quella era stata l’ennesima conferma.
Neville sospirò. Approvava quella relazione, Ginny era più viva e infiammata di sempre, ma temeva che la sua famiglia o il destino, presto o tardi avrebbe ostacolato la sua storia con Malfoy. Sarebbe stato tutto più semplice se non le avessero inculcato la storia del finire da qualche parte, se solo le avessero insegnato, piuttosto, a essere felice rimanendo immobile. Tutte quelle storie sulla strada giusta, sull’amore vero, sul bene, sul male, sui Malfoy, sui mangiamorte, sui serpeverde... Trovare la propria strada. Andare per la propria strada. Magari invece si è fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico, fermi lì, a far passare la vita, magari si è un crocicchio, il mondo ha bisogno che qualcuno stia fermo, sarebbe un disastro se tutti fossero in movimento verso la propria strada, quale strada? Sono gli altri le strade e con loro intraprendi il viaggio della vita.
 
-E dimmi... tu invece hai qualcuno nel tuo cuore da grifone?- chiese poi Blaise, tornando a fare il cupido.
 
Cosa fai Blaise? Simpatizzi con il nemico?
 
Blaise scosse la testa e respirò forte e riuscì a scacciare Voldemort dalla propria mente. Neville intanto si osservava i piedi rosso in volto.
 
-Una ci sarebbe... ma ora non so nemmeno se sia viva o morta...-
 
Blaise annuì.
 
-Beh la Granger è un buon partito, ma credo che stia con Weasley- disse poi serio, cercando di compatire il ragazzo.
 
Neville lo osservò incredulo e poi scoppiò a ridere. Blaise lo guardava senza capire e corrucciò la fronte: cosa aveva detto di male?
Quando il grifone si calmò, si asciugò le lacrime dagli occhi.
 
-Io intendevo Luna... non Hermione... mio Dio! Lei mi spaventa tutt’ora-
 
Blaise scoppiò a ridere intuendo la gaffe e poi si mise a pensare.
 
-Effettivamente spaventa un po’ anche me... dai vieni!- disse poi alzandosi ed entrando nel castello.
 
-Dove?- chiese Neville seguendolo curioso.
 
-A cercare la tua amata-
 
 
 
Ginny si svegliò sentendo freddo e si sistemò meglio la coperta sul corpo coperto solamente dall’intimo. Si voltò ed osservò Draco che dormiva a torso nudo accanto a lei. La rossa si sistemò meglio su un fianco e prese ad osservarlo. Il volto era magro, ma la barba malfatta ne celava la magrezza. I capelli ricadevano scomposti sulla fronte. Il collo era colmo di segni violacei e rossastri che la grifona gli aveva lasciato qualche ora prima. Le clavicole sporgevano e incontravano le spalle larghe e muscolose. Il Marchio Nero faceva bella vista sul braccio pallido del ragazzo. La pelle attorno al tatuaggio era rossa e graffiata, colma di cicatrici e taglietti da cui uscivano poche gocce di sangue.
 
Chissà quanto gli fa male

Pensò facendo risalire lo sguardo sul torace e lì notò diversi lividi. Si accigliò e li toccò leggermente con un dito.
 
Come diamine se li è fatti?!
Come ho fatto a vederli solo ora?!

Spostò la mano su uno particolarmente scuro e questo fece mugugnare il ragazzo, che svegliatosi di colpo, spostò seccamente la mano della ragazza e la osservò malinconico.
Ginny lo scrutò in cerca di spiegazioni.

-Quest’estate.. Tu-Sai-Chi mi ha punito per non aver... compiuto il mio dovere- disse, cercando di trovare le parole più adatte.

-Dovere?!- sbuffò la rossa, passando la mano sul collo del ragazzo, per poi risalire fino alla guancia.

Restarono in silenzio ad osservarsi. Dovevano dirsi così tante cose, ma avevano paura che si sarebbero divisi nuovamente. Ginny doveva parlargli dell’Esercito di Silente, dei Carrow, di quanto sentisse la mancanza di Ron ed Hermione, del bacio che Harry le aveva dato quell’estate...
Draco doveva dirle che Voldemort era padrone della sua mente, che sapeva della loro relazione, che era in pericolo, che doveva lasciarla o sarebbe morta.
Ma proprio non riuscivano. Si trovavano  in una situazione nota a molti umani, ma non per questo meno dolorosa: ciò che li fa sentire vivi, è qualcosa che però, lentamente, è destinato ad ammazzarli. Si erano appena amati e l’idea di dividersi nuovamente faceva male. Draco le spostò i capelli e notò un enorme segno rosso sulla spalla, mal celato dalla spallina del reggiseno.

-Chi è stato?- chiese, indurendo la mascella.

Ginny si preparò alla sfuriata che sarebbe seguita.

-La Carrow- sussurrò e poi chiuse gli occhi, sicura che Draco l’avrebbe sgridata per essere stata una testarda incosciente.

Ma poi non sentì nulla, anzi percepì le labbra piccole e fredde del ragazzo sulla spalla. La stava baciando e una scarica di brividi le partirono e la raggiunsero in tutto il corpo. Incrociò le braccia attorno al collo del ragazzo e lo attirò sempre più vicino a sé, mentre Draco continuava a baciarla e a stringerla a sé.

-Promettimi che qualsiasi cosa succeda rimarremo sempre insieme, ora come ora ho bisogno di te Draco, senza di te potrei morire- sussurrò la rossa, beandosi del profumo del ragazzo.

Non sapeva però che il biondo aveva smesso per un attimo di baciarla e aveva sgranato gli occhi. Le cose non si sarebbero messe bene.

-Penso sia ora di tornare a scuola- mormorò dopo poco.

Ginny annuì, senza nemmeno immaginare il motivo per cui Draco voleva tornare ad Hogwarts.
 
 

Si erano smaterializzati nei sotterranei e senza farlo apposta si erano trovati di fronte a Neville e a Blaise, che avevano urlato per lo spavento.

-Da dove saltate fuori?- aveva chiesto Neville, salutando l’amica.

-Non sono sicuro che tu lo voglia sapere- mormorò Blaise, beccandosi un’occhiataccia dal biondo.

-Piuttosto... dove siete diretti?- chiese Ginny, profondamente imbarazzata.

-Da Luna!- disse stranamente euforico Neville –Venite..?- chiese poi, superando i tre.

I tre si guardarono, come per dire ‘questo qui è matto’ , ma poi sospirando lo seguirono nei sotterranei bui.
Dopo pochi minuti arrivarono alla stanza dove qualche mese prima avevano trovato Colin. Aprirono la porta e oltre a trovare Colin, videro altri due bambini del primo anno. Ginny si catapultò a liberarli, Neville cercava con lo sguardo Luna ma non la trovò, mentre i due serpeverde rimanevano come sentinella, nel corridoio. I tre prigionieri erano mezzi addormentati e parecchio denutriti. Guardavano grati la rossa, ma non riuscivano a dire nulla.

-Non si reggono in piedi...- mormorò poi ai tre ragazzi.

Così ognuno dei ragazzi aiutò uno dei bambini ad alzarsi e prendendoli a braccetto cercarono di incamminarsi verso l’infermeria. Ginny apriva la fila con Draco accanto e la bacchetta ben alzata e i riflessi pronti, ci mancava solo di incontrare i Carrow...

-Non possiamo portarli in infermeria..- suggerì Draco alla rossa.

-Portiamoli nella Stanza delle Necessità!- disse Neville alquanto irato per non aver trovato Luna –Seamus e Dean sono già lì-

Da qualche settimana quella stanza non era soltanto un luogo per esercitarsi con gli incantesimi, ma anche un ricovero, un luogo per dormire e riposare lontano dalle sgrinfie dei Carrow. Ginny annuì e aumentò il passo. Imboccarono una galleria che portava direttamente al terzo piano e trasportare per i gradini i bambini mezzi morti divenne pesante, nonostante la forza dei tre ragazzi. Ginny non poté fare a meno di pensare a quei bambini, a quanto dovessero essere spaventati...

-Chissà perché li imprigionano.. che colpa avranno mai...- pensò ad alta voce.

Draco la sorpassò e le disse duramente.

-Sono dei mezzosangue Ginevra... è questa la loro colpa-

Ginny si fermò sconvolta e così pure Neville la sorpassò.  Era sconvolta. A che livelli erano arrivati? Cosa era successo alla cara vecchia Hogwarts?!
Poi di colpo sentirono dei passi grossi e poco delicati. I ragazzi si voltarono e osservarono la rossa.

-Sanno che siamo qui- mormorò cominciando a correre insieme agli altri.

-Ho paura- piagnucolò il bambino in braccio a Neville, che faceva fatica a stare al passo.

 -Non ci pensare e pensa a...- cercò di consolarlo il ragazzo, ma fu interrotto.

-Non un altro passo!-disse però la voce della Carrow.

 Ginny chiuse gli occhi e quasi non si mise a piangere.

Fantastico!

-Grazie mille Blaise!- mormorò la donna avvicinandosi al ragazzo, che osservava gli amici con sguardo colpevole.

Ginny sgranò gli occhi e si voltò a guardare Draco, che stava fissando Blaise con una rabbia cieca.

-Io mi fidavo di te! E tu per tutto questo tempo hai solo fatto il doppio gioco!- urlò il biondo lasciando il bambino e scaraventandosi contro l’amico.

Blaise preso alla sprovvista cadde a terra e si beccò un pugno sul collo da parte del biondo.

-Crucio!- urlò la voce della donna e una scarica rossa colpì in pieno la schiena di Draco.

Il biondo però non sembrò averci nemmeno fatto caso e continuò a picchiare il moro. Ginny lo osservò confusa, mentre Neville la prendeva per mano e approfittando della confusione corsero via, verso la Stanza delle Necessità.
   
 
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