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Autore: _Winter_    21/08/2017    2 recensioni
{Nagumo X Suzuno... forse un po' OOC} {AU: USA 1950s-1960s per questioni di trama i nomi saranno quelli europei}
Claude Beacons è un bambino di dieci anni della Louisiana, stato in conflitto tra la comunità bianca e quella dei creoli e afroamericani. E' un bambino estremamente vivace che vive da solo con la madre nella periferia di New Orleans vicino alle paludi del Bayou.
Bryce Witihngale è un bambino come Claude, della stessa età ma che vive nella caotica New York. Figlio di un industriale di fama nazionale e benestante, tuttavia è privo di amici a causa del suo carattere distaccato.
I due ragazzini sono in tutto e per tutto diversi, lontani centinaia di miglia.
Tra nord e sud gli Stati Uniti d'America erano uniti solo dal nome eppure a legarli sono una serie di lettere che si scambiano due ragazzini di dieci anni ogni settimana.
Genere: Avventura, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 2 - Protesta

 
La risposta da New York arrivò puntualmente una settimana dopo, lo stesso tempo che ci impiegò la lettera di Claude ad arrivare nella "Grande Mela".
Il bambino rimaneva con lo sguardo fisso alla cassatta della posta in attesa del postino osservando quella scatola di latta con occhi sognanti.
-Chissà che tipo è questo Bryce...- pensava.
Ogni volta che vedeva la figura turchina del postino consegnare delle buste, il piccolo Claude si precipitava a ritirarle attraversando il giardino di corsa.
Tuttavia erano quasi sempre delle raccomandate per la madre o lettere da parenti sconosciuti che non aveva mai visto in volto, altre volte dei volantini propagandistici di ogni sorta.
Ma un giorno arrivò la tanto agognata busta che portava sul davanti scritto in caratteri eleganti "Claude Beacons, New Orleans...".
Il ragazzino si sentiva al settimo cielo!
Non perse tempo a tagliare la busta e leggere la lettera.
Si stupì per come era scritta, non sembrava una lettara di un bambino, pareva più quella di un adulto, con quella grafia così seria e ordinata.
Provava un po' di imbarazzo misto a interesse nei confronti di quel ragazzo di Manhattan. 
-Claude, forza devi andare a scuola e sei in ritardo!- urlò la madre dalla stanza affianco.
Solo il richiamo di sua madre riuscì a destarlo dai suoi pensieri e visto l'orario prese i libri e uscì correndo per arrivare puntuale a scuola.
A metà strada incontrò il suo migliore amico, Xavier Foster, un ragazzo che aveva gli stessi capelli rosso fuoco. 
Visti uno affianco all'altro si poteva scambiarli quasi per fratelli, se non fosse per gli occhi verde acqua di Xavier che contrastavano quelli dorati di Claude.
-Ciao Claude!- lo salutò il ragazzo.
-Xavier ho ricevuto la risposta! Ho douto aspettare ma alla fine è arrivata!- 
-E che tipo è?-
-Non so... non mi ha detto molto, ha scritto che ha la nostra età e ha i capelli bianchi e gli occhi azzurri come il ghiaccio!-
-Wow, pensavo che i capelli bianchi li avessero soltanti gli adulti!- scherzò Xavier.
-Tu invece hai ricevuto la risposta da... come si chiamava?- disse Claude che rideva ancora sotto i baffi per la battuta dell'amico.
-Jordan, Jordan Greenway. No non mi è ancora arrivata alcuna risposta, aspetterò con pazienza-
Continuarono a parlare per tutto il tempo fino a che non arrivarono a scuola.
Essa non era molto grande, un semplice edificio di mattoni rossi su due piani. Le finestre erano contornate di bianco e davanti all'ingresso un prato ben curato che rendeva più gradevole il tutto.
Tuttavia davanti al prato vi erano numerose persone recanti bandiere a stelle e strisce che protestavano. Uomini e donne che urlavano.
-Via i neri dalle nostre scuole!- gridava uno.
-Prima i bianchi!- rispondeva un secondo.
La folla si presentava almeno una volta a settimana per protestare contro una sentenza dell'anno prima.
Nel 1954 la Corte Suprema stabilì che la segregazione razziale nelle scuole andava contro la costituzione e quindi fu abolita, di conseguenza vennero chiuse le scuole "per soli neri" e i figli di genitori afroamericani potevano essere ammessi nelle classi insieme agli altri bambini.
In Luisiana e in tutti gli stati del sud la sentenza non venne vista positivamente. 
I due bambini, si fecero largo tra la folla infuriata per andare in classe. 
La giornata non finiva più, Claude pareva addormentarsi sul banco.
Non riusciva a digerire per nulla la lezione di aritmetica, rimaneva fermo come una statua con lo sguardo che fissava il vuoto.
-Signorino Beacons? Le ricordo che è in classe- gli ripeteva l'insegnante ogni tanto, allora Claude si risvegliava ma dopo pochi minuti ritornava in uno stato quasi catatonico.
La campanella della pausa pranzo sembrava il suono della salvezza.
Claude pagò il suo pranzo, verdura carne arrostita servita con del riso, e si sedette affianco a Xavier.
-Dopo la scuola ti va di andare al parco?- domandò.
-Va bene... ma devo anche rispondere a Bryce...- 
-Puoi rispondergli questa sera- 
-E va bene... alle 15 al parco!- rispose Claude ridendo.
La pausa pranzo voleva dire che la mattinata a scuola era quasi finita, di fatto alle 14.30 i ragazzi erano liberi di andari a casa.
I manifestanti erano ancora fuori dalla scuola reggendo le bandiere americane come per dire che difendevano il paese da una non meglio specificata minaccia dei neri.
Trascorsero tutto il pomeriggio giocando nel parco non poco lontano dalla casa di Claude.
Tornarono a casa entrambi verso sera quando venne e chiamarli Mrs Beacon, una donna alta e bruna dagli occhi azzurri, completamente diversa dal figlio Claude. Era meglio non aggirarsi per le strade da soli, soprattutto se bambini, quando iniziava a tramontare il sole.
Arrivato a casa l'occhio di Claude si posò sul tavolino del salotto e vide la lettera aperta. Solo ora si ricordava che doveva rispondere a Bryce.
Approfittò del fatto che la madre stesse preparando la cena, quindi filò nella sua cameretta e come due settimane prima ricominciò a scrivere:

" 13 aprile 1955
Che bello, finalmente ho ricevuto la tua risposta!
Ho aspettato la lettera con ansia e ogni mattina prima di andare a scuola aspettavo il postino.
Da quello che ho capito sei ricco! Ho chiesto a mia madre cosa è il gruppo Withingale e mi ha risposto che è un grande insieme di fabbriche sparse negli Stati Uniti e forse in Europa... quindi tuo padre deve essere per forza una persona importante!
Il mio invece non lo vedo da anni, mia madre dice che si trova in Corea per lavoro. E' un pilota di aerei da caccia e ha vinto la Silver Star combattando nelle Midway abbattendo cinque aerei giapponesi!
Quindi sono fiero di essere su figlio!
Vorrei chiederti una cosa, la tua scuola com'è? 
Questa mattina all'ingresso della mia c'era molta gente che manifestava perché non vuole che i figli dei neri vadano nelle stesse scuole dei bianchi.
Non ho ancora capito perché c'è questo odio, tutti devono andare a scuola e la scuola è uguale per tutti. 
In città ci sono anche scontri violenti tra bianchi e neri, anche perché buona parte delle persone qui ha la pelle scura.
Ora sarà meglio che concluda la lettera, 
spero di avere presto una tua risposta!

Claude Beacons"


Per la seconda volta imbustò la lettera, ma ormai era tardi, l'avrebbe imbucata la mattina dopo prima di andare a scuola e così fece.
Si svegliò prima del solito per spedire la lettera e arrivò anche in anticipo a scuola!
Tuttavia quella mattina venne accompagnato per tutto il tragitto dalla madre, fino al portone della scuola. 
-Perché non posso andare a scuola con Xavier come tutti gli altri giorni?- chiedeva Claude che stringeva la mano della madre. 
-Oggi non è sicuro che tu vada da solo- continuava a ripetere senza sosta la mamma. 
Il ragazzino non capiva ma più chiedeva spiegazioni più la madre sviava il discorso, alle volte parlando di scuola, altre volte sviava il discorso su un giovane cantante di appena vent'anni che aveva conquistato i cuori dell'Alabama e stava iniziando a farsi conoscere bene anche in Luisiana, un bianco che cantava la musica dei neri.
Fuori non c'era la folla del giorno prima ma alcuni agenti di polizia, probabilmente per evitare le proteste del giorno prima o almeno così pensava Claude. 
La madre stette con il figlio fino a che non aprirono il portone per gli studenti, solo allora baciò sulla fronte Claude e se ne andò velocemente.
-Oggi non è sicuro piccolo Claude, oggi non è per niente sicuro...- 
La signorina Beacons era fin troppo premurosa per il figlio, tuttavia era più che comprensibile, dopo quello che era successo quella notte.
New Orleans era una bella città, un intreccio di culture; americana, francese, afroamericana, creola e caraibica, era la culla dello sfrenato e gioioso ritmo del jazz, di Louis Armstrong, Jelly Roll Morton, Buddy Bolden, una cittadina allegra e spensierata. 
Di giorno tutti sono felici, tutti lavorano, studiano, cantano e ballano. 
Tutti sono amici di tutti, di stranieri e no, il caldo è sempre presente e porta gioia e serenità, gli uragani che vengono dall'oceano Atlantico ormai non spaventano più nessuno.
Eppure di notte si trasforma, il crimine è presente più che in altre città, forse per la presenza di "ghetti" in cui si riuniscono persone della stessa cultura a volte per dichiarare guerra agli altri territori. Il porto è uno dei più grandi di tutta l'America, navi cariche di ogni bene possibile e immaginabile giungono da ogni dove. Di giorno scaricano cibo, farmaci, turisti... di notte scaricano oppio, armi, e ogni sorta di droga possibile che venga dai Caraibi. 
Di notte le strade si animano di gente ubriaca, criminali e streghe vudù che minacciano di lanciare chissà quale maledizione a meno che non si elemosini un dollaro. 
Il vudù è famoso a New Orleans, tutti ci credono un po', almeno nel fondo del loro cuore, dopotutto nel cimitero vi è la tomba di Marie Laveau la più grande sacerdotessa di tutti i tempi.
Ma non è il vudù il nemico numero uno delle notti di New Orleans, la signorina Beacons questo lo sa bene, la notte precedente è successo un fatto piuttosto comune negli ultimi tempi ma pur sempre raccapricciante. Ma forse c'è veramente qualcosa di soprannaturale nell'accaduto, i fantasmi, colpiscono sempre di notte quando le uniche luci che rischiarano il buio sono la luna e il fuoco.
La signorina Beacons nel primo pomeriggio andò a prendere il figlio da scuola.
-Mamma, oggi posso andare al parco con Xavier?- domandò Claude.
-No, oggi no... però quando finirai i compiti potremmo invitare Xavier e la signora Foster a trascorrere il pomeriggio a casa nostra!- esclamò con un sorriso ricambiato dal figlio che strizzò un occhio per dire che andava bene.
Mrs Beacons solitamente lasciava andare il figlio a giocare al parco quando finiva i compiti, tuttavia non oggi.
-Sai Claude, non voglio essere cattiva, ma oggi non è sicuro andare al parco-
  
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