Fanfic su artisti musicali > The 1975
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Autore: DamselInDistress_92    21/08/2017    0 recensioni
Nata da un'ispirazione di Robbers.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Robbers




Un pomeriggio di settembre la incontrai su una panchina nel parco comunale della città. Era così bella, con i suoi lunghi capelli scuri e le sue labbra rosso fuoco, sembrava quasi fossero state disegnate da un artista famoso.
Non avevo neanche il coraggio di avvicinarmi. Perché dovevo? Non ero un grande oratore, le mie parole le consumavo nel mio cervello.
Fissava il suo telefono, sicuramente scorreva lo sguardo su qualche social, perché era chiaro che non stesse scrivendo.
Ma come potevo raggiungerla? Come potevo parlarle? Ne avevo un disperato bisogno. Ma la mia codardia ne ebbe la meglio.


Dopo circa una settimana tornai in quel punto, ero un po’ su di giri, forse questa volta il coraggio che non avevo sarebbe uscito fuori, da non so dove.
Mi avvicinai, lei aveva sempre in mano quel dannato telefonino.
<< Ehi >> le dissi, lei alzò i suoi meravigliosi occhi verdi su di me e mi scrutò. Non era colpita dal mio aspetto. E questo lo avevo previsto, perché i miei capelli sono una chioma riccia indomabile, e il mio corpo è troppo secco.
<< Sei sola? >> le chiesi. Domanda stupida, pensandoci ora, ma al momento sembrava avermela suggerita Einstein in persona.
<< Tu che dici? >> mi rispose scocciata e annoiata dalla mia presenza, dalla mia voce.
<< Be’ vuoi un po’ di compagnia? >>
<< No >>
Il suo “no” riecheggiò nella mia testa più volte tanto che ebbi subito bisogno di un tiro.
<< Okay >> dissi soltanto, lei non ebbe neanche la decenza o la voglia di guardarmi.
Girai i tacchi e mentre stavo per allontanarmi ritornai da lei.
<< Sappi che non sono un tipo da gettare nel cesso, né potrei mai farti del male, volevo solo fare due chiacchiere e sai perché? Potrei sembrare uno di quei tanti tizi che vanno dalle ragazze per poterci provare, ma io no…non sono quel tipo di uomo…io vorrei solo fare due chiacchiere, nient’altro….perché proprio con te ti starai chiedendo…Be’ perché penso tu abbia una bella mente….di solito la nostra faccia ci dice chi siamo….Non credo alla strozzata dell’apparenza inganna >> detto questo, mentre lei non mi aveva tolto gli occhi di dosso neanche un secondo, mi voltai per sparire per sempre, ma lei mi fermò, mi afferrò per un braccio e mi disse: << Aspetta…siediti >>
Mi sorrise e da allora il mio mondo cambiò.


Dopo circa un anno, eravamo nella distruzione più totale. La mia dipendenza da alcol e droga la stava uccidendo. Purtroppo avevo coinvolto anche lei, e adesso non poteva più uscirne, era così debole, proprio come me, anche se avevamo due caratteri completamente diversi.
L’avevo rovinata, l’avevo portata all’annientamento ed era solo colpa mia.
Il nostro amore da puro era passato a tossico. Anche se credo che puro non lo era mai stato. Eravamo l’uno dipendente dall’altra, ma allo stesso tempo ci stavamo distruggendo.
Era un circolo vizioso, crudele e spietato. Qual era la via d’uscita? Non lo sapevo, o forse lo sapevo e la risposta mi faceva rabbrividire nella pelle e nel cuore.


La situazione degenerò quando io e i miei amici decidemmo per derubare un negozio di liquori. Entrai io stesso nel negozio, bendato e armato di pistola, non riuscii a combinare niente, avevo ormai il cervello annebbiato, così uscii ferito e con un fardello gigante nel cuore. Avevo perso tutto, la testa, il senno, lei soprattutto. Volevo essere un eroe quel giorno, ma mi ero dimostrato una nullità.
Lei mi soccorse subito, mi medicò le ferite, pianse insieme a me fino all’ultimo goccio di wisky. A quel punto cosa aveva un senso? Credo niente più. Forse tutto quello che avevo combinato era stato un grossissimo errore. Coinvolgere una ragazza pura ed innocente nel mio giro maledetto era stata una follia. Ma ormai non c’era più nulla da fare, né per me, né per lei o per noi. Nulla era più recuperabile.
Un giorno le dissi: “Sappi che non sono un tipo da gettare nel cesso, né potrei mai farti del male”, eppure era solo questo che mi ero dimostrato e che ero riuscito a fare.





  
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