Storie originali > Thriller
Segui la storia  |      
Autore: FreeMara    21/08/2017    1 recensioni
Anno di Rivoluzione. Anno di Rivelazione.
Il mondo che conoscevamo brucia ormai, crollato sotto le macerie dei pilastri che lo sorreggevano. Una nuova epoca ha inizio.
Un'epoca creata dalla debolezza dell'uomo e dal potere dell'ignoranza che riesce a tramutare la paura in coraggio. Il coraggio dell'agnello che crede di essere amico del lupo.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Absolvi me.
Nunc mortuus concido ut ab umbris infernis ad luminae vitae surgo
Audite mei!
 
Non ricordo molto di quella notte.
Un vetro rotto, il cane che abbaia.

Non riesco a muovermi, ho troppa paura. Ma il papà mi ha sempre detto che se sento qualcosa di strano devo nascondermi sotto al letto.
Fa tanto freddo. Fuori sta nevicando.


Uno sparo.

Devo nascondermi sotto al letto!
Il pavimento è tanto freddo. Vorrei che ci fosse Shila qui con me. E’ davvero un bravo cane. Le voglio tanto bene.


Dei passi.
Qualcuno sta venendo a prendermi!
Papà! Papà dove sei?
Papà!!


Chiusi gli occhi, avevo troppa paura per guardare.
-Jay! Svegliati, Jay!
E’ il mio papà!
-Ti sei nascosto sotto il letto, bravo. Ora resta qui e non fare rumore. Papà torna subito da te.


Ma non tornò subito.
Cercai di dirgli qualcosa, che gli volevo bene, ma riuscii solo ad uscire da sotto al letto per aggrapparmi al collo e abbracciarlo prima che se ne andasse chiudendo la porta dietro di sé, mentre io mi rintanavo sotto al letto.
Ancora oggi non sono sicuro se fossero passati cinque minuti o mezz’ora quando sentii mio padre gridare.
Un vaso rompersi.
E poi il silenzio.
Decisi di farmi coraggio e di scendere in salotto, il che è un’azione molto coraggiosa e anche molto stupida per un bambino di cinque anni.

La prima cosa che vidi furono i vetri rotti per terra, alcuni macchiati di sangue.
Avrei voluto davvero che fossero i pezzi del vaso di marmellata che papà nascondeva sullo scaffale più alto.

“Absolvi me”

Papà! Papà!
Mio padre era steso a terra, inerme, con una ferita sulla testa. Eppure respirava ancora.
Dovevo essere davvero stupido perché corsi vicino a mio padre mentre un pazzo era in giro per casa a parlare.

Cosa sono tutti quei simboli strani? Papà!

“Nunc mortuus concido-

Chi… chi sta parlando? Perché hai fatto del male al mio papà?

“ut ab umbris infernis-

E lo vidi. Quell’uomo. Completamente vestito di nero. Portava un passamontagna.

“ad lumina vitae surgo.

Ha un coltello! Papà, ha un coltello! Alzati!
No! No! Lasciami stare! Vattene via!

Quel tipo mi prese per un braccio e mi scagliò lontano. Lontano da mio padre.

“Audite-

Fu allora che lo vidi in faccia, mentre si chinava su mio padre.
Con una mano solcata da una cicatrice rossa si tolse il passamontagna e mai avrei immaginato che l’assassino di mio padre potesse sfoggiare un sorriso tanto cattivo, tanto malvagio, che si stagliava sul suo volto scavato dalle rughe.
Sorrideva ancora quando tagliò la gola a mio padre. Gli tagliò via il respiro e la vita.

PAPA’!!!

Piangevo e singhiozzavo mentre quel tipo si alzava, il pugnale insanguinato in mano. Credevo che mi avrebbe ucciso, come aveva fatto con mio padre, ma il pazzo si portò il pugnale al petto.

“mei!”

Fu un attimo. Con un colpo deciso si pugnalò al cuore. Ma dalla ferita non uscì sangue.
Luce. Una luce fortissima che illuminò la stanza.
Ma quando riaprii gli occhi la stanza era buia, non ruscivo a vedere nulla. Ma sapevo esattamente dove si trovava mio padre: a terra, al freddo, ucciso con la gola tagliata.
Passai ore a piangere, finchè i vicini non capirono che era successo qualcosa. Mi trovarono steso su un corpo freddo di vita. Vecchio.
Di quello che era mio padre restava un corpo magro, con i capelli bianchi e le rughe sul volto. Dalle sue mani, una volta così forti, avrei potuto contare tutte le ossa.

 Nessuno seppe spiegare l’accaduto, che rimane tutt’ora un mistero. I giornali lo definirono "il mistero della notte di sangue e di neve".
Se solo mi fossi affacciato a quella finestra fatta a pezzi, quella notte. Solo per un momento, invece di buttarmi subito tra le braccia fredde di mio padre.
Avrei potuto vedere un uomo, con un sorriso spietato, mentre puliva il sangue dal proprio coltello. La cicatrice sulla mano ancora rossa.
L’assassino di mio padre. Più giovane che mai. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: FreeMara