Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Ricorda la storia  |      
Autore: Hana_Weasley    22/08/2017    1 recensioni
"Preferirei alimentare una fantasia che affrontare tutto ciò da solo."
Una storia che percorre l'amicizia e l'amore che Yoongi e Namjoon hanno condiviso fin da quando erano dei bambini per arrivare poi alla sua tragica conclusione.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Min Yoongi/ Suga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ayo, sono ritornata!
Questa fanfiction non era programmata, anzi io starei lavorando ad una vhope, ma l'ispirazione mi ha colpito come un treno in corsa e non ho potuto fare a meno di prendere il pc e iniziare a scrivere! Questa volta propongo una One Shot (molto one shot per i miei standard) con i Sugamon come protagonisti, spero vi piaccia!
La storia è ispirata dai video Wild, Fools e Talk me Down di Troye Sivan (chi li ha già visti sa più a meno cosa aspettarsi, per gli altri, leggete e poi mi raccomando andateveli a vedere perchè sono ARTE!)
Vi avviso, l'ho appena finita di scrivere, quindi, potrebbero esserci un po' di errori di distrazione e battitura. Correggo appena posso!
Hana.

La dedico alla mia guru dell'Angst™ che attendeva con impazienza some good angst shit about sugamon. Eccoti accontentata <3





 
Talk Me Down


 
Yoongi cammina per quel cimitero indisturbato, senza aver paura di essere notato, e la prima cosa che i suoi occhi mettono a fuoco è la figura di Namjoon, di fronte ad una lapide e circondato da altre persone.
Il ragazzo sta piangendo disperatamente e a Yoongi quella visione stringe il cuore in una dolorosa morsa.
Tante volte, da che si conoscevano, Yoongi era stato accanto al minore in quei momenti, seduto o steso accanto a lui, mentre tentava di asciugargli delicatamente le lacrime con i pollici. Yoongi non era una persona romantica e non amava lasciarsi andare a smancerie di ogni tipo, ma Namjoon era sempre stata un’eccezione per lui. Un’eccezione ben accetta.
Tuttavia in quel momento non avrebbe potuto consolarlo.
Yoongi decide quindi di allontanarsi per evitare di star ancora più male di quanto non stia già. Comincia a girovagare per il cimitero e alzando la testa osserva il cielo plumbeo e grigio che si staglia e che, secondo lui, non fa altro che rendere l’atmosfera ancor più malinconica e triste.
Il ragazzo poi decide di sedersi su degli scalini bianchi quasi quanto la neve e i suoi pensieri tornano inevitabilmente a Namjoon.
Namjoon, il suo compagno di avventure da quando erano degli stupidi ragazzini che puzzavano ancora di latte, il suo migliore amico, il suo confidente, il suo primo amore, così come il suo ultimo.
Yoongi chiude gli occhi e subito un’immagine si fa vivida di fronte a lui.
Due ragazzini, di appena dieci anni, giocano nel loro rifugio segreto – che altro non era se non un angolino del giardino di Namjoon e qualche lenzuolo usato – che per loro vale però più di ogni altra cosa.
Quello è il rifugio dove i due bambini si nascondevano quando litigavano con i propri genitori, dove condividevano i loro segreti, dove dividevano una ciotola di pop corn mentre ascoltavano la musica sul lettore mp3 di Namjoon, dove si addormentavano teneramente abbracciati.
Yoongi ricorda con nostalgia quei momenti e vorrebbe sorridere al ricordo ma sa che l’unica cosa che ne verrebbero fuori sarebbero solo lacrime amare. Tuttavia non può più fermarsi, il treno dei ricordi ha iniziato la sua corsa e fino a quando non arriverà al capolinea non si fermerà. E quindi Yoongi si lascia andare e si lascia sopraffare da essi, impotente e stanco di combattere una battaglia ormai persa.
Ricorda delle loro immense passeggiate nella foresta poco distante da casa loro, come se l’ultima fosse stata ieri (e invece si trattava di almeno dieci anni fa), e ricorda i loro discorsi. All’epoca erano convinti che avrebbero presto lasciato quella piccola e chiusa cittadina per inseguire i loro sogni. Avrebbero abbandonato senza alcun rimorso le loro sgangherate famiglie, l’ipocrisia già così percepibile nonostante fossero dei bambini e tutto il dolore che quella città si portava dietro.
Namjoon sognava il palcoscenico, le luci della ribalta, la musica assordante nelle orecchie.
Alla fine ebbe solo le urla isteriche del padre a fargli vibrare i timpani.
Yoongi sognava di scrivere e comporre, sognava d ispirare la gente con i suoi testi e le sue musiche.
Ma come avrebbe potuto se il primo ad essere demotivato dalla vita era lui stesso?
A quel tempo però, ingenui e sognatori com’erano, ci credevano a ciò che dicevano e si sostenevano a vicenda.
Per i due ragazzi il sostegno era la base del loro rapporto e lo era stato fin dall’inizio.
D'altronde si erano conosciuti dopo che Yoongi aveva fermato due ragazzini della loro scuola dal prendere a pugni l’altro ragazzo. Il maggiore aveva letteralmente sostenuto il corpo di Namjoon, finito a terra, e aveva minacciato gli altri bambini.
Da allora i due ragazzi erano divenuti inseparabili e il loro legame divenne talmente profondo che sembrava celare molto di più.
E forse il primo ad accorgersene fu il padre di Namjoon, colui che diede inizio a tutti i problemi tra loro due. Quell’uomo, che non faceva nient’altro che bere dalla mattina alla sera da quando la moglie era morta, era stato in grado di notare ciò che nessun’altro – neppure i diretti interessati – avevano fatto e aveva ritenuto fosse necessario allontanare il prima possibile suo figlio, prima che venisse infettato, da una persona come Yoongi.
Ma Namjoon era una testa dura e crescendo questa cosa non era assolutamente cambiata. Per due anni, quindi, finse di aver troncato i contatti con Yoongi con il quale in realtà si incontrava fuori da casa sua. Era evidente quanto la situazione faceva soffrire Namjoon e Yoongi cercava in ogni modo di farlo stare bene abbracciandolo più stretto che poteva e carezzandogli i soffici capelli corvini.
Fu allora che Yoongi iniziò a capire.
Yoongi non era una persona stupida ed era sempre stato anni luce più avanti rispetto a tutti gli altri. Neppure Namjoon era stupido, ma a differenza sua era ingenuo e ci mise quindi più tempo a capirlo.
Per Yoongi tuttavia era ormai chiaro come il sole e non vi erano dubbi: amava Kim Namjoon.
Non che a tredici anni si possa parlare propriamente di amore, ma Yoongi sentiva di avere il diritto di chiamarlo in quel modo. Perché si conoscevano da una vita e avevano condiviso ogni singola parte di loro con l’amico, quindi perché non chiamarlo in quel modo quando era evidente che si trattasse proprio di amore e non di cotte o qualcosa di passeggero?
Ci volle un altro anno prima che anche Namjoon cominciasse a capire la situazione.
Ormai tutti i loro compagni non facevano altro che parlare di ragazze e di quanto fossero attraenti e della voglia che avevano di palpare i loro sederi e i loro seni.
E beh, Namjoon e Yoongi semplicemente parlavano di quanto si volessero bene e desiderassero essere sempre insieme (in realtà Yoongi parlava di quello per non menzionare all’altro ragazzo il fatto che si masturbasse tutte le notti pensando a lui).
L e cose iniziarono a precipitare all’improvviso.
Il semplice ricordare quella giornata metteva i brividi a Yoongi, ancora seduto su quegli scalini mentre il vento indisturbato ululava per il cimitero.
“Vieni da me? Mio padre rientrerà tardi.” Gli disse Namjoon quel giorno e Yoongi semplicemente annuì.
Tutto sembrava normale, i due ragazzi si trovavano sul letto di Namjoon mentre guardavano video idioti su Youtube ma Yoongi si sentiva incredibilmente a disagio.
Perché non era più stato per troppo tempo su un letto insieme a Namjoon e perché quest’ultimo aveva una clavicola lasciata scoperta della larga maglietta che non stava migliorando la situazione del povero Yoongi in preda agli ormoni.
Namjoon dovette accorgersi del disagio tra i due e spintonò leggermente Yoongi che si ribaltò sul letto.
Cominciò così una lunga battaglia nella quale i due ragazzi sfoderarono anche l’artiglieria pesante – ovvero il solletico – per poi finire in preda alle risate e con il fiatone per la fatica l’uno sull’altro.
I due ragazzi quasi smisero di respirare nell’esatto momento in cui i loro occhi si incrociarono e nonostante avessero notato la pericolosa vicinanza tra i loro volti, non fecero nulla e rimasero così per minuti interi, a scrutarsi a vicenda e a desiderarsi.
Non seppero neppure come fosse successo, ma poco dopo i due ragazzi si rotolavano nel letto abbracciati, mentre condividevano il loro primo e appassionato bacio; un bacio tutto lingue e denti e che portava con sé l’attesa del momento giusto e l’ansia per ciò che avrebbero dovuto affrontare.
Non che ci fosse molto da dirsi, Yoongi era innamorato di Namjoon ed era sicuro che il sentimento fosse ricambiato.
E quindi in poco tempo i due ragazzi si ritrovarono anche senza maglia mentre continuavano a baciarsi e a stringersi con forza, quasi avessero paura di allentare la presa.
Quasi come se sapessero quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
Yoongi si sforza per non iniziare a piangere in mezzo a quel cimitero mentre ricorda gli avvenimenti successivi e tira su con il naso mentre la sua testa riproduce le urla del padre di Namjoon che li mette in gabbia come farebbe un cacciatore con i suoi conigli.
“Schifosi froci”, rimbomba nella sua mente e non può fare a meno di accovacciarsi su se stesso a quegli insulti, anche se sono solo dei ricordi.
Yoongi di quel giorno ricorda solo l’umiliazione di essere trattato come una pezza da piedi solo perché gli piacciono i ragazzi e il cuscino completamente colmo delle lacrime salate che ha versato tutta la notte.
Da allora la situazione peggiorò e Yoongi si ritrovò completamente solo.
Il giorno dopo, un Namjoon con un occhio nero e tagli su tutto il viso, gli disse di non volerlo rivedere più e per Yoongi fu l’inizio della fine.
Lentamente il ragazzo si lasciò andare a sé stesso, chiedendosi ogni giorno della sua miserabile vita cosa avesse fatto di male e perché Dio ce l’avesse con lui.
Desiderò non aver mai incontrato Namjoon ad un certo punto, perché il ragazzo era stato così codardo da ascoltare il padre e non seguire il suo cuore.
Si pentì dei suoi stessi pensieri poco dopo, dandosi dell’idiota per aver tentato di biasimare il suo amato.
Namjoon lo ignorò per tutto il periodo delle superiori e così fece Yoongi che all’interno si sentiva più morto che mai.
Perché Namjoon non era solo la persona di cui era innamorato. Namjoon era stato il suo migliore amico, il suo fratello mancato, la sua anima gemella. Con Namjoon poteva essere se stesso e non doveva avere paura di esprimersi per ciò che era perché l’altro ragazzo lo avrebbe sempre compreso e accettato, difetti compresi. Ma Namjoon aveva deciso di non lottare, aveva deciso che sua padre era più importante di lui e Yoongi rispettava la sua scelta, anche se dentro si sentiva bruciare dalla rabbia e dalla gelosia.
In più si sommavano gli sguardi di sufficienza e disprezzo che le persone gli riservavano. Non aveva mai nascosto la sua omosessualità, non gli importava sul serio, e la voce si era quindi sparsa per tutta la città, rendendo in poco tempo Yoongi lo zimbello di tutti e facendo accrescere il suo malessere interiore.
Cercò di farsi forza, per il suo sogno che ancora desiderava realizzare.
Voleva confortare le persone e per farlo avrebbe dovuto andarsene da quella città del cazzo e dalla sua negatività. Sapeva avrebbe dovuto lasciarsi tutto dietro alle spalle, anche Namjoon, specialmente Namjoon, perché aveva bisogno di ricominciare tutto da capo la sua nuova vita.
Tuttavia, tutto ciò che veniva fuori dalla sua penna era spazzatura o testi talmente tristi da essere inutilizzabili. Yoongi quindi si stava demotivando sempre di più.
E poi venne la goccia che fece traboccare il vaso.
Un ormai diciannovenne Yoongi camminava per strada, le cuffie come sempre nelle orecchie e la musica sparata al massimo, quando sul suo cammino incrociò Namjoon.
Namjoon che si teneva mano nella mano con una ragazza, probabilmente della  loro stessa età, e le sussurrava qualcosa all’orecchio facendola ridere divertita.
Gli passò proprio davanti e lo ignorò, stringendo con più forza la mano della sua ragazza e continuando a conversare con lei, come se non avesse incrociato dopo anni che si evitavano il suo ex migliore amico, con il quale aveva condiviso dei baci tutt’altro che casti.
La risata della ragazza rimbombava ancora nelle orecchie di Yoongi che si diede dello stupido, dell’idiota. Perché solo una persona talmente stolta avrebbe potuto innamorarsi di Kim Namjoon e sperare di non cadere o farsi male e lui si dava il caso fosse il primo tra gli stupidi.
Yoongi si prende la testa tra le mani e si copre il volto con esse, incapace di ricordare oltre. Si sente soffocare e sente l’impellente bisogno di vomitare ciò che non ha neppure mangiato.
Cerca di prendere dei grossi respiri per calmarsi ed evitare l’ennesimo attacco di panico e tenta di sincronizzare il respiro con il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli.
Quando pensa di essersi calmato abbastanza, i muscoli si rilassano e le spalle si abbassano. È in quel momento che sente dei passi farsi sempre più vicini. Il ragazzo si gira e si ritrova Namjoon proprio davanti a lui. Sembra una sua pallida imitazione e non è quello che Yoongi ricordava.
È bianco come un cencio e delle enormi e scure occhiaie gli circondano gli occhi stanchi e arrossati. Appare più magro che mai in quel completo nero troppo grosso per lui e non fa altro che torturarsi le mani.
Yoongi vorrebbe correre ad abbracciarlo, ma non può fare neppure quello.
Namjoon però lo stupisce, perché comincia a parlare, mentre osserva l’orizzonte espandersi di fronte ai suoi occhi.
“Sono stato così idiota da lasciarti andare e da trattarti in questo modo e solo adesso, quando ormai è troppo tardi, me ne pento. Ogni giorno avrei desiderato correre da te e baciare quelle tue labbra fino a toglierti il respiro. Ogni giorno avrei voluto passarlo accanto a te, tenendoti la mano. Ogni sera mi sarei voluto trovare a condividere un letto con te su cui far l’amore. Ma sono stato troppo codardo e non ho saputo impormi. Ho preferito fingere che andasse tutto bene, che la mia fosse solo un’infatuazione e di essere etero quando tutto ciò che avrei voluto fare era starti accanto.” Disse tutto d’un fiato, mentre le lacrime riprendevano a scendere lungo le sue guancie e il ragazzo singhiozzava disperatamente.
“Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace.” Prende a ripetere come un mantra, incapace di fermarsi ora che sta finalmente esternando tutto quello che prova.
“Preferirei alimentare una fantasia piuttosto che affrontare tutto ciò da solo perché questo è troppo anche per me. Questa lontananza è straziante, Yoongi.”
Sentire Namjoon pronunciare il suo nome fa uno strano effetto a Yoongi che ripensa a tutte le volte in cui gli era mancato sentire quelle due sillabe uscire dalla bocca dell’altro e a quanto avesse bisogno di sentirlo semplicemente pronunciare il suo nome.
Si avvicina allora lentamente a Namjoon e con delicatezza lo abbraccia, cullandolo tra le sue braccia, mentre il minore non riusce a smettere di piangere disperatamente.
“Ti amo Yoongi.” Dice poi. E Yoongi sorride, per la prima volta dopo tantissimo tempo, e pensa che finalmente ha trovato la sua pace, grazie alle parole della sua persona amata.
Namjoon poi si perde ad osservare l’orizzonte e con passo deciso si avvicina al precipizio che si tuffa direttamente sul mare. Namjoon inspira la salsedine e chiude gli occhi, sorridendo lievemente, mentre le lacrime sulle sue guancie si asciugano per via del violento vento che batte.
“Forse non era destino stare insieme adesso ma non ti lascio, Yoongi, stanne sicuro.” Sentenzia Namjoon.
Nella sua mente intanto, rivede lui e Yoongi da bambini, mentre si guardano con sguardo di intesa e di sfida e si fanno un cenno affermativo. I due bambini si prendono per mano e se le stringono a vicenda come se fossero la loro ancora di salvezza mentre dopo aver serrato gli occhi, prendono la rincorsa e urlando si buttano giù pronti ad essere accolti dal mare profondo e amico.
Namjoon allo stesso modo chiude gli occhi, serra i pugni – come se stesse tenendo la mano di Yoongi – e con una piccola rincorsa si butta giù dalla scogliera, senza rimorsi, con un solo pensiero che gli passa per la testa.
“Sto arrivando, Yoongi.”

 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Hana_Weasley