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Autore: ladymisteria    16/06/2009    6 recensioni
"Remus prese coraggio, Chiuse la lettera con un sospiro e la consegnò a Tonks."
Versione riveduta e corretta.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Remus prese coraggio, chiuse la lettera con un sospiro e la consegnò a Tonks - che, dopo avergli sorriso e avergli dato un breve bacio, svanì.

Ricomparve in una solitaria via di Blackpool, dove con passo sicuro si diresse in fondo alla stradina - dove suonò il campanello di una piccola casa, circondata da un grazioso giardino.

Venne ad aprire una donna, alla quale consegnò la missiva - prima di svanire così come era arrivata.

La donna, stupita, aprì la lettera, e per poco non svenne.

«Lyall!» esclamò con fare quasi isterico, ed immediatamente il marito le fu accanto - prendendo la lettera che lei gli porgeva ed iniziando, tremante, a leggerla.

 

"Vi capirei, se voleste bruciare questa lettera. So bene, infatti, che avrei dovuto farmi vivo prima. Ma credo che tutti e due sappiate perché non l'ho fatto: l'Ordine, la mia maledizione...

Vi scrivo per informarvi che sto bene, e per chiedere le vostre condizioni di salute - dato che tutto ciò che so, è che entrambi siete fortunatamente sopravvissuti alla guerra, cosa di cui sono più che felice. Potrete dire ogni cosa alla giovane donna che vi ha consegnato la lettera: è una persona a me molto cara - forse una delle più importanti della mia vita, in questo momento - e che, come tale, gode della mia più completa fiducia.

Tuttavia è un altro il motivo per il quale vi ho scritto: come tutti ho attraversato brutti giorni, nel corso della guerra... Periodi che spesso si sono tradotti in pessimi comportamenti nei confronti di coloro che ancora mi sono vicini. E pur sapendo di non avere alcun diritto di chiedervi di aiutarmi con questo, non posso negare il vostro essere stati a lungo gli unici in grado di capire sempre ciò che provavo - anche quando sembrava impossibile...

Ad esempio ricordo che tu, papà - una volta che tornai a casa dal San Mungo, dopo il mio attacco - mi tenesti sulle ginocchia, e passasti ore intere a consolarmi e a ripetermi che quello che mi era successo non era affatto colpa mia, e che se c'era qualcuno da incolpare, quello eri unicamente tu... Come se una cosa simile fosse mai stata possibile! Come se l'idea di irrompere nella mia stanza, quella notte, fosse stata tua e non di Greyback!

Sì, ho saputo di lui; ho imparato a conoscerlo, se così si può dire. Ma spiegare in che modo sarebbe impossibile, in questa lettera, e se vorrete maggiori dettagli, per il momento temo che dovrete accontentarvi di quello che potrà dirvi la brillante strega a cui accennavo poc'anzi - e alla quale ho consigliato di tornare da voi più tardi.

Dubito vi sia ancora molto da dire, se non che spero che penserete alla mia richiesta. Vorrei scrivere di più, ma ora un piccolo e tenerissimo problema - se così si può definire - richiede la mia più totale attenzione.

Spero di non avervi turbato, e soprattutto che stiate bene.

Remus".

 

L'uomo aveva gli occhi lucidi di commozione, quando infine terminò la lettura e alzò lo sguardo sulla moglie - scoprendola nel suo medesimo stato.

Per quanti anni avevano atteso e sperato che una lettera come quella arrivasse? E ora eccola lì, nero su bianco!

Attesero con trepidazione un'ora intera il ritorno della misteriosa strega, per tutto il tempo chiedendosi come il loro unico figlio fosse diventato nei vent'anni di effettiva assenza.

Dopo essersi diplomato, infatti, Remus aveva lasciato la loro casa e ridotto pressoché a zero ogni contatto; al punto che il loro unico modo per avere sue notizie era stato tramite i giornali - e quanto avevano temuto che fosse morto, quando per dodici anni non avevano avuto notizie di lui nemmeno attraverso quel mezzo!

Capivano, certo, che una decisione tanto drastica era scaturita dal desiderio di proteggerli e da quello di non voler pesare su di loro... Ma tale comprensione non era mai bastata per accettare la scomparsa improvvisa del loro Remus.

Poi, un giorno, avevano letto di lui sulla Gazzetta del Profeta: professore di Difesa Contro le Arti Oscure! Quanto erano stati orgogliosi di lui!

E quando la seconda guerra era iniziata... quante paure per Remus, con Greyback al fianco di Voldemort! Le leggi anti lupi mannari del Ministero, la morte di Silente, la quasi completa sconfitta dell'Ordine della Fenice - di cui lui faceva parte… E poi la battaglia di Hogwarts, e le mille e più preghiere perché non vi fosse anche il corpo del loro figlio, tra i troppi morti…

Il campanello li fece sobbalzare, e in un istante l'uomo corse ad aprire - accogliendo, con il cuore in gola, la bellissima giovane donna che gli sorrideva dalla soglia.

«Salve! Il mio nome è Tonks, piacere di fare la sua conoscenza e quella di sua moglie. Credo mi steste aspettando» disse allegramente la strega, stringendogli la mano.

«Lyall Lupin, piacere mio. La prego, entri» replicò il mago, desideroso di conoscere; di capire.

«Grazie mille».

Tonks entrò e si accomodò nel salotto, dove in poco tempo rispose esaustivamente ad ognuna delle molte domande che i suoi suoceri le rivolsero - curiosi e allo stesso tempo impauriti di ciò che lei avrebbe detto.

Alla fine, Hope alzò gli occhi dalla lettera che ancora teneva fra le mani tremanti.

«Nella sua lettera dice di avere "un piccolo e tenerissimo problema" che richiede la sua più totale attenzione...» mormorò, non osando domandare il significato di quelle parole.

«Oh, non è nulla di cui preoccuparsi, potete credermi» la rassicurò la giovane, giocherellando con la propria fede, in un gesto che non sfuggì a Lyall.

«Dice anche che sei una delle persone più importanti della sua vita» esitò.

«Il sentimento è reciproco, si fidi» confidò Tonks, divertita.

«Quell'anello è… Voi due siete…» sussurrò la madre di Remus, la voce carica di emozione.

Tonks sorrise raggiante, annuendo il suo assenso.

Hope non riuscì a trattenere un singhiozzo felice, stringendo la mano di Lyall - al suo fianco.

«Oh, Lyall... Il nostro Remus… Sposato!» riuscì a dire infine.

«Non era prudente convocare molte persone, signori Lupin… A Remus sarebbe piaciuto tantissimo che voi foste presenti, ma…» si affrettò a spiegare la strega più giovane, venendo tuttavia interrotta dal suocero.

«Lo comprendiamo, non preoccuparti» la rassicurò.

Tonks sorrise di nuovo.

«Non sapete che sollievo sia, sapere che non odiate Remus» ammise.

«Come potremmo odiare nostro figlio?» domandò Lyall, confuso.

«Non ne ho idea. Ma Remus era convinto che il suo comportamento nei vostri confronti avesse portato ad un simile sentimento. E quando si intestardisce su qualcosa...» rise con affetto, salvo poi guardare il proprio orologio ed alzarsi in piedi. «E’ ora che vada. Ma non è un addio, voglio che questo sia chiaro! Mi farebbe molto piacere venire a trovarvi di nuovo - o potreste essere voi a venire a casa nostra».

Lyall e Hope si scambiarono un’occhiata, chiedendosi tacitamente se avrebbero osato…

«Possiamo… Credi che ora sarebbe un buon momento per suggerire una nostra visita?» chiese Hope, titubante.

«Non devi accettare per forza, ovviamente. Ma se fosse possibile...» continuò Lyall, lanciando una nuova occhiata alla moglie, che annuì in accordo.

Ancora una volta, Tonks sorrise con aria felice.

«Certamente! Remus ne sarebbe entusiasta. E io anche, chiaramente!» rispose, anticipandoli sulla veranda e stendendo loro le mani. «Per stavolta è meglio che veniate con me. Ma, una volta a destinazione, vi forniremo ogni mezzo per poterci visitare in completa autonomia».

Svanirono con un guizzo, ricomparendo nello Yorkshire, a poca distanza da un piccolo cottage dall'aspetto parecchio vissuto, ma non per questo meno tranquillo o accogliente, verso il quale Tonks condusse i due suoceri - seguitando a chiacchierare appassionatamente con loro.

«Eccoci arrivati. Perdonate la confusione, ma per quanto Remus continui a provarci, non ha ancora trovato il modo per sconfiggere completamente il mio mostruoso disordine...» borbottò poi imbarazza, aprendo con un colpo di bacchetta la porta, ed introducendo Lyall e Hope in un piccolo ingresso ingombro di scarpe, che la giovane tentò maldestramente di riordinare - spostandole con un piede.

I due, tuttavia, non sembrarono nemmeno notare i suoi movimenti - troppo concentrati ad osservare con commozione mista a orgogliosa tenerezza le diverse foto appese alle pareti: da quelle raffiguranti tre ragazzi indossanti la divisa di Hogwarts, fino ad arrivare ad una nella quale la nuora era stata immortalata nel tentativo di liberarsi dal bizzarro portaombrelli nel quale era, per qualche motivo, immersa dalla vita in su.

«Mettetevi pure comodi, mentre vado a dire a Remus che siete qui» invitò Tonks, attirando nuovamente l'attenzione dei suoceri su di sé. «Sempre che io riesca a separarlo dal già citato "piccolo problema"...».

Lyall e Hope osservarono, perplessi da quell'ultima frase criptica, mentre la donna saliva al piano di sopra.

Fece ritorno abbastanza rapidamente, come promesso in compagnia del loro figlio e...

«Dato che non sono riuscita nel mio intento, lasciate che vi presenti Edward Remus Lupin: il piccolo e tenero problema che ci tiene occupati quotidianamente, e da cui non possiamo nemmeno pensare di separarci nuovamente» sorrise, piena di orgoglio materno, l'Auror - anche se metà delle sue parole vennero coperte dai gorgoglii stupiti di un bellissimo bambino dagli eccentrici capelli blu, stretto tra le braccia di Remus.

Nessuno parlò per diversi momenti, poi - alla fine - Hope si fece avanti con un piccolo singhiozzo acquoso, stringendo il figlio in un abbraccio colmo di affetto e guardando poi il proprio nipote con anticipazione.

«Posso?» esitò, raccogliendo il bambino tra le braccia non appena Remus acconsentì alla sua richiesta, ed iniziando subito a riempirlo di complimenti. «Guardati! Non sei un piccolo splendore? Certo che lo sei!».

Remus sorrise a quello spettacolo - il cuore gonfio d'affetto - alzando poi gli occhi sul padre, imbarazzato.

«Mi spiace averci messo tanto, papà...» mormorò, tendendo una mano che, tuttavia, l'uomo più anziano non strinse - preferendole a sua volta un solido abbraccio.

«Non ha importanza, figliolo: ciò che conta è che tu sia qui, e che tu sia felice. Lo sei, no?» 

«Come non credevo sarebbe mai stato possibile».

Tonks, trattenendo a malapena la propria gioia, osservò per un altro po' il marito e i suoi genitori scambiarsi sentite scuse e accorate parole d'affetto; poi raccolse Teddy - nel frattempo addormentatosi grazie all'amorevole abbraccio di sua nonna - e lo portò nella sua stanza, lasciando educatamente la famigliola sola.

«Sapete...» disse Remus, guardando con commozione i genitori. «Anche se è vero che nella vita che ho ora con Tonks e Teddy desidero qualcuno che mi aiuti a non ferire nuovamente le persone che amo, c'è un motivo molto più egoista per il quale vi ho scritto: la voglia di riavervi al mio fianco. Sarò anche un mago adulto, un marito e un padre, ma sono ancora un figlio - e come tale, ho bisogno dei miei genitori... Io ho bisogno di voi».

 

 

 

Me lo lasciate un commentino per favore? E' stato l'impeto di un momento, perciò non sono sicura che piaccia. Grazie per aver perso un po’ del vostro tempo a leggere questa ff.

   
 
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