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Autore: Dahu    22/08/2017    0 recensioni
Un disertore dell'Astra Militarum arriva nel più malfamato quartiere di Volgarft, su Vostroya.
È in fuga da un'istituzione draconica che consuma gli uomini al suo servizio senza nulla offrire, è in fuga da se stesso, in cerca di una libertà che non potrà mai avere.
Ma non si può fuggire da se stessi, un violento destino è pronto a riprendersi il vecchio soldato, mentre il Lupo trama fra le gelide ombre.
Genere: Avventura, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Aleksej si muoveva con tutta la rapidità che i suoi polmoni malati gli concedevano, cercando di mantenersi coperto dall’ombra proiettata dagli edifici.
La battaglia sembrava essersi spostata verso il quartier generale dei Lupi di Volgarft, ma sicuramente parecchi nemici avevano colto l’occasione per saccheggiare le case, quindi le probabilità di incontrarli erano tutt’altro che remote.
Sentiva il cuore martellargli nelle orecchie e diverse volte dovette fermarsi a causa degli accessi di tosse.
L’ultima di queste notò un grumo di sangue sul guanto con il quale si era coperto la bocca.
Morbo di Armageddon, così era chiamata la malattia che colpiva molti veterani delle guerre su quel pianeta maledetto.
“Vecchio, non ne hai ancora per molto” pensò.
Aveva sessant’anni, ma ne dimostrava ottanta per via di quel viso deturpato dalla vita all’aperto.
Una vita piena di avventure, una vita che valeva la pena di essere vissuta, avrebbe detto qualcuno.
Una vita schifosa, pensava lui mentre si appoggiava alla recinzione di zinco che delimitava un cantiere abbandonato.
Aleksej Krukav aveva preso il posto di suo fratello, morto ancora infante, nei primigeni vostroyani.
Aveva combattuto su Armageddon, aveva bevuto birra e portato a letto prostitute, aveva pregato il Dio Imperatore e bestemmiato ferocemente il suo nome, si era guadagnato una medaglia ed i gradi da ufficiale, aveva conosciuto uomini come Kevin Devemport o il Commissario Yarrik.
E tutto questo per finire in un buco di quartiere, in una schifo di città,  a morire come un cane sperando di lasciare qualcosa all’unica persona nell’universo che significasse qualcosa per lui.
Si forzò a proseguire nella luce giallo sporco dei lampioni, i piedi che affondavano nella fanghiglia della neve calpestata.
Mikaila, doveva trovare Mikaila, portarla via da li, poi sarebbe anche potuto morire.
Si trovò di fronte all’insegna del locale quasi senza accorgersene.
Ma si accorse degli uomini attorno a lui.
Nessuno lo aveva ancora preso di mira, ma un gruppo di criminali, probabilmente nemici, si stava affrettando in direzione dell’invitante scritta luminosa.
Spinse da parte la porta ed entrò, suscitando un grido spaventato nelle cameriere, rimaste sole assieme alle ballerine del locale e protette da un unico fucile a pompa, retto proprio da Mikaila.
La prese per un braccio, ma non riuscì a spiegarle cosa volesse da lei, poiché fu colto da un accesso di tosse così violento da costringerlo in ginocchio.
-Dobbiamo andare- Riuscì a grugnire, mentre faceva appello a tutte le sue forze per tornare eretto.
-Ma papà, le ragazze?-
-Muoviti- Ringhiò lui strattonandola per il braccio.
Era in difetto d’ossigeno e, se lei si fosse opposta, probabilmente sarebbe riuscita a sottrarsi alla presa del padre, ma fortunatamente Mikaila era troppo scossa per reagire.
Riuscì a trascinarla verso l’uscita sul retro.
Uscire da Grutdal non sarebbe stato facile, ma il grosso dei combattimenti, se così potevano essere definiti, si stava svolgendo nella strada di fronte all’edificio, per cui riuscirono ad allontanarsi non visti.
 
Il Governatore Planetario Vassa Honom Jaenna batté violentemente il pugno sulla scrivania in vero legno, facendo trasalire tutti i presenti.
Era un uomo pingue, dagli occhi porcini ed i radi capelli ormai bianchi, ma aveva la capacità d’incutere timore con la sua sola presenza.
-Perso- Ringhiò rivolto al suo interlocutore –Come sarebbe a dire che lo avete perso?-
Aveva una voce glaciale, che modulava con grande abilità, mettendo sempre in soggezione l’interlocutore.
Ed era proprio così che si sentiva il tecnoprete, già a disagio per l’arredamento particolarmente naturale dell’ufficio del Governatore, che comprendeva anche alcune vere piante.
-La banda Eccellenza, la banda incaricata dell’assalto al camion è stata annientata.-
-Annientata- Ripeté Vassa, con tono interessato, come se dietro a quella parola si celasse la chiava per risolvere il mistero del Warp.
Le servobraccia meccaniche, connesse alla spina dorsale del tecnoprete si flessero mentre lui si stropicciava le mani e rimandarono un cigolio che esprimeva a pieno il disagio dell’uomo.
-Un… Un uomo si è messo in mezzo Eccellenza.-
-Un uomo…- Ripeté ancora Vassa. –Un solo uomo e Dimitri se la fa sotto? Chiamatelo, ditegli di risolvere la cosa ed anche alla svelta!-
Il prete deglutì e fece aderire i palmi delle mani, per poi separarli e riunirli un paio di volte.
-Mio grande signore, Dimitri… Ecco, quell’uomo lo ha ucciso-
Gli occhi porcini del Governatore si piantarono nell’unico occhio biologico del suo interlocutore, la sua voce si fece dura come il plastacciaio.
-Interrogate tutto il quartiere se necessario, voglio sapere chi è quell’uomo, lo voglio qui, vivo.- Improvvisamente il tono si alzò fino ad urlare. –Voglio che me lo trasformiate in un tecnoservitore, avete capito?! In un tecnoservitore!-
Il tecnoprete fece una smorfia quando la saliva del funzionario imperiale gli schizzò il viso, per quanto lui fosse più preoccupato che arrugginisse la parte meccanica del suo volto, piuttosto che potesse arrecare disgusto alla parte biologica.
-Mio nobile signore, abbiamo già il suo nome, nella mano di Dimitri abbiamo trovato una piastrina militare, strappata durante la lotta.
Vassa sbuffò. –Devo tirarti tutto fuori parola per parola o pensi di potermi aggiornare in modo completo e rapido, fottuta lattina benedetta dall’Omnissiah?-
-Naturalmente Eccellenza- Rispose la voce monotona e dal tono artificiale. –Si tratta di un certo Capitano Kevin Devemport, del 2584° Stormo della Marina Imperialis, gruppo sanguigno 0 rh negativo, data di nascita omessa, mondo natale Jerushem, Segmentum Ultima.-
Non appena la puntigliosa relazione del prete fu terminata, Vassa sbuffò, quindi volse lo sguardo in direzione del Generale Albert Zivakov, suo consigliere militare, il quale si era fino a quel momento mantenuto prudentemente in disparte.
Zivakov non era un militare di esperienza, aveva scalato i gradi in un reparto cittadino deputato alla difesa di Vostroya, ma era uomo di grande cultura riguardo a storia e tradizioni dell’Astra Militarum.
-Il 2584° è uno stormo piccolo, Eccellenza, ma ricco di fondi e molto antico nella costituzione.
In effetti non ho mai saputo quando sia stato fondato, tuttavia, so che si tratta di una delle poche unità della Marina ad avere un intero mondo a sua disposizione.
Secondo i registri imperiali è basato nella vecchia fortezza capitolare del capitolo Astartes dei Crociati della Dannazione Eterna, su Jerushem.
Il 2584° è noto per avere truppe da sbarco molto motivate, reparti scelti di paracadutisti ed un’unità piuttosto misteriosa nota come “Incursori Alfa”, di cui non sono mai riuscito a sapere molto.-
Vassa annuì impressionato, la cultura di Zivakov lo stupiva sempre, sembrava quasi che l’uomo possedesse un cogitator al posto del cervello.
-Possiamo metterci in contatto con qualcuno dello Stormo?-
Chiese pacatamente.
Zivakov annuì. –Ho ricevuto comunicazione da un incrociatore del 2584° lo scorso mese, se non hanno fatto un salto warp dovrebbero ancora essere raggiungibili dal coro di astropati.-
Vassa annuì compiaciuto, quindi rivolse uno sguardo furente al tecnoprete.
-Va a ciamare gli astropati sanzionati, che aspetti?!-
Il prete si allontanò frettolosamente, cigolando ed imprecando sottovoce.
   
 
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