Autore: Angie96

Fandom: Naruto

Titolo: She was the only one

Introduzione:

Quando c'era lei, ogni paura e insicurezza spariva, finendo per non essere altro che un brutto sogno. Il cammino che aveva deciso di percorrere diventava di una semplicità disarmante quando lei lo prendeva per mano, facendogli da guida.

Perché lui era un tale disastro a prendere decisioni da solo.

Personaggi: Obito Uchiha

Rating: Verde

Eventuali note dell’autore:

Saranno secoli che non scrivo una ObiRin e, nonostante sia tipo sicurissima di aver sbagliato qualcosa, spero davvero che vi piaccia.

Questo contest è stata una tale illuminazione che ho finito per scrivere questa piccola storia in una sola notte, sperando di non essere uscita troppo dal tema e dalla “traccia” che ci era stata data.

Tra l'altro, ho anche paura di aver toppato sul serio con l'IC perché credo non me lo perdonerei mai, con tutte le storie che ho scritto, ai tempi, su di loro.

Magari un giorno ritornerò a riempire il fandom di storie su una delle mie OTP supreme, per quanto Naruto non sia più di mio interesse, chissà.

Inoltre, volevo ringraziare la giudiciA per avermi permesso di scrivere questa storia, sperando che vi piaccia!

Buona lettura!

Un abbraccio,

Angie96

She was the only one

Lui era sempre stato un disastro nel prendere delle decisioni: che fossero importanti o meno, aveva sempre avuto la sensazione che avrebbe finito per fare la scelta sbagliata.

In fondo, buona parte della sicurezza che Obito mostrava non era altro che un modo per cercare di dimostrare a Kakashi che lui non era un incapace, che era abbastanza forte da non essere considerato un totale fallimento per chiunque portasse il suo cognome.

Perché alla fine, per quanto ci provasse, una parte di sé non faceva altro che dirgli che, probabilmente, non avrebbe mai attivato lo sharingan per la prima volta, né tantomeno sarebbe diventato Hokage, semplicemente perché era convinto che bisognava essere dei talenti naturali per poter raggiungere quei livelli e, per quanto non mostrasse mai la sua insicurezza in pubblico, sapeva che c'erano buone probabilità che lui non facesse parte di quella categoria.

Ed era proprio in quei momenti di sconforto che, puntualmente, si ritrovava dei grandi occhi color nocciola a fissarlo, come a cercare di capire cosa stesse pensando in quel momento; quello era uno di quei momenti in cui sperava che Rin Nohara si dimenticasse della promessa che si erano fatti, permettendogli di stare da solo, eppure si era reso conto di non essere in grado di mandarla via e, il motivo, non era solo la cotta che aveva per lei.

Rin era sempre stata l'unica a supportarlo veramente, a cercare di aiutarlo come meglio poteva e, soprattutto, a guidarlo: lei era sempre stata lì, anche quando lui non la voleva, anche quando il cammino che aveva deciso di percorrere si era fatto tanto buio e pieno di ostacoli lei lo aveva sempre preso per mano ed aiutato, facendogli sembrare tutto così dannatamente facile.

Lei c'era sempre stata a sostenerlo e, per quanto gli desse fastidio il fatto che lei avesse solo occhi per Kakashi, era contento che lei passasse molto più tempo con lui piuttosto che con il compagno di squadra.

Era davvero contento del fatto che, con un solo sorriso, lei fosse in grado di fargli dimenticare qualunque incertezza avesse.

Era tutto buio.

C'erano momenti dove si sentiva intrappolato senza vie d'uscita, dove aveva avuto quasi paura a camminare senza una guida, senza di lei, all'inizio.

Già, probabilmente era passato fin troppo tempo da quando ancora non era abituato a procedere da solo ed era troppo insicuro e spaventato all'idea di non poter più sentire quella mano così delicata stringere la sua in una presa ferrea ma mai troppo forte, da quando si era ritrovato da solo a dover percorrere il suo nuovo cammino.

Ormai, neanche ricordava il momento in cui la paura aveva lasciato spazio alla determinazione e alla speranza che il suo nuovo obbiettivo l'avrebbe riportata da lui, in un nuovo mondo dove guerre e inutili carneficine non sarebbero mai più esistite.

Questa volta, toccava a lui prendere l'iniziativa e camminare prima di tutti, disposto a sacrificare qualsiasi cosa per la realizzazione del suo nuovo sogno.

Perché, ormai, non c'era più nulla che contasse più di lei.