Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |       
Autore: sissi149    22/08/2017    3 recensioni
Tsubasa scosse la testa:
“Tutto ciò è molto interessante, ma perché la polizia ha avvertito la Squadra Speciale per l'attacco ad un idolo delle ragazzine?”
Aoba rispose prontamente, digitando sul suo tablet:
“Hanno chiamato noi perché l'attuale coinquilino, nonché suo manager ed ex tastierista del gruppo, è Yuzo Morisaki.”
Misaki si passò una mano nei capelli, osservando la foto appena apparsa, che ritraeva un uomo all'incirca della stessa età del cantante:
“Intendi il figlio del Colonnello Morisaki?”
Genere: Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Koshi Kanda, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il sole stava sorgendo sulla baia di Tokyo, illuminando la spiaggia per un corridore solitario: Tsubasa Ozora non rinunciava quasi mai alla sua corsa mattutina, sia che fosse una splendida giornta o imperversasse il diluvio. Correre lo aiutava a schiarirsi le idee ed in quel periodo ne aveva particolarmente bisogno. Si fermò un istante per riprendere fiato ed osservare l'orizzonte, mentre un gruppo di gabbiani volava sopra la sua testa. Ancora non riusciva a capacitarsi della situazione in cui si era trovato: meno di ventiquattro ore prima, aveva firmato l'ultima carta che sanciva in modo definitivo il divorzio dalla sua ormai ex moglie. Sanae se ne era andata qualche mese prima con i figli, accusandolo di aver sempre messo il lavoro al primo posto, prima della loro famiglia, al punto da raccontarle un sacco di balle su quale fosse la sua reale occupazione. Scosse la testa contrariato da tutto e riprese a correre velocemente, voleva arrivare fino all'area commerciale prima di andare al lavoro.

Il cellulare squillò nella sua tasca, costringendolo a fermarsi di nuovo.

“Ozora – rispose seccamente, ascoltando la comunicazione – Arrivo subito.”

Fece dietro front e ripartì verso casa.

 

 

Il borbottio del caffè sul fornello distolse la coppia dal bacio che si stava scambiando.

“Proprio ora, non poteva impiegarci un po' di più?”

La donna rise all'affermazione del marito:

“Di solito sei così impaziente di avere la tua colazione, vuoi sempre essere pronto in caso ti chiamino con urgenza dall'ufficio.” Con un rapido gesto spense il gas, venendo subito abbracciata da dietro.

“Non questa mattina. Esisti solo tu ora.” Le depositò un bacio nell'incavo del collo, spostandosi poi sulla spalla lasciata nuda dal top che indossava.

“Hikaru, a cosa devo l'onore stamattina?”

“Lo sai che mi sei mancata?”

Yoshiko si voltò, appoggiando la fronte contro quella del marito.

“Sono stata via solo tre giorni: Machiko ci teneva tanto a rivedermi.”

“Per me sono stati troppi.”

“Adulatore!”

Le loro labbra si unirono nuovamente, incuranti che il caffé potesse raffreddarsi. Nonostante fossero sposati da ormai quattro anni ed avessero iniziato a frequentarsi da molto prima, a volte si comportavano ancora come una coppia appena formata, tanto che Matsuyama non aveva mai smesso di corteggiare la moglie.

“Se insisti, io avrei ancora un giorno di ferie dal lavoro.” Sussurrò Yoshiko, non appena si staccarono quel tanto che bastava per poter parlare.

“Tentatrice!”

La colazione stava per essere dimenticata totalmente, sostituita da altro tipo di nutrimento.

Il cellulare di Hikaru squillò, facendo partire la suoneria dedicata alle chiamate di lavoro. Malvolentieri prese l'apparecchio, chiedendo scusa alla mogli con lo sguardo. La donna gli sorrideva, consapevole che le chiamate inaspettate sarebbero sempre state una costante.

“Risponde Matsuyama!”

 

 

 

Taro si appuntò alla giacca il tesserino da visitatore, come da protocollo, anche se ormai era un abitué in quell'ala della prigione e quasi tutte le guardie lo conoscevano. Non appena poteva, anche prima di iniziare la giornata lavorativa, passava per fare un saluto al padre.

Ichiro Misaki scontava la sua pena, catturato dopo aver falsificato e venduto un numero considerevole di quadri.

“Ciao, papà!”

“Ciao, ragazzo!”

Si parlavano attraverso un vetro, poiché il giudice era stato molto severo ed aveva deciso di mandare il falsario a scontare la sua pena in un carcere di massima sicurezza.

“Allora, come va il lavoro?” Domandò Ichiro.

“Papà, sai che non posso parlartene.” Taro era subito sulla difensiva.

“E tu sai che non voglio i dettagli. - Ribatté pronto il genitore – Potrai almeno dirmi se ti trovi bene o male.”

Taro sorrise: suo padre sapeva sempre come trarsi dagli impicci e in qualche modo raggirarlo.

“Tutto tranquillo, i miei colleghi sono persone in gamba.”

“Sai, ragazzo, mi dispiace averti reso le cose difficili con i miei sbagli.”

Uno degli agenti di guardia si avvicinò a loro:

“Misaki Taro, forse dovrebbe venire con noi. Il suo telefono continua a squillare incessantemente.”

“Vengo subito, grazie.”

Taro si alzò e si congedò velocemente, piuttosto preoccupato, poiché solo dal lavoro potevano chiamarlo a quell'ora con urgenza.

 

 

La stanza era molto graziosa, Koshi Kanda dovette ammettere che la donna aveva parecchio buon gusto in fatto di arredamento e non solo. Si erano conosciuti la sera prima nel bar dove lui era andato in cerca di compagnia. L'aveva trovata attraente, avevano bevuto qualcosa insieme, avevano parlato ed infine avevano lasciato il locale, diretti a casa di lei.

L'accordo era stato molto semplice tra loro: una serata insieme senza nessun impegno reciproco. Non avrebbero più dovuto vedersi, se non per puro caso. Niente scambio di contatti, niente telefonate o messaggi.

Koshi amava la vita dello scapolo, anche se gli amici gli ripetevano sempre che non avrebbe potuto durare in eterno, dato che prima o poi avrebbe sentito il bisogno di una persona fissa nella sua vita.

Lui li lasciava parlare e nel frattempo continuava a vivere di avventure decisamente appaganti, dal suo punto di vista.

Si alzò e raccolse i suoi abiti sparsi per la camera, mentre la donna era sotto la doccia. Era indeciso se aspettare che avesse finito e farle sapere che se ne andava o fare il mascalzone fino in fondo ed sparirsene di soppiatto.

Il cellulare che iniziò a vibrare prese la decisione al suo posto.

“Kanda! Sarò lì il prima possibile.”

Se ne andò senza fare rumore. Doveva passare da casa propria prima di precipitarsi al quartier generale.

 

 

 

 

La porta automatica della sala operativa si aprì e l'analista della squadra li accolse col suo solito sorriso:

“Buongiorno, ragazzi! Ben arrivati.”

Indossava una delle sue immancabili gonne, a palloncino, che arrivava poco sopra il ginocchio, con un allegro motivo floreale, mentre i lunghi capelli rossi erano raccolti in una pratica coda alta.

“Buongiorno, Agenti!”

“E questa qui, chi sarebbe?” Kanda indicò bruscamente con un dito la seconda donna che aveva parlato, prima di ricevere una gomitata da parte di Matsuyama.

“Educato e cordiale! Non ci faccia caso signorina, Koshi è poco urbano per la maggior parte del suo tempo.”

La ragazza non diede particolari segni di essersi risentita per le parole dell'Agente Speciale, ancora intenta ad assorbire i dettagli di quel mondo nuovo in cui si era trovata catapultata da nemmeno un'ora. Aveva fatto domanda per quel posto quasi per gioco e, nonstante avesse passato tutte le selezioni preliminari, non pensava che l'avrebbero davvero selezionata.

“Ragazzi, vi presento Sugimoto Kumi, la mia nuova stagista.”

“Di nuovo?” Tsubasa strabuzzò gli occhi, leggeremente contrariato alla notizia.

L'analista si strinse nelle spalle:

“Non posso farci nulla. Senza offesa per te, Sugimoto, sono la prima a non fare i salti di gioia per questa situazione.”

“Se non sbaglio è stata lei a chiedermi di avere un'assistente in sala operativa, signorina Aoba!”

Il Direttore Gamo era entrato nel mezzo della loro discussione ed aveva subito fatto sentire la sua incombente presenza.

“Sì, Signore. Però uno stagista diverso ogni quindici giorni non è esattamente ciò che intendevo.” Ribatté Aoba, arrossendo subito dopo per la sua stessa audacia: il Direttore non era un uomo molto paziente, era molto autoritario e non amava essere contraddetto.

“Ne preferisce uno a settimana? Non lascerò che degli incompetenti accedano ad importanti informazioni di sicurezza. Ora vediamo di presentare il caso agli Agenti!”

“Come vuole – Yayoi fece un inchino – Sugimoto, per favore.”

La stagista afferrò un tablet tramite cui comandò l'accensione del grosso schermo che occupava quasi interamente la parete della stanza, mentre Yayoi, che aveva già visionato tutte le immagini, iniziò a parlare:

“Stamattina siamo stati allertati dalla polizia che era intervenuta su una scena del crimine in una villa al quartiere Toshima.”

“Un quartiere di ricconi!” Sbuffò Kanda, incrociando le braccia.

“Infatti, la cameriera è arrivata alle sei per prendere servizio, ed ha trovato questo spettacolo.”

Sullo schermo apparve l'immagine di un uomo a terra al centro del salotto della villa, visibilmente massacrato. Indossava il pigiama, era alto ed aveva dei lunghi capelli corvini.

“Ma quello è Mamoru Izawa! - Esclamò Kumi, guadagnandosi lo sguardo stupito di tutti gli Agenti - O Kami, come è ridotto male.”

Matsuyama le si avvicinò e le chiese gentilmente:

“Sugimoto, lo conosci?”

La ragazza lo guardò a sua volta un po' stranita, domandandosi se la stesse prendendo in giro:

“Davvero non sapete chi è, Agenti?”

Tutti scossero il capo e guardarono interrogativamente Aoba, che di solito forniva loro tutti i dettagli necessari. L'analista sollevò le spalle:

“Visto che Sugimoto conosce la nostra vittima, lascio a lei l'onore di presentarvela.”

Kumi prese un respiro ed esordì:

“Mamoru Izawa fino a qualche anno fa era il leader di una boy band di grandissimo successo: partiti dalla prefettura di Shizuoka, in poco tempo hanno scalato tutte le classifiche nazionali, seguiti da stuoli di adolescenti. Poi il gruppo si è sciolto e Mamoru ha intrapreso la carriera da solista, mantenendo comunque un certo seguito. Non immaginavo che sarebbe finito ridotto così.”

Tsubasa scosse la testa:

“Tutto ciò è molto interessante, ma perché la polizia ha avvertito la Squadra Speciale per l'omicidio di un idolo delle ragazzine?”

Aoba rispose prontamente, digitando sul suo tablet:

“Aggressione, Izawa è sopravvissuto ed ora si trova ricoverato all'ospedale. Hanno chiamato noi perché l'attuale coinquilino, nonché suo manager ed ex tastierista del gruppo, è Yuzo Morisaki.”

Misaki si passò una mano nei capelli, osservando la foto appena apparsa, che ritraeva un uomo all'incirca della stessa età del cantante:

“Intendi il figlio del Colonnello Morisaki?”

L'analista annuì, preparandosi a fornire ulteriori dettagli, quando una sonora risata interruppe l'aggiornamento: Kanda stava ridendo di gusto.

“Mi sto immaginando la faccia di Baiko Morisaki mentre scopre che il figlio vuole far parte di un gruppo musicale.”

Hikaru gli mollò uno scappellotto sulla testa, per farlo tacere, prima che il Direttore si spazientisse troppo per quella mancanza di rispetto nei confronti di un importante militare.

“Sei proprio un cretino Koshi!”

Il rimprovero di Gamo non si fece attendere a lungo:

“Se ha finito di darsi al cabaret, Agente Kanda, qui c'è un lavoro da fare.”

“Sì, Signore.”

“Come dicevo – proseguì Yayoi – Yuzo Morisaki vive con la nostra vittima ed è attualmente irreperebile. Non sappiamo se si tratti di una semplice rapina degenerata o di qualcosa di peggio. Non sappiamo chi o cosa fosse l'obiettivo degli o dell'aggressore.”

Tsubasa spostò il peso del corpo da un piede all'altro, pensando ad alta voce:

“Il colonnello Morisaki è l'attuale responsabile dell'aggiornamento del piano di emergenza in caso di attacco alla nazione, rapire il figlio potrebbe essere una mossa per arrivare a lui o per costringerlo a rivelare segreti militari.”

“Certamente, ma non dobbiamo escludere anche vie più semplici. - Da spalla di Ozora, Taro analizzò l'altro aspetto della questione – Magari l'aggressore è qualcuno conosciuto personalmente da Izawa.”

“La cameriera che ha telefonato?” Sbuffò Koshi, incrociando le braccia.

Hikaru scosse la testa:

“Lo escluderei. Invece non mi sento di escludere lo stesso Morisaki solo perché figlio del Colonnello: potrebbe benissimo essere stata una lite tra coinquilini, col vincitore in fuga.”

“Yuzo non lo farebbe mai! - Sugimoto si accalorò nella difesa di uno dei suoi beniamini – Tra i membri della band, lui è sempre stato il bravo ragazzo.”

Il direttore Gamo alzò una mano:

“Non possiamo fermarci alle apparenze, signorina Sugimoto: in questa fase dobbiamo vagliare tutte le piste. Ozora e Misaki, voi andrete sulla scena, fatevi ragguagliare sulle ultime novità dalla polizia ed informateli che prendiamo noi in carico il caso. Fate anche un giro nel vicinato.”

“Molto bene.” Tsubasa annuì e lasciò la stanza accompagnato da Taro, dirigendosi alla villa di Izawa.

“Kanda e Matsuyama, voi indagate nel passato di Izawa e Morisaki, a cominciare dalla band. La signorina Aoba vi darà ulteriori istruzioni. - Gamo guardò l'orologio – Ora devo andare, ho una telefonata col ministro della difesa.”

Non appena il direttore fu uscito, Yayoi tirò un sospiro di sollievo: con quell'uomo nei dintorni si sentiva sotto esame ogni volta che apriva bocca, fosse anche solo per comunicare il suo stesso nome. Anche Kumi si rilassò, sedendosi presso la sua postazione e commentando:

“Il capo è sempre così simpatico?”

“Oggi è stato anche gentile, secondo i suoi standard. - Le rispose Hikaru con un sorriso – Yayoi, dove dobbiamo andare?”

Aoba premette altri tasti, portando all'attenzione degli agenti altri tre individui:

“Il primo a sinistra è Shingo Takasugi, il vecchio batterista: credo che sia da escludere, poiché dopo lo scioglimento del gruppo è tornato a Nankatsu ed ora fa il maestro elementare. Non risulta abbia avuto contatti a Tokyo di recente.”

“Ah, però! E cosa insegna? Le tabelline a suon di musica?”

All'ennesima uscita di Kanda, Hikaru si batté una mano sul volto, semidisperato, domandandosi ancora una volta come si fosse ritrovato a far coppia con un simile buzzurro.

“Koshi, oggi ti stai superando. Vuoi far colpo sulla nuova arrivata?” Lo provocò bonariamente Aoba, anche per tentare di mettere un freno all'esuberanza dell'Agente.

“Come se ne avessi bisogno. Sugimoto, visto che sei una fan, gli altri due chi sarebbero?”

La stagista saltò in piedi, lieta per essere stata nuovamente coinvolta:

“Quelli sono Teppei Kisugi e Hajime Taki, rispettivamente chitarrista e bassista. Avrebbero voluto dare un sapore più internazionale alla band e spesso si facevano chiamare Jhonny e Ted sulle scene. Secondo le riviste scandalistiche, è a causa di divergenze tra loro ed il cantante che la band si sarebbe sciolta.”

“In altre parole hanno un movente. Dovremo fare quattro chiacchiere con loro.” Sintetizzò Kanda, stiracchiandosi prima di lasciare la stanza, ricevendo l'approvazione di Matsuyama.

Yayoi li congedò:

“Risiedono ancora a Tokyo e possiedono un piccolo negozio. Vi mando l'indirizzo ai vostri cellulari. Buona uscita.”

“Arrivederci bellezze!” La voce di Kanda si perse nel corridoio, facendo ridere le due donne.

“Bene, Sugimoto. Mettiamoci al lavoro anche noi. Abbiamo un sacco di ricerche da fare.”




_____________________________________

Ed eccoci qua con una nuova storia, un altro universo. Chi ha seguito la mia ultima storia, forse, si stupirà nel vedere alcuni personaggi che là erano antagonisti essere qui protagonisti (Kumi e Kanda). Questo, perché io non ho particolare avversione per quei personaggi, semplicemente in quella storia per me stavano bene in quel ruolo, qui possono occupare questo. Tra le varie idee che avevo, ho deciso di dare la precedenza a questa proprio per l'uso completamente diverso di alcuni personaggi.

Ora una precisazione doverosa: la mia fonte principale di ispirazione per creare questo gruppo di agenti è stato il telefilm NCIS: Los Angeles, tuttavia c'era un problema: in Giappone l'ordinamento militare è completamente diverso da quello americano. Riducendo all'osso, dopo la seconda guerra mondiale, il Giappone ha deciso di avere delle forze militari da impiegare solo per scopi difensivi o in caso di grossi problemi interni, ad esempio calamità naturali. Inoltre, in genere, tutti i reati che coinvolgono personale militare, sono seguiti sia a livello di indagine che processuale dalle medesime autorità che si occupano di tutti gli altri reati (polizia e tribunale civile), a differenza di altre nazioni che hanno corpi di indagine e tribunali espressamente dedicati alla giurisprudenza militare. Nel creare questa squadra, io ho immaginato che esistano dei gruppi di investigatori più specializzati e qualifcati di altri per svolgere le indagini più delicate: in questo caso c'è il sospetto che l'intera sicurezza nazionale sia a rischio! Spero mi si perdoni la licenza! ;)

Per quanto riguarda le informazioni di servizio, la storia è già scritta per il 95%, quindi dovrebbe poter essere pubblicata senza intoppi fino alla fine. Spero! ;)
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: sissi149