Il suo
braccio non era come nuovo, ma almeno quella sorta di “arma bionica” era quasi
del tutto scomparsa. In realtà, non aveva più la mano, c’era solo un artiglio
enorme da cui pulsava il muscolo che un tempo formava le dita. Riuscii almeno
ad abbracciarlo e ciò mi consolò veramente molto; Krauser, eri vivo. Il cuore
si riempì di gioia e speranza e non volevo lasciarlo più. L’uomo che mi salvò
la vita, che non mi abbandonò, di nuovo tra le mie braccia, vicino a me. Mi
accarezzò i capelli e ricambiai affondando il viso nel suo collo che si era
umidito di alcune mie lacrime. Ma che importava! Ci eravamo ritrovati; grazie
di essere sopravvissuto, Krauser.
Leon e Ada,
nel frattempo, ci avevano lasciati e mio fratello lanciò uno sguardo a Krauser
che sentì sorridere. Ad un tratto, senti che si staccò da me e mi asciugò le
lacrime dalle guance << E’ bello averti qui >> disse dopo avermi
guardata per un po’ negli occhi.
<< Sono
così felice! Non penso di esserlo mai stata in tutta la mia vita! >>
piansi dalla gioia.
<< Anche
io, Ele! Sei… cambiata così tanto >>
<< Anche
tu >> in effetti lo guardai meglio, e notai che aveva una lunga cicatrice
su tutto il viso che percorreva anche sul collo. Era decisamente più muscoloso
e robusto, le mani piene di calli e il braccio umano era ricoperto di tagli.
<< Sì… >>
rispose guardandosi alcune parti del colpo <
<< Migliorato? >>
chiesi senza fargli concludere il discorso.
<< Era
quello che pensavo. Il braccio che ha assunto la forma di… arma biologica… era
già danneggiato quando ero andato in missione con tuo fratello in Sud America;
speravo che qualcuno me lo potesse curare, e invece >>
<< Bè >>
fissai il braccio, coperto da una lunghissima garza appena ricambiata << Ada te lo curato… no? >>
<< Sì,
ha fatto del suo meglio. Non avrei dovuto dubitare di lei, e nemmeno di tuo
fratello >>
<< Nemmeno
io >>
Si voltò
verso di me << Come stai? Io e te abbiamo molto da dirci >>
<< Già… E non so nemmeno da dove iniziare, sinceramente >> risi.
<< Bè,
dimmi cosa hai fatto oggi >>
<< Ah…
Sono stata espulsa per tre giorni dal Campus! Che culo, eh?! >> sorrisi
ancora di più.
Mi fissò
incredulo << Che cosa hai combinato? >>
<< Guai,
Krauser, guai >> e raccontai anche a lui della situazione in cui mi sono
trovata, dei miei amici, dei bulli e delle conseguenze. Ascoltò divertito ma
con molta attenzione.
<< Tuo
fratello cosa dice, invece? >>
<< Fortunatamente
è stato dalla mia parte, anche se lui non ha detto nulla al presidente >>
<< Guarda
che Leon, anche se non sembra, ti è sempre stato vicino >>
<< Anche
a Seattle? >> chiesi incrociando le braccia.
<< Anche
lì >>
<< E
cosa ha fatto? Mi ha solo abbandonata per seguire Ada lasciandomi lì; fortuna
che c’eri tu >>
<< E
secondo te, chi mi ci ha mandato lì? >>
<< C…
Cosa? Ma tu eri già lì, mi avevi detto che eri stato abbandonato dalla tua squadra
e che… >>
<< Aspetta! Vuoi
dirmi che Leon non ti ha mai raccontato la verità? Non ti ha detto del perché
Ada mi mandò lì? >>
“Ma cosa
significa? Perché Ada avrebbe dovuto mandarlo lì?”
<< Ma, Krauser…
Perché Ada avrebbe dovuto mandarti lì? >> continuai << E perché mi
hai mentito? >>
Sospirò.
<< Non solo io ti ho mentito, a quanto pare… >>
Mi guardò e
mi asciugò le lacrime dagli occhi. Mi abbracciò stretta e affondai il viso sul
suo collo, mentre lui mi stringeva le braccia. “Non solo io ti ho mentito a
quanto pare… Cosa voleva dire?”
<< Cosa
vuoi dire? >> gli chiesi << Chi altro mi ha mentito? >>
Non rispose,
e dopo mi guardò alzando gli occhi sui miei. Avevo capito.
***
<< Cosa
vi siete detti tu e Krauser? >> chiese Leon, dopo aver posato le chiavi
sul comodino di casa.
<< Perché
non mi hai detto la verità su Seattle? >> lo fissai anche se mi dava le
spalle.
Si voltò
lentamente e cercò di assumere uno sguardo per dimostrare di non avere colpe.
Non gli credevo più, ora avevo un altro motivo per tornare ad odiare mio fratello.
<< Cosa
hai saputo? >>
<<
Quello
che c’era da sapere. Krauser mi ha detto di parlarne con te.
Bè, fallo! >> mi stava venendo da piangere. Di nuovo.
<< Ele,
io… Non so da dove iniziare >>
<< Inizia
e basta >>
Ecco la sua
storia, la storia di un fratello che ha iniziato a lavorare per la Casa Bianca,
la storia di un uomo che non avrebbe mai pensato di compiere l’atto più duro
della sua vita, la storia di chi realmente
ha avuto la forza di allontanarmi da mio fratello.
<< Sai
perché non ho potuto salvarti a Seattle? Il presidente non me l’aveva concesso… Mi ha detto che non potevo sprecare armi per una città come
Seattle, diceva che era inutile mandare soccorsi, perché avremmo sprecato solo
uomini… Io e molti dei miei colleghi avevamo insistito, ma gli ordini superiori
non volevano ascoltarci... Lì c’era anche Ada e ho salvato lei per un motivo
ben preciso: mandare Krauser. Già lavoravano insieme e sapevo di potermi fidare
di lui un’ultima volta, sapevo che ti avrebbe salvata ad ogni costo, Ele. Io
capisco più di ogni altra persona al mondo il tuo odio per l’America e credimi,
non sei l’unica a voler vedere distrutto questo paese; ma non è questo il
momento di pensare a certe cose, io da quel giorno non ho fatto altro che
pensare a come raccontarti tutto e a come chiederti scusa. Soffrivi dentro, eri
cambiata, e io mi sono giurato di proteggerti per sempre, a costo della mia
vita. Ho ripensato a mamma e papà… >>
<< Non
nominarli, ti prego… >> le lacrime rigarono tutto il viso e la voce
diventò strozzata più che mai.
<< Ada
ti ha fatto compagnia quando sei stata salvata da quella città, perché io non
potevo accedervi. Mi dicevano “L’agente americano di grande valore non può
entrare in contatto con una ragazza probabilmente infetta”. Questa è stata la
loro riposta, e io sono crollato per due motivi: mi stavano usando e volevano
che mi allontanassi da te; e due, non sono mai riuscito ad andare contro e a
fare qualcosa di buono per te, ti ho solo causato dolore e odio… Nulla di più.
Io, che vengo considerato l’uomo più forte e temerario dell’America, non sono
riuscito a salvare te, l’unica cosa che ho di caro in questo mondo. L’unica
persona che mi è rimasta >>
Non dissi
nulla. Doveva finire di parlare.
<< Ogni
volta che mi insultavi, non stavo male perché criticavi il mio lavoro,
assolutamente no! Stavo male perché so quello che stavi provando… >> mi
guardò bene e io guardai lui << Sono io quello che deve sentirsi in colpa,
non tu >>
“Bene. Benvenuta,
Eleonora. Ora che sai la verità, ora che, come diceva Jack, hai assorbito, hai
il diritto di esprimerti; piangi, se devi; grida, se devi; picchialo tuo
fratello, se devi. Ma guai a te se crolli; sei stata già abbastanza debole da
insultare un tuo carissimo familiare per motivi totalmente diversi e questo è
ciò che ti meriti”.
<< Ele… >>
avevo lo sguardo perso verso la parete del muro e non so perché, ma ripensai ai
cadaveri dei miei genitori distesi sulla barella dell’ambulanza.
-Incidente
d’auto, signor Cooper- disse l’infermiere.
-Bene.
Avviserò i fratelli Kennedy; dopo di che, deciderò io sulla loro sorte. Li farò
trasferire in un’altra città da una nuova famiglia-
E che bella
quella nuova famiglia; volevo dire, per me lo era, la nuova “mamma” e il nuovo
“papà” erano persone premurose, ci volevano bene. Leon non ricambiò mai il loro
affetto.
<<
Grazie >>
riuscii a sussurrare << Grazie, per essere stato sincero con me,
anche se avresti dovuto farlo prima. Ho sonno, credo che andrò a
dormire, Leon. Mamma e
papà sicuramente saranno fieri di te, hai mantenuto la promessa
di essere un
buon fratello premuroso. Dovresti dirlo anche ai nostri nuovi genitori,
Alice e
Clark; loro ancora non sanno nulla di noi due, sarebbe un vero peccato
non
informarli dell’accaduto, no? >>
<< Ele,
che stai dicendo? Ci siamo traferiti, loro non… non li sentiamo più da
anni >> si alzò e si avvicinò a me.
<< Nemmeno
mamma e papà, però vivono dentro di noi. Mi sbaglio? >>
<< Ele,
tesoro >> mi prese un braccio, evidentemente preoccupato delle mie affermazioni
<< Andiamo a dormire insieme. Oggi è stata la giornata più brutta di tutta
la tua vita; vieni >>
Mi condusse
su per le scale e poi, con molta delicatezza, mi fece sdraiare sul letto rimboccandomi
le coperte.
<< Ma è
notte? >>
<< Sono
solo le diciotto del pomeriggio, è meglio se un po’ ti riposi >>
<< A
quest’ora stavo facendo addestramento militare… credo >>
<< Riposati,
io torno subito >>
L’ultima
cosa che vidi fu mio fratello prendere il telefono e scendere le scale mentre
compose un numero. Ambulanza? Non credo stessi per morire, ma avevo vertigini e
nausea… avrei vomitato da un momento all’altro. Oppure stava chiamando… Non so,
uno psicologo. La sorella Kennedy era impazzita, perché ha scoperto un segreto
che il fratello e molta altra gente che gironzolava intorno a loro le hanno
tenuto nascosto, per almeno un anno. Bada bene, un anno è abbastanza per
metabolizzare tutto quanto: il paese che ti volta le spalle, tuo fratello che
ti ha tradita per motivi politici, tuo fratello che viene mandato in missione
lontano da casa, tu che eri da sola senza nessuno, la visione dei tuoi genitori
morti, la mancanza dei nuovi tutori, la mancanza di Krauser, il bisogno di
amici, il bisogno di capire chi sei e cosa devi fare della tua vita, il ritorno
di tuo fratello, la notizia della morte di Krauser, e tante e tantissime altre
cose. Praticamente, è quasi meglio essere morti. E se in quel momento avessi
deciso di farla finita? Prendere delle lamette e tagliarmi le vene, oppure
buttarmi dalla finestra sperando di sfracellarmi il cranio. Ma, nel mio ego,
sapevo che non avrei mai fatto una cosa del genere, per un solo e semplice
motivo.
Sono
sopravvissuta a Seattle, e per di più senza mio fratello. Questo significa che
io sono molto di più.
Come disse
una volta Bruce Lee? Tu non devi vivere “per”, devi solo vivere. Bè, aveva
estremamente ragione…
Forse
era
arrivato il momento di raccontare a tutto il mondo la verità su
Seattle. “Sì,
come no Eleonora. Aspetta e spera. Chi vuoi che ti creda; il
presidente? Potrà
sempre dire che sei impazzita. Leon? Ma va! E che voce in capitolo
avrebbe lui.
Chi altro c’era… Bha… Forse… Forse! Ma
sì! Krauser! Se mostrassi a tutto il
mondo che lui è ancora vivo… Ma… Per cosa?
Cioè, sì è vivo e… bravo Krauser!
Sopravvissuto! Ma poi? Nel rapporto di Leon, Krauser ha tradito la
nazione e ora è in clandestinità da Ada... Certo, parlare
di tradire la nazione da parte di Krauser fa ridere. Il presidente,
allora? Non ha tradito me? Io non faccio parte della nazione? E
poi, che cosa importa alla gente di Seattle… Cosa importa alla
gente di me. Io sono solo la piccola “Spacca-culi”, giusto?
Sei sopravvissuta
ad un’apocalisse zombie, da sola?! Brava! Tu sì che hai
coraggio da vendere! E
mio fratello ha subito la stessa cosa, solo che lo hanno pagato e ha
avuto una
festa di ringraziamento… Anche se lui, nel 1998, si salvò
da Raccoon City,
quindi diversi non lo siamo così tanto. Hanno ragione quando
dicono che siamo
simili…”
<< Ele! >>
sentì Chris avvicinarsi a me << Che ti è successo? >>
<<
Perché
ci sei tu? >> chiesi curiosa, cercando di mettere a fuoco Chris
Redfield << Come stai, Redfield? E’ da un bel po’
che non ci vediamo >>
Mi toccò la fronte << Ha la febbre altissima, Leon! E i suoi occhi sono
lucidi. Portiamola all’ospedale nella seconda base della BSAA >>
<< Perché
proprio lì? >> chiese mio fratello.
<< Andiamo,
forza! Poi ti spiego! >> mi sentii sollevata da due possenti braccia e
venni condotta, di nuovo, in macchina; solo che questa era diversa. Mi
sdraiarono sui sedili posteriori e vicino a me si sedette Leon che mi coprì con
una coperta. Ma cosa diamine mi stava succedendo? Perché improvvisamente mi
sentivo debole, e perché stiamo andando in ospedale?
<< Leon? >>
sussurrai.
<< Riposati.
Chiudi gli occhi e non pensare a nulla… Inspira ed espira. Ti cureremo, e tu ce
la farai >>
Che strano,
mio fratello non è tipo da dire queste cose a caso.
Il mio
sguardo si posizionò sul braccio destro e notai che in esso erano presenti tre
tagli dove fuoriusciva del sangue, e intorno si era formata una crosta viva
color verde che pulsava tremendamente. La vista si appannava e non riuscivo a
capire cosa stessi vedendo.
<< Chiama
Rebecca, dille di preparare subito farmaci pesanti per bloccare
l’infezione! >> urlò Chris.
<< Infezione? >>
sussurrai ancora, senza ricevere risposta.
<< Non
avrei mai immaginato che quel figlio di puttana di Krauser avesse potuto
infettarla con il suo braccio per volere di Wesker! Come diamine abbiamo
creduto che lui fosse dalla nostra parte! >>
<< Quando usciremo vivi da qui, lo ammazzerò con le mie stesse
mani! >>
“Infetta…
sei infetta piccola Kennedy. Sopravvivrai? Chissà, questa volta non c’è
Krauser, il tuo eroe paladino. E che eroe, si è preso gioco di te e tu hai
abboccato. Brava, e tu ti definiresti sveglia? Ora, vediamo se riesci a
sopravvivere… Se ne riparlerà, se ne avrai l’occasione”