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Autore: goldsmerlin    23/08/2017    2 recensioni
Poteva percepire i desideri di tutti coloro attorno a lui. Ma cosa avrebbe desiderato Merlin? Erano ormai anni, vite, secoli, generazioni che desiderava la stessa cosa. All’inizio piangendo; le lacrime che non riusciva a contenere bagnavano il suo giovane viso. In seguito con rabbia, una rabbia che costringeva l’uomo sempre più anziano a mordersi la lingua per non urlare. Alzò gli occhi al cielo ed espresse, per quella che sperava fosse l'ultima volta, come ogni anno, il ritorno di un uomo morto anni, vite, secoli, generazioni fa.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Tutti alzarono la testa per osservare le stelle cadenti ed avere, così, l’occasione di esprimere un desiderio. Merlin poteva percepire cosa stesse desiderando il ragazzo davanti a lui, che guardava il cielo con occhi tristi, così come poteva provare ad indovinare il desiderio della signora anziana al suo fianco, mano nella mano con quello che Merlin pensava fosse suo marito. Due ragazze, poco distanti, si tenevano per mano, attirando occhiate di vario genere. Merlin non poté far altro che sbuffare, piuttosto rumorosamente, procurandosi vari sguardi confusi. Era un vecchio di novant’anni che se ne stava in piedi sotto un cielo stellato. O almeno, novanta erano gli anni che dimostrava. La schiena iniziò a dolergli, come se fosse una novità, così come le ginocchia. E tutto il resto del corpo. Lanciò un’altra occhiata alle due giovani e vide, sorridendo fra se, che le due si erano strette in un abbraccio. 
Poteva percepire i desideri di tutti coloro attorno a lui. Ma cosa avrebbe desiderato Merlin? Erano ormai anni, vite, secoli, generazioni che desiderava la stessa cosa. All’inizio piangendo; le lacrime che non riusciva a contenere bagnavano il suo giovane viso. In seguito con rabbia, una rabbia che costringeva l’uomo sempre più anziano a mordersi la lingua per non urlare. Alzò gli occhi al cielo ed espresse, per quella che sperava fosse l'ultima volta, come ogni anno, il ritorno di un uomo morto anni, vite, secoli, generazioni fa.

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Era un uomo solo, se uomo si poteva definire, da molti, troppi anni. Si era sempre chiesto, quando il suo aspetto giovane non era ancora creato da un incantesimo, quale fosse il prezzo da pagare per un dono come il suo. Mai avrebbe immaginato che il destino sarebbe stato tanto crudele con lui, costringendolo ad aspettare e sperare e soffrire da solo per l’eternità. Assistere alla morte di tutti i suoi familiari, amici, conoscenti, amanti, anno dopo anno e vita dopo vita. Come poteva essere felice di avere un tale dono se il prezzo da pagare era una vita vissuta solo in compagnia della pazzia? Si guardava allo specchio e non riusciva più a vedere neanche l’ombra del ragazzo potente che era stato una volta. Gli occhi, azzurri, erano ora spenti e il corpo riportava le ferite di anni passati nella solitudine. Merlin era semplicemente e dolorosamente stanco. 

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Il mondo aveva fatto grandi progressi, dalla tecnologia ai diritti umani, ma gli uomini, infondo, erano sempre gli stessi, solo con vestiti diversi. L’ignoranza regnava una volta e regnerà per sempre, pensò Merlin, ascoltando la conversazione di una famiglia seduta di fianco a lui. La ragazza, che Merlin credeva esser la figlia della coppia, si limitava ad ascoltare i discorsi omofobi dei genitori, guardando il marciapiede con un’aria rassegnata. Il mago si avvicinò lentamente alla ragazza, sedendosi di fianco a lei sulla piccola panchina. 
“Sai, una volta amai un uomo.” disse. La giovane lo guardò, sorpresa che le avesse parlato.
“É stato tanto tempo fa, quando gli uomini pensavano solo al potere e credevano ancora di essere superiori a tutto e tutti. Anche se, effettivamente, sto descrivendo i giorni attuali. Non mi ero reso conto che fosse amore. Non potevo neanche permettermi di pensarlo.” La ragazza lo guardò, curiosa, prima di rendersi conto che il vecchio al suo fianco non avrebbe detto altro. 
“Com’era lui?” chiese, volendo continuare la conversazione, attirando anche l’attenzione dei genitori, che le rivolsero un’occhiata sorpresa. 
“Com’era lui? Era l’uomo più coraggioso e leale che avrò mai la fortuna di incontrare. Era giusto e generoso, desideroso soltanto di far del bene per le persone che credevano in lui. Anche se, sicuramente, poteva essere uno stronzo. Credo sia stato il mio più caro amico della mia giovane età, se non di tutta la mia intera vita. Non ci sarà mai, per me, un altro come lui.” Merlin sospirò, ricordando i momenti passati in sua compagnia. 
“Era bello, mia giovane amica, bello come solo i principi e i re dovrebbero essere. Aveva questi capelli biondi che, con i riflessi del sole, sembravano essere color oro. E ricorderò sempre gli occhi azzurri che quando ti scrutavano, sembravano metterti a nudo di tutte le tue emozioni.”
La ragazza sorrise alla mia descrizione, mentre i genitori mi guardavano con un evidente disgusto. 
“Se n’è andato molti anni fa, quando ancora eravamo giovani e felici, tra le mie braccia. E ti confesserò una cosa; sono ancora qui che lo aspetto, come se la mia vita fosse stata scritta attorno solo alla sua figura.”
“Non sei stanco di aspettare, dopo tutti questi anni?”
“Come potrei non esserlo? Il problema è che, semplicemente, non posso non farlo. Mia giovane amica, con il passare degli anni lo imparerai da sola, ma lasciami darti questa piccola lezione: puoi amare ed essere ciò che vuoi. Ama donne, uomini, entrambi, nessuno. Ama e sii ciò che vuoi essere. Sii donna, uomo, entrambi. In tanti ti diranno cosa dovrai essere e chi dovrai amare, non li ascoltare, è la tua vita.”
Merlin si alzò dalla scomoda panchina, senza aspettare risposta. Era stanco di aspettare. 

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Tutti alzarono la testa per vedere le stelle cadenti ed avere, così, l’occasione di esprimere un desiderio. Merlin poteva percepire cosa stesse desiderando la donna davanti a lui, che guardava il cielo con occhi stanchi, così come poteva indovinare il desiderio del ragazzo tatuato al suo fianco, mano nella mano con quello che Merlin pensava fosse suo marito.
Merlin, con l’aspetto di un trentenne, usò la mano destra per spostarsi i capelli lunghi dagli occhi, sorridendo al cielo. 
“Perché sorridi?” Gli chiese una voce, sussurrandogli all’orecchia sinistra. Merlin si girò verso il proprietario della profonda voce, ritrovandosi davanti due occhi azzurri che lo fissavano come se volessero spogliarlo di tutte le sue emozioni. 
“L’anno scorso desiderai di riavere con me una persona morta anni, vite, secoli, generazioni fa. Ora questa persona mi sta tenendo per mano. Vorrei semplicemente urlare e dire a tutta questa gente che desiderare va bene, che prima o poi saranno felici come lo sono io ora.” Arthur sorrise, stringendogli ancora di più la mano. 
No, quest’anno non aveva niente da desiderare.
   
 
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